mercoledì 25 marzo 2015

Omicidio stradale... non sostituisce l'autovelox

Premesso che in questi giorni sono piu' preoccupato dagli incidenti aeronautici che da quelli ciclistici, ho visto passare sul video la notizia che il Senato ha approvato la legge che istituisce l'omicidio stradale.

Questo sull'onda dell'emozione per l'incidente di Monza, nel quale e' morto un povero ragazzo di 15 anni, la madre tra la vita e la morte ne portera' per sempre i segni.

Tutti, come e' ovvio, si sono strappati i capelli. La dinamica accreditata e' il mancato rispetto di uno stop o precedenza da parte del solito SUV.  Questa infrazione avrebbe innescato una carambola iniziata dall'automobilista che ha cercato di evitarlo.

Tutti gridano alla vendetta, ma mi chiedo... avete visto le auto come erano ridotte? Nessuno ci ha detto quale fosse il limite di velocita' in quel punto, ma li' la velocita' era alta, forse altissima. Chiaro che basri un errore, anche in buona fede, per dare luogo alla tragedia.

Allora riflettiamo. Qualunque cittadino italiano con un po' di buon senso si accorge che la penalizzazione della societa' italiana, ovvero rendere reato anche cose che non necessariamente lo sono, ha come risultato la progressiva deresponsabilizzazione dell'amministrazione pubblica. E un bel po' di conseguenze devastanti.

Non ho mai lesinato critiche feroci a chi corre, ne' invocato pene piu' severe per casi eclatanti, tipo guida sotto stupefacenti, oppure di gente con patente ritirata. Il problema e' che la punizione e' prevenzione solo per i comportamenti dolosi. Per quelli colposi, e ce lo insegna la psicologia del fattore umano, la punizione ha poco effetto. Perche' quello che conta e' come il comportamento cbe genera l'incidente e' considerato.

Anzi, una punizione  esagerata per un reato colposo non solo non ripara il danno fatto, ma magari rovina anche un'altra famiglia, quella dell'investitore, gettandola nella poverta' con l'incarcerazione di uno dei genitori, la perdita del lavoro. Insomma, la societa' nel suo complesso ne esce distrutta.

Allora, fino a quando in posti come Roma e' considerato normale da tutti, vigili compresi, andare tra i 70 e i 90 sugli stradoni, quando se vai a 50 ti fanno i fari o ti mandano a quel paese (e ci vuole una pazienza marziana per non estrarre il disintegratore), allora l'omicidio stradale sara' solo l'ennesima foglia di fico sull'indecenza della mancanza di repressione vera.

Anzi, andando controcorrente, io credo proprio che la politica delle multe alte sia sbagliata. Piuttosto di dare poche multe salate e lunghe sospensioni di patente, diamo tante multe leggere e piccole, ma dolorose, sospensioni di patente, magari dieci giorni soli, ma dalle!

Dissemina citta' e campagne di autovelox e metti una telecamera ad ogni incrocio... l'effetto sulla sicurezza sara' strabiliante. Infatti diventera'impossibile correre, e  aleranno quantita' e gravita' degli incidenti. In pochi anni la cultura cambiera' e a poco a poco tutti si abitueranno ad un mondonon liu' lento, ma meno frenetico e piu' sicuro

sabato 14 marzo 2015

Ciclogiubileo: automobilisti pentitevi!


E' ufficiale, Papa Pierfrancesco I ha chiamato per quest'anno un ciclogiubileo straordinario, eccezionale... un'occasione per tutti gli automobilisti di pentirsi dei propri peccati, avere assoluzione, indulgenza e  indietro tutti i punti della patente.

Come fare? E' semplice, basta rottamare la propria auto e inforcare una bicicletta, anche elettrica, e percorrere 7 volte in sette giorni il GSA, il Grande Sentiero Anulare, a senso alternato, una volta in senso orario, l'altra volta in senso antiorario. Il tutto senza forare, (le gomme latticizzate non sono ammesse, non vale ne' assoluzione, ne' indulgenza pure se hai buttato una Ferrari) Se invece buchi significa che non sei in armonia con l'universo e quindi devi ricominciare da capo.

Il Grande Sentiero Anulare è stato concepito da Papa Pierfrancesco come un anello mistico attorno al cuore della città eterna, una città dove l'eternità è di casa, la viviamo tutti i giorni... per esempio avere una bella rete di piste ciclabili, ecco quella è l'eternità che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni, altro che India...

Ma torniamo al GSA... un grande anello che gira intorno al cuore della città, passando per i punti piu' belli della Città Eterna, come l'Appia Antica, e anche per quelli più brutti e degradati, come la baraccopoli del campo Rom... Un mistico viaggio dal Paradiso all'Inferno e ancora indietro che a percorrerlo - si rammenta senza forare e le gomme latticizzate non valgono- ti lava dei peccati di automobilista. 

Insomma, grande attesa per questo evento che porterà fiumane di motoristi pentiti, pronti a gettare la quattro ruote alle ortiche e ripartire pedalando verso un mondo migliore. 

Amen

PS.: Quando cominciano a buttare le Porsche chiamatemi, io ho tanto pedalato che una Carrera me la meriterei proprio... ovviamente con il portabici!




venerdì 6 marzo 2015

Felicita' e' un calzettone asciutto di lana

Stamattina mi volevo dare all'intermodalita', quindi sono uscito con la bici con l'intenzione di   passare in seguito al mezzo pubblico alla prima fermata utile, giusto se aumentava la pioggia. Eh si', perche' come si suol dire "avevo gia' dato", e ero passato attraverso varie piogge alquanto asciutto.

Senonche', complice la pioggerella, la tenuta stagna e la non voglia di  mischiarmi alla mandria, ho pervicacemente tirato dritto affrontando auelli che sarebbero stati 40 minuti di pedalata sotto l'acqua battente.

Dalle ginocchia in  su' e' andato tutto bene... la giacca ha tenuto, il casco con la cuffietta da doccia una meraviglia, i guanti i  pelle hanno resistito passabilmente.

Sotto le ginocchia, invece, l'acqua ha cominciato ad infilarsi tra il bordo inferiore del pantalone impermeabile e la scarpa... e mentre succedeva pensavo alle mie belle ghette appena comprate che riposavano all'asciutto nell'armadio.

Cmq anche sotto la pioggia battents pedalo da dio, solo che in ufficio  ci arrivo con le scarpe impermeabili piene d'acqua e i calzini di cotone zuppi.

Dopo un po' che sto seduto il freddo ai piedi diventa intollerabile, quindi mi levo scarpe e pedalini e inzio una drafting session a piedi nudi sotto la scrivania, appoggiati sui salviettini di carta del bagno.

Arrivato l'intervallo di pranzo mi fiondo a cercare un negozio di calze, e trovo finalmente un paio di belle calze di lana spesse. Le compro e vado al camerino per infilarmele al volo... una commessa mi vede entrare con i calzettoni in mano e con aria schifata mi fa: "Non sapevo che si potessero provare anche i cazettoni"...

Il miglioramento e' stato netto... anche se umidi, i calzettoni di lana il loro mestiere lo fanno anche da bagnati... e sono andati passabilmente bene anche durante il rientro a tre sotto zero...

Insomma, vi posso garantire che la felicita' del ciclista umido e' un paio di calzettoni di lana...

PS.: quasi quasi per i giorni di pioggia mi faccio le calosce del Tucano metropolitano... pesano come una Brompton al titanio, ma costano poco...