martedì 8 dicembre 2020

A me mi piace la bikelane

Tra il maltempo e qualche acciacchetto fisico, ho ritenuto opportuno limitare le uscite delle ultime due settimane all'ambiente cittadino, prendendo lo spunto per esplorare le nuove bikelane cittadine.

In un paio di uscite ho quindi percorso una buona parte delle ultime realizzazioni, tra le quali la Gregorio VII, la Prenestina, la Tuscolane completa, la Togliatti rifatta, il raccordo di Viale delle Milizie con il Lungotevere, Castro Pretorio Tiburtina, etc. etc.

L'impressione che ne ho ricevuto è oltremodo positiva. Certo, alcune ingenuità si toccano con mano, e in alcuni punti sembra di essere ritornati ai mitici fasti veltroniani, quando si creavano ciclabili su tratti di marciapiede dove nemmeno i pedoni risucivano a passare. 

Però nel complesso queste nuove bikelanes, anche nella versione così discussa tra parcheggio e marciapiede, ti riducono i principali rischi, separandoti  da traffico, dagli scappamenti direttamente in bocca e dalle deviazioni a causa della sosta in seconda fila.

Questo avviene specialmente sulle salite, tipo a Via gregorio VII o sulla Prenestina, quando il ciclista cittadino viaggia tra i 5 e i 10 km/h, e sono molto utili anche per il traffico automobilistico, che alla fine non si ritrova più i ciclisti tra i piedi.

La differenza l'ho percepita proprio sabato, quando avendo fatto un gran tour ciclabile (Aniene-Nomentana-Pretorio-Tiburtina-Prenestina-Togliatti-Tuscolana) mi sono ritrovato di nuovo a pedalare su strada libera... Di fatto lo spazio utilizzato per la ciclabile era tutto occupato dalla seconda fila, e quindi di nuovo trattiettoria ondivaga per superare questi incivili. 

Perciò non è vero che le bikelane sottraggano spazio alla circolazione automobilistica: sottraggono solo lo spazio alla sosta in seconda fila e un po' di spazio al parcheggio regolare. però sono la condizione necessaria per un ulteriore sviluppo del traffico ciclistico, che riduce il numero di auto in strada e di utenti sul trasporto pubblico. 

Detto questo c'e' ancora molto da fare in termini di miglioramento del prodotto. 

Innanzitutto le realizzazioni meno recenti vedono già la segnaletica orizzontale sbiadita. Tenerla fresca fa parte della sfida. 

Inoltre si concede ancora troppo alla conservazione dei parcheggi, che in qualche punto devono proprio scomparire. Così come è importante proteggere tempestivamente le bikelane da tutti quelli che le usano come spazi di parcheggio, oppure la tendenza ancora più disturbante, quella di coloro che tecnicamente non parcheggiano sulla pista, ma ne chiudono a tappo l'entrata o l'uscita, lasciando uno spazio che solo un pedone può utilizzare.

Quest'ultimo tipo di sosta è molto utilizzato da chi scarica le merci, che a guardar bene, è l'unica categoria che da questa situazione ci rimette. Infatti a Roma il tema del carico/scarico merci non è mai andato per la maggiore, di fatto adattandosi all'utilizzo della  sosta in seconda fila.

Aver fatto passi avanti per eliminarla lascia tutto da definire il problema di come rifornire i negozi.

Insomma, dal punto di vista della ciclabilità la cosa mi paice molto, e siamo appena al 10% del programmato!!!!

venerdì 4 dicembre 2020

Sicurezza dei ciclisti e demotorizzazione

Vorrei innazitutto ringraziare gli attivisti che quotidianamente si dedicano alla causa ciclistica, impegnando tanta parte del loro tempo libero. Per quanto mi riguarda in altri settori sto "dall'altra parte", quella delle amministrazioni, e mi pare di non riuscire mai a fare abbastanza per gli utenti, quindi tendo a trascurare tutti gli altri impegni. 

Forse proprio per questo riesco ad offrire una prospettiva un tantino differente da quella abituale dei gruppi ciclistici. Pertanto se qualche critica faccio, deve sempre essere intesa come un consiglio costruttivo.

Sulla pagina facebook di salvaciclisti Roma, ho avuto modo di scambiare qualche opinione con  membri influenti del gruppo, in particolare su di un mio chiodo fisso, ovvero la differenza che c'e' tra sicurezza del ciclista e demotorizzazione, ovvero la tendenza a ridurre l'uso dell'auto, almeno in ambiente urbano.

Non è un mistero che salvaciclisti ha fatto della demotorizzazione, più che della sicurezza del ciclista in sè, la sua ragion d'essere. Per quanto la demotorizzazione può essere un valore fine a sè stesso (purchè non diventi un totem o una pippa mentale), secondo me ha un effetto negativo sugli obiettivi di incrementare la sicurezza degli spostamenti in bicicletta. Soprattutto purchè non sia una scusa per condurre attacchi al consumismo di stampo capitalista. Che con la sicurezza c'entra oiettivamente poco.

Ora è chiaro che un certo tasso di demotorizzazione è conseguenza inevitabile delle battaglie per la sicurezza dei ciclisti. Vediamo, ad esempio, che la realizzazione delle corsie ciclabili sta togliendo spazio alla sosta in seconda fila. La possibilità di sostare in seconda fila rappresenta uno dei capisaldi della convenienza pratica dell'automobile. Se uno dovesse cercare parcheggio regolare ogni volta che deve fare una sosta di dieci minuti (o addirittura quando deve stare un paio d'ore in palestra, o la sera al ristorante) l'utilità della macchina crollerebbe. 

Altrettanto, anche molti di quelli che cercano il parcheggio regolare, mentre lo trovano (=aspettano che si liberi un posto vicino)  lasciano la macchina parcheggiata di fronte ai cassonetti o in seconda fila. Anche questo comportamento, che sclerotizza il traffico, è un'altra concessione basica alla pretesa di utilizzare la macchina sempre ed ovunque.

La demotorizzazione tout court è invece un altro tipo di battaglia... Attenzione però... nel caso di Roma è da condurre in una città che ancora non si è decisa a bandire l'uso dell'auto nemmeno dai vicoli del centro storico, dove peraltro la sosta regolare è praticamente inesistente se non in quei pochi parcheggi riservati ai residenti. Al centro di Roma basterebbe far rispettare il divieto di sosta per rendere inutile l'accesso stesso.

Comunque un esempio classico è stata la pedonalizzazione dei Fori Imperiali, che tanto ha angustiato l'inizio della consiliatura di Marino. Ora, come già avevo scritto a suo tempo, dalla pedonalizzazione dei Fori non è che i ciclisti di periferia, quelli veramente in pericolo, cavino un granchè. Sono molto più utili, direi fondamentali, le corsie ciclabili (in periferia).

Così come poco caviamo, come ciclisti, dalla chiusura  del centro storico, visto che nel 95% di esso le velocità delle auto sono necessariamente limitate. Altro è la realizzazione delle piste sui Lungotevere. Anche perchè senza interventi di calmierazione del traffico, un numero ridotto di auto significa velocità nettamente più alte e incremento di pericolo per i ciclisti in circolazione 

La differenza è proprio questa. La maggior parte degli interventi a favore della sicurezza in una città come Roma viene innanzitutto dal ricondurre gli automobilisti al rispetto di norme già vigenti. E' quindi, a differenza della demotorizzazione, solo un problema di applicazione e non di decisioni politiche. Pensate a quanto sarebbe bello avere autovelox ad ogni semaforo ed una stretta sorveglianza sulla doppia fila.

Rimango quindi contrario ad attacchi frontali all'automobile e alla sua industria, all'uso dell'auto, che non siano preceduti da una campagna vittoriosa contro il suo abuso. Senza contare che per diminuire l'uso dell'auto a Roma continua a mancare l'elemento principale, un sistema di trasporto pubblico veloce, efficiente e affidable, ovvero una rete di metropolitane.

La sola bici aiuta, specie adesso che si è elettrificata, ma di certo da sola non basta. 

La sicurezza rimane una cosa seria
 In tutto questo occorre rammentare che la sicurezza è una cosa rigorosa e seria. Al di là delle attività folcloristiche, di tipo flashmobbico, se qualcuno ha i concetti base della sicurezza, pericolo, rischio, probabilità, nel dibattito li tiene ben nascosti, preferendo troppo spesso le solite tiritere contro l'auto.

Anzi, mi pare che poca sensazione abbiano destato gli unici due foglietti che ho visto passare, ovvero il più che raddoppio delle fatalità degli incidenti in bicicletta, da 3 morti nel 2018 a 7 nel 2019. Non conosco la fonte, quindi non vi ho dato tanto peso, ma la notizia in sè è devastante. Il 2020 non sarà un anno buono per le statistiche, ma c'e' stata un'esplosione di ciclisti... che succederà nel 2021? Non mi stupirei se il numero di km percorsi in bicicletta nel 2019 fosse stato il doppio del 2018 e la metà di quelli del 2020, perchè vedo sempre più biciclette in giro.

Anche perchè in questi ultimi mesi è esploso anche il fenomeno dei rider che usano la bici per consegnare il cibo e che costituiscono un'altra categoria di ciclisti, con problematiche di sicurezza peculiari, categoria che non mi stupirei macinasse più chilometri di tutti gli altri. 

Rimane però il grande quesito se questi incidenti abbiano qualcosa in comune, un phil rouge che li lega e sul quale si possa intervenire. E' difficile infatti mettere nello stesso piatto l'incidente che accade allo sportivo in allenamento con quello che accade in città o al rider notturno. E quindi anche le statistiche andrebbero ette in maniera più intelligente se vogliamo cavarne qualcosa di utile.

Pertanto l'esortazione per salvaciclisti è riprendere in mano la sicurezza per diventare un interlocutore autorevole e serio degli altri soggetti sulla scena e non agitare la sicurezza solo come  elemento contro le automobili (al centro di Roma), in realtà soprattutto per fare la guerra consumismo di stampo capitalista.

domenica 15 novembre 2020

Reggisella ammortizzzzato per la BTilt 500... un tajo!

Dopo tanta esitazione ho installato sotto la sella della BTilt 500 il reggisella ammortizzzzato... mica so come si chiami, pero' è quello fatto col ferro piegato a zigozago.

E' il secondo esemplare che acquisisco. Il primo si trova felicemente sotto la citybike, dopo un lungo periodo di sperimentazione. La mia paura è che possa, alterando seppur di poco la geometria tra testa del femore e pedali, influire negativamente sulle articolazioni. 

Da ingegnere mi sembra francamente un timore irrazionale, però ciclisti esperti che ho conosciuto hanno sempre agitato questo spauracchio davanti agli occhi quando si parlava di qualcosa di diverso da una biammortizzata.

In realtà la genia dei reggiselli ammortizzati è un salvaschiena (e forse prostata) ma non migliora la tenuta di strada (primo compito degli ammortizzatori) e riduce la sollecitazione sulla struttura in maniera parziale, in quanto la parte "non sospesa" è praticamente tutta la bici. E fin qui la parte negativa.

La parte "salvaschiena" è invece eccezionale. Mi sono forzato ad ordinare, e poi montare, questa nuova unità dopo la definitiva messa a punto di quella sulla citybike. La quale però ha due belle ruote da 28" e quindi di suo ha tutto un altro approccio alle saperità. Anche lì  si guadagna molto in confort, ma alla fine il dubbio sulla pedalata mi è rimasto. In ogni caso sono riuscito a mettere il sostegno a punto in maniera quasi perfetta.

Sfruttando questa esperienza l'ho istalalto anche sulla BTilt 500 è, dopo una piccola sessione di rifinitirua, il risultato è stato superlativo. Oggi, sfruttando la domenica ecologica, ho fatto ben 53 km di BTilt 500 in città, anche su sampietrini, con un confort di guida inimmaginabile, malgrado le ruote 20 gonfiate a 4 atmosfere.

Anzi, vista la velocità con la quale adesso affronto le asperità, magari ho paura per l'avantreno (l'asta del manubrio, soprattutto) e per le altre saldature del telaio.

Per quanto riguarda la regolazione... ho regolato il sistema al max della rigidità, per evitare l'effetto divano, che per la mia stazza sipra gli 85kg significa mangiarsi tutto lo spazio disponibile, come vedete dalla foto.

Anche così le pedalate maxspeed (sopra i 20 km/h) inducono un certo movimento oscillatorio nel sellino che non mi piace, anche se non dovrebbe essere dannoso ne', tantomeno, assorbire potenza di pedalata, al contrario degli ammortizzatori.

Insomma, mi pare un grande accessorio sicuramente per le pedalate brevi e cittadine, dove smorzare le asperità rende la vita sicuramente migliore. 

Per quelle lunghe... alla fine oggi sono stato circa 3 ore e mezzo sulla sella, senza il minimo dolore o indolenzimento, e anche questo vorrà dire qualcosa.

Il prezzo dell'accessorio non è stratosferico ,dovrebbe essere 29,99 €. Però attenti che qualcuno lo offre a più del doppio.

sabato 31 ottobre 2020

Il fotticovid (the covidfucker)

Nel bestiario italiano recentemente è comparso un nuovo e interessante animale, il fotticovid, in inglese covidfucker.

Questo animale ha difficoltà a capire la differenza tra virus e dpcm.

Ovverossia lui pensa che se scompare il dpcm (o l'ordinanza, etc. etc.) evidentemente anche i contagi debbano sparire, i ricoveri calino, le terapie intensive diminuiscano e il mondo ritorni come prima.

Ha difficoltà a comprendere che è il virus che provoca il dpcm e non il contrario, e infatti quando si ricomincia a parlare di lockdown, dati di ricoveri, contagi e terapie intensive alla mano, scende anche in piazza a manifestare contro questa eventualità.

Sotto il profilo giuridico il fotticovid  è inoltre convinto che il dpcm, come ogni atto legislativo o amministrativo qui in Italia, non vada preso troppo sul serio. Protezione delle vie respiratorie? Ma andiamo. Guarda non c'e' nessuno, adesso me la tolgo.

Sì sì l'ho messa, ma sul naso proprio non la riesco a tenere. Visto che ci siamo, ti volevo invitare a casa. Ma certo, vediamoci tutti e venti a casa mia, tanto chi può venire a controllare.

Insomma pensa che se la polizia non lo vede, possa tranquillamente fregare il dpcm. Salvo poi accorgersi che prendere in giro  il COVID è un pochino meno semplice, anche quando non c'e' la polizia.

E infatti stiamo nuovamente al lockdown.


mercoledì 21 ottobre 2020

Identikit del futuro sindaco di Roma

L'auto candidatura di Calenda ha smosso il ghiaccio e rotto le acque della grande dormiente, la città di Roma. Finalmente qualcuno si sta ponendo il problema di come lasciarsi alle spalle l'incubo Raggi e cercare di tornare una città vivibile. 

La mossa di Calenda ha avuto già un grande pregio: stoppare la candidatura di Giletti, forse uno stimato professionista nel suo campo, ma un po' improbabile come sindaco che risolleva Roma, e porre al cdx il problema di trovare un candidato credibile.

Ovviamente a sx/csx i maldipancia calendaici sono tanti, per certi versi anche comprensibili. Molto meno comprensibile è cercare un sindaco di autentica fede sx invece di uno che abbia qualche credibile speranza di risolvere i problemi della città.

In quest'ottica vediamo cosa dovrebbe fare il sindaco di Roma, iniziando dai problemi della capitale.

1) Roma è innazitutto una città che non funziona
Il prossimo sindaco deve, prima di tutto, far funzionare nuovamente Roma. 

Il che significa riprendere il controllo della macchina ammiinistrativa comunale, AMA e ATAC e rimetterle al servizio dei cittadini e non dei beati cazzi loro, tanto per dirla in maniera schietta. 

Già questo è un compito che fa tremare i polsi, perchè l'autorenzialità (= i beati cazzi loro) è il problema principale di ogni burocrazia e in particolare di quella italiana. Quindi le doti giornalistiche, salutoromanistiche,   antifascistiche, pro-LGBTiche, animalistiche, cattolicazziche e immigrazionistiche per un task del genere non servono ad un tubo, meglio scordarsele.

2) Roma è una città che non smaltisce
Non basta far ricominciare a lavorare seriamente AMA: per non affogare nella monnezza occorre anche sapere dove trattare e smaltire i rifiuti prodotti. 

Quindi occorrono impianti di trattamento, che a loro volta hanno bisogno di essere costruiti in posti reali, non sull'isola che non c'e'. 

Pertanto il nuovo sindaco dovrà pianificare il ciclo di smaltimento dei rifiuti e far costruire quegli impianti che Raggi e Zingaretti non hanno voluto per non perdere consensi. Ovviamente gli impianti non devono disturbare il vicinato, e questo è possibile solo se sono costruiti e gestiti come Cristo comanda... ritorniamo quindi al nodo AMA (vedi punto 1).

3) Roma è una città dove i prepotenti la fanno da padroni
Dal parcheggio sulle strisce ai divani vecchi buttati in strada la convivenza civile può essere ripristinata solo se i prepotenti verrano ricondotti alla ragione. Possibilmente con le buone, ma se non bastano con le cattive. 

Questo significa innanzitutto che la Municipale deve fare il proprio mestiere come si deve (vedi punto 1). Ma anche che la magistratura i delinquenti arrestati li deve sbattere in galera e tenerli dentro, e non ributtarli ogni volta sulle strade a delinquere ancora. 

Questo non è strettamente compito del Sindaco ma la sua influenza può aiutare a far comprendere il problema.

4) Roma è una città dove non ci si sposta
Condurre una vita attiva, anche dal punto di vista economico, richiede potersi muovere. 

Magari con il COVID siamo riusciti a dimostrare che lo smartworking funziona, ma la mobilità deve tornare ad essere al centro delle priorità cittadine. 

Non facciamoci illusioni, le auto non basteranno mai, occorre un trasporto pubblico non solo efficiente (vedi punto 1) ma anche confortevole e sicuro, dove anche le donne possano girare indisturbate. Quindi anche la città deve interessarsi alla sicurezza del trasporto pubblico aumentando la presenza delle forze dellordine alle fermate e sui mezzi. E magari ritornando alpunto 3)

5) Roma è una città in profonda crisi economica
Il COVID ha dato un colpo fortissimo, quasi mortale, all'industria del tempo libero. 
Dal turismo alle palestre, alle discoteche e a tutti i locali che vivevano di movida è tutto un deserto. 

Quindi la domanda pubblica deve far ripartire la città. I soldi sembrerebbero esserci, almeno il Comune non riesce a spenderli tutti con le gare (ritorniamo al punto 1). Su questo occorre veramente non perdere tempo e cercare di fare provvedimenti che consentano alle imprese di ritornare in attivo e quindi assumere, facendo ripartire il ciclo economico.

Last but no least, la ciclabilità 
se un sindaco riesce a sistemare i punti precedenti per me può anche ignorare le bici. In effetti già il ritorno all'efficienza della polizia di Roma Capitale, la sistemazione delle strade sarebbero un enorme passo in avanti per noi ciclisti. 

Certo sarebbe bello che completasse anche i famosi 160 km di piste promessi dalla Raggi. Costano poco e rendono molto, comunque li scambierei volentieri per i 5 punti di sopra.

venerdì 9 ottobre 2020

Son 'ontrario al sale sulle multe!

Una delle tendenze affermatasi in Italia è quella del gigantismo delle multe, assolutamente sproporzionate ai redditi reali della maggior parte delle persone.

Dal codice della strada alla raccolta differenziata, alle deiezioni canine, il deterrente alla volazione della norma è affidato all'importo della multa che viene rilanciato dai media in maniera acritica, senza preoccuparsi di quanta sorveglianza viene messa in campo dal punto di vista pratico.

Pertanto la sanzione per la violazione dell'ordinanza mascherine è di 400€, 1000€ invece li dovremmo trovare in quella governativa. 

Sono cifre che fanno rabbrividire chi vive di stipendio, o peggio ancora. In grado di dissestare la maggior parte dei magri bilanci familiari. Salvo essere prive di significato per chi è veramente nullatenente, che se ne frega altamente (l'ossimoro delle famigerate multe per accattonaggio).

L'effetto finale è che gli ispettori -anche dove ci sono-  preferiscono chiudere un occhio ed evitare di sollevare il problema.

Succede anche con certe sanzioni che prevedono il sequestro del mezzo. Alla fine per applicarle i vigili devono fare gli appostamenti con i carri attrezzi per portare via l'oggetto del sequestro e quindi, essendo troppo complicato, alla fine si fa poco o  nulla.

Il problema è invece l'ambiente "rilassato" che abbiamo in Italia, dove normalmente  il non rispetto è numericamente alto. 

Non ho contato gli sprovvisti per strada, direi però che almeno il 20% continua a camminare (attività motoria?) senza maschera, indisturbato.

Invece mi aspetterei pattuglie di pizzardoni sguinzagliati a bloccare le persone. Invece di una multa da 400€ ci vorrebbero 20 multe da 20 € per avere livelli molto più alti di osservanza delle norme.

Sì perchè non si riflette sul fatto che le multe non servono a fare cassa, ma a far rispettare le norme. E il vero deterrente è non tanto l'importo della sanzione, ma la probabilità di venire sanzionati.

L'ideale sarebbe avere 0 incassi ma che tutti rispettano le norme, così come 0 violazioni della legge e prigioni e tribunali penali deserti.  

martedì 6 ottobre 2020

VIBP senza mascherina perchè è attività cicloria

La Regione Lazio ha emesso l'ordinanza 62 del 2 ottobre 2020 che ordina l'uso delle mascherine all'aperto... il secondo punto dell'ordinanza cita le clausole di esclusione, ovvero:

2. l'obbligo rimane escluso per i bambini al di sotto dei sei anni, per i portatori di patologie incompatibili con l'uso della mascherina e durante l'esercizio di attività motoria e/o sportiva;

Fatti salvi gli allenamenti e le gare rimane il dubbio se il normale utilizzo della bicicletta sia soggetto all'obbligo della mascherina... andare al lavoro in bici è considerato attività motoria?

Sul sito del Ministero della salute trovo la seguente definizione:

Il concetto di attività fisica è molto ampio; comprende, infatti, tutte le forme di movimento realizzate nei vari ambiti di vita.

Secondo l'OMS, per "attività fisica" si intende "qualunque movimento determinato dal sistema muscolo-scheletrico che si traduce in un dispendio energetico superiore a quello delle condizioni di riposo".

In questa definizione rientrano non solo le attività sportive, ma anche semplici movimenti come camminare, andare in bicicletta, ballare, giocare, fare giardinaggio e lavori domestici, che fanno parte della "attività motoria spontanea".

L'espressione "attività motoria" è sostanzialmente sinonimo di attività fisica.

Quindi sembrerebbe che anche il semplice camminare per strada non sarebbe soggetto all'obbligo mascherina, figuriamoci l'andare in bici.

Ne deduco che per andare in bici non c'e' bisogno della mascherina. E nemmeno per lo shopping a Via del Corso, i Rave Party. Mi rimane un dubbio sulle orge, ma scriverò al'URP competente per urgenti chiarimenti.

A voi studio.

sabato 26 settembre 2020

Walk/Bike-to-school alle superiori, ma che stiamo aspettando a ridurre l'affollamento dei mezzi pubblici?

Quando parliamo di bike-to-school pensiamo sempre a genitori che accompagnano a scuola torme di "pulcini" sulle loro biciclettine. 

Ma chi utilizza il mezzo pubblico sa benissimo i mezzi pubblici vengono presi d'assalto soprattutto dagli studenti delle superiori, con una percentale di alunni della scuola media nettamente inferiore. 

E che l'apertura delle scuole porta l'affollamento dei mezzi pubblici nell'ora di punta oltre il tollerabile. Quest'anno è ancora peggio, perchè l'affollamento è anche sinonimo di rischio di contagio.

Bene, ma è proprio sicuro che proprio tutti questi/e ragazzotti/e debbano salire sul mezzo pubblico per andare a scuola? In realtà no.

Innazitutto... usiamo i piedi!
Se ricordo la vicenda educativa dei miei figli il primo requisito per chiedere l'iscrizione ad una qualsiasi scuola è la residenza delle vicinanze. 

Fanno eccezione quegli istituti "rari" tipo il tecnico aeronautico, ma la maggior parte degli studenti (dicamo il 50% stimato ad occhio) risiede nel raggio di 2/3 km da scuola, ovvero dai 25 ai 40 minuti di camminata. anche meno con un po' di allenamento e passo veloce.

Già questo aiuterebbe enormemente il sistema del trasporto pubblico, oltre a ridurre in maniera consistente il rischio COVID nei teenager... e farebbe bene anche all loro salute, visto l'aumentare dei casi di obesità.

Per gli altri la bici!
Per quelli che abitano dai 3 ai 10(!) km di distanza da scuola la bicicletta è un'ottima alternativa , che andrebbe opportunamente esplorata e incentivata.

Innazitutto a scuola occorre arrivare vivi, e quindi capisco quanto vi sia resistenza da parte genitoriale a lasciare i "pargoli" sulle due ruote (io andavo in motorino, quindi ancora più rischioso!!). Non dobbiamo comunque scordare che le superiori hanno negli ultimi due anni una percentuale sempre maggiore di maggiorenni che possono fare come dicono loro a prescindere dai genitori, e quindi progressivamente rendersi autonomi con l'uso della bicicletta.

Va però notato che la situazione sicurezza un pochino è migliorata. Per esempio Via Nomentana e Via Tuscolana hanno una loro pista ciclabile. Viale delle Milizie ha una sua pista ciclabile. Viale Angelico ha una sua pista ciclabile. Insomma, le scuole servite da piste ciclabili sono ormai parecchie e altre se ne aggiungeranno all'ormai quasi prossimo completamento dei 160 km promessi dalla nostra ciclosindaca. Penso al Mamiani, servito direttamente da una pista, o al Giulio Cesare e Avogadro a poca distanza dalla Pista della Nomentana.

La stessa politica delle piste potrebbe essere influenzata in questo senso, cercando di includere un buon numero di scuole superiori nei tracciati da realizzare.

Però non basta andare a scuola, bisogna anche tornare!!!! Insomma le biciclette debbono essere parcheggiate in sicurez. per fare questo occorre convincere i presidi a destinare i cortili al parcheggio delle biciclette, cosa probabilmente non facile, ma neanche impossibile. 

Insomma, qualcosa di positico si può fare, basta pensarci un pochino e agire con calma.

Ovviamente le stesse considerazioni valgono per gli studenti universitari...

Ora se si unisse questa misura con una buona dose di smartworking l'affollamento della rete dei mezzi pubblici sarebbe ridimensionato, con vantaggi sostanziali per tutti.

lunedì 21 settembre 2020

Cordolio per i cordoli di Viale Libia

Pedalando sotto il nubifragio ho infilato Viale Eritrea (corsia preferenziale, vista l'assenza di bus) e mi sono accorto subito che qualcosa non andava...

Ecco, mancava il cordolo! Ovviamente subito si era riformata la sosta permanente in seconda fila, cosicchè la parte di Viale Eritrea percorribile era di nuovo tornata ad una corsia e mezza... ancora una volta gli autobus ritorneranno (nella realtà anche se non nella teoria) in fila con le auto.

Più in la' ho incrociato il camion che stava finendo di rimuovere il cordolo verso Piazza santa Emerenziana, laddove sulla corsia direzione verso Corso Trieste il decordolamento era ormai completo...

La misura evidentemente è dettata dalla necessità di mitigare gli effetti della crisi sui negozianti,  consentendo ai clienti di lasciare la macchina di fronte ai negozi. 

Infatti il cordolo è l'unica cosa che impedisce la doppia fila permanente, il che significa, appunto, che i mezzi pubblici, già abbastanza provati dall'emergenza COVID, andranno ancora più lenti e quindi ci saranno meno posti a disposizione, oltre all'inevitabile crollo dell'efficienza e della frequentazione.

Questa inversione di tendenza l'avevo già descritta in [[https://romaciclista.blogspot.com/2020/06/autocalypse-now.html][Autocalypse Now!]] ed è potenzialmente molto pericolosa... Infatti (mi cito):

Ora l'amministrazione comunale ci ha promesso 150 km di piste ciclabili per proteggerci dal traffico. Tanti ciclisti hanno esultato perché non avevano capito cosa l'amministrazione stesse promettendo agli automobilisti. Agli automobilisti ha di fatto promesso l'intera città, tolti forse quei famosi 150 km

La cosa ancora più preoccupante è che questa concessione è arrivata nel cuore del secondo municipio, divenuto roccaforte della sinistra radical-chic, che però a quanto pare si è messa anche lei  a cavalcare la rivolta anti-raggi, anche per quelle (pochissime) cose fatte decentemente (che proprio per quello stanno sulle palle a tanti).

Vabbè, esprimo ancora il mio profondo cordolio e spero vivamente che i cordoli rimossi vadano a proteggere qualche ciclabile troppo provvisoria.


 

venerdì 18 settembre 2020

Autunno: si riaffaccia il dramma dell'abbandono dei pedoni sulle piste ciclabili

Domenica prossima l'estate 2020 verrà archiviata e ritornerà l'autunno, con la sua dolce ma inevitabile di malinconia. Il timore è che si riproponga il flagello dei pedoni abbandonati sulle piste ciclabili.

Un fenomeno praticamente sconosciuto fino a 20 anni fa (soprattutto per la mancanza di piste ciclabili) si è riaffacciato prepotentemente con le politiche, intraprese ormai da varie amministrazioni comunali, di dotare le nostre città delle piste.

Il triste spettacolo si ripete quotidianamente, e il ciclista che si trovi a percorrere una qualunque pista ciclabile devi fare i conti con la difficoltà di schivare questi pedoni disorientati che, invece di risalire su marciapiedi e andare dove devono andare, o tornare dove devono tornare, percorrono irrimediabilmente sperduti l'intera lunghezza della pista avanti e indietro, avanti e indietro, avanti e indietro...

 Desta preoccupazione il potenziale ingigantirsi del fenomeno nella capitale, a causa del Forte impulso dato alla realizzazione di infrastrutture ciclabili.

Intervistato da Roma Ciclista il responsabile ha però detto di non nutrire alcuna preoccupazione. La scelta delle bikelane provvisorie e' stata fatta apposta per limitare il fenomeno degli abbandoni, Infatti un pedone abbandonato su di una bikelane viene in poco tempo investito da:

- monopattini
- motorini 
- automobili 
- carri attrezzi
- autobus
- torpedoni 
- limousine
- altri mezzi a motore

...e quindi i ciclisti non devono assolutamente preoccuparsi.

domenica 2 agosto 2020

Un fisico a leone (marino)

Quando arriva l' estate la bicicletta entra in competizione con la voglia di acqua, dolce o salata, e inizia la stagione delle nuotate.

In effetti questi ultimi anni mi hanno portato un fisico da leone (marino), che con il lockdown del COVID si è pericolosamente avvicinato a quello dell' elefante ( ovviamente sempre marino).

Cmq, al netto delle ultime diete, la morale è che le mie ossa sono ormai avvolte da uno strato di muscoli (pochi) e adipe( molto) che mi permette di stare nelle calde acque estive per tempi che mai mi sarei sognato ai tempi della mia magra adolescenza. 

In effetti quest 'anno ho raggiunto una permanenza in acqua di quasi due ore di mezza. Senza muta non è male ormai sto allo swimtrekking.Questo è un ulteriore passo rispetto ad una carriera marinara tutta al contrario: barca a vela, canoa, nuoto.

Sempre più mi accorgo che mi interessa stare nell' acqua più che solcarla. Tanto è vero che sto pensando all' acquisto di una muta per poter contimare l 'attività natatoria in autunno e riprenderla in primavera.

In realtà mi interessa moltissimo fare proprio parte del mare. Pertanto, finito la nuotata,  mi allontano dalla riva sino a raggiungere il "largo" protetto  dal pallone sub, e mi metto a prendere il sole a pancia (in acqua) all 'aria e a lasciarmi cullare delle aule per una ulteriore quindicina di minuti prima di riprendere la strada fu la riva.

Momenti magici, sempre desiderati, per i quali non posso che ringraziare un fisico da leone (sempre marino).

mercoledì 10 giugno 2020

Non fiori ma Autovelox

Purtroppo la cronaca fa registrare un altro investimento sulle strisce pedonali, un adolescente di quattordici anni appena uscito dalla pizza con gli amici.

Secondo quanto riportato dalle cronache, l'investitore è di poco più anziano. Si dice che andasse ad alta velocità e soprattutto che sia risultato positivo all'antidoping, che sarebbe guidava drogato. Ovviamente queste notizie sono con beneficio d'inventario, fino a conferma.

Bene, che si può fare perchè ciò non si ripeta? Sbattere in galera l'investitore per vari anni (=omicido stradale) tiene lontano un individuo pericoloso dalla strada, ma rischia di restituirtelo sbandato e/o criminale. Per carità ci sta tutta, ma l'ideale sarebbe prevenire e non seppellire e punire.

Insomma, in realtà la risposta è semplice, disponibile immediata.

Non fiori ma Autovelox.

Mettiamone a profusione, anche segnalati, e la gente rallenterà. Di più, si abituerà a rispettare i limiti. E se si abitua ad "andare piano" queste tragedie saranno molto meno frequenti. 

Non fiori. Autovelox.

Ripetete con me.

#nonfiorimaautovelox

giovedì 4 giugno 2020

AUTOCALYPSE NOW!

Sono stato facile profeta quando ho descritto la fase 2 (e forse la 3) a Roma come un lungo e ininterrotto periodo di sciopero dell'ATAC.

Infatti un po' il il timore che venga meno il distanziamento sociale su mezzo pubblico,  un po' la paura che la scarsa capienza dei mezzi pubblici renda di fatto inaffidabile il viaggio (detta anche paura di rimanere a terra) il mezzo individuale di trasporto è ritornato in auge. Quindi automobili & scooter hanno ripreso il loro ruolo apicale nella catena alimentare degli spostamenti romani.

Fino ad adesso il collasso è stato evitato dal ricorso allo Smart Working per un notevole numero di aziende e  organismi della pubblica amministrazione. Ma anche lo smart working sta dirigendosi verso un assetto meno emergenziale... cominciano a girare le circolari per organizzare una presenza in ufficio e quindi, a poco a poco, le strade torneranno a riempirsi di impiegati diretti al luogo di lavoro.

Già dai primi giorni della fase 2 la riapertura agli spostamenti in automobile ha mostrato una situazione piuttosto rischiosa per gli utenti della strada non corazzati. 

Attraversare sulle strisce pedonali è diventato nettamente pericoloso, perché gli automobilisti si sono abituati ormai alle strade vuote. 

Molti, nei due mesi  di lockdown,  hanno addirittura perso l'allenamento a guidare la macchina, e i primi giorni di ripresa degli spostamenti abbiamo assistito a comportamenti veramente peculiari.

Ora l'amministrazione comunale ci ha promesso 150 km di piste ciclabili per proteggerci dal traffico. Tanti ciclisti hanno esultato perché non avevano capito cosa l'amministrazione stesse promettendo agli automobilisti. Agli automobilisti ha di fatto promesso l'intera città, tolti forse quei famosi 150 km.

AUTOCALYPSE NOW!

Il COVID,  dopo aver cancellato definitivamente la raccolta differenziata, adesso da riproponendo tante cattive abitudini dei romani in particolare il parcheggio ovunque,

Anche il parcheggio e' un serio problema, il più serio dopo la mancanza di benzina. Sappiamo benissimo che l'automobile serve solo se poi la puoi da parcheggiare da qualche parte.  

Altrettanto bene sappiamo che a Roma i parcheggi sono quelli che sono, specialmente al centro. Tra l'altro se venissero fatti rispettare i divieti di sosta esistenti  ben pochi accederebbero alla ZTL, perché non potrebbero fermarsi. 

Invece  adesso evidentemente l'ordine di scuderia è sorvolare su tutto, e in particolare sul parcheggio selvaggio.

Parcheggio selvaggio che sta accadendo anche in semiperiferia. Tanto è vero che i marciapiedi utili sono pieni di automobili messe praticamente in qualunque posizione. 

Ma quale scenari ci si parano davanti? 

Considerato che questa fase durerà fino a tutto agosto ho paura di un crescendo che riconsegnerà la città al suo passato peggiore. Non solo, ma ripresa l'abitudine alla macchina buttata dove capita sarà molto difficile tornare verso aspetti più civili (e  allo stesso modo più efficienti? e quindi di fatto ritorneremo al Tardo Prerutelliano. Con qualche km in più di piste ciclabili ma con la città saldamente  in mano agli automobilisti.

La mobilità amara di autocalypse now.

domenica 24 maggio 2020

L'importanza della segnaletica orizzontale

E' accaduto esattamente nel posto inquadrato dall'immagine di Google Streetview.

Venivo da Via dell'Amba Aradam, apprestandomi a "girare a sinistra" per prendere Via Merulana, non appena il semaforo fosse diventato verde. 

Eh sì, uso le virgolette, perchè il semaforo e la segnaletica orizzontale (quel poco che ne è rimasto) raccontano tutta un'altra storia. 

Chi deve imboccare Via Merulana "va dritto" e ha diritto a due corsie, mentre chi continua per la Piazza (verso Porta san Givanni, per intenderci) "gira a destra", e ha ad altre due corsie. Comunque sia è un passaggio con notevoli margini di rischio  per il ciclista. 

Se tutte e due le luci sono rosse problemi non ce ne sono, poi si accende la verde per chi "gira a destra" (Via verso San Giovanni). A quel punto partono, e non sempre si rendono conto che sconfnano e capitano incolonnati dietro a qualcuno che -giustamente- aspetta il suo verde per Via Merulana, cominciano a sbraitare e a strombazzare.

Poi si apre anche il semaforo "dritto" e allora tutti a tirare, e per il ciclista che deve prendere Via Merulana la cosa diventa ancora meno piacevole. Infatti deve attraversare un flusso vivo e veloce che lo incalza da due lati, specie perchè molti si tengono a sinistra per poi rientrare a destra con traiettoria larga, e viceversa, con la creatività che caratterizza il traffico romano.

Oggi il traffico non era molto, ma la dinamica è stata  identica. Luce "dx" (verso San Giovanni) aperta, mi allargo per convergere sulla sx, dove le macchine per Via Merulana sono incolonnate in un'unica fila, vicino al marciapiede sx, e quindi rimane la seconda corsia vuota. Sto su quella, pian piano avvicinandomi a sx alle auto in attesa, quando mi strombazzano alle spalle, una macchina "larga" rientra da sx verso San Giovanni  e un coattaccio a finestrino aperto mi urla Ti vuoi levare dal cazzoooooo????!!!!

Peccato che, appunto,  io stessi sulla colonna di Via Merulana, semaforo rosso, mentre lui doveva andare dritto e stava sulla corsia sbagliata. Visto che lui rallenta per farmi capire meglio la sua opinione in ne approfitto per fargli notare, a voce nettamente più alta, che è una testa di cazzo e che era meglio che deve imparare a guidare prima di aprire la bocca.

Al momento mi è sembrato un commento appropriato e costruttivo.

Cosa molto poco piacevole, però mi chiedo: se guardate la foto, la segnaletica orizzontale è altrettanto sbiadita e scolorita. Continuando, Via Merulana, Viale Manzoni, lo stesso stato sconfortante. 

La cura della segnaletica orizzontale è un elemento fondamentale nell'assicurare una circolazione sicura e spedita. Farle degradare in quel modo significa contribuire a creare situazioni di pericolo.

Poi ricordiamoci che le bikelane sono solo vernice non ci mettono niente a svanire, come per esempio quella di Santa Bibiana,  che ormai non si vede più.

martedì 5 maggio 2020

Fase 2: sulle piste ciclabili mettetevi quella cazzo di mascherina!

Ieri, dopo una lunga giornata di oltre 10 ore passate alla tastiera e svariate è svariate delle conferenze,  ho deciso di prendermi il lusso di una passeggiatina con la biciclettina sulle piste della capitale.

Ovviamente mi sono attrezzato in configurazione minima ovvero casco, occhiali trasparenti e mascherina e sono partito pedalando con tranquillità, anche perché con una FN95 la faccia non è che si respiri una meraviglia.

Da quanto io ne sappia il DPCM non prevede l'obbligo della mascherina quando si fa attività motoria, però il cervello ti dovrebbe dire che una pista ciclabile è una cosa molto stretta che concentra i ciclisti (e i runner) e quindi l'incrocio con altri ciclisti avviene molto frequentemente e a distanza molto ravvicinata... e così è stato.

Insomma c'è voluta la combinazione di fase due, bicicletta, e pista ciclabile per portarmi a contatto con persone senza mascherina che, se le avessi incontrate per strada, gli avrei dato una gomitata in faccia.

Non so quanti fossero veri ciclisti e quanti  i componenti di della categoria (in esplosione) degli idioti a pedali, ma credo fossero soprattutto questi ultimi. Infatti i ciclomobilisti era facile identificarli per l'assenza di abbigliamento sportivo e avevano praticamente la mascherina.

L'identikit dell'uomo smascherato, e anche della ragazza smascherata, era invece abbigliamento da jogging, andatura da passeggiata, espressione beffarda sulla faccia... insomma le solite teste di minchia che usano la bicicletta solo per ingombrare le piste e che purtroppo conosciamo bene.

Ovviamente non mi sono stato zitto e oltre a fare il segno della mascherina a tutti i ciclisti sprovvisti che incrociavo a distanza ravvicinata,  in un paio di incroci ho anche detto  alle persone con calma e e tranquillità: "mettetevi la mascherina, non vedete che siamo vicinissimi?"

Il comportamento standard da parte di tutti è stato voltarsi dall'altra parte ed evitare di rispondere anche a domanda/approccio diretto. Segno di persone che ci avevano pensato ma poi deciso che per combattere il COVID hanno già fatto abbastanza, adesso è arrivato il momento di divertirsi.

Mortacci vostra, no sulle piste. (PS.: questo vale pure per i runner)

domenica 3 maggio 2020

Fase 2: nella giungla del rientro vi salveranno le bikelane di emergenza?

Ormai ci siamo. 

Anzi, ci siete perchè io rimango immerso nello smartworking, anche se ho paura che la cosa mi coinvolga, a cominciare dalla riattivazione di ristrutturazone del palazzo accanto, che immagino andranno avanti anche di notte per recuperare il tempo perduto, e quindi sarà praticamente impossibile tenere teleconferenze a finestre aperte.

In questi giorni di isolamento fisico dal mondo (perchè videoconferenze con sette continenti) mi sono affacciato fuori dall'uscio di casa (a parte il bidone della monnezza) solo poche volte, ma mi sono bastate. Chissà che succede il 4!

Torneremo al solito insopportabile e incivile casino romano?


AUTOMOBILISTI SOLITO SCHIFO... ANCHE PEGGIO
Una volta ho provato a fare attività ciclomotoria. Al settimo giro dell'isolato mi sono rotto il cazzo e ho smesso, nel frattempo, pure a città vuota,  in tutte le strade a senso unico mi si sono appiccicate auto col motore rombante che mi consigliavano di levarmi dalle palle...

Poi in una delle missioni logistiche, metre attraversavo sulle striscie, signora in SUV che guardava da un'altra parte... Ho fatto unno strillo che lo hanno sentito fino a San Giovanni, la signora ha guardato dalla mia parte, si è spaventata e ha inchiodato (anche se andava piano). Si è pure scusata, ma il punto è che non aveva visto un pedone sulle strisce sulla strada che doveva percorrere. Non guardava.

Ho letto che sabato è stato investito un altro ciclista a Roma, morto rimbalzando sull'asfalto dopo essere stato colpito, si cerca il pirata. Durante il lockdown comunque non ci siamo fatti mancare incidenti stradali (tra i quali due impatti con tram), investimenti di vecchie scampati al COVID, cappottamenti urbani, morti sulla Pontina... con questi record che succederà domani?

Che succederà domani a pedoni e ciclisti (e anche motocilcisti) con una valanga di automobilisti senza allenamento da due mesi? 


L'INCOGNITA DEI MEZZI PUBBLICI
Mi domando... come si bilancerà la domanda con un'offerta ridotta al 20%? 

E' vero che tante persone sono ancora in lockdown e le scuole rimangono chiuse, ciononostante il concetto di massima capienza a Roma si arrestava solo di fornte all'esaurimento completo di ogni spazio fisico.

Vediamo che succederà quando alle fermate arriveranno bus già "pieni"... chi accetterà di rimanere a terra anche se deve arrivare al lavoro ad un certo orario?

E quando (perchè non è questione di se) salirà qualcuno senza mascherina ci sarà qualcuno che lo caccerà o avremo un'altra volta il festival della prepotenza del menefreghista? E la legge, finisse a botte, si schiererà senza se e senza ma dalla parte del difensore della salute pub o avremo i soliti processi al cittadino onesto dai quali il delinquente esce indennizzato?

NB: questo vuol dire, in parole povere, ci saranno pattuglie di polizia pronte a intervenire rapidamente a chiamata?


LA BICICLETTA E I SUOI LADRI
Tutti speriamo in un uso più ampio della bicicletta, che comunque era nell'aria. Con una incognita, la probabile calata di torme di ladri verosimilmente prossimi all'inedia, pronti a rubarle approfittando anche di tutti quelli che ne stanno cercando una possibilmente usata (e lì pure ci sarebbe da dire qualcosa).

Fermo restando che per me ogni scusa sarebbe buona per liberarsi di un ladro di biciclette, occorrerebbe proteggere la mobilità ciclistica da queste cavallette prima catturandole, poi lasciandole in prigione un bel tempo.

Insomma, dare al reato di furto di biciclette la dignità che merita, ovvero quella di reato contro l'ambiente.


ADIOS ARIA PURA E SILENZIO
Ancora non ce ne rendiamo conto ma sarà dura tornare a respirare l'aria inquinata dai fumi delle auto e dei mezzi pesanti e a sentire i decibel di sottofondo del traffico.

Ora alcuni lavori sono inevitabilmente connessi con la produzone di rumore. La ristrutturazione del palazzo accanto, chi usa il frullino, il mezzo dell'autospurgo che pulisce le fognature, la scavatrice che traccia la trincea per la fibra ottica...

Ma tutto il resto del casino è proprio necessario?

Tutte quelle teste di minchia che girano in auto non si sa bene facendo cosa (magari perchè non sanno usare telefono o internet), dobbiamo tornare ad avercele?

Per non parlare delle moto, che secondo me sono ormai la principale fonte di rumore cittadino? Oltretutto con una nuova ondata di enduri di lusso smarmittati, che ormai affiancano le harley di lusso smarmittate, che quelli di Easy Rider hanno fatto la fine che si meritavano! 


SPERIAMO SOLO NELLE BIKE LANE DI EMERGENZA
Unica cosa positiva la rete di 150 km di nuove bike lane di emergenza che la sindaca si appresta a far disegnare sulle strade della città.

Speriamo solo che siano riempite da torme di ciclisti monopattinari e pogostikkisti.  Non solo, ma  a 3 km al giorno ci vorranno circa 50 giorni (lavorativi?) per farle. Quindi si spera che quando la rete sarà finita il COVID abbia fatto bei passi indietro (solo un brutto ricordo?). 

Infatti già si era scatenata la guerra per le poche e timidissime realizzazioni del pre-COVID, figurati adesso che sembra verrà tolto spazio vero alle automobili... ovvero se accanto ad una colonna di  macchine in colonna (che avvelereneranno  l'aria con i loro scappamenti) ci saranno chilometri e chilometri di corsie disperatamente prive di ciclisti e monopattinari.

Per quello avrei preferito che avessero fatto delle motobike lane. Almeno con l'appoggio degli scooteristi avremmo potuto giustificarle.

Invece così ci avremo gli scooteristi lo stesso ma tutto il resto degli utenti della strada le vorranno cancellate...

A meno di miracoli.

venerdì 1 maggio 2020

Fase 2 - Riemergere nella nafta incendiata

Nel bellissimo e struggente HMS Ulysses Alistair McLean celebra la guerra dei convogli nella seconda guerra mondiale. 

Tra le atrocità che descrive mi colpì particolarmente quello che succedeva quando durante un naufragio la nafta foriuscita dai serbatoi da una delle navi colpite prendeva fuoco. 

Per i naufraghi l'unico modo di salvarsi era immergervisi  sotto, ma ad un certo punto non riuscivano più a trattenere il fiato ed erano costretti a riemergere, tra le fiamme. La morte era altrettanto certa ma molto peggiore.

Ora è indubbio che la nostra economia in questo momento sta sott'acqua e trattenendo il fiato. Ci siamo dovuti "immergere" a causa dell'incendio provocato dal virus e più o meno chi non l'ha fatto si è trovato molto ma molto male.

Dopo due mesi di immersione parecchi stanno per morire soffocati. 

Al primo posto tutte quelle attività che vivono di pubblico locale come bar, ristoranti, negozi. Questi però ripartono non appena si allentano i freni. 

Altri settori cresciuti enormemente negli utlimi anni, come il turismo e il trasporto dei turisti (forse l'80% dell'aviazione comemerciale) ripartiranno solo e quando verranno ripristinate le condizioni per godersi una vacanza in sicurezza.

Insomma molti stanno sott'acqua, forse non tutti però hanno nafta incendiata che li attende alla riemersione. La grossa differenza in questo caso è che se la riemersione è studiata male, chi riemerge contribuisce a ravvivare l'incendio e a vanificare i sacrifici di chi continua a stare sott'acqua.

Bene. Il governo ha elaborato una strategia nazionale. Non ho elementi validi per commentarla, ho capito comunque che il famoso comitato degli esperti dovrebbe aver bilanciato i vari aspetti per riprendere le attività economiche ma non ravvivare più di tanto l'incendio.

Ma i leader regionali? Stanno lavorando con studi affidabili alla mano oppure sono solo sotto pressione politica dei loro elettori? Com'e' che premono per la riapertura i "governatori" del centro dx e non quelli del centro sx? 

Ecco, questo mi lascia molto sconcertato. Non perchè possa esserci una vautazione differente, o che la valutazione non sia guidata anche da considerazioni locali, ma perchè queste valutazioni differenti dovrebbero essere sostanziate in modo razionale e trasparente e portare a conclusioni condivise.

Altrimenti riattizziamo l'incendio e tutti i nostri sacrifici, anche quelli piccoli piccoli di chi non ha potuto prendere la bicicletta per un giretto in solitario per finire al supremo sacrificio di tanti  medici e infermieri, saranno stati vani.

Su questo voglio riaffermare la mia stima per Vincenzo de Luca, secondo me uno dei pochi uomini di governo che ragiona come tale. 

sabato 25 aprile 2020

Con la mascherina alla garibaldina

Ormai il periodo eroico del lockdown totale è arrivato agli sgoccioli. Lo si sente in giro. 

Sta per ricominciare il primo passo verso la vita "normale" (anche perchè senno' tra un po' andiamo falliti) e chi può deve ritornare al lavoro  (io sto lavorando tantissimo, come diceva un mio collega, in aviazione l'unica cosa che si è fermata sono gli aeroplani...)

Come che sia, ieri ho fatto la mia terza uscita dall'inizio del lockdown e ho visto le strade piene di gente. 

E mi sono preoccupato per la fase 2.

Infatti la fase 2 presenta rischi non da poco, che diventano accettabili e non sfoceranno in un'altra pandemia solo se sapremo comportarci in maniera responsabile quasi tutti.

Insomma, in strada ho visto che la gente non solo non ha più paura, ma troppi vanno in giro con l'aria di "ve l'avevamo detto che era una cazzata finalmente basta", in particolare esibendo la mascherina alla garibaldina... ovvero indossata senza coprire il naso e/o anche la bocca. 

Insomma, come quelli che mettono il casco ma non l'allacciano per far vedere che sono sprezzanti di qualunque pericolo. Solo che in caso di incidente al massimo si fa male la testaccia loro, mentre qui è profondamente diverso.

Dopo quasi 20 minuti di prudente fila all'esterno,  entro nel ferramenta (ecco un negozio che dovrebbe rimanere chiuso ab aeternum) e ti trovo i due padroni (io dovevo solo prendere una cosetta alla cassa), uno con la mascherina a mezz'asta, che praticamente sta abbracciato ad un cliente che la maschera proprio non ce l'ha, e l'altro proprio senza... andiamo bene.

Purtroppo la fase due, a meno che non abbia ragione chi dice che il ciclo del virus è di 70 giorni e basta (ma con quali evidenze?), funzionerà solo se tutti, o almeno la stragrande maggioranza, avrà senso di responsabilità e saprà distinguere tra comportamenti corretti e comportamenti pericolosi,

Invece già abbiamo segnali che passato l'isterismo dell'inseguimento dei runner solitari sulle spiagge, siamo già ritornati alla "famo come cazzo ce pare tanto nun conta un" che da troppo tempo è il motto di questa città. Anzi la sensazione dche una certa classe di persone, particolarmente prive di qualunque senso civico, voglia proprio rifarsi del tempo perduto (a cominciare dagli automobilisti, ma questa è un'altra storia).

Ora prendiamo anche le forze dell'ordine, tanto solerti nel perseguire i violatori del blocco di questi giorni, magari andando anche un bel po' al di là di quello che era scritto nei dpcm... sapranno entrare in un negozio del genere e chiuderlo per 15 giorni per mancato rispetto delle misure di sicurezza? Dico non un bangladino appena aperto, ma un negozio che fa parte del tessuto del quartiere? 

Ci sarà un pronto intervento, un numero di telefono, dove denunciare queste situazioni? In modo da evitare che uno stronzo come quello, magari da positivo asintomatico (perchè... muore la gente piena di guai ma quel tipo di gente non crepa mai) ti infetta un altro bel po' di persone? Ci saranno anche gli "urlatori dalla finestra" anche per queste situazioni? Sapremo fermare gli incivili o finirà come col divieto di sosta? 

Mah... un mio caro amico fuggito da Roma perchè immunodepresso era molto pessimista: "In Italia non sappiamo gestire le mezze misure".  Dopodichè scherzando: "Mi ha chiamato l'immunologa... lei si muove con i mezzi pubblici e mi ha detto che nei giorni di pioggia erano vuoti, in quelli di sole pieni"... e quindi significa che anche adesso la gente non si sposta perchè deve, ma perchè gli va. Continua ad andare a spasso.

E' vero, siamo proprio come bambini.

Viva la fase due.

domenica 19 aprile 2020

Come "prima"? Meglio di "prima"? (Con PCF, Pippone Ciclistico Finale)

L'ultima volta che ho preso la bici prima del lock down è stato il 10 marzo scorso, tornando dal lavoro. 

Oddio, era chiaro che le cose stessero muovendosi in quel senso, ma ci era giunta la notizia, inaspettata, di un collega in un'altra organizzazione ricoverato positivo, e di uno dei nostri positivo asintomatico con il quale avevamo avuto una lunga riunione e poi eravamo andati a pranzo insieme.

Tornando quella sera a casa mi aspettavano 14 giorni di quarantena volontaria e, da quel momento, e a parte per un breve giretto in peghevole nel giardino, non ho più preso la bici. 

Dopodichè è arrivata la devastazione che ha praticamente azzerato il mio settore (l'aviazione civile) insieme a tanti altri. Per me il lavoro è continuato, anche in modo abbastanza serrato, e di certo noia non l'ho sentita più di tanto. Però come tutti mi chiedo che mondo ci restituirà questa crisi.

Vedo anche molti che si agitano pensando che addirittura si possa pensare ad un mondo migliore nel dopo-Corona... e quindi, con la solita esposizione ordinata cui vi ho abituati, mettiamo qualche idea in fila. 

D'altra parte se già sentite di non capirci un cazzo Roma Ciclista è sempre pronta ad aiutarvi a fare un passo in avanti..


IL "PRIMA" C'E' STATO... CI SARA' ANCHE UN "DOPO"?
Intanto dovremmo essere sicuri che un dopo ci sia. Il virus rallenta ma sembra un po' come il proverbiale limone della diarrea. La ferma... ma se lo togli ricomincia! 

Non è chiaro se sviluppiamo immunità di sorta e per quanto riguarda il vaccino segnalo che per l'AIDS ancora non è stato trovato. 

Questo non è fare il pessimista, per carità, è solo un pò di sano realismo.


SAREMO PIU' BUONI?
Anche su questo mi sento realista, infatti mi pare che i cattivi comportamenti nazionali siamo rimasti tutti lì. 

L'arena politica non ci ha offerto spettacoli particolarmente edificanti. L'opposizone è rimasta distruttiva (tanto peggio tanto meglio) e la gestione non ha sorpreso tutti per la brillantezza e lìaderenza aid ati scientifici. 

Sempre popolo di avvocati e prefetti rimaniamo... più altre sottocategorie inventate nell'emergenza


I "SO' TORNATI GLI ANIMALI"
Se non ci vedono tornano, non c'e' da stupirsi. E' molto buffo, davvero. Però tranquilli, sulla terra rimaniamo ancora 7 mld, quindi ben oltre il limite ecologicamente sostenibile. Se non ritorniamo intorno ai 3 mld (e il COVID avrebbe potuto dare una mano ma pare di no) non c'e' un vero orizzonte ecologico, gli animali non ci possono stare.

I MENEFREGHISTI (versione COVID dell'antivax)
I menefreghisti sono una categoria molto estesa. 

Per loro è tutta una buffonata e ci tengono a fartelo vedere. Evabbè, calcoliamo che questo è il paese del movimento antivax, ridotto finalmente al ridicolo dalla comparsa di questo nuovo flagello. 

Sarebbe stata bella qualche legnata da parte delle forze dell'ordine, ma il tasso di menefreghismo è così alto anche perchè non riusciamo ad essere abbastanza raffinati. Come prima che nessuno se la sentiva di prendere i no-vax a calci nel didietro e se non era per Burioni avrebbero messo le tende al Ministero della Salute.


I "COVIDELATORI"
Più preoccupanti sono i "covidelatori". 

Nella particolare accezione che questo termine ha da noi, il delatore è uno che non si fa i cazzi suoi, a prescindere. 
Il concetto di danno comune, ovvero che se uno viola le leggi danneggia tutti gli altri, da noi non ha mai fatto presa. Stato e leggi sono quelle dell'occupante, non le nostre. Per cui anche chi non paga le tasse, parcheggia in divieto di sosta,  non differenzia la monnezza, si costruisce la casa abusiva (magari quella delle vacanze) non è uno stronzo, ma un furbo di successo. Tanti guai da noi ci sono perchè non abbiamo abbastanza senso civico da essere delatori.

Il covidelatore invece riferisce all'autorità giudiziaria lo svolgimento di un'attività  permessa da tutti i dpcm fino ad adesso. Non si tratta quindi di una manifestazione di senso civico ma di invidia sociale. Per fortuna.

I FRANCESCANI (attenti ai gilet gialli)
I Francescani sono quelli che invece pensano che, visto che abbiamo tenuto le auto ferme questo mese, potremo continuare a farlo all'infinito e buttarci alle spalle i tempi del rumore, dell'aria inquinata e degli incidenti stradali. Ci siamo redenti.

Purtroppo in questi ultimi anni sono stati riportati alla ribalta dal papa Francesco, che è un altro chiodo sulla bara di questo paese. 

Il francescanesimo è uno dei veri guai della società italiana, in quanto a causa dell'approccio irrealistico/messianico alla risoluzione dei problemi, infervora gli animi ed ottiene esattamente nulla, lasciandoci nelle condizioni peggiori. Un'altra, e forse più pericolosa, fuga dalla realtà. 

A me personalmente piace molto l'assenza di traffico e di rumore cittadino. Adoro l'aria pulita (che pero' si otterrebbe anche utilizzando macchine elettriche) però sono consapevole che se tagliamo improvvisamente le auto dobbiamo trovare un lavoro non tanto a quelli che le costruiscono, ma a tutti quelli che ci lavorano, a cominciare dai benzinai.

Quindi, a meno che non vogliamo una catastrofe economica a breve termine, dobbiamo sperare che la gente riprenda a spendere prima e più possibile.In Italia ciò significa  inquinare e fare rumore a massimo. Solo in una seconda fase possiamo pensare di capitalizzare l'esperienza fatta e vedere se possiamo riposizionarci in maniera più "ecologica".

Ricordiamoci che in Francia una sterzata ecologica non ben studiata ha provocato la rivolta dei gilet gialli, ovvero di tutte quelle persone il cui mestiere è ancora legato all'inquinamento e al rumore.

LA BICICLETTA NEL "DOPO" (finalmente il pcf)
Visto lo spaghetto che ci siamo presi difficilmente ricomincieremo ad affollare i bus e le metro come prima. Anche perchè la capienza già insufficiente prima della crisi, sarà ulteriormente ridotta (Ammesso, per esempio, che ATAC non fallisca)  Quindi vi sarà un'esplosione di mezzi individuali nella fase della riapertura.

Se è vero che molti di noi rimarranno almeno parzialmente in smartworking, se non si ricomincia a spendere e a girare rapidamente la crisi economica diverrà catastrofe con effetti permanenti. Quindi, abbonando maggio, giugno e luglio ci vedranno tornare a riempire le strade, e ahime' le spiagge, alla grande.

Ora l'automobile non è realistica come mezzo individuale di massa perchè occupa troppo spazio. Quindi si dovrà necessariamente andare sui due ruote. Gli scooter a loro volta non sono così piccoli, e hanno problemi clamorosi di parcheggio, ovvero occupano una marea di spazio.

Ritornano quindi protentemente alla ribalta biciclette e, udite udite, monopattini.

Ora sulle bici abbiamo detto e ridetto. Purtroppo a Roma manca l'infrastruttura per il suo uso di massa, ed in particolare i parcheggi sicuri. Infatti l'uso massiccio della bici -come sanno i popoli del nord- crea problemi di parcheggio molto simili a quelli delle auto. 

Inoltre occorrerà stare attenti a che le bande di borseggiatori, ormai alla fame, non swiccino al furto di biciclette, e al tempo stesso non si crei un mercato del ricettato utilizzando i vari social. Roma Ciclista è sempre stata per la pena di morte per i ladri di biciclette e questo è risaputo.

I monopattini potrebbero invece rivestire un ruolo inaspettatamente forte, in quanto sono molto più parking-friendly. Anzi, hanno il grande vantaggio di poter essere portati e tenuti a casa senza grande difficoltà, a parte il pericolo d'incendio connesso con la fase di ricarica.

Ecco, in questo la fase due potrà essere un bel testbed per vedere se effettivamente possiamo passare ad una mobilità più matura. 

Però ancora una volta, i nemici dell'auto devono stare tranquilli. Prima occorre creare alternative e solo poi si puo' cominciare a ridurne o limitarne l'uso.

domenica 12 aprile 2020

E' nato un misantropo

Ormai è più di un mese che sono pressocchè chiuso in casa.

Soprattutto le prime due settimane sono state quasi ermetiche per il fatto che ero stato a contatto con un caso positivo.

Per fortuna sono un recluso di lusso, con uno spazio esterno e ampia vista sul verde e qualche scampolo della primavera. Non è che non vorrei uscire, ma non sto diventando matto come in un qualunque altro weekend... perchè mi domando?

Beh... l'aria della città è cambiata.

Erano ormai diversi anni che avevo capito che il bisogno di uscire dalla città era guidato prevalentemente dal bisogno di respirare aria pulita.

Aria senza l'aprezza degli scarichi dei motori. Nei periodi normali l'unico modo per respirare quest'aria è passare tempo in aree verdi, distanti dalle strade. Da almeno tre settimane la qualità dell'aria, almeno all'ofatto, è cambiata enormemente. Certo non è aria selvaggia di bosco, non profuma di mare o di lago, ma non c'e' paragone con prima. Respiro a fondo e i polmoni tutto ok anche in città.

Adesso c'e' silenzio

Il rombare dei motori è scoparso. Si dorme bene, si lavora bene, si possono tenere le finestre aperte senza che dentro casa si riversi il ruggire della città. Non tanto il sordo rumore di fondo, che pure quello è brutto, ma le punte generate da tutti quelli che in qualche modo tirano i motori, accelerano, accendono i generatori. Purtroppo -me ne rendo conto- anche quelli che semplicemente lavorano nei cantieri e che invece spero rientrino presto in attività.

L'altro elemento che mi ha misantropizzato è che le gite nei weekend purtroppo non sono gratis, come non lo sono le vacanze di agosto. Infatti per uscire da Roma ci sono tre vie, i pedali, il treno e la macchina.

I pedali offrono a loro volta solo tre vie principali, Appia, Francigena e Regina Ciclarum (e Pasolini). Per carità tutte belle ma non le puoi farle tutte le domeniche. Il treno va molto meglio, specialmente la mattina quando non c'e' nessuno, ma è troppo limitato per destinazioni e orari.

Alla fine il mezzo più flessibile è l'auto, che ha peraltro il non secondario pregio di evitarmi la depressione delle stazioni ferroviarie la domenica pomeriggio.Però in auto, oltre alla schiavitù della guida, paghi al traffico un prezzo molto alto, che alla fine si rimangia tutto o quasi la bellezza dell'uscita. Addirittura oggi, in piena Pasquarantena, sono rimasto allibito nel vedere gli ingorghi sul Raccordo e sulla Pontina.

E' ovvio che tempo una o due settimane tutto dovrà ricominciare, almeno in qualche modo. Spero che non ricomincino tante brutte abitudini, a cominciare dalle passeggiate in auto.

Spero proprio che chi non avrà niente da fare lo faccia a piedi o in bicicletta.

sabato 14 marzo 2020

Se ci rimangono solo le piste ciclabili

Il popolo italiano ha un insopprimibile istinto autoritario e liberticida. 

Con la sua genialità artistica è riuscito a produrne un proprio brand , unico in tutto il mondo, il fascismo. Un cocktail di successo, che chiama anche futurismo, socialismo, etc., ma il cui ingrediente base  rimane sempre lo stesso. Imporre agli altri cosa devono fare.

Questo atteggiamento liberticida è anche favorito dalla difficoltà di mantenere una coerenza generale del corpus legislativo, nonchè da una magistratura, anch'essa derente al modello generale, seppur con altre basi e priorità, pronta a colpire sulla base della propria e autonoma interpretazione della legge. 

Ciò porta gli amministratori e la polizia a mettersi dalla parte del formentone e a proibire come soluzione più pratica e diretta.

Ora, nel caso specifico, partiamo dai provvedimenti della Presidenza del Consiglio, datati 8, 9 e se non sbaglio 10 o 11 marzo, che seguono l'andamento della crisi.

Tutto bene, per carità, tranne un fatto... i provvedimenti successivi non hanno annullato ma  emendato quello originale. Nessuno si è preoccupato di distribuire alle persone una versione consolidata (vigente, o come volete chiamare) ovvero un testo nel quale si possa leggere l'intero combinato-disposto per poter essere compreso nella sua interezza.

Pero' ci sono, pubblicate sul sito della Presidenza del Consiglio, le risposte alle domande, che identificano con chiarezza due punti:

- Si puo' fare attività motoria all'aperto
- I parchi possono rimanere aperti allo scopo (e dove se no?)

Ora Roma è fortunata perchè ha tantissimi parchi, ed ecco che arriva la sindaca che pensa bene di chiuderli. 

Tutti? Ovviamente no, solo quelli recintati. Quindi qui abbiamo un altro comportamento anti logico perchè rimanendo aperti pochi parchi gli utenti saranno più densi.

Inoltre abbiamo la distnzione tra chi abita vicino ad un parco non recintato (Villa Borghese, Gianicolo, Caffarella etc.) e chi si trova vicino a parchi chiudibili (Villa Gordiani, De Sanctis, Villa Ada, Villa Chigi)... insomma manco li puoi chiudere tutti.

Però quello che non puoi fare è vietare l'attività motoria all'aperto. Nè chiudere le ciclabili, come quella del tevere.

Quindi uno parte con la bici e si dirige verso il parco aperto più vicino o tranquillo se ne va su una delle gradi ciclabili romane, per esempio la Regina Ciclarum. Se ti fermano forse ti denunciano, ma non credo che un avvocato abbia difficoltà a farti assolvere... C'e' solo da rischiare un pochino e spendere un bel po' di quattrini in avvocato (ma guarda che novità...).

E cosa ne viene fuori? Che in Italia, la patria del diritto, il cittadino dalla legge non ricava  mai alcuna certezza, nemmeno quella dell'autoritarismo, puntalmente sconfitto in tribunale dopo aver fatto danni molto pratici. Salvini docet.

Insomma, il cittadino, anche quando ha ragione, come minimo deve pagare un avvocato. E poi ci lamentiamo che il PIL non cresce.

Buona attività motoria.

venerdì 6 marzo 2020

Pedoni kamikaze

Nel vivo della discussione sull'emergenza stradale, mi pare giusto portare una testimonianza fresca fresca, così, tanto per far capire qua'e' la realtà della situazione e quali sono le cause dei tanti incodenti che abbiamo.

Nessuno dice che gli automobilisti romani siano pecorelle smarrite, sono veloci e cattivi... però come tengo sempre a precisare, parecchi pedoni fanno del loro meglio per farsi montare addosso. Ora, magari sono anche io che porto sfiga, però oggi ho visto ben due episodi molto preoccupanti... 

1) Vecchietto che traversa a cazzo.
Arrivo all'incrocio (un infrocio, dettto alla Verdona) e mi fermo alla svolta a sinistra. Semaforo rosso per la svolta a sx, ma lì non c'e' un passaggio pedonale in quanto con tutte le luci del semaforo qualcuno ci arriva in velocità. Invece dall'altra parte c'e' un vecchietto imbacuccato, ma dall'aria sveglia, che aspetta il rosso per il flusso principale e il verde per la svolta a sx... che pero' significa anche verde per il flusso principale dell'altra strada...

Scatta il verde e lui mi taglia la strada (io in bici). Aspetto che caracolli a due km/h ma a quel punto sta per riscattare il verde per gli altri. Insomma, 'sto vecchietto si è fatto in un colpo solo l'attraversamento di Via Salaria con un doppio verde per le auto, prima un flusso e poi un altro. Non so' se l'abbia fatto apposta, ma sembrava studiato.

Ora non è che uno lo metta sotto il vecchietto, ma puo' capitare che sbuchi dopo un furgone e allora, pure con la bici, gli monti sopra prima di rendertene conto.

E dai e dai prima o poi qualcuno lo mette sotto, e chiaramente si mette nei guai. E perchè? perchè non c'e' un cazzo di vigile che gli dia una gentile, ma ferma, tirata di orecchi.


2) Attraversamenti Corsari
Stavolta altro incrocio a T, doppio flusso, in effetti il rosso per i pedoni è lunghetto, ma se uno ha fretta c'e' il sottopassaggio della metro. Siamo all'incrocio tra Viale Castro Pretorio e Via San Martino della Battaglia, due stradoni dove la gente non guarda il contachilometri.

Bene, che succede? Mentre attendiamo il verde, un pedone "si butta" probabilmente perchè da Piazza Indipendenza sembra non arrivare nessuno. In realtà arriva una moto, che si attrezza a superare il pedone passandogli alle spalle. Vabbè. Fa appena in tempo ad impostare la manovra che un'altra torma di pedoni emulanti impegna l'incrocio (sempre col rosso pedonale e verde per la moto) e questo tizio si trova improvvisamente in un nugolo di pedoni che scarta a malapena, mentre dietro di lui un altro scooterone è costretto a fare la gimcana.

Questi due episodi per fortuna sono finiti bene, ma danno idea del livello di casino che regna a Roma. Sembra che tutti si sentano in dritto di fare quello che vogliono, però se non porti la corazza poi sei tu che ti fai male.

Ecco, io credo che nei numeio abnormi di Roma ci sia un buon 10/20% di avventatezza pedonale che l'automobilista o il motociclista non riescono ad evitare, magari anche complice la distrazione.

3)Pedona Voltata Diagonala
Ultima di ieri... arrivo allegro su Viale Libia (con la bici) e una pedona  cammina sulla strada acccanto al marciapiedi, diciamo mezzo metro di distanza. Io sono vicino al cordolo, dall'altra parte della strada. che fa questa? Invece di arrivare alle strisce e poi attraversare, decide di tagliare in diagonale ad almeno due/tre metri di distanza dal passaggio. 

Io riesco a reagire, senza neanche scampanellare per l'immediatezza della cosa, ma passandole abbastanza vicino da farle prendere uno bello spaghetto. E se invece di una bici fossi stato un motorino elettrico? 

Vi confesso che le poche volte che prendo l'auto ho una fifa blu di una situazione del genere. Vado piano e sto con gli occhi apertissimi, ma neanche questo è giusto. Insomma, un po' di disciplina ci vuole per tutti.