mercoledì 30 dicembre 2015

Maledizione, ho bucato di nuovo!

Ieri, facendo shopping con la bici piegata, ho visto il commesso ha tirato dalla stessa. Visto che eravamo soli nel negozio, alla faccia della ripresa dei consumi, mi ha detto candidamente: qui si sente un sibilo. Non sarà bucata?

In effetti dal copertone stava zampillando il lattice della auto riparante.

Niente paura, faccio io, è autoriparante. Adesso la gonfio di nuovo e parte.

In realtà non ero così sicuro, ma ha funzionato, e sono tornato a casa sulla stessa ruota.
Purtroppo stamattina ho trovato la gomma totalmente afflosciata un'altra volta. Forse è arrivato il caso di cambiarla.

Però che rottura ragazzi... che forse è anche arrivato il momento di sostituire il copertone posteriore. Alla faccia di chi dice che la bicicletta non costa nulla.

Anzi, sono convinto che un'automobile alla fine costi molto meno di gomme di quanto non costi una bicicletta se usata tutti i giorni. Almeno a parità di chilometri.

lunedì 28 dicembre 2015

Smog... buone idee, pippe mentali e il blocco della doppia fila (o farla a targhe alterne)

Roma non e' Milano. Il Colosseo non e' il Duomo, ha un sacco di spifferi...

Non avremo una grande qualita' di vita, ma non siamo al centro di una pianura gigantesca circondata dai monti. Certo, siamo pieni di ... ma almeno il clima e' un'altra cosa. Poi siamo a pochi km dal mare, quindi pronti a farci ripulire l'aria da un benche' minimo zefiro o ponentino che di si voglia.

Questo non ci esime dal cercare di evitare di trasformarci in una camera a gas, ma deve anche dare un senso un po' diverso al tipo di azioni da intraprendere. Roma e' una citta' che... resisti un po' e tutto passa, tranquilli.

Questa che viviamo, 40 e passa giorni di bel tempo costante, 20 gradi a dicembre non tanto a Roma o in Italia, ma anche nel Nord Europa, e' un evento eccezionale che verrebbe riconosciuto come tale dappertutto. Accusare un sindaco di non voler strangolare un'economia gia' provata suona comunque male.

Detto questo, sarei anche io inclinato  ad un bel blocco totale, pero' queste sono cose che vanno decise a ragion veduta. E di ragioni, quelle vere, non e' che in giro ne abbia viste tante.

Pero' da bravo tecnico mi piacerebbe anche vedere cosa succede con o senza blocco delle auto. Un paio di conti, qualche grafico, la flessione attesa, etc. etc. Questo a confronto del danno economico che porta il blocco delle auto, per capire di quali cose stiamo parlando.

Allo stesso tempo, i problemi della nosra citta' sono molto piu' elementari.

Abbiamo 700 auto per mille abitanti, ma perche'? Perche' la macchina la lasciamo (non io) dove c**** ci pare. Basterebbe, e da anni lo ripeto, tagliare la seconda fila e la sosta irregolare al centro (o farle a targhe alterne!) per decurtare tra il 20 e il 30 per cento del traffico che invade la ns antica bella citta' (quella moderna, salvo poche eccezioni, fa schifo, tranquilli).

Questo e' a prescindere dallo smog, ed e' esattamente the way we do business here. E' la citta' dove i tram sono stati tolti perche' non devono permettersi di infastidire il traffico privato.

Ora in questa prospettiva le azioni da fare come cittadini sono abbastanza poche. Dal punto di vista politico (ed elettorale)  i 300 non proprietari di auto (nonne che si fanno accompagnare comprese) non riusciranno mai a circondare e a sopraffare i 700 che l'auto la hanno e intendono usarla, talvolta perche' i mezzi pubblici sono oggettivamente in condizione drammatica e mal frequentati.

Pertanto l'approccio da centro sociale adottato da certe forze politiche, o i proclami su dimezzare le auto in cinque anni mi lasciano francamente freddo e scettico.

Personalmente, se non fossi impegnato tutto il giorno ad organizzare il rispetto di tutti i regolamenti europei che contribuisco a produrre, piglierei carta e penna e scriverei alla Commissione Europea una bella lettera, su carta intestata dell'associazione, dicendo: "Cara Commissione, a dispetto della tua bella direttiva XXXX del GGMMAAAA, qui si continua a pedalare tra le polveri sottili. Non solo, ma non appare uno straccio di piano strutturale per evitare continui sforamenti, che succedono anche in condizioni di tempo normali. Perche' non vieni a dare un'occhiata"?

Ecco, magari questo non aiuta troppo sul momento, magari e' un'azione che legittima il sistema europeo che tanto ha infierito sulla Grecia, ma sul medio periodo e' enormemente piu' efficace.

Speriamo che le prossime conferenze stampa annuncino un'azione del genere.



venerdì 25 dicembre 2015

Auguri ai lettori

Cari lettori, quest'anno vi ho veramente trascurati.

È perché ho la testa altrove, soprattutto per l'aumento intollerante della pressione del lavoro in ufficio.

Come infatti leggerete dalle cronache, la pubblica amministrazione non sta aumentando gli effettivi, laddove il prepotente ingresso della normativa europea nel panorama nazionale le chiede a tutti quanti un impegno enormemente superiore non solo per fare cose nuove, ma anche per tenere a posto tutte quelle carte e cartuccelle che servono a testimoniare che le cose sono state fatte nel modo giusto.

Dall'altra parte, sono ormai nella mia maturità ciclistica, e quindi tante cose che reputavo divertenti e simpatiche, sono diventate un pochino la normalità. Direi che non ho mai pedalato come quest'anno, però la cosa non fa più notizia.

Anzi, direi che l'intera città non ha mai pedalato come quest'anno, come testimonia il continuo flusso di ciclisti che si vede sulle strade quotidianamente. Peccato che nessuno voglia veramente prendere in considerazione questo fenomeno e utilizzarlo per migliorare la qualità della vita di questa negletta capitale d'Italia.

Da questo punto di vista, il 2015 è stato l'anno del realismo. Non penso che le cose peggioreranno, ma il miglioramento sara' inevitabile ma molto lento. A Roma non abbiamo un catalizzatore e non non avremo un'esplosione di ciclismo, ma piuttosto un lento incremento dei ciclisti fino a raggiungere una massa critica.

Forse da allora le cose cominceranno a cambiare con un ritmo più sostenuto.

Il guaio di frequentare l'Europa, è che da' una misura della grande differenza che continua a permanere tra le amministrazioni pubbliche degli altri paesi e la nostra. Inoltre non mi piace parlare delle mie esperienze con la Pubblica Amministrazione italiana.

Il problema fondamentale è che l'amministrazione pubblica italiana anche quella volenterosa e onesta, è tagliata sulla cultura giuridica e non su quella organizzativa. Ovvero non privilegia il perseguimento del bene pubblico, ma il rispetto di una cornice giuridica, peraltro caotica e antiquata.

Il governo, anche quelli scorsi, cerca anche di fare qualcosa in questo senso, ma purtroppo non credo che comprenda la profondità e lo spessore del  problema.

Pochi in Italia lo comprendono, normalmente solo coloro che hanno possibilità di vedere il funzionamento di altre amministrazioni pubbliche, quali quelle inglese o tedesca. La Francia è simile a noi, ma almeno il risultato lo produce

Forse per migliorare un pochino il problema andrebbero chiuse tutte le facoltà di Giurisprudenza Italiane per 10 anni, è proibito alle persone con laurea in giurisprudenza conseguita in Italia di accedere agli incarichi di dirigenza nella pubblica amministrazione, magistratura inclusa. Ma forse neanche basterebbe.

Noi ciclisti lo vediamo nella differenza che una città come Roma rispetto ad altre città. Al di là di volontà politiche, quello che conta è che visto dall'esterno l'amministrazione pubblica romana non è in grado di applicare una politica sofisticata come quella necessaria a favorire lo sviluppo della bicicletta come mezzo di trasporto.

Pertanto, anche se ci incontrassimo tutte le settimane con il sindaco, alla fine mancherebbero i provvedimenti pratici di attuazione, come è stato chiarissimo con la vicenda del pedonalizzazione dei Fori Imperiali, o della ciclabile della Prenestina.

Insomma, auguri a tutti i ciclisti e godiamoci la bicicletta per quello che e'. Non facciamoci il sangue cattivo per quello che potrebbe essere.

Alla fine la gestione del ciclismo non è differente dalla gestione di tutti gli altri problemi nella nostra Italia.

martedì 8 dicembre 2015

Noooo, il giubileo nooooo!

Indice:
1. Pippone antivaticano iniziale
2. Parte ciclistica
3. E vaffanculo



1. Pippone antivaticano iniziale
Quante citta' pagherebbero per avere il Vaticano e il Papa? ... e infatti noi paghiamo, eccome. Lo Stato italiano paga, il cittadino romano paga, e andrebbe visto si quello che paghiamo e' compensato dalle entrate turistiche, da sempre.

Noi Romani paghiamo, anche se qualcuno ne trae benefici aiutando a manovrare i quattrini che passano attraverso il Vaticano. Per esempio quelli che si pappano ricche case al centro in affitto a prezzi stracciati, oppure quelli che ci massacrano di immigrati per poi cooperare per assisterli male (e tenersi la maggior parte dei soldi).

Visto che oltretutto gia' paghiamo tutto, e' da parecchio tempo che penso che il territorio del Vaticano andrebbe alla fine annesso alla Repubblica Italiana. L'indipendenza garantita era all'epoca di Cavour, quando il papa era anche re, e gli si volle garantire un ultimo, seppur limitato, spazio di sovranita'. E soprattutto il papa faceva parte dei sovrani italiani.

La cosa e' andata bene finche' i papi sono stati italiani, ma ormai questo e' il terzo papa straniero in fila. Ma perche' dovremmo lasciare un pezzo di territorio italiano sotto la sovranita' di un monarca straniero? Come minimo dovremmo fare come i Francesi a Monaco. Si, vabbe', c'e' il principe, ma lo stato e' diretto da un governatore francese. Punto.

Detto questo, 'sto papa, che pur presenta interessanti sprazzi di novita' (per essere un papa, ovviamente) ci ha dichiarato un giubileo a tradimento. Con la citta' in ginocchio e l'ISIS alle porte.

2. Parte ciclistica
Francesco e' stato poco accorto. Il breve preavviso, peraltro in un paese gia' alle prese con l'Expo, non ha permesso di lanciare alcun piano di ammodernamento delle infrastrutture. In compenso la prospettiva di gestire qualche centinaio di milioncini  ha avuto nn poca parte nella defenestrazione del nostro sindaco e la sua sostituzione con un commissario (molto?) peggio.

I fatti di Parigi hanno gettato un'altra ipoteca sulle folle oceaniche che avrebbero dovuto convergere a chiedere misericordia a Roma. Non e' detto che vi siano afflussi in misura superiore a quella solita.

D'altra parte non e' che qui si stia facendo nulla di eccezionale, a meno che riasfaltare Via Marsala e Piazza dei Cinquecento possano essere considerate opere giubilari. E anche gli interventi sulle Metro sono solo un fatto dovuto per tenere in esercizio quel poco di ferro che abbiamo, attivita' per troppo tempo neglette da un'ATAC che e' una delle vergogne di Roma, mi perdonino le brave persone che ci lavorano.

Per il resto neanche una linea del tram in piu'. Nada de nada. Andato via il Sindaco la ciita' appare tronca.

Beffa delle beffe il GRAB. Infilato a tradimento tra le opere del giubileo, (ma forse si intendeva quello del 2025) non se ne sa piu' nulla. Rimane un sivabbe', tra le risatine degli anticiclisti.

Noi ciclisti quotidiani non possiamo che apprezzare la desanpietrinizzazione di vaste aree dell'Urbe, che appare l'unico concreto miglioramento della nostra condizione di invisibili (agli uffici tecnici del Comune).

3. E vaffanculo
E vaffanculo.


giovedì 3 dicembre 2015

Bibiana la santa che funziona

Percorro il tunnel di Santa Bibiana tutti i giorni che vado in ufficio con la bicicletta. Sin dall'inizio, lo sapete bene, non ho risparmiato le giuste critiche all'opera, in particolare il fatto che la linea e continua e non tiene conto che qualcuno, come me e bike Diablo, alla fine del tunnel gira a sinistra verso Castro Pretorio. Però riconosciuto che la corsia ciclabile, chiamata pista ciclabile, evidentemente funziona. Funziona al di là di ogni ragionevole previsione.

Ieri, per la prima volta, sotto il tunnel si era formato un ingorgo, a causa di una restrizione su via di San Lorenzo.

Bene, la pista ciclabile era sgombra, malgrado le macchine fossero tutte compattate in un ingorgo. Non solo le auto, ma anche gli scooter evitavano di imboccare la pista ciclabile, segno di una maturità che non avrei mai sospettato.

Segno anche che la configurazione scelta, ovvero la linea bianca rinforzata da quei segnali verticali (che non so come si chiamano) funziona e protegge dalle macchine che circolano.

Ben differente, probabilmente, e'  la protezione dalle macchine che intendono parcheggiare. Da quelle, in genere, non c'e' protezione che tenga.

Di questa esperienza dovrebbe fare tesoro l'amministrazione comunale. Infatti la corsia ciclabile può essere fatta ma evidentemente deve essere rinforzata da qualche borchia o prezzo equivalente, in modo da rinforzare negli automobilisti l'idea di separazione del traffico.

giovedì 12 novembre 2015

Modalita' del blocco auto di domenica 15 novembre

Vorrei protestare in maniera energica per come si annuncia il blocco delle auto nella giornata ecologica del 15 novembre prossimo.

Infatti la modalita' di blocco da selezionata ha il duplice effetto di ostacolare chi intende godersi la domenica fuori citta', in quanto il blocco inizia alle 7 e 30, e costringe chi vuole uscire dalla citta' a prepararsi piu' o meno allo stesso orario dei normali giorni lavorativi… e comunque chi esce dalla citta' per una scampagnata  non potra' farvi rientro  prima delle 19 e 30, a buio gia' inoltrato, dopo 12 ore di assenza, invece delle solite 8.

Al tempo stesso chi si vuole godere la citta' per una volta libera dalle auto, si trovera' di nuovo immerso nel traffico dalle 12 e 30 alle 16:30 (quindi quasi fino al tramonto), quindi nelle ore piu' belle e calde della giornata, con tutti gli inconvenienti che ne derivano, non ultima l'impossibilita' di portare figli e nipoti a godersi la citta' senza l'onnipresente presenza delle auto.

Non solo, ma questo orario non e' mai stato applicato prima a Roma, per gli evidenti inconvenienti di cui sopra, che vanificano il godimento della domenica a fronte della rilevante limitazione della liberta'.

Le chiedo quindi di variare al piu' presto la relativa ordinanza per riportarla agli orari tradizionali, tipicamente dalle 10 alle 18, in modo da godersi la citta' senza auto come una festa, oppure di uscire comodamente dalla stessa senza orari estremi. Come abbiamo sempre fatto qui a Roma.

Distinti saluti
Luca Valerio Falessi
Roma Ciclista

martedì 3 novembre 2015

Me la fate dare una buona notizia, anzi due?

In mezzo a tale disastro una volta tanto vorrei dare una buona notizia. 

Infatti se è vero che sulla Prenestina della bike Lane non vi e'nemmeno l'ombra,è anche vero che la Prenestina è stata tutta ri-asfaltata e adesso puoi andare da Porta Maggiore fino a  viale della Serenissima senza neanche provare un sobbalzo di sellino 

Era tanto che non ci si divertiva così... oltre al confort della prostata la velocità è cresciuta in maniera quasi incredibile, è i ciclisti filano tutti allegri e contenti.

Anzi, direi che il numero dei ciclisti in crescente e vorticoso aumento,  tanto che ormai è difficile non percorrere la direttrice senza avere in pista almeno un'altra bicicletta. Sia la mattina che al ritorno dall'ufficio.

I ciclisti che vedo passare sono di tutte le razze (di ciclisti): dagli elettrici alle fanciulle su 28 super veloce, a noi barzottelli con le pieghevoli, fino ai ragazzotti universitari sempre in tiro e sempre velocissimi, da vergognarsi per quanto (loro) corrono...

Ma insomma, una buona notizia e' una buona notizia e quindi dobbiamo rallegrarci. Ragazzi ... sulla Prenestina si pedala bene perché è stata tutta riasfaltata.

La seconda e' che i il numero dei ciclisti continua a crescere, malgrado  la carenza di infrastrutture per la ciclabilita'...

NOTA: Post ecologico scritto senza occhiali







giovedì 22 ottobre 2015

Beffa Praenestina

Il Sindaco se ne va, ma rimane la beffa Praenestina, ovvero l'assenza di corsia ciclabile "tra Porta Maggiore e il GRA".

Insomma, gran parte della Prenestina e' stata rifatta, ma della famosa corsia ciclabile neanche l'ombra... o meglio, l'ombra ci sta, ma ovviamente solo quella. E se l'ombra ci sta e' solo perche' ai ciclisti viene lasciato il tratto senza asfalto rinnovato.

La foto che vedete mostra chiaramente la situazione, peraltro i  uno dei tanti posti della Prenestina dove sarebbe possibile fare una bella pista, non una semplice corsia, direttamente sul marciapiedi. E piu' non aggiungo.

Per quanto riguarda la corsia ciclabile, dalla foto si vede chiaramente che tre corsie non si ricavano a meno di non eliminare il parcheggio.

Basterebbe allora togliere una decina di cm alle due corsie esagerate che stanno al centro e sulla sx della Prenestina ed aggiungerle alla corsia cilabile, et voila' la parte delle bici sarebbe fatta.

Per quanto riguarda la Prenestina bis, che non arriva al GRA peraltro, ha un bellissimo marciapiedi ciclabilissimo, basterebbe dipingerlo di rosa, proprio come avviene in Belgio...  basterebbe volerlo.

Insomma, i soldi non ci sono, ma due linee in piu' per terra si possono fare, e cosi' rendere ciclabile ad uso promiscuo il marciapiedi della Prenestina bis. Non costa soldi, basta volerlo.

sabato 10 ottobre 2015

Adios Marinos!

Tanto tuono' che piovve, e alla fine, con i "suoi" partiti che lo hanno sfiduciato, il nostro Sindaco ha dovuto mollare. Proprio adesso che qualche risultato si cominciava a vedere. A parte un breve lasso di tempo durante il quale puo' ripensarci, ma a quale pro?

Purtroppo sin dall'inizio tutti ci eravamo resi conto che il Sindaco appena eletto, pur essendo una brava persona, e determinato nel conseguire obiettivi di tutto rispetto quali il risanamento del bilancio, non aveva impostato nulla che potesse suonare come un miglioramento ragionevolmente veloce delle condizioni di vita dei Romani. Una rinascita civile prima che funzionale e materiale della citta'

Si e' comportato piu' da assessore al bilancio che da sindaco, peggio: ha appeso un cartello con scritto su: "Non disturbate il conducente"... senza peraltro far capire bene dove stessimo andando e a che punto della strada, mese dopo mese, fossimo.

Che poi abbia fatto anche grandi cose, in particolare resistito al malaffare e messo a posto varie altre questioni che affliggevano la capitale conta, certo. Purtroppo ma non e' riuscito a conquistare la fiducia dei Romani, quelli che tuti i giorni escono di casa per andare a lavorare, e la sera ci devono tornare.

Non li ha fatti sognare, non li ha fatti sperare in un miglioramento delle loro vite difficili. Non le' stato capace di unirli nella realizzazione di  un programma che partendo dalle attuali miserie e difficolta' promettesse miglioramenti concreti trasformando Roma in una citta' civile.

Ci ha messo troppo tempo a cominciare a reprimere tutti quei comportamenti incivili che la maggior parte dei Romani detesta, ma che vanno tanto di moda tra quei prepotenti che pretendono di essere la vera Roma. Che Roma e' sporca soprattutto per i comportamenti incivili di tanti romani, l'ha dovuto sussurrare il nuovo presidente dell'AMA, un sindaco avrebbe dovuto sin dal primo giorno tirare le orecchie ai cittadini indicando esplicitamente le abitudini incivili (Guardatevi i filmati di De Luca a Salerno).

L'apertura della linea C e' stata una cosa fatta bene, ma ha aiutato solo chi abita sulla Casilina, in quanto non connessa con il resto della rete. Per il resto l'ATAC non ha fatto altro che peggiorare, e mai si e' sentita la voce del sindaco in persona tuonare contro l'azienda, per far prendere, ad esempio,  quelle misure "a costo zero" (p.e. le corsie preferenziali) che all'inizio sono impopolari, ma poi la gente le capisce bene.

Perche' diciamocelo: l'Amministrazione puo' fare alcune cose, ma la citta' e' vivibile se i cittadini si comportano in modo civili e gli incivili vengono puniti per le loro azioni. E solo noi cittadini potevamo difenderlo dai poteri che stava andando a disturbare.

Anzi, ha anche allarmato tutti quando ha detto che voleva fare di Roma una citta' accogliente, quando sappiamo che il recupero di Roma passa, anche e inevitabilmente, per l'allontanamento di tutta quella massa di senza fissa dimora che vengono ad accamparsi nella nostra citta'. Oppure a dire che voleva dire basta ai campi nomadi, cosa che avrebbe riscontrato il favore di tutti, ma non semplicemente cacciando gli occupanti, ma sistemando gli stessi nelle case popolari, cosa che ha fatto imbestialire il 147% di coloro che paga le tasse comunali...

E in ogni caso non ha mai tirato le orecchie alla Procura dicendo: non possiamo avere una citta' sicura se ogni volta si arresta un delinquente me lo rimettete subito fuori. Questo e' il motivo per cui tanti borseggiatori, ladruncoli etc. tormentano e continueranno a tormentare questa citta',  tanto che ormai e' diventato poco sicuro anche lasciare la bicicletta nel box auto... Non sara' competenza del Sindaco, ma se la citta' e' una jungla si vive proprio male.

Dulcis in fundo 'sto cazzo di attaccamento al papa, la cui caratteristica e' soprattutto quella di ragionare in modo piu' vicino ad una persona di buonsenso. Buon per lui, ma noi che siamo uno stato e non una chiesa dovremmo saperci difendere da soli... Farsi pure sputtanare dal Papa e' veramente dura! Ma sai i vaffa che gli avrei mandato io.

Infine noi ciclisti

Noi ciclisti siamo forse il paradigma di questa situazione. Blanditi da una campagna elettorale fatta (anche) in sella alla bicicletta, e cmq con tante allusioni ad un futuro radioso, alla fine ci siamo trovati con due anni di nulla  assoluto, anzi, anche qualche passo indietro come il ripristino della circolazione automobilistica su Viale del Giardino Zoologico senza tenere conto che quell'arteria fa parte della pista ciclabile che unisce Villa Ada a Valle Giulia... diciamocelo, peggio di Alemanno, che cmq ha allungato l'orario di utilizzo della metro per i ciclisti.

In queste condizioni, la comunita' ciclistica ha continuato a vedere il bene fatto da Marino, seppure con un crescente senso di tradimento,  anche dovuto al totale disinteresse del primo assessore,  Improta,  e per la non impostazione di una struttura tecnica in grado di imporre una infrastruttura ciclabile nei lavori che via via venivano fatti (ultimo caso la Prenestina)... e ancora una volta per la blanda azione di repressione dei comportamenti pericolosi su strada, lasciata a Clemente, e non diventata la battaglia del Sindaco... che in due anni avrebbe portato a risultati clamorosi, e avrebbe potuto essere rivendicata da sindaco come passo verso il rinnovamento.

Invece niente, fino all'ultimo insulto di avere un assessore come Esposito... sembrava di essere tornati ai tempi di Cutrufo.

Se da ciclista grossi rimpianti non ne posso avere, sono pero' incazzato perche' al di la' degli scontrini, che non ho capito cosa sia successo, la crisi e' cmq al buio. Di candidati nuovi non se ne vedono, e cmq io avevo votato per questo, e non per il PD romano (che e' venuto fuori un partito ufficialmente marcio)  e tantomeno per SEL  perche' sfiduciarlo (a parole, avrei voluto vederli a votare contro sul serio)? Per far piacere a Renzi? Proprio mentre la politica di medio termine qualche risultato cominciava a darlo? E quanto staremo fermi adesso, un altro anno tra commissariamento, elezioni, forma la giunta etc. etc.?

Infine due particolari menzioni:

M5S: a criticare e pipincare dal di fuori sono buoni tutti, anche il sottoscritto. Pero' M5S non contribuisce a sostenere la legalita' dal dentro, lo si e' visto quando ha rifiutato l'offerta di Bersani, e si e' rifiutata di appoggiare Marino, magari con un cambio di maggioranza che avrebbe fatto molto bene alla citta'. Cosi' non va bene, continuate a fare parte del problema, e non della soluzione.

Destra Romana: dopo 5 anni di disastro e disonesta' dell'Amministrazione Alemanno (in combutta con altri) come si fa a riproporre la Meloni, sua attuale compagna di partito? Ma ce l'avete una persona  che sappia come funzionano (dovrebbero funzionare)  le citta' moderne o torniamo al secondo raccordo anulare, la pista da sci a Ostia, al GP di Formula 1 e alla mobilita' tutti in automobile pure ai Fori? E andiamo, su...

giovedì 1 ottobre 2015

Adios Sampietrinos!



Forse il maggior contributo alla ciclabilita’ la giunta Marino lo sta dando involontariamente, con la rimozione dei sampiterini dalla maggior parte delle strade di Roma.


Finalmente, era ora!


Il sampietrino e’ uno dei fondi peggiori per una pavimentazione cittadina, superato in peggio solo dai “tavelloni” (ma come li chiamano li’?) milanesi, che quello che qui ti fa il sampietrino alla bici, la’ il tavellone lo fa al bus…


Insomma, per quello che so della mia esperienza auto/moto/ciclomobilstica, il sampietrino e’ viscido con la pioggia. L’accoppiata sampietrino/striscia bianca e’ addirittura micidiale, basta guardarla, neanche passarci sopra, per rischiare il capitombolo.


Inoltre, anche nelle sue migliori condizioni, e’ terribilmente ruvido… ma vi ricordate la pista del Tevere prima che la ricoprissero di asfalto? ogni volta che ci passavi con una bicicletta normale, poi ti toccava l'ecografia della prostata.


Ma per il ciclista il guaio del sampietrino non e’ tanto la sua scivolosita’, e nemmeno la ruvidita’, ma la sua incompatibillita’ con il traffico pesante. Gli estimatori del sampietrino credono sia una virtu’. E’ eterno, dicono.


Concordo… ma perche’ e’ eterno? Perche’ distrugge tutto quello che c’e’ in giro oltre a lui: il veicolo, la terra su cui e’ piantato, gli edifici attorno. E il ciclista in particolare, a meno di non andare con la mtb full.


Dall’asse Via Po/Via Tagliamento fu tolto di corsa quando ci si accorse che prendeva in consegna le botte dei bus e, a parte quel po’ di energia che disperdeva nel disconnettere la strada, le restituiva intatte ai palazzi circostanti.


Quel po’ di energia di cui sopra serviva proprio per aumentare la disconnessione, le buche e quindi l’energia delle botte che i bus davano (e passeggeri e palazzi prendevano).


La ricopertura di sampietrini di Via Nazionale e’ ancora famigerata. Personalmente e’ una strada che percorro molto malvolentieri proprio per i sampietrini, oltre che per la disposizione micidiale delle corsie preferenziali, e cmq solo in salita.


In discesa, anche all’indomani del rifacimento, sei costretto a moderare la velocita’ (bici, non moto) per non rischiare di perdere il controllo. E non e’ l’unica strada in quelle condizioni. Ultimamente poi, forse a causa della rarefazione di appropriate maestranze, si trovano ampie aree di sampietrini “sciolti”, che nessuno rimette in sesto… un po’ come un grande acciottolato… insomma sempre peggio.


Sono eleganti e il simbolo di Roma… embe’, proprio della Roma fancazzista, direi, o meglio di quella che non deve produrre per vivere. Adatti per  le strade pedonali, o cmq non percorse dal traffico pesante. Per i posti monumentali… li’ nulla osta, ovviamente.


In ogni caso sarebbe stato possibile fare una cosa che Rutelli aveva pionierizzato, e si trova ancora su Via Po: rifare la strada in asfalto, ma lasciare accanto a ciascun lato circa 50 cm di sampietrini (zona tombino, per intenderci), che mantiene un tocco di eleganza a romanita’, senza per questo attentare alla nostra vita.


Credo pero’ che questo sia un sistema troppo raffinato per i ns attuali governanti, e che in caso di scavi fognari o bandalargari, obblighi la ditta scavatrice a dotarsi di sampietrinista… per carita’! Dovessimo togliere qualche centinaio di euro alla decina di milioni di liquidazione del CEO...


However...

Adios Sampietrinos me no te rempianjeros!

martedì 29 settembre 2015

VIBP non voglio affidarmi all’ATAC

Nota: pubblicato oggi, questo post e’ stato scritto un paio di giorni prima che si scatenasse la crisi della  metro…  


Supponiamo di fare un sondaggio sulle ragioni per prendere la bicicletta per spostarsi a Roma, cosa mettereste al primo posto?

  • la velocita’?
  • la simpatia?
  • la salute?
  • il rispetto per l’ambiente?
  • la visione sui monumenti?

Puo’ darsi, ma la vera ragione, quella piu’ pregnante e’:

“ RENDERMI INDIPENDENTE DALL’ATAC”

Per fortuna non mi capita spesso di essere costretto a prendere il mezzo pubblico, ma quando capita ho sempre la sensazione di una catastrofe imminente. Una catastrofe dalla quale non ti puoi sottrarre in nessun modo, se non altro perche’ il mostruoso deficit acumulato ogni anno lo ripaghiamo con fior di tasse.

Il vero problema dell’ATAC non e’ poi la lentezza dei mezzi, ma l’inaffidabilta’ del sistema nel suo complesso, concepito per far spostare gli indigenti a costo quasi zero, ma non per costituire il supporto necessario ad una citta’ attiva e produttiva.

In questi giorni, a causa di un attacco di influenzetta di fine estate, ho dovuto pendere il tram...

due giorni fa:
  • andata, attesa 0, ma percorso di 40’ invece dei soliti 25/30. Motivo sconosciuto, il tram andava piano…
  • ritorno piu’ complesso… rimedio una moneta da due euro per il bigiietto… arrivo alla emettitrice n. 568, quella del capolinea del 5 a Termini. Infilo la moneta ma il biglietto non si vede. Il banchetto delle SIM Lycamobile li’ accanto dice “Non funziona”. Non funziona, non c’e’ scritto, ma i soldi se li tiene!
  • Chiamo il numero di segnalazione dei guasti. Ovviamente disco per 5 minuti, poi riattaccano buttandomi fuori… annate a quel paese
  • Il tutto mi fa passare il tram appena arrivato. Sulla linea del tram le paline segnaletiche non ci sono, “tanto il tram e’ molto frequente”. L’altro… arriva dopo un quarto d’ora. E’ chiaro che non tutti i ritardi sno colpa di ATAC, ma il non segnalarli in modo da consentire di prendere decisioni tempestive si!!
  • Insomma, alla fine salgo senza biglietto su di un tram stipato, dietro al quale ne arrivano rotta di collo altri tre… peccato che non lo si veda sulle paline, quindi uno alla fine prende il primo che passa. Per fortuna tra i pax c’e’ cortesia e rispetto, il che aiuta non poco.

ieri:
  • andata, attesa lunghetta, ma il tram si muove a passo di lumaca, 45’ invece dei soliti 25 / 30. Tanto che mi lamento (un po’ piccato) con il tramviere e quasi finisce male.
  • ritorno: attesa lunga, 5 limitato a Largo Preneste,  tram superaffollato. A bordo mi spiegano che nel pomeriggio c’era stato un lungo blocco a causa della mancanza di alimentazione elettrica, e che il servizio era appena ripristinato. Sono stato fortunato, dopotutto.

oggi:
  • miracolo, sto seduto e scrivo la seconda parte di questo post. Il tramviere ha appena dato della merda al vigile perche’ non ha detto niente ad un pedone che ha attraversato di fronte al tram in movimento con il semaforo rosso… beh, ha ragione. Cmq guida veloce, la differenza si sente, eccome. (ripenso a quello xxxxx di ieri).
  • Parlato troppo presto. A Porta Maggiore il tramviere (che evidentemente andava veloce perche’ lui aveva fretta) scende dal tram e ci lascia da soli in attesa del cambio. Che non avviene direttamente alla fermata, ma il rimpiazzo si presenta almeno 1 minuto dopo… non tantissimo ma quanto basta per farci perdere il brevissimo semaforo di Porta Maggiore. Piccole cattiverie nei confronti dei trasportati. Tanto mica possiamo cambiare azienda. Niente in confronto a quello che ho visto fare talvolta sulla metro, con il metraio che ci mette 20 secondi, sotto gli occhi dei pax stipati, per passarecamminando piano piano piano piano  dall’ufficio alla cabina di guida.

Insomma, per concludere: il problema di ATAC non e’ tanto la qualita’ media del servizio, ma il fatto che quando le cose vanno male, e lo fanno con una certa frequenza, ti saltano tutti i piani, magari con il raddoppio dei tempi di percorrenza, o addirittura il nulla… infatti, io sto in una posizione privilegiata e cmq con un 50 minuti a piedi a casa ci torno.

Ma basta pensare a cosa e’ successo la scorsa estate con la Roma Ostia o la Metro B!

E in tutto questo il povero pax non puo’ fare nulla se non ricordarsi che paga, oltre al prezzo del viaggio, anche un sacco di soldi per tenere in piedi una struttura che distrugge ricchezza, non solo quella che si mangia, ma lo spreco del tempo di chi la sceglie come mezzo di trasporto.

VIBP non voglio affidarmi all’ATAC.

martedì 22 settembre 2015

Prenestina bis... ovviamente manca (per adesso?) la corsia ciclabile

Quando dico che la settimana della mobilita' sostenibile e' una presa in giro bene orchestrata, mi riferisco proprio a questo genere di cose.

L'altro ieri il sindaco ha inaugurato la Prenestina bis, ma di corsia ciclabile nemmeno l'ombra, almeno nel tratto Serenissima-Porta Maggiore, a proposito della cui fattibilita avevo gia' espresso vari dubbi.

Non solo manca, ma e' anche mancato qualunque annuncio, almeno stando a quanto riportato da varie fonti, sulla sua futura aggiunta.

Lascia sperare il fatto che vi sia una tranche di lavori (completamento) per meta' novembre, e forse  potrebbe anche includere la corsia.

Riporto qui sotto quello che diceva il CdS edizione romana, il 15 luglio scorso:


Pista ciclabile e collegamento con Prenestina bis
Per la sola Prenestina l’investimento è di 3,3 milioni di euro con interventi per il risanamento strutturale della pavimentazione stradale sia a livello profondo, con il rifacimento anche del fondo sotto l’asfalto che in superficie. Saranno utilizzati 24 uomini e 19 mezzi, divisi in 4 squadre per ogni turno lavorativo notturno, mentre per i marciapiedi ci saranno 7 uomini e 3 mezzi. «Su sollecitazione delle associazioni dei ciclisti faremo la bike line, ossia la pista ciclabile in promiscuo, da Porta Maggiore a via Togliatti lunga 4 km, come avviene nelle più grandi Capitali europee - ha detto Pucci -. Oltre a questo è pronto il collegamento con la Prenestina bis, che darà la possibilità agli automobilisti di raggiungere il raccordo anulare in pochissimi minuti»

Per fortuna che l'ha detto Pucci e non Esposito.

Non sarebbe il caso di cominciare a chiedere qualche conferma?

domenica 20 settembre 2015

Noo, la settimana della mobilita' sostenibile noooooooo...

Nella serie di grandi tormentoni che ci tocca subire, volevo ri-fare un post sulla candidatura alle  Olimpiadi.(rileggetevelo, da sganasciarsi...) ma mentre mi accendevo a scriverlo ho scoperto invece che sta arrivando (di nuovo)  la settimana della mobilità sostenibile.

Ci tengo a precisare che io non ho nulla contro la mobilità sostenibile, tanto è vero che tutti i giorni vado in ufficio in bicicletta. E quando non uso la bicicletta è perché uso il mezzo pubblico.

Pero’ trovo insopportabile l’ipocrisia italiota che permea il tutto. 

E’ chiaro che al Ministero dell’Ambiente il compitino lo fanno, ne spiegano i vantaggi, l’uso della bici, tutto bene signora maestra. Poi, passata la festa e gabbato lo santo, non ci pensano proprio a fare nulla per far espandere effettivamente l’uso della bici, anche perche’ le mani sulle leve del potere, per esempio il CdS, continua ad avercele il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, e quindi neanche il SUEB (Senso Unico Eccetto Biciclette) riusciamo ad ottenere.

Quindi il prossimo convegno sulla mobilita' sostenibile dovrebbe intitolarsi: “Dite dite, ma poi perche' non fate un cazzo?” (per dire molto poco, quasi niente). A quello si' che mi piacerebbe partecipare

Poi a Roma la cosa e’ ancora piu’ tragica. Infatti la mobilita’ sostenibile va bene per chi una mobilita’ ce l’ha gia’.

Invece a  Roma quello che manca non è la mobilità sostenibile, ma la mobilità tout-court. Ovverosia il romano quando deve spostarsi da A a B normalmente ci mette dal doppio al triplo del tempo di qualunque altra persona che abiti in una capitale europea, e comunque non sa mai con precisione quanto ci metterà, e questo e’ un grosso stress e una grossa inefficienza. Una condizione è assolutamente incompatibile con una nazione che per mantenersi al passo con gli altri deve essere produttiva ed efficiente.

Quindi sarebbe il caso, qui a Roma, di celebrare non tanto una settimana della mobilità sostenibile, ma una settimana della mobilità a Roma. Capire quali sono i nostri problemi e cercare di aggredirli.

In realtà noi sappiamo bene quali sono i nostri problemi: innanzitutto l’ATAC, Perché in una città come Roma mobilità sostenibile significa sempre e comunque trasporto pubblico.

L'inefficienza e il palese menefreghismo verso il cittadino dell’ATAC è un po' la madre di tutti i problemi, anche peggio della onnipresenza delle auto, che in qualche modo ne e’ una conseguenza.

Facciamo un esempio: mentre la presenza delle auto può essere invocata come causa del malfunzionamento del trasporto di superficie, per quanto riguarda le metropolitane e le ferrovie leggere in fatto di inefficienza l’ATAC fa tutto da sola, e vediamo bene con quali risultati.

Basta che una delle due linee principali, la A o la  B abbiano un malfunzionamento per generare disservizi clamorosi… Clamorosi in termini di quantità di persone lasciate a terra e di tempo necessario per effettuare gli stessi itinerari percorsi dalla metropolitana con mezzi alternativi. Quindi che ci piaccia o no la mobilità sostenibile a Roma significa soprattutto metropolitane e ferrovie.

Solo dopo, a grande distanza, possiamo avere i tram gli autobus e infine le biciclette.

Non va inoltre trascurato lo stato di perenne deficit dell'Atac, che sottrae enormi ricchezze alla città. Anche lì si tratterebbe di capire perché perda  tutti quei soldi ogni anno, e se proprio non è in grado di raggiungere il pareggio economico, provvedere ad alzare il costo degli abbonamenti (i biglietti costano già abbastanza).

Purtroppo, invece di discorsi realistici e seri, la settimana della mobilità sostenibile diventa una specie di kermesse da centro sociale, con la messa fuori di idee difficilmente in grado di risolvere i problemi seri di questa citta’. Anzi, magari mettendo in dubbio la necessita’ stessa delle metropolitane.

Infatti anche quelle città che hanno adottato modelli di mobilità sostenibile molto orientati all'uso della bicicletta, lo fanno sopra un robusto scheletro di metropolitane  e ferrovie che fanno la maggior parte del lavoro. Scheletro che da noi e’ ancora a meta’, ma che occorrera’ completare (completamento linea C, linea D, chiusura dell’anello ferroviario).

E non si puo’ neanche dire che i Romani siano inesorabilmente attaccati alla propria auto. Sono piuttosto attaccati alla mobilità. Infatti una gran parte dei Romani è transitata allo scooter quando questo mezzo ha mostrato un affidabilità e una comodita’ accettabili, in grado di gareggiare con quello dell'auto. Buone metropolitane ben gestite sarebbero il principale incentivo a lasciare l’auto.

Insomma a Roma dovremmo cominciare a parlare di mobilità sul serio, tenendo presente che una mobilità che non soddisfa i bisogni della popolazione, comunque non è sostenibile.

Solo un buon sistema di trasporto pubblico puo’ soddisfare i bisogni di una capitale, deve essere  basato sulla metropolitana e le ferrovie urbane, uniche in grado di trasportare abbastanza gente a velocita’ accettabili.

Altrimenti i singoli continueranno a fare del loro meglio per risolversi il problema, da soli, con auto, scooter. Anche qualche bicicletta, certo, ma poche poche in percentuale.

In fine un grido: ARIDATECE TOCCI

domenica 13 settembre 2015

Ma ci conviene proprio sputtanare l'assessore?

Una delle cose che sin dall’inizio della mia avventura ciclistica mi ha stupito e’ l’apparente incapacita’, da parte delle associazioni cicistiche di instaurare un rapporto serio con l’amministrazione comunale. 

Sicuramente in gran parte dipende dalle caratteristiche delle amministrazioni romane, veramente molto peculiari, ma questo e’ un dato di fatto, quindi ai fini pratici lamentarsene e’ inutile. Piuttosto anche noi ciclisti dovremmo lavorare un po’ di piu’ da questa parte della barricata per divenire interlocutori affidabili.

Ora, c’era proprio bisogno di sputtanare l’assessore Esposito? Dico, trascrivere le cose dette off records non ti rende simpatico alla controparte, specie quando ne lede gravemente la credibilita’. Capisco la rabbia a sentire dire certe cose, ma un negoziatore dovrebbe rimanere in qualche modo freddo...

E visto ce la controparte “forte” rimane lui, siamo noi che ce la prendiamo nel secchio, senza riuscire a capitalizzare neanche un pochino la congiunzione astrale di un sindaco che fa campagna elettorale in bicicletta e un ministro che arriva al Ministero sempre in bicicletta e per di piu’ contromano…

Ma tant’e’... il mondo ciclistico romano (ma credo anche quello nazionale) dovrebbe interrogarsi seriamente su questa perdurante mancanza di risultati concreti, e specialmente in un momento nel quale gli utenti della bicicletta stanno aumentando vertiginosamente.

Secondo me le cause sono proprio nella sostanziale disorganizzazione della rappresentanza e nella incapacita’ di capire le ragioni della politica e i meccanismi dell.amministrazione. Vedo di spiegarmi.

Nessuna influenza politica
Innanzitutto il mondo ciclistico non esprime un pacchetto di voti "mobile". Quindi al mercato dei voti non valiamo nulla. 

La maggior parte dei ciclomobilisti e’ gia’ orientata al centro sinistra, e questo stiamo vedendo che non ci aiuta proprio. Infatti le amministrazioni di destra non vedono il punto di ascoltare loro nemici, quelle di sinistra danno per acquisiti i relativi voti. E quindi il nostro potere contrattuale, gia’ di per se’ scarso, praticamente si annulla. Perche’ scontentare automobilisti per accontentare ciclisti che gia’ votano per noi? O che comunque non ci voteranno mai?

La prima cosa che dovremmo fare e’ compattarci in una formazione apolitica capace vendersi al miglior offerente e ad avere persone di riferimento nelle proprie liste, o addirittura abbastanza seria e strutturata da fare una lista civica, sia per misurare la forza reale, che per apparentamento nel caso di ballottaggio.

Inoltre una formazione seria puo’ fare conferenze stampa e avere accesso ai media e divenire un interlocutore credibile, o un critico feroce e serio delle giunte comunali. Quindi l.assessore deve stare manzo.

Vie legali
Un’altra cosa che e’ mancata in questi anni e’ stata la capacita’ di adire alle vie legali, ovvero di sfruttare quelle strade che la legge sulla pubblica amministrazione mette a disposizione del cittadino per controlloarne l’operato.

Un’associazione in grado di bloccare lo svolgimento di una gara o la realizzazione di una strada in quanto manca la doverosa pista ciclabile, richiesta dalla legge, fa paura a qualsiasi amministrazione pubblica. 

Ora io non credo che le battaglie a colpi di carta bollata servano piu’ di tanto, ma in qualche caso sono l’unica arma a disposizione per contrastare l’arroganza di certi personaggi.
Per fare questo occorrono fondi e conoscenze, ovvero serve un’associazione seria.

Maggiore unita’ d’intenti
Siamo ancora troppo divisi, ma soprattutto non cerchiamo un accordo tra di noi. Basti vedere come sia stato criticato da tanti ciclisti il GRAB, del quale sono noti i limiti, ma che comunque avrebbe dato un ulteriore impulso alla ciclabilita’ cittadina. Insomma, abbiamo una meta comune, possibile che dobbiamo sempre litigare tra di noi.

Un po’ di stile non guasta
Mica che si debba partecipare agli incontri in blazer, ma un po’ piu’ di attenzione alla forma ci dovrebbe essere. Altrimenti ci prendono sempre per prodotti dei centri sociali, persone fuori dal ciclo economico, e quindi sostanzialmente ininfluenti. Purtroppo un po’ e’ cosi’, i ciclisti nelle alte sfere non si abbassano ad aiutarci, pero’ dovremmo far vedere che usa la bicicletta anche il ceto prosuttivo e impiegatizio.

Roma non e’ Amsterdam
Anche se molti di noi frequentano paesi ad altro tasso di ciclabilita’, a Roma la stragrande maggioranza degli abitanti non crede che una citta’ ciclabile sia piu’ bella ed efficiente. 

E’ una realta’, siamo ancora in minoranza, quindi dobbiamo rosicchiare spazi, piuttosto che andare allo scontro frontale con gli automobilisti, proprio per allargare la base dei consensi. 

Solo in questo modo potremo finalmente volgere la politica a favore della bicicletta e cominciare ad ottenere operare che mirino a riconquistare spazi. Senza pero’ farci troppe illusioni, il problema romano non e’ la circoalzione, ma il parcheggio. E secondo me  quello li’ il problema e’ molto piu’ serio

Troppe primedonne
No comment. La cosa e’ purtroppo evidente, troppi sposano la causa ciclistica per autopromozione, e non ciclopromozione…

Basta con gli incazzati
In Italia tutti si incazzano e finiscono per fare le fatidiche tre fatiche. Anzi sono incazzati di loro e cercano una scusa  per fare finta che dipenda da qualcuno o qualcosa di esterno. 

Quindi arrivano gia’ pronti a stracciarsi le vesti, che regolarmente vanno in brandelli.

Senza costrutto, condannandoci all’irrilevanza.