domenica 30 settembre 2018

Mo' si' che ci vuole una ciclabbile a Viale Libbia!

Con una mossa molto a favore del trasporto pubblico la Giunta Raggi ha deciso di blindare quelle corsie preferenziali ATAC troppo spesso occupate dalle auto in sosta.

Un po' come e' stato fatto a Via Albalonga per arginare la sosta selvaggia che sbarrava la strada di fronte al tempio dei tiramisu'.

Piu' che altro la mossa non sembra derivi tanto dalla volonta' di avvantaggiare i cittadini che prendono il bus, quanto dalla necessita' di contenere i costi ATAC, per esempio aumentando la velocita' media del trasporto... e quindi proteggendo le corsie preferenziali. Ma non ci importa di che colore e' il gatto fintanto che acchiappa il topo.

La manovra ha toccato anche la preferenziale di Viale Libia, invasa dalle auto in quanto costrette a transitarvi perche' la corsia di marcia viene sempre occupata dalle auto in sosta... FINALMENTE|.

Poi sull'effettiva riuscita della mossa dovremo stare a vedere, in quanto la protezione e' molto parziale e per adesso si ferma (o inizia) a Piazza Annibaliano, mentre la sosta abusiva e' fiorente anche nel tratto fino a Piazza Istria...

Mentre ci si rallegra per il cittadino utent, la posa dei cordoli rende pero' oggettivamente difficile la vita al ciclista.

Infatti prima c'era una sola corsia libera, ma sempre grande e dunque un po' di spazio per il ciclista ci scappava sempre. 

Adesso in entrambe le corsie per il ciclista lo spazio e' risicato. In quella preferenziale, che a Roma e' proibita alle bici, una bici e un bus non ci passano, ma purtroppo lo spazio nell'altra e' anch'esso risicato, e quindi le auto innervosite ti fanno il filo.

Ci vorrebbe quindi uno spazio dedicato alle biciclette, il mitico corridoio centrale che poi potrebbe continuare su Corso Trieste fino alla pista della Nomentana. Per adesso fantascienza, ma magari se  Virginia ci prende gusto... 

La domanda pero' che mi pongo e' perche' a Viale Libia, ormai doppiato dalla metro B1, circolino ancora tanti bus, quasi tanti quanto prima della metro... uno penserebbe per esempio che rimanessero solo linee trasversali, che quelle provenienti dalla periferia si attestassero a Ionio o a Conca d'oro e che l'80 -tanto per dirne una-  originasse da Annibaliano...

Mah, la zenzazione e' che ATAC sia rimasta un po' come AMA, che non si adatta al nuovo mondo del riciclo e rimane tarata sul semplice mestiere fatto di raccolta e trasporto discarica.

ATAC, piu' che al servizio di trasporto,  sembra ancora innamorata del mestiere di macinare tanti chilometri andando a spazzo con gli autobus per la citta', come e quando fa comodo a lei. Chilometri utili o no, tanto alla fine paghiamo noi.

giovedì 27 settembre 2018

Finalmente abbiamo un bel cool!

Che freschetto, che cool come dicono gli anglosassoni, ha portato la tramontana a Roma!

Di colpo la temperatura e' crollata, ieri sera addirittura intorno ai 10 gradi, e per la prima volta da un periodo lunghissimo non solo non abbiamo avuto il caldo umido di questa estate, ma addirittura chi e' incautamente uscito in abiti estivi ha rischiato di buscarsi una polmonite. Personalmente ho avuto l'accortezza di portarmi il windstopper deploiato (dall'inglese deployment) al momento critico.

Alla faccia del cool.

Chiaramente la potenza muscolare si e' scatenata, e a vestiti asciutto, ovvero senza sudare, vi e' stato un repentino taglio dei tempi di percorrenza, anche intorno al 20%, specie in quelle tratte fatte col vento prevalentemente a favore.

La discontinuita' termica ha comunque permesso di convalidare la fine astronomica dell'estate. Da adesso in poi se fa caldo e' l'ottobrata romana, l'estate di San Valentino (quando a Chicago Al Capone li fece fuori tutti perche' a novembre aveva le caldane), l'estate indiana, ma non piu' l'estate estate.

A quando il ritorno del velluto e dello spinato di tweed?

Beh... non vedo tutta questa fretta, per adesso mi contento del pantalone lungo e della riduzione delle zanzare.   


sabato 15 settembre 2018

PRENESTINA!!!! Un'altra stella che brillera' nella notte nera

La notizia l'ho trovata su Roma Today mentre stavo all'estero:  in una conferenza stampa la Sindaca ha annunciato la decisione di fare una bikelane sulla Prenestina, dalla Togliatti a Porta Maggiore, quindi circa 5 km.

Un'opera molto importante, destinata a realizzare una specie di ferro di cavallo saldando la pista della Togliatti con l'altra  bikelane della Tuscolana. Una dimostrazione pratica che il settore della ciclabilita' e' l'unico nel quale l'Amministrazione Comunale puo' fare grandi opere con pochi soldi... e passare alla storia per questo.

La soluzione scelta e' quella della bikelane, con l'unica eccezion e del tratto tra Largo Preneste e Piazzale Prenestino dove verra' utilizzata la pista gia' esistente sul marciapiedi.

La bikelane sara' ricavata spostando il parcheggio delle macchine verso il centro della strada, in modo da ottenere la protezione della corsia dal traffico, conservarae i posti di parcheggio e restringere la Prenestina abbastanza da scoraggiare la sosta in doppia fila...

Su questa ultima affermazione qualche dubbio ce l'ho, visto che tutte le mattine sul tratto prima di Largo Telese parcheggiano in seconda fila fior di camion che comunque lasciano solo una misera corsia per le auto.

Bene, la notizia e' entusiasmante. Se unita alla realizzazione della pista sulla Nomentana, che prosegue anche se lentamente e quella della Tuscolana (della quale pero' non ho notizie fresche) la famosa ossatura radiale sta prendendo forma.

Appena in tempo, direi, per evitare che il numero crescente di ciclisti si faccia da se' la propria corsia direttamente nel traffico.

Commenti marziani? Beh... si'.

A Bruxelles vedo tante bikelane, ed in effetti se usate in maniera disciplinata smaltiscono un sacco di traffico. Per quanto relativamente tanti, sulla Prenestina e' difficile vedere (per adesso) piu' di quattro o cinque ciclisti per volta. Quindi la bikelane e' piu' che sufficiente.

Sulla bikelane al di la' delle macchine in sosta (la stessa soluzione di Porta Portese) ho molti dubbi. Non tanto di percorrenza (attenti alle sportellate dal lato destro), quanto di parcheggio sbagliato (troppo interno) e soprattutto di pulizia... come fara' l'AMA a pulire una cosa che non raggiungi con i mezzi meccanici? Questo potrebbe diventare un vero guaio, al di la' delle ottime intenzioni dei progettisti.

Inoltre sulle discese della Prenestina si va veloci, anche con la pieghevole si toccano i 30... chi avra' il coraggio di farlo sulla bikelane con le auto parcheggiate sulla sinistra? Molti opteranno comunque per la strada.

Un'ultima osservazione: secondo l'articolo la ciclabile sulla Prenestina sarebbe l'avvio della riduzione dello spazio delle automobili nella nostra citta'...

Mi vien che ridere....

Queste cose si fanno con gradualita', non si riescono a saltare le generazioni di prodotto. Infatti, malgrado i tempi storici siano piu' che maturi, tutti in Europa lo fanno, provate a parlarne con qualunque dei vostri amici "normali", ovvero automobilisti...

A Roma prima di ridurre lo spazio delle automobili, cosa che richiede un fortissimo consenso della popolazione, occorrerebbe ridurre i comportamenti criminali, ovvero l'eccessiva velocita' e la sosta sulle strisce pedonali, e quelli incivili, ovvero la sosta in seconda fila.

Gia' quella sarebbe un principio di alba, far capire a noi romani che ci sono regole che vanno rispettate.

Perfino a Roma.


martedì 4 settembre 2018

Per due rami non si blocca una pista

Ve la ricorda la barzelletta di quelli che facevano il panino con ogni ripieno e un tizio arriva e chiede un panino con due fette di elefante?

Insomma, come diceva la barzelletta: Papa' ha detto che non inizia un elefante per due fette...

Embe', stessa storia doveva valere per la pista di Viale della Moschea.

Passo e che ti trovo? L'ennesima interruzione della pista. Interruzione totale, ovvero che devi scendere in mezzo alla strada e poi risalire, specie se vai verso Viale Parioli.

E il tutto, scomodità e pericolo, perche'? Per due rami ammucchiati sulla pista che ci sarebbe voluto di meno a rimuoverli che a circondarli con il nastro di Roma Capitale.

Considerato lo stato di secchezza del legno chissa' da quanto tempo erano li'... forse si aspettava qualcuno che gli desse fuoco!

Oltretutto ci scommetterei che in realtà erano caduti sulla strada, ma poi sono stati ammucchiati sulla pista, ma forse si tratta solo di congetture malevole (a pensar male...).

Insomma, la caduta verso il basso continua, specialmente in zona moschea.

Povera ciclabilità romana.