Forse il maggior contributo alla ciclabilita’ la giunta Marino lo sta dando involontariamente, con la rimozione dei sampiterini dalla maggior parte delle strade di Roma.
Finalmente, era ora!
Il sampietrino e’ uno dei fondi peggiori per una pavimentazione cittadina, superato in peggio solo dai “tavelloni” (ma come li chiamano li’?) milanesi, che quello che qui ti fa il sampietrino alla bici, la’ il tavellone lo fa al bus…
Insomma, per quello che so della mia esperienza auto/moto/ciclomobilstica, il sampietrino e’ viscido con la pioggia. L’accoppiata sampietrino/striscia bianca e’ addirittura micidiale, basta guardarla, neanche passarci sopra, per rischiare il capitombolo.
Inoltre, anche nelle sue migliori condizioni, e’ terribilmente ruvido… ma vi ricordate la pista del Tevere prima che la ricoprissero di asfalto? ogni volta che ci passavi con una bicicletta normale, poi ti toccava l'ecografia della prostata.
Ma per il ciclista il guaio del sampietrino non e’ tanto la sua scivolosita’, e nemmeno la ruvidita’, ma la sua incompatibillita’ con il traffico pesante. Gli estimatori del sampietrino credono sia una virtu’. E’ eterno, dicono.
Concordo… ma perche’ e’ eterno? Perche’ distrugge tutto quello che c’e’ in giro oltre a lui: il veicolo, la terra su cui e’ piantato, gli edifici attorno. E il ciclista in particolare, a meno di non andare con la mtb full.
Dall’asse Via Po/Via Tagliamento fu tolto di corsa quando ci si accorse che prendeva in consegna le botte dei bus e, a parte quel po’ di energia che disperdeva nel disconnettere la strada, le restituiva intatte ai palazzi circostanti.
Quel po’ di energia di cui sopra serviva proprio per aumentare la disconnessione, le buche e quindi l’energia delle botte che i bus davano (e passeggeri e palazzi prendevano).
La ricopertura di sampietrini di Via Nazionale e’ ancora famigerata. Personalmente e’ una strada che percorro molto malvolentieri proprio per i sampietrini, oltre che per la disposizione micidiale delle corsie preferenziali, e cmq solo in salita.
In discesa, anche all’indomani del rifacimento, sei costretto a moderare la velocita’ (bici, non moto) per non rischiare di perdere il controllo. E non e’ l’unica strada in quelle condizioni. Ultimamente poi, forse a causa della rarefazione di appropriate maestranze, si trovano ampie aree di sampietrini “sciolti”, che nessuno rimette in sesto… un po’ come un grande acciottolato… insomma sempre peggio.
Sono eleganti e il simbolo di Roma… embe’, proprio della Roma fancazzista, direi, o meglio di quella che non deve produrre per vivere. Adatti per le strade pedonali, o cmq non percorse dal traffico pesante. Per i posti monumentali… li’ nulla osta, ovviamente.
In ogni caso sarebbe stato possibile fare una cosa che Rutelli aveva pionierizzato, e si trova ancora su Via Po: rifare la strada in asfalto, ma lasciare accanto a ciascun lato circa 50 cm di sampietrini (zona tombino, per intenderci), che mantiene un tocco di eleganza a romanita’, senza per questo attentare alla nostra vita.
Credo pero’ che questo sia un sistema troppo raffinato per i ns attuali governanti, e che in caso di scavi fognari o bandalargari, obblighi la ditta scavatrice a dotarsi di sampietrinista… per carita’! Dovessimo togliere qualche centinaio di euro alla decina di milioni di liquidazione del CEO...
However...
Adios Sampietrinos me no te rempianjeros!
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