domenica 24 gennaio 2021

Domenica eCOVIDologica

Mi chiedo che senso abbia programmare una domenica ecologica  invernale e piovosa all'epoca del COVID. In zona arancione.

L'epidemia infatti impone di ripensare e rivalutare praticamente tutto ciò che siamo abituati a fare in una nuova (eco)logica. 

Ovviamente questo non avviene, e da qui. oltre al continuare a spandersi del contagio, derivano ulteriori amarezze di chi semplicemente non riesce ad accettare i metodi di lotta contro un nemico che non si vede e non si sente fino a quando non ce l'hai dentro (si dice pure per la lama di certi coltelli).

Insomma un terribile periodo nel quale what was right becomes wrong. Quello che era giusto diventa sbagliato... 

Per parte mia ho cominciato a "notare" le domeniche ecologiche solo quando ho dovuto rottamare la macchina a gas, prima non ci facevo caso. 

E non ci facevo caso soprattutto  perchè non erano più le domeniche ecologiche cui eravamo abituati, dalle 10 alle 18, per cui uno scorrazzava (abbastanza) libero dal traffico, ma la parte più bella (e d'inverno la più praticabile) della giornata rimaneva preda del traffico, che peraltro si concentravano in quella fascia.

Il nuovo orario, inaugurato sotto Marino, ma forse antecedente, fatto per salvare gli interessi dei fedeli e dei ristoratori, in realtà è micidiale per tutti quelli che aspirano a levare le tende dalla città con la propria auto,  che debbono uscire prima delle 7 e 30 e possono tornare solo dopo le 20. 

Per me non sarebbe un problema per andare in giro il treno va benissimo, solo che adesso c'e' il COVID.

Ecco, la formula della domenica  ecologica doveva essere rivalutata in epoca di COVID, in particolare in zona arancione.

Infatti abbiamo nell'ordine:

    1) La gente meno sale sui mezzi pubblici e meglio è

    2) Le chiese sono chiuse

    3) I ristoranti sono chiusi

Questa domenica in particolare viene poi flagellata dalla pioggia, anche l'uso della bici non è piacevole (con il vento così forte neanche tanto sicuro secondo me) quindi il comune avrebbe fatto meglio ad annullarla in modo che chi è comunque costretto ad andare al lavoro possa andarci con la propria auto, evitando occasioni di contagio. E evitando ulteriore affollamento a chi l'auto non ce l'ha.

Sarebbe poi stato interessante, vista la chiusura di ristoranti e chiese, bandire totalmente la pausa nella parte centrale della giornata e tornare all'orario continuato 10-18, oppure anche lì tagliare  ad un più tollerabile 10-15, visto il malometeo.

Rimane una considerazione di fondo, che tra auto a gas, mezzi elettrici, ibridi e finti ibridi, la differenza tra domenica ecologica e normale non si nota più di tanto. Un po' come tanti anni fa tutti quelli che si erano appena compti un'auto euro 4 si facevano un punto d'onore di provarla nelle domeniche ecologiche.

mercoledì 6 gennaio 2021

Piovocalypse NOW !

Ormai sono diversi giorni che piove, anzi diluvia, e credo che tutti si stia altendendo il ricaffacciarsi del sole, se non altro per ragioni antidepressive.

Per gli utenti delle due ruote, e per i ciclisti in particolare, il rientro si annuncia denso di nuovi rischi.

Infatti in questo lungo periodo di piogge torrenziali e continue abbiamo potuto vedere l 'asfalto cedere in tante strade, e formarsi tante buche.

Queste buche sono anche più pericolose del normale perchè appena nate e quindi con i "fianchi" ancora ripidi, e perchè ancora non registrate nel database mentale nel quale ogni ciclista che si rispetti stiva le info dei propri percorsi abituali.

In aggiunta alle buche la pioggia accumula ai bordi delle strade i tocchi di asfalto provenienti dalle buche stersse, più strati di detriti vari che a poco a poco si trasformeranno nel famigerato brecciolino.

E ancora non è finita, perchè il bel tempo ancora non si è stabilizzato.

A questa minaccia se ne aggiunge un'altra, che ultimamente è diventata una preoccupazione non secondaria: le avarie dell'illuminazione pubblica.

Chi infatti mura la bicicletta nelle ore successive al tramonto si è sicuramente accorto dell'aumentare di numero ed estensione delle zone che rimangono completamente al buio.

In queste condizioni diviene particolarmente difficile vedere cosa c'è davanti alle ruote per due ragioni distinte, anche se spesso concomitanti. 

Innanzitutto la maggior parte delle bici che girano in città ha luci che servono a essere visti, ma non a farsi vedere, perchè appunto contano sull'illuminazione pubblica.

La seconda è che comunque, a meno di non avere un faro di intensità automobilistica, le auto che passano provocano l'abbagliamento relativo dell'occhio del ciclista, la cui luce magari basterebbe pure se solo il suo occhio potesse abituarvisi.

Insomma, dopo questa settimana/10 giorni di alluvione le strade saranno a pezzi e in molte parti di Roma continueranno i guasti ai sistemi di lluminazione.

Mi raccomando in campana.

venerdì 1 gennaio 2021

Quale ciclabilità ci porterà il 2021?

Il 2020 è stato appena archiviato. 

Anno horribilis per eccellenza, nel disastro generale la ciclabilità romana è stata rilanciata ad un livello impensabile prima dell'inizio della pandemia, e per noi ciclisti è quindi lecito guardare al 2021 con un misto di aspettativa e timore. 

Aspettativa per le nuove mete che si schiudono, timore che si possa ricadere nelle sabbie mobili del passato e che il sindaco che verrà possa trascurare il settore o addirittura promettere agli automobilisti il recupero degli spazi perduti. Ma andiamo con ordine.

A Roma i ciclisti sono ormai tantissimi
Il bonus mobilità, la permanenza forzata in città, la necessità di diversificare rispetto al bus e il boom delle consegne a domicilio hanno fatto letteralmente esplodere il numero dei ciclisti. Le domeniche di sole vedono le maggiori infrastrutture ciclabili superaffollate, vie e parchi cittadini presi d'assalto da torme di ciclisti, tantissime famiglie al completo.

Nei giorni lavorativi le biciclette sono ormai comunissime tra lavoratori e studenti, sicuramente complici motori elettrici e batterie, mentre ogni sera i rider con i loro zaini percorrono migliaia di chilometri  per le loro consegne. 

Nel mio ufficio, che dispone di un meraviglioso cortile sorvegliato aperto al parcheggio delle biciclette da vari anni (io sono stato il precursore, ovviamente) a giugno i 12 posti della rastrelliera erano esauriti, portando la percentuale dei ciclisti tra il tre e il quattro percento del personale.

Queste cifre indicano un robusto livello di ciclabilità, e la storia insegna che una volta conosciuta la convenienza della bicicletta difficilmente si torna indietro, furti e spaventi stradali esclusi. 

Questo fatto fondamentale difficilmente potrà essere trascurato in qualsiasi programma elettorale, a meno che non entri in campo un candidato dichiaratamente anti-bici, ma bisogna vedere una persona così arretrata (vedi punto successivo) come potrebbe alla fine qualificarsi e poi vincere un ballottaggio.

La bici elettrica è stata il vero protagonista di questa esplosione, sdoganando il mezzo a pedali tra chi non vuole o non può faticare. La replica del bonus mobilità nel 2020 (se ho capito bene 100 milioni) potrebbe mantenere un trend artificialmente alto anche nel 2021... sempre che non se le rubino tutte (vedi punto successivo).

L'infrastruttura  ciclabile è cresciuta oltre ogni realistica aspettativa e continuerà a farlo
L'Amministrazione Raggi ha capito (meglio tardi che mai) che fare opere è il modo migliore per essere rieletti. 

Ora, ai 150 km di ciclabili provvisorie promesse da Enrico Stefano io non ho mai creduto, however i 15 km fattti con qualità tutto sommato accettabile, sono una grande realizzazione. 

Inoltre alle nuove realizzazioni va aggiunta la manutenzione delle vecchie, che in alcuni casi avevano perso la percorribilità. Parlo della pista dell'Aniene, di quella di Via Panama Viale Rossini, della Togliatti, etc. Anche queste non sono realizzazioni di poco conto. Certo, stiamo ancora una generazione indietro rispetto alle grandi città europee che già parlano dedicano infrastrutture esclusive all'uso della bicicletta. 

Continuerà questo trend nei prossimi mesi? 

Credo di sì. L'attuale sindaca è stata rimessa in gioco dalla recente assoluzione e ha deciso di vendere cara la pelle. Per non lasciare i propri fan a bocca asciutta nelle discussioni, orfani del disastro ell'amministrazione cittadina,  l'unica cosa che può portare è una rete ciclabile, e quindi è probabile che prima di aprile 2021 la rete si espanderà di qualche altro km. 

Secondo me un km al mese è una cosa realistica per la quale, come ciclista romano, metterei subito la firma. Alla fine se dal 2010 avessimo mantenuto una media del genere adesso avremmo 120 km di piste ciclabili, cifra che comincerebbe ad essere buona per Roma.

Per il 2021 si spera che continui l'espansione ma soprattutto che l'esigenza della ciclabilità entri in ogni gara di progettazione/risistemazione dell'esistente, in modo da assicurare (garantire mi sembra troppo) la continua e progressiva espansione dell'esistente. Anche con il prossimo sindaco (vedi punto successivo).

Fin qui siamo ai punti positivi. Purtroppo però il negativo rimane, e riguarda il vero risultato dell'amminstrazione della Raggi, che ha inanellato una serie di clamorosi epic fail.

Fuori dalle piste la situazione migliora ma rimane pericolosa
La polizia di Roma Capitale non è finora riuscita  a disciplinare i comportamenti più pericolosi dell'automobilista romano. 

Anche se per forza di cose gli automobilisti si sono abituati ad aver a che fare con i ciclisti (magari pure invidiandoli) rimangono praticamente intoccati i comportamenti tossici dei più pretotenti, ovvero alta velocità, guida aggressiva, la sistematica sosta in seconda fila. In questi campi la situazione non è assolutamente migliorata, anzi sono stati 4 anni di consolidamente delle cattive abitudini.

Sugli autovelox cittadini abbiamo perso altri quattro anni e nemmeno la tragedia delle due ragazze di Ponte Milvio ha fino ad adesso adesso smosso il nero cuore di Virginia, che "non vuole mettere le mani delle tasche dei cittadini". Sembra che la sindaca abbia finalmente cambiato idea, vedremo. 

Tutta da combattere è poi la battaglia per la difesa delle bikelane dal parcheggio selvaggio. vedremo il 2021 cosa ci porterà.

Il trasporto pubblico non è migliorato. Anzi il disastro metropolitane è solo all'inizio
La consiliatura della raggi ha visto il disastro dell'ATAC in generale e delle metropolitane in particolare. 

Non solo ha quasi ucciso la metro C (avoja a dì de no) e la struttura del comune che si occupa di queste cose (Roma Metropolitane) in favore della più grillina agenzia per la mobilità, ma il resto della rete è stata un disastro, con il centro inaccessibile per le politiche di manutenzione sbagliate per un lunghissimo periodo e la Roma - Lido inaffidabile e in ginocchio.

Con queste premesse la battaglia contro le auto non sarà mai vinta. 

Anzi, l'adesione tanto cara a molti ciclisti da centro sociale al vecchio tram, oltre a perpetuare a caro prezzo la cronica inefficacia e inefficienza del sistema di trasporto pubblico romano,  metterà ancor a di più gli spazi per la ciclabilità.

Dobbiamo quindi aspettarci che per i prossimi anni il maggior numero di ciclisti salirà in bicicletta scendendo dal bus,  ma non dalla macchina.

Le altre politiche per favorire la ciclabilità stentano a decollare
Per utilizzare la bicicletta in maniera conveniente le piste non bastano. 

Occorrono tutta una serie di iniziative, alcune costose, altre di semplice indirizzo normativo. Al primo posto vi sono i parcheggi, possibilmente protetti dai ladri, dove lasciare le biciclette (vedi punto successivo)

Alcuni debbono essere costruiti, altri semplicemente aperti dal punto di vista normativo. Mi riferisco a spazi per il parcheggio messi a disposizione da aziende, centri commerciali, palestre e piscine, condominii e soprattutto scuole.

Contro i ladri di biciclette la lotta deve ancora cominciare
La gravità del furto di biciclette sta cominciando ad essere compresa all'estero, dove si comincia a consideralo un reato contro l'ambiente.

Qui purtroppo il furto di biciclette viene ancora visto come un reato bagatellare e dove non vi sia una vera e propria associazione a delinquere il ladro viene lasciato a piede libero e con ogni probabilità, al suo modo di campare.

Ora la ciclabilità può essere messa in seria discussione dall'impossibilità di andare a cena fuori, al cinema, da amici, allo stadio e temere di non ritrovare la propria bicicletta. 

Quindi non solo i ladri di biciclette vanno arrestati, ma una volta fatto vanno tenuti in galera e se stranieri, rispediti senza se e senza ma al paese di origine senza mai rimettere piede in libertà. Non ci sono cazzi umanitari che tengano.

Oggettivamente la sindaca non può tenere al gabbio i ladri di biciclette, lma a Polizia Municipale può invece fare tantissimo, tenendo d'occhio i soggetti incriminati e sorvegliando i luoghi di ricettazione conosciuta, a cominciare dai tanti mercatini.

Se fossi sindaco istituirei o sponsorizzerei anche un registro delle biciclette come ulteriore mezzo per scoraggiare i furti e farei pressioni su procura e traibunale per sottolineare gli aspetti antisociali di questo tipo di reato.


Il principale target ciclistico, studenti delle superiori e universitari, non viene inquadrato
Come hanno mostrato le discussioni sulla riapertura delle scuole, ancora non viene inquadrato il principale target della mobilità ciclistica, gli studenti delle superiori e gli universitari.

Queste due categorie, a basso reddito, buona salute e gioia di vivere, potrebbero fare la vera differenza nello sviluppo della ciclabilità, sono invece lasciate a loro stesse, senza alcuna facilitazione.

Le Università hanno capito e qualche passo sul fronte della protezione delle bici dai furti stanno facendo. Negli istituti scolastici la creazione di parcheggi protetti ancora stenta, mentre invece dovrebbe essere un obiettivo primario per favorire un'alternativa concreta al sovraccarico dei mezzi pubblici.

Alternativa che non solo è vitale in quest'epoca del COVID, ma la cui utilità si estende ben oltre, aiutando ad attenuare il sovraccarico nelle ore di punta, uno dei peggiori inconvenienti di ogni sistema di trasporto pubblico.

L'infrastruttura ciclo turistica langue
In tanto furore ciclomobilistico l'infrastruttura cicloturstica purtroppo langue.

Il collegamenti con Fiumicino (e il suo robusto sistema di ciclabilità)  e Ostia sono lasciati all'opera di volontari quando non apertamente ostacolati dalla Polizia Municipale.

Le altre uscite di Roma, a cominciare dai collegamenti con le francigene Nord e Sud sono invece labili, e la stessa Appia Antica alla fine si ferma a quanto messo in cantiere da Rutelli (ministro dei beni culturali). Un programma per collegare ciclisticamente l'hinterland alla capitale langue, e vedremo per quanto.


Infine il vero problema: il 2021 porterà anche una crisi di rigetto verso la bici?
Anche stiracchiato per i COVID il mandato della Raggi entro settembre al massimo si terranno nuove elezioni. 

Da temere il fronte del centro destra che potrebbe essere tentato di cavalcare il risentimento degli automobilisti e dei commercianti romani privati del parcheggio in seconda fila, od oggettivamente labellare l'iniziativa delle piste ciclabili come puro panbrioschismo rispetto ai bisogni primari dei romani (più spazio per il trasporto pubblico, più soldi per il sociale, etc.)

Su questi aspetti, i ciclisti romani di entrambi gli schieramenti, ma in particolare quelli che credono più nell'approccio di centrodestra, devono vigilare.

Per quanto mi riguarda sono stato approcciato da uno probabile candidato sindaco con il quale condivido parecchie idee sulla pubblica amministrazione. Quando alla fine gli ho parlato della necessità di continuare a spingere sulla ciclabilità è caduto ogni ulteriore contatto. 

Ed è già la seconda volta (anche alle precedenti elezioni, ovviamente altro candidato).

Staremo a vedere. Intanto buone pedalate per il 2021.