lunedì 28 novembre 2022

Molti pedoni ancora non hanno capito le piste ciclabili

Oggi pomeriggio dovevo raggiungere il dentista e mi sono lanciato sulla pista della Nomentana sul filo dei 30 all'ora. Questo non l'ho visto solo dal tachimetro, ma anche dal fatto che ho superato al volo un po' di bici elettriche.

Se non che, in prossimità di un incrocio, c'era un pedone (in realtà una pedona) che camminava sul marciapiedi accanto alla pista, parlando al telefono. Fin qui tutto bene, però proprio mentre mi avvicinavo, la pedona ha cominciato a perdere la traiettoria rettilinea e ad accostarsi alla pista.

Ho capito che la cosa si metteva male e ho rallentato prudenzialmente. Ho fatto bene perchè la tendenza ondivaga si è accentuata e la pedona ha finito per invadere la mia corsia,  di spalle e sempre chiacchierando al telefono.

Per fortuna avevo ormai perso tutta la velocità, solo quando sono stato sicuro che la situazione fosse sotto controllo le ho fatto prendere un bello spaghetto passandole vicino (in effetti altro spazio non era rimasto).

Il fenomeno dei pedoni spersi sulla pista non accenna a migliorare, ed è alquanto preoccupante perchè la pista è sempre più affollata di biciclette. 

Al tempo stesso ho notato un'aliquota non minimale di pedoni che sembra subire la situazione e non accetta di cedere spazi alla mobilità sostenibile. Tra questi spicca un'aliquota numerosa di proprietari di cani, che sembra sempre ti facciano un favore a far uscire i loro quadrupedi dalla pista.

Speriamo che non si faccia male nessuno, ma è ora di dirsi che i pedoni dovrebbero essere educati a gestire il rapporto con le piste ciclabili, che non sono marciapiedi.

giovedì 17 novembre 2022

Ancora non è dicembre e già il traffico e la sosta sono diventati intollerabilmente arroganti

Forse è a causa dell'annunciato arrivo delle prime piogge che le strade si sono riempite di auto come da parecchio non ne vedevo... (e questo mentre il load factor degli autobus è al di sotto della media, specie per le ore di punta).

In un paio di giorni in fanteria ho avuto modo di osservare da un'altra prospettiva i nostri coutenti della strada a quattro ruote e corazza dacciaio, e direi che mentre una maggioranza fa del suo meglio per convivere con gli altri, una minoranza (ma sempre dai numeri rispettabili) è diventata parecchio più aggressiva, gelosa nel contendere ogni centimetro di spazio disponibile, e anche gli incroci sulle striscie pedonali.

Ora io penso che si debba essere prudenti ma decisi nell'affrontare i passaggi pedonali, anche per rivendicare il diritto alla precedenza. Detto questo in circa 18 km percorsi a piedi ho avuto almeno sei incontri difficili, con due casi nei quali mi sono dovuto fermare per lasciare passare l'auto o, questa è la novità, uno str... in scooter. Ma proprio cattivo, tanto che gli avrei dato volentieri due pizze.

La cosa più aggressiva rimane però la sosta irregolare, che continua alla grande, minacciando sia pedoni che ciclisti.

Da pedone continuo a stupirmi non solo delle macchine lasciate alla grande sui passaggi pedonali, magari dalla sera prima, ma di come tanti automobilisti considerino naturale fermarsi sulle strisce pedonali, magari occupando tutto il passaggio, per telefonare o appoggiati alla macchina per aspettare qualcuno. Cose che in un paese più civile comporterebbero reazioni decise dei danneggiati che verrebbero spalleggiati da Polizia prima e da magistratura poi. 

Da noi, invece, se ti ci metti a discutere e gli molli due pizze, la legge, invece di "dargli il resto" è capace di prendersela con chi "si fa giustizia da solo". 

Ancora più incredibile è la dinamica di chi ferma l'auto sulle strisce mentre i pedoni stanno attraversando, bloccando il passaggio in tempo reale. Debbo dire che ogni volta debbo fare uno sforzo per mantenere la calma.

In bicicletta la situazione non è meno grave. Anche qui mi pare che la maggioranza degli automobilisti si è abituata ai ciclisti, anche se gli irriducibili non sono pochi. I più pericolosi continuano ad essere i furgoni (bianchi) con la loro fretta di consegnare e l'evidente disprezzo di chi -evidentemente- può permettersi una vita meno stressante della loro. Guidare  con il telefono sempre in mano (ho capito che è obbligatorio se guidi un furgone) non migliora la situazione.

Quella dei telefoni diventa sempre più un problema. Innanzitutto non si capisce bene perchè in Italia l'auricolare e il vivavoce siano così poco usati. Per esempio circa sei mesi fa ho dovuto spostare la macchina con il carro attrezzi... ovviamente caricata auto e bici, e l'autista che deve andare su e giù per Roma attaccato al telefonino non aveva nè uno straccio di sostegno dello stesso e tntomeno un auricolare, strumenti direi fondamentali per questi tipi di lavoro (almeno i taxi i sostegni per il telefonino ce li hanno).

Tutto il resto dell'utenza soprattutto femminile, guida ormai con il telefonino in mano. Dalla lettura con una mano sola di Baudelariana memoria, alla guida con una sola mano (e senza occhi).

In tutto ciò la sosta selvaggia ci costringe ad immetterci nei "flussi vivi" di traffico, portando le nostre traiettorie lente a interferire con quelle più veloci delle auto.

La situazione di immunità di fatto che si è instaurata fa sì che i più audaci, svergognati o egoisti sono sempre alla ricerca di modi creativi di lasciare l'auto, che talvolta ci mettono in grave imbarazzo, in quanto con fantasia inibiscono l'uso delle traiettorie sicure.

Troppi altri lasciano la macchina in doppia fila semplice, senza pensarci troppo. Che gli altri continuino a circolare non glie ne importa proprio!!!

Che si può fare? Francamente la situazione mi sembra decisamente peggiorata rispetto al pre-pandemia, dove pure rimproveravamo un approccio di complice tolleranza con gli automobilisti.

Peraltro a Roma non si chiede più se la sosta è vietata... si chiede direttamente se ti fanno la multa  a lasciarla in un certo posto, senza curarsi minimamente di osservare regole comuni.

E questo atteggiamento è esteso a tanti altri comportamenti, vedi per esempio i rifiuti, che tanti buttano dove capita fottendosene altamente di ambiente e degrado.

lunedì 17 ottobre 2022

Sì alla pace per l'Ucraina, ma non quella di Monaco

L'insediamento della seconda e terza carica dello Stato, specie quello della terza, hanno riproposto in termini generici il problema della pace in Ucraina, anche elogiando Papa Francesco che ne parla sempre.

E' quindi arrivato il momento di ricordare, Insieme a due eventi funesti per l'Italia come la Marcia su Roma e il rastrellamento del Ghetto, anche il sostegno dato a Hitler nella conferenza di Monaco del 1938. Conferenza che costituì un cedimento alla politica di aggressione Hitler che non salvò la pace.

Come disse poi Churchill al povero Chamberlain "Potevate scegliere tra la guerra e la vergogna, avete scelto la vergogna e avrete la guerra".

Ecco, anche noi Italiani siamo stati parte di quella vergogna, anche se tendiamo sempre a scordarcene nella solita autoassoluzione nazionale.

Ora, sentire parlare di pace da chi è stato chiaramente a favore di Putin fa venire i brividi e un sospetto. Che non si parli di vera pace, ma di un'altra pace di Monaco.


giovedì 22 settembre 2022

Bici in forte aumento, ma...

Complice la prolungata siccità e il perdurare del bel tempo mi pare di vedere un deciso aumento del numero dei ciclisti, anche se non posso darvi numeri che rendano oggettiva questa mia osservazione.

Sulla pista della Nomentana si viaggia ormai in parecchi, ai semafori si formano code con regolarità, e direi che il numero dei ciclisti abbia ampiamente superato quello dei pedoni sulla medesima rotta,

Il campione però non è limitato alla pista della Nomentana, che percorro praticamente tutti i giorni, ma si nota anche nelle altre zone della città, dove spuntano ogni giorno nuovi ciclisti, la maggior parte chiaramente alle prime esperienze di ciclomobilismo. Segno che la bicicletta continua a suscitare interesse e a costituire una valida alternativa alle altre modalità di spostamento.

Le bici elettriche rappresentano la maggioranza delle new entry. Un fenomeno interessante e benvenuto per sfondare il muro di vetro che impedisce alla bici di sostituire in maniera massiccia i mezzi a motore a scoppio. Francamente non saprei dire se questo dipende solo dalla paura della fatica connessa alla bicicletta, con la temutissima sudorazione, o semplicemente perchè l'elettrociclista comunque continui a sentirsi parte della famiglia dei motorizzati.

Come ho detto, tra l'utenza business prevale la scelta della bici elettrica in tutte le sue declinazioni. Una menzione speciale per le fat bike sulle quali talvolta viaggiano elementi particolarmente arroganti e fastidiosi. Occasionalmente capita qualche bici truccata, ma sono elementi veramente sporadici.

Di gran voga anche le bici del bike-sharing, e credo che questo mezzo sia il vero trampolino di lancio di molti dei nuovi ciclisti, che fatti un po' di conti trovano conveniente passare al mezzo di proprietà.

Mi sembra invece di vedere, dopo la vivacità iniziale, la stabilizzazione dei monopattini, oggettivamente difficili da padroneggiare al di fuori della rete delle ciclabili.

Ma. C'e' sempre un ma, anzi più d'uno.

Innanzitutto si tratta di capire se  questo trend si manterrà con l'arrivo delle sospirate (non dai ciclisti) piogge autunnali, che spero siano copiose e abbondanti per ricostituire le riserve idriche e risollevare il livello dei fiumi.

Inoltre le piste ciclabili non sono abbastanza, nè per quantità e nemmeno per qualità, per sostenere un uso esteso della bici a livelli di sicurezza accettabili. 

Per esempio alcune rotte del quadrante Nord-Est (lo cito perchè lo conosco meglio) continuano ad essere difficilmente percorribili, ad esempio la direttrice Tor de Schiavi - Monti Tiburtini - Ponte Lanciani, una vera e propria autostrada urbana, rimasta orfana di qualunque infrastruttura.

Potrei anche citare l'asse Ponte delle Valli - Libia - Eritrea - Corso Trieste, oppure Viale Somalia, per non dire una direttrice come quella dell'Olimpica, che vede una faglia nei collegamenti paragonabile alla perdurante interruzione dell'anello ciclabile.

Accanto a questi problemi vi è la impossibilità di lasciare le bici, specie quelle elettriche, per strada alla mercè dei ladri, e questo limita fortemente la flessibilità di uso, specialmente per le uscite serali o nel caso il datore di lavoro non offra stalli protetti.

Last but not least, la bici è molto più lenta del ragionevole nel diffondersi tra i teenager e gli universitari quale mezzo di trasporto per scuola e università. 

Questo dipende, secondo me, dalla mancanza di ricoveri sicuri, specie alla Sapienza, ma anche nelle scuole secondarie superiori, che non permette l'affermarsi della bicicletta come mezzo principale per la mobilità dei nostri giovani.

Occorre quindi continuare ad investire in infrastrutture (di qualità) al servizio della mobilità ciclabile.

sabato 6 agosto 2022

Ma quali magistrati, ci vogliono i carri attrezzi!

E' circolata la notizia che ATAC starebbe denunciando gli automobilisti responsabili dei blocchi dei mezzi pubblici a causa di sosta irregolare per interruzione di pubblico servizio, fino ad adesso oltre 500.

Magari giuridicamente ci sta tutta, ma non fa bene al Paese. Perchè? Per una serie di motivi molto concreti:

1) Perchè il sistema penale italiano è già intasato di suo, e aggiungere altro carico va contro l'nteresse dei cittadini, con i magistrati che invece di perseguire delinquenti veri impiegano le loro scarse risorse con cittadini magari egoisti o noncuranti, ma onesti;

2) Tra fattaccio e azione giudiziaria possono passare anni, il che tende a spezzare il legame tra delitto e castigo;

3) Per le priorità della magistratura è facile che il tutto finisca in prescrizione, aggiungendo la beffa al danno.

Invece il Comune dovrebbe non abdicare ad uno dei suoi primi doveri ed intervenire con rimozioni-lampo, portandosi via il mezzo che ingombra e restituendolo solo dopo che il proprietario abbia pagato multa, carro attrezzi e danni all'ATAC.

Aggiungo che rinfrescare periodicamente la segnaletica che delimita la sede del tram aiuterebbe molto ad evitare interruzioni dovute a imperizia di parcheggio.

Invece come vanno le cose? Ecco un fatto che mi è capitato.

Una sera di tanti anni fa tornavo da un viaggio con il tandem Leonardo-Express / 516, dopo le 23, ed ecco che a Porta Maggiore sale uno bello incazzato che era stato depositato lì dal 3, e che aveva atteso circa 45 minuti a causa di un blocco della circolazione tramviaria causato dalla solita macchina malposteggiata a San Lorenzo.

Bene, che ti fa questo tipo? Alla seconda fermata di Porta Maggiore scende  e si piazza di fronte al tram per protestare contro i ritardi. 

Fossi stato io l'autista avrei incurantemente proseguito sulla mia strada, però questo scende e chiama le forze dell'ordine. Le forze dell'ordine ci mettono circa 20 minuti ad arrivare, e innanzitutto mettono la macchina di fronte al tram in modo che non possa proseguire.

Dopodichè invece di pigliare a colpi di Taser il tizio e buttarlo nell'aiuola (30" e poi via) cominciano a parlarci per convincerlo con le buone a salire sulla macchina di servizio... il che prende altri venti minuti,  di fronte all'incredulità dell'autista, del sottoscritto e degli altri 200 extracomunitari (che ovviamente non hanno osato mettere in discussione l'operato delle forze dell'ordine).

Sicuramente un'operazione da medaglia di Sant'Egidio, ma al cittadino onesto e lavoratore finisce sempre in quel posto.

Allora non occorre invocare i magistrati, occorre fare le cose come si deve, e farle da subito.

domenica 26 giugno 2022

A piedi nella città dei ciclisti

Con il regredire della minaccia COVID la vita sta riprendendo in maniera normale e così le riunioni in presenza a Bruxelles. Sta di fatto che sono tornato da un'assenza di circa due anni, a parte un brevissimo "mordi e fuggi" a maggio.

Stavolta mi sono fermato due interi giorni, giorni di bellissima luce e fresco (anche troppo) che rendono la città veramente piacevole da girare.

Purtroppo l'eccesso di lavoro mi ha impedito di godermi la città spensieratamente, però mi sono imposto di raggiungere il luogo delle riunioni a piedi, cosa che permette di fare un pochino di esercizio e godersi il bel tempo.

Nel fare questo ho potuto rendermi conto del grande balzo in avanti in tema di mobilità sostenibile che è stato fatto in questi due anni di assenza.

Le biciclette
La ciclabilità è ulteriormente cresciuta e per sostenerla in maniera adeguata la ciclabilizzazione delle strade è diventata aggressiva. Quasi tutti i controviali dei boulevard sono stati trasformati in piste ciclabili, con un flusso sostenutissimo di ciclisti.

Rue Belliard e Rue de la Lois, le principali arterie in ingresso e uscita da Bruxelles sono state ridotte a colpi di New Jersey.

Ovunque ci sono ristrutturazioni in corso per adattare la città alle nuove esigenze.

Ah... ho notato una grande riduzione di pieghevoli rispetto agli anni passati. Nemmeno Brompton, che sono sicuramente un oggetto molto apprezzato da quelle parti. Mi riservo di capire meglio.

I monopattini
Su questa superba rete ciclabile circolano anche un po' di monopattinisti. Pochi rispetto alle bici e perfettamente integrati. Qualcuno manifesta l'italico vizietto del due su un monopattino, ma la circolazione su pista non ha gli stessi rischi di quella sulle strade.

I pedoni
Dal punto di vista pedonale è un paradiso. Innazitutto la gente trotta, non perde tempo sul marciapiedi a trastullarsi. In quest'ottica è comprensibile l'affermazione che "le strisce sono un prolungamento del marciapiedi", e infatti il pedone sulle strisce è sacro, quello fuori molto meno... anche questo è un bene. 

Le strisce pedonali che attraversano le rotaie del tram sono bordate di rosso a ricordare al pedone che il tram ha comunque la precedenza.

Il che fa vedere che da noi anche i pedoni sono dittatori in erba.

Inoltre al centro i cani (e i relativi guinzagli) sono praticamente assenti... anzi, è proprio una CSC (Città Senza Cacche)

I mezzi pubblici
Non li prendo molto, ma sono fantastici. Voi non potete capire l'effetto di passare dalla meraviglosa stazione Metro e Ferroviaria (nello stesso spazio, a quote differenti) di Schuman alla stazione metro B di termini, sporca e male illuminata (e non mi soffermo sulla popolazione umana, tipo gli zingari alle macchinette dei biglietti). 

Le auto
Confesso che in mezzo a tanta efficienza di mezzi pubblici non mi trovo da parecchio a circolare su auto a Bruxelles. 

Quello che si vede da fuori è la scomparsa del parcheggio gratis al centro, o meglio la sua riduzione in misura tale da non essere un fatto significativo. Chi entra in auto ci va per usare un parcheggio pubblico.

Gli spazi di cicrcolazione sono stati ridotti tenendo conto dei carichi effettivi, e con l'idea di non assecondare la circoalzione automobilistica più di tanto.

Che cosa succeda in periferia però non lo posso sapere, ne' come viva il residente "comune". So solo che in perferia, dove l'ambiente à meno felpato, la sera le stazioni tornano a non essere piacevoli, specie per le donne.

martedì 21 giugno 2022

E' Biodegradabbile! (Ciclismo e monnezza)

Domenica scorsa, verso le 8 e 30 tornavo da un giretto mattutino. Salivo lentamente su Viale Somalia, nel tratto tra la Salaria e Largo Forano, quando vedo davanti a me un ciclista fermo.

Stava sulla bici, vestito con tuta da ginnastica, non da ciclista, soffiandosi il naso con un fazzoletto di carta. stavo ormai per superarlo quando si libera del fazzoletto gettandolo tra le auto in sosta.

Lì per lì non volevo credere ai miei occhi, ma aggiunta la sua posizione vedo un fazzoletto a terra, che sporava una zona miracolosamente pulita di Viale Somalia. Passando glielo indico e dico 

"Potevi evitare di buttarlo per terra" e quello risponde con una certa stizza "E' Biodegradabbile", al che io ribadisco "E' biodegrabbile nel secchione, li mortacci tua", al che lui risponde con qualche altra cosa e io concludo con un romanissimo "vaffanculo".

Non nego mi sarebbe piaciuto fermarmi e farglielo raccogliere a forza...

Il girono prima avevo percorso l'Ardeatina e dintorni, e ho potuto constatare la presenza di mucchi di spazzatura "fresca" ad ogni anfratto che permette la sosta di auto. Quindi significa che abbiamo persone che escono di casa, si fermano e buttano la loro monnezza in campagna.

Mi chiedo che gente sia e quali le motivazioni dietro questi comportamenti.

Mi chiedo anche perchè non si riesca a fermarla, ma capisco che sia uno degli elementi chiave per capire la situazione poco piacevole nella quale versa il nostro Paese ormai da anni. 

Perchè ci teniamo in seno questa gentaccia spicciola e nessuno che senta il bisogno di arginarne i comportamenti che danneggiano la comunità nel suo complesso.