domenica 28 aprile 2019

Fatemi sognare una grande ciclorete turistica per il Lazio...

Il ponte ferroviario sul Mignone
utilizzato al momento solo per le gite ciclistiche
Essendomi iscritto al gruppo "Piste Ciclabili" su Facebook guardo con estrema invidia come nel Nord Italia la rete cicloturistica stia aumentando e collegando sempre piu' localita' turistiche.

Al centro Italia, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Umbria stanno anche loro muovendosi. Con qualche anno di ritardo, ma in maniera decisamente piu' coordinata.

Il Lazio, ultima regione della quale so qualcosa, sta solo adesso cominciando a capire che una rete di piste ciclabili che unisca le sue bellezze naturali e archeologiche puo' avere effetti benefici sul territorio.

Effetto benefico dovuto soprattutto all'aumento di frequentazione in zone di grande pregio ma non adatte al turismo di massa.

Cominciando a capire... ma chissa' quando le realizzazioni concrete arriveranno. Eppure eravamo partiti bene, quando Rutelli ministro dell'Ambiente ricavo' una bellissima pista ciclabile tra Fiuggi e Paliano su di un tratto della ferrovia a scartamento ridotto  dismessa.

Recentemente l'interesse per la Francigena, spinto molto dalla grande presa delle cose legate alla religione, ha riaperto in modo decente, seppur non sempre ciclisticamente valido, un bell'itinerario che attraversa tutta la Regione.

Ma quali sono le grandi prospettive laziali?

Si comincia a parlare di una pista del Tevere, finalmente. C'e' stato un accordo tra Regioni (e anche Vaticano) per portarla fino ad Assisi (toh...) evidentemente connettendosi in Umbria a Terni con le loro ciclovie. Magnifico. Dire Terni significa anche dire Piana di Rieti, e anche li' ci sono piste da connettere. E che cosa bellissima sarebbe fare una pista lungo le sponde dell'Aniene!

Il litorale lo vogliamo buttare via?

Al momento piu' o meno ogni comune si sta attrezzando per la propria ciclabile, speriamo che ad un certo punto si connettano tra di loro, facciano sistema.

Il blocco a Nord di Roma (Fiumicino Focene, Fregene, Ladispoli) sta facendo molto sul serio, pero' vanno aiutati.

Parlando di liotrane non dobbiamo dimenticare la Pianura Pontina. Questa potrebbe essere rapidamente  convertita all'uso ciclabile realizzando piste sugli argini dei tanti canali che la percorrono. Entry point sarebbero oltre le tante stazioni dell'ottimo treno Roma - Napoli, la pista del litorale  e  la Velletri Priverno (vedi dopo).

Inoltre anche nel Lazio abbiamo un bel po' di ferrovie dismesse, anche da molti molti anni.

Per esempio la Velletri/- Priverno, che al momento percorriamo come itinerario ciclabile fino a Cisterna di Latina. Anche quell'itinerario sarebbe fantastico se recuperato, perche' sarebbe in continuita' con l'Appia Antica e la Francigena.

Ho gia' citato quella che arrivava a Fiuggi, e che comunque proseguiva per Frosinone e per arrivare a Cassino partendo da Roma.

Parte di questa linea e' ancora in uso, il famoso tranvetto, piu' o meno dalla Togliatti fino a Termini. ma da Togliatti in poi e' tutta deserta. Si potrebbe farne una pista magnifica, se non proprio dal centro di Roma, almeno da una delle stazioni della metro o del treno piu' vicine.

Infine vi e' il gioiello nascosto del Lazio, la ferrovia dismessa Capranica - Civitavecchia, un grande e meraviglioso itinerario tra le parti piu selvagge del Lazio. A questo potrebbe aggiungersi anche il tratto Capranica Orte, se poi si abbandonera' definitivamente l'idea di rispristinarne l'uso ferroviario. E partire da Orte significa connettersi con la Pista del Tevere, inoltre incrocerebbe la Francigena appunto a Capranica.

Io conservo tanta fiducia. Chissa' che belle piste avremo quando saro' morto e sepolto!

martedì 23 aprile 2019

Qualcosa da ricordarsi per le celebrazioni del 25 aprile

M4 Sherman sbarca ad Anzio...
Chissa' se nei mesi successivi sono riusciti
a sopravvivere ai combattimenti
...
Il 25 aprile e' ritornato e con lui le solite beghe nazionali.

La destra salvinista e fascista non celebrera' nulla e  ci dira' peste e corna del 25 aprile, che non e' una liberazione e sventolera' gagliardetti  etc. etc. etc.

Tutto anche  come reazione (in parte comprensibile) a tanti anni nei quali la sinistra comunista con la sua retorica si e' appropriata della Resistenza e della guerra partigiana facendo finta che non ci fosse uno Stalin etc. etc. etc.

Credo che tutte e due le fazioni opposte si sbaglino, e sarebbe il caso di ricordare alcune semplici verita'  storiche, qui di seguito elencate, tanto per fare un po' di conversazione. Scusate la presunzione.


  1. La liberazione fu una vera liberazione da una dittatura nazifascista che aveva infettato tutta l'Europa Occidentale, allora passabilmente democratica. Ricordiamoci che all'inizio Hitler non se la prese con i Bolscevichi, ma invase, distrusse e massacro' gente passabilmente libera e democratica, Tanto per rivincita rispetto al 1918. Anzi con i Bolscevichi fece un bell'accordo per spartirsi la Polonia.
  2. L'Europa non fu liberata dai partigiani, ma dalla potenza militare di Americani, Inglesi e Sovietici. Tutti pagarono un altissimo tributo di sangue, ma quello sovietico fu semplicemente spaventoso. E ce la fecero pelo pelo.
    Il costo della Seconda Guerra Mondiale
  3. La guerra partigiana fu onorevole, ma non mi risulta rilevante dal punto di vista militare.  Questo ovviamente senza niente a detrarre a coloro che la fecero e la fecero seriamente, cercando magari di non provocare rappresaglie sproporzionate al valore militare delle azioni condotte
  4. In Italia troppi partigiani lottavano contro la dittatura per imporne un'altra. Mi dispiace ma le formazioni comuniste di fatto sostenevano una dittatura altrettanto feroce di quella nazista.
  5. Noi Italiani portiamo una bella fetta di responsabilita' in quello spaventoso massacro che e' stato la seconda guerra mondiale. Mussolini non e' stato spaventosamente cattivo come Hitler o Stalin, non ha spento il paese come Franco, ma probabilmente senza Mussolini non ci sarebbero stati ne' Hitler ne' Franco, e nemmeno tutta la seconda guerra mondiale, nemmeno quella del Pacifico. Questa e' una responsabilita' nazionale collettiva, ma la destra  in particolare dovrebbe sentirsela addosso in maniera particolare, e non andarne fiera.  
  6. Il fatto che in Italia non ci sia stata una Norimberga ci ha impedito di chiudere i conti con il passato. I Savoia hanno lasciato il paese. Altri, anche in mancanza di apposita legge,  farebbero comunque meglio ad evitare. Vedi punto precedente.  
  7. Tutto il mondo ha ammirato la tenacita',  il sacrificio e la determinazione  con la quale l'esercito tedesco si e' battuto.   Noi appassionati di militaria ammiriamo Tigre, Panther, Cannoni d'Assalto, V1, e tutte le altre scoperte del genio tedesco. Giustamente pero' quelli che hanno visto la loro vita distrutta,  sono stati massacrati, mutilati (visto che i morti non si lamentano) e le loro famiglie possono avere idee legittimamente differenti. I Giapponesi sono stati ancora piu' tenaci e alla fine si sono presi due bombe atomiche perche' comunque avevano ecceduto in queste virtu'.
  8. Nessuno rimprovera piu' di tanto a chi ha veramente combattuto con Salo' di essersi schierato con i nazisti. Non credo sia facile voltare le spalle ad un alleato. Ma solo se ha combattuto rischiando la pelle e non si e' messo a torturare e a fare rastrellamenti. Senno' come Gestapo e SS. E non si puo' nemmeno pretendere che qualche vendetta a fine guerra non ci sia scappata.
  9. Noi Italiani abbiamo aggredito ma preso schiaffi sin dall'inizio del conflitto. Beh, questo dovrebbe far riflettere tutti quelli che oggi sfoderano gagliardetti.
  10. Il risultato finale della seconda guerra mondiale e' stata la distruzione dell'Europa e un'espansione incredibilmente ampia delle dittature comuniste, che si sono estese dalla cortina di ferro fino a meta' Europa alla Cina e  fino ai confini del Giappone. Anche questo dovrebbe far riflettere chi continua a mitizzare Adolfo e Benito.
Un caro saluto a tutti!

Buon 25 aprile, e viva la liberta', vediamo di meritarcela.  






giovedì 18 aprile 2019

Attraversare sulle strisce pedalando... visto da un'altra bicicletta non e' la stessa cosa...

Da infortunistica veneta
Tutti noi ciclisti ci sbattiamo spesso a rivendicare il diritto di attraversare la strada sulle strisce, cosa peraltro indispensabile quando tra due tronconi di ciclabile qualche pazzerellone del comune ha fatto solo le zebre e non l'attraversamento ciclopedonale.

A questa interpretazione (peraltro non condivisa da parecchi) cerco di tenere fede anche da automobilista, trattando il ciclista in attraversamento esattamente come fosse un pedone, anche se ovviamente e' molto piu' largo... insomma, un po' di coerenza ci vuole.

Quello che proprio non riesco a fare e' dare la precedenza a quello che ti attraversa con la bici sulle strisce pedonale quando anche io sono in bicicletta.

Anche l'altro giorno e' accaduto, statvo arrancando in salitella su strada vuota quando dal marciapiedi mi si butta giu' uno in bicicletta in rotta di collisione, pretendendo di passare.

Confesso il mio reato li' non ho variato di un pelo ne' velocita' ne' traiettoria...

Poi il tipo arrivato a meta' della carreggiata, si e' avviato nella mia stessa direzione,  e la cosa e' finita bene, pero' questa apparente richiesta di precedenza da un mio pari l'ho vissuta veramente come un abuso.

Sono rimasto con un senso di rabbia fifty/fifty verso me per non aver forse rispettato il CdS e un po' verso il tipo che secondo cmq abusava di una posizione ingiusta nei confronti di un'altra bicicletta.

Pero' secondo me la precedenza bicicletta sulle strisce verso bicicletta sulla strada non vale. Sicuramente c'e' scritto da qualche parte, voi che ne pensate?

sabato 13 aprile 2019

Riuscite a vedere la pista ciclabile nella foto?

Riuscite a vedere la pista ciclabile in questa bella immagine di Via Tiburtina pronta a essere riaperta alla grande al traffico?

Nooo?

Provate a ingrandire l'immagine e a chiudere l'occhi sinistro.

Poi apritelo e chiudete il destro.

Ancora noo?
 Sicuri? Proprio non ci riuscite? E sapete perche' non ci riuscite?

Perche' la pista ciclabile non ci sta proprio.

E sapete perche' non ci sta proprio?

Perche' non l'hanno costruita.

E sapete perche' non l'hanno costruita?

Perche' non l'hanno progettata.

E sapete perche' non l'hanno progettata?

Perche' delle biciclette non gliene fregava un callo.

Questo gia' Roma Ciclista  lo scrivevo nel 2008, ben 10 anni e mezzo fa (Ooops... mi sono dimenticato la ciclabile) e purtroppo siamo arrivati all'amaro epilogo. Purtroppo per la Tiburtina non c'e' stato un settimo cavalleggeri a salvarla.

Ma il dramma della Tiburtina non finisce qui, i suoi problemi non i limitano alla mancanza di una ciclabile.

La prima cosa che ci sarebbe da chiedersi e' come si fa a far durare i lavori di una strada due lustri pieni... e poi ci lamentiamo della durata dei lavori delle metropolitane? Ma andiamo... e neanche sono finiti quei lavori!

Se infatti ci si dirige verso il Raccordo, cosa che ho dovuto fare poco tempo fa, a luglio scorso, si vede che e' stata rifatta a pezzi "quasi connessi". Mi spiego: probabilmente abbiamo speco gia' il 98% del costo totale, ma i singoli pezzi rifatti sono ancora separati da pezzetti come prima del'intervento, quindi l'effetto complessivo e' veramente straniante, assurdo... tanto lavoro per quasi nulla in termini concreti.

Oltretutto in una delle poche aree industriali di Roma, anche di buona industria. Roma del Marchese del Grillo che -giustamente e cattolicamente- punisce chi lavora e produce ricchezza.

Comunque ragazzi... se ancora nel 2019 ristrutturiamo stradoni senza metterci la pista ciclabile, siamo rimasti al medioevo.

PS: guardate che la zona di Via dei Monti Tiburtini e' nella stessa esatta condizione... lavori infiniti da anni e per che cosa? BOH!


mercoledì 10 aprile 2019

Marisa ci ha lasciati

Fino a tutta la scorsa estate e' stata una delle cicliste piu' assidue di Roma. Forse la  decana.

A 89 anni suonati continuava ad usare la bici per le vie del centro.  Una passione che aveva condiviso con il marito Gianni e il figlio Cesare.  Come diceva ultimamente , adesso che ho difficolta' a camminare la bici e' la mia salvezza.

Solo da un po' di tempo, ormai prossima ai 90,  aveva smesso di andare in sella, ma continuava ad utilizzarla come appoggio sugli sconnessi sampietrini intorno a Piazza Farnese.

Il 18 marzo l'aveva appena lasciata legata ad un palo su corso Vittorio, quando a Largo Argentina si e' verificato l'imprevisto imprevedibile.

Infatti non sono state le auto a falciarla.

Mentre camminava sul marciapiedi le e' saltato addosso il cane di uno sbandato che l'ha fatta cadere a terra. Il risultato, un femore rotto. Al Fatebenefratelli l'hanno operata il giorno seguente.

Un'operazione molto rischiosa per via del cuore, ma che aveva affrontato con coraggio.  Operazione riuscita, gia' cominciava a rimettersi in piedi, circondata dall'affetto dei figli e dei nipoti (i bisnipoti erano ancora troppo piccoli per l'ospedale).

Purtroppo nella notte tra sabato e venerdi' qualcosa e' andato male e la mattina non si e' svegliata.
Solo dopo ci siamo accorti che ci aveva lasciati esattamente 75 anni dopo a morte di suo fratello Achille.

L'inaspettata fine, anche nella sua amarezza,  ha comunque risparmiato a lei e a tutti quella parte di vecchiaia che  fa paura.

Con Marisa e' scomparsa una donna di una forza esemplare, che ha avuto una vita piena, purtroppo anche di dolore.

Con lei Roma ha perso la sua decana della bici.