martedì 27 aprile 2010

Moda estiva da ufficio per ciclisti e cicliste… ci manca!

Con l’arrivo della bella stagione, si ripropone per il ciclista ufficiale (che va in ufficio), il problema di come agghindarsi per una normale giornata con i colleghi e qualche riunione.

Ebbene sì: l’inverno, con suo maltempo, ha tanti inconvenienti. Ma il ciclista da ufficio può vestirsi da gentiluomo di campagna e fare comunque una certa figura. Giacca tweed, pantaloni di velluto o fustagno, scarpe tipo Clark. Un abbigliamento comodo e compatibile con la bicicletta.

D’estate il problema esplode: non puoi andare in giro con un leggero completo di frescolana. Dopo pochi chilometri è completamente sformato. Stesso dicasi per tutti gli altri tessuti leggeri che si portano d’estate.

Vero è che il confronto va fatto con la metropolitana: quando il caldo avanza, in metro si suda più o meno lo steso, ma almeno i vestiti non si deformano.

Gran parte dei problemi se ne andrebbero conl’adozione, o meglio il ritorno, di un capo d’abbigliamento molto semplice: i pantaloni corti di stile “coloniale” (non quelli da spiaggia) che hanno le pinces, abbinabili con una buona camicia con le tasche. E’ un abbigliamento accettabile in ufficio, i militari lo hanno usato per moltissimo tempo, che risolverebbe il 70% dei problemi, mantenendo un buon taglio nella parte alta, senza dare problemi di pedalata.

Si potrebbe quindi ammettere pantalone corto (elefantino) e camicia doppia tasca stile esercito anni ’40, abolire la cravatta e abbassare (o meglio alzare) la temperatura dell’aria condizionata. Risparmi stratosferici! In alternativa, vi è solo il cambio, ovvero portarsi un cambio completo appresso… soluzione possibile, ma poco piacevole.

Estate a parte, si sente la mancanza di una moda da ciclisti, che coniughi lo spostamento in bici con le esigenze di una normale vita lavorativa. Nelle riviste di moda si vedono, talvolta, foto di persone in bicicletta, ma sono chiaramente immagini pittoriche, fuori da qualunque realtà ciclistica, specialmente in una città di salitele come Roma.

In effetti il mondo ciclistico, così prodigo di capi tecnici dai colori sgargianti, non riesce a produrne di adatti alla città, con fogge comode ma eleganti e materiali appropriati… che siano accettai come “ammissibili” dalla comunità affaristica.

E’ un altro dei tasselli che, in un paese schizzinoso come l’Italia, ostacola l’uso quotidiano della bicicletta.

7 commenti:

Bikediablo ha detto...

bel post!
io fra poco adotto la divisa estiva ossia questa:
http://www.bikediablo.it/public/bike2008estate.jpg

pantaloni, camicia ed intimo nelle borse, rapido cambio e fresco come una rosa :-)

Cosi' conciato quando esco posso andare anche a fare qualche piccola escursione.

magister ha detto...

io mi cambio in ufficio (il giorno della nevicata dopo venti minuti ero in riunione in giacca e cravatta), posso consigliare i pantaloni da montagna corto/lungo (pedali col pantaloncino, prima di entrare in ufficio agganci con le apposite lampo il gambale)
ps la convenzione di ginevra richiede il cambio maglia d'estate

Anonimo ha detto...

Anch'io trovo che il cambio in ufficio sia d'estate la soluzione ottimale, quando fa molto caldo i calzoni con la gamba staccabile sono una soluzione anche per me, così evito di attraversare i corridoi dell'ufficio in tenuta da spiaggia!
Anna Maria

Lug il Marziano ha detto...

Escamotage...

Io uso il cambio in ufficio, d'estate. Ma il punto è avere una tenuta ciclistica accettata per l'ufficio, fatta con materiali tecnici, ancorchè di foggia civile...

BICICAPITALE ha detto...

io non ho scelta ....devo cambiarmi in ufficio....avete mai visto un ciclomobilista in uniforme militare???
anche se da quando uso la bicicletta a pedalata assistita l'antipatico problema dell'eccessiva sudorazione e' diminuito

nokia1 ha detto...

Esiste una canotta mista cotone e poliestere ?

Lug il Marziano ha detto...

Non conosco questi ritrovati moderni!