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lunedì 14 ottobre 2013

Ancora sulle sanzioni...

Il dibattito acceso sulle sanzioni non si è andato placando, anzi... qua e là fioriscono nuove idee, e al tempo stesso riaffiorano le cattivi abitudini italiane. Soprattutto per le auto.

La prima cosa che dobbiamo capire è che la sanzione non funziona per un nullatenente. Quando sento delle multe ai lavavetri, mendicanti, barboni, nomadi, etc. etc. mi viene da ridere e mi chiedo se chi scrive quelle cose abbia un po' di cervello. Se lo ha lo usa per altri scopi, un'abitudine che in Italia si è alquanto diffusa negli ultimi trent'anni (più o meno coincide con la scalata di Mediaset alla cultura nazionale).

Da questo punto di vista, invece di parlare di sanzioni pecuniarie, dovremmo parlare di giornate di lavoro. Ovvero tutti, ma dico tutti, dovrebbero avere la possibilità di cambiare la sanzione pecuniaria in giornate di lavoro utili per la comunità. Niente assistenza a vecchiette, solo costruzione di piste ciclabili, pulizia giardini, etc. Così anche tutta una categoria di persone che si sottraggono alle sanzioni verrebbe riacchiappata e ricondotta ad un vivere sociale.

Altra questione, sollevata dalla TV, la modulazione della sanzione con il reddito... molto ingiusto in una paese come l'Italia, con l'alta evasione. Sarebbe meglio aggiungere al plateau di multa una quota legata (per i privati) al valore del mezzo con il quale si crcola. Oppure aggiungere quale sanzione accessoria un accertamento fiscale... anzi, quest'ultima mi sembra il vero deterrente.

Ma adesso la vera chicca rivoluzionaria: l'importo delle multe è troppo alto. Sì, avete capito bene. E' troppo alto quello delle multe delle auto. Alla fine, almeno qui a Roma, i vigili si astengono dal farle anche per paura di mettere in pericolo i bilanci familiari. Allora la soluzione sarebbe, almeno per aree fortemente degradate come Roma, dove le violazioni sono massicce, cominciare una campagne di multe a bassa letalità (10 o 20 euro) limitatamente alle infrazioni alla sosta irregolare. Però farne tante, senza remore.

Lo si potrebbe fare anche con l'eccesso di velocità. Campagne per ricondurre i cittadini all'osservanza della legge in modo meno doloroso, in questi tempi difficili (a meno di voler dare la possibilità di fare giornate di lavoro per la collettività).

Infatti è noto che il vero effetto deterrente non nasce tanto dall'entità della sanzione, quanto dalla probabilità di prendersi la multa. Se ogni volta che parcheggi in seconda fila ti becchi 10 euro di multa, in breve il vizio passa...

Ah, se ci fosse la volontà politica...

venerdì 11 ottobre 2013

Biciclette… quali sanzioni?

In una dotta disquisizione su FB CIclomobilisti, ci viene spiegato che i vigili urbani, badando a norme di tipo amministrativo,  non sono obbligati  ad elevare contravvenzioni. Insomma, anche se fermi di fronte a intere distese di auto in sosta in doppia fila, se non mettono mano al blocchetto delle multe (a meno che non siano lì con un preciso mandato) il cittadino non può avere nulla da ridire.

Strano ma vero, come direbbe la Settimana Enigmistica.

D’altra se fossero obbligati a fare le multe ad ogni infrazione che vedono a Roma i vigili non arriverebbero neanche al lavoro. Appena fuori da portone comincerebbero a strappare foglietti delle multe. 

Questo è tanto vero che a Roma succede il contrario. 

Anzi, a elevare le contravvenzioni neanche ci provano, e tutti fanno quello che gli pare, alla faccia della sicurezza e dell'efficienza dei trasporti e del bene collettivo. 

Da qui si capisce che l’Italia, patria del diritto e dei suoi concetti giuridici, ha un corpo di leggi di tipo borbonico (scusate la banalità, diciamo ispano-borbonico) dove la norma e la guardia non rendono i cittadini uguali, ma servono a proteggere potenti e prepotenti. E ditemi che non è vero!

Un’altro dei dei risultati di questo assurdo stato di cose è che il Codice della Strada (per gli amici il CdS) dal punto di vista delle sanzioni mette tutti sullo stesso piano.  Stessa sanzione per Camion, auto, moto e bici. 

Ci sono molti che sostengono la santità di questo fatto, in ispecie l'equiparazione di auto e biciclette.

Personalmente la ritengo la solita stronzata  da legulei loffi i quali, appellandosi ai grandi principi del diritto, in pratica infinocchiano i deboli. Infatti le famose sanzioni debbono essere “dissuasive e proporzionate”. Ora basta pensare la differenza tra una bici e un autotreno che procedono sul marciapiede, o vanno contromano, per rendersi conto che occorre procedere alla differenziazione delle sanzioni. Per non parlare della sosta vietata.


Da un mio calcolo spanno metrico, un giusto regime dovrebbe assegnare alla bicicletta una sanzione tipo un ventesimo di quella dell’auto, per la stessa infrazione. 

Il che sarebbe una cosa giusta, specie in vista di una ulteriore espansione del ciclomobilismo.