Da ciclisti romani cosa chiedereste al 2022?
Beh, innanzitutto ginocchia forti come rocce e senza scricchiolii...
Detto questo, che per me rimane la prima preoccupazione, dividerei le mie richieste in tre sezioni, sicurezza, urbana e turistica.
Per la sicurezza credo che uno dei grandi problemi di Roma è che sembra che ogni automobilista sia libero di fare quello che vuole sino a quando non finisce per provocare un incidente.
Per evitare questo la prima cosa da fare sia calmierare le velocità dei mezzi a motore. Questo può essere raggiunto con qualche decina di Autovelox sparsi nei punti critici.
Non si può solo affidarsi alla sorveglianza elettronica, per quanto efficace e spietata. Quindi e' anche necessario che al più presto i Vigili Urbani tornino ad esercitare il ruolo di repressione attiva dei comportamenti pericolosi.
Riuscirà Gualtieri ad ottenerlo? Mah... ho forti dubbi in proposito.
Per il fuori città credo che le strade trafficate dovrebbero essere dotate di bikelane, dipinte di rosapista come vedo all'estero, per separare almeno operativamente la marcia dei ciclisti da quella delle auto.
Per fare questo occorre sicuramente recuperare gli spazi a lato delle arterie (non so come si chiamino) che spesso sono semplicemente lasciati pieni di immondizia, ghiaia o vegetazione.
Il ciclista urbano innanzitutto vorrebbe vedere vieppiù espandersi l'utenza ciclistica e monopattinesca, tanto da portare il Comune a lanciare un piano ancora più ambizioso di infrastrutture per la ciclabilità.
Per avere questo vedo come unico modo "sfondare" tra la popolazione studentesca, ovvero far diventare le bicicletta (e magari il monopattino) il mezzo preferito degli studenti per raggiungere la scuola.
Siamo in una posizione molto più favorevole di due anni fa, molte scuole sono ormai toccate o sfiorate da piste ciclabili, e quindi manca solo l'ultimo passo: aprirne i cortili al parcheggio protetto.
Non è una cosa impossibile, continuo a meravigliarmi che nessuno prema il piede sul pedale (dell'acceleratore) per andare in questa direzione. Dovrebbe essere il Sindaco a farlo, l'unica autorità in grado di fare le opportune pressioni.
Accanto a questo occorre ovviamente continuare a far evolvere l'infrastruttura a servizio della mobilità dolce... e qui occorre non solo usare il bulldozer per aprire nuove strade, ma anche saper lavorare di cesello, sfruttando e occasioni che il caso ci porta.
Per esempio stanno "venendo giù" abbastanza spesso i pini di Corso Trieste, ed ogni volta si sfiora la tragedia... anzi, un poveraccio è rimasto sulla sedia a rotelle a causa di uno di questi crolli, e alcuni funzionari del Comune sono stati condannati.
Quindi sarebbe bene pensare di abbatterli, e ripiantarli ai lati di una bella pista ciclabile che corra sull'aiuola centrale e unisca Via Nomentana a Piazza Annibaliano, servendo due grandi licei della capitale, il Giulio Cesare e l'Avogadro... giustappunto.
Al tempo stesso fare una bella pista sul Ponte delle Valli, che è una bestemmia di spazio lasciato alle auto e poi almeno aprire alla ciclabilità le due corsie preferenziali su Viale Libia ed Viale Eritrea fino a Piazza Annibaliano (tanto già le usiamo costantemente).
Non vi sto a parlare di fare due corsie ciclabili, eventualmente a sbalzo, su Ponte Salario per congiungere la pista di Via Jonio con quella dell'Aniene... insomma tutte cose simpatiche per strade che conosco bene.
Poi rifacciamo una corsia ciclabile su Viale del Giardino Zoologico, visto che è ridotto a parcheggio a senso unico? Dopotutto stiamo dentro Villa Borghese, e che cavolo!
E l'asse Serenissima - Monti Tiburtini - Ponte Lanciani? Che ce lo vogliamo dimenticare?
Per il resto di Roma... unire Monte Ciocci al centro passando sul ponte e sotto il Vaticano. Che sogno!
Il ciclista turistico sarebbe deliziato dall'istituzionalizzazione della Regina Ciclarum fino a Fiumicino e magari del Sentiero Pasolini fino a Ostia, tanto per rendere finalmente manifesto il destino di Roma dominatrice del mare (riuscirà ciò a rendere le piste in questione gradite alla destra?).
Per Ostia in qualche modo dovrà risolversi la situazione creata dalla pista inserita in un ambiente poco favorevole e finalmente prolungarla fino a Torvajanica. Non dite di no.
A Nord vedrei tanto bene l'apertura al traffico ciclistico della Riva Sinistra del Tevere da Castel Giubileo al già citato Ponte Salario, così da finire il tristissimo avanti-e-dietro domenicale sulla pista del Tevere e riguadagnare un altro pezzo delle sue preziosissime sponde.
Perchè ormai sappiamo che se vogliamo strappare il territorio dal degrado, l'unico modo è renderlo accessibile a quelle formichine attente al territorio (e un po' cacacazzi) dei ciclisti.
Infine la sicurezza delle bici infatti la situazione dei furti è andato peggiorando, e non parliamo solo delle bici lasciate al palo, ma anche di quelle prelevate dagli spazi condominiali o addirittura privati, per arrivare alle razzie ai negozi.
Sono azioni criminali con conseguenze pesanti per chi le subisce e pesantissime per la mobilità ciclistica.
In qualche modo vanno affrontate con un'adeguata azione di contrasto, sia tattica sul territorio sia investigativa per colpire le bande e i ricettatori. La Polizia Municipale è nella posizione migliore per intervenire, anche nei luogi di probabile ricettazione come Porta Portese.
Soprattutto dobbiamo evitare che delinquenti colti sul fatto vengano rimessi in libertà come se niente fosse, così che pensino che in Italia si possa campare rubando biciclette.
Vabbè, vi siete parzialmente salvati, è stato un pippone leggero, senza alcuna pretesa di universalità.
Buon 2022
Pedala contento finchè c'e' il bel tempo
Poi vien la tempesta e finisce la festa!!!!