sabato 6 gennaio 2024

A Roma si fa di tutto ma non una rete seria di piste ciclabili

Caro Sindaco,
per fortuna non passa giorno che non si senta che il Comune di Roma stia stanziando fondi per qualche progetto... dalla navigazione sul Tevere alla risistemazione del verde delle ville, ai parchi di affaccio sul Tevere... 

I finanziamenti pubblici si ripartiscono in tanti rivoli, tutti legittimi, per carità, tranne che verso uno serio, importante, vitale, strategico, pagante in termini di efficienza della città, ambiente e qualità di vita: una seria rete ciclabile

Non una serie di pistarelle, pistine, passerelline ciclopedonali ognuna per conto proprio, ma qualcosa che consenta di spostarsi a Roma in sicurezza e rapidità.

L'epoca di Stefàno, per quanto criticabile in alcune realizzazioni pratiche (come per esempio la tortuosità della parte iniziale della Tuscolane, o di alcune cattedrali nel deserto, vedi la ciclostrada di Via Taranto), ci ha dato validissime bikelane (Tuscolana, Prenestina, Battistini e Gregorio VII, anche se quest'ultima ormai quasi rimangiata) che, unite alla pista Nomentana, hanno cominciato a costituire un primo scheletro di rete ciclabile. 

Rete ciclabile che comincia ad essere utilizzata, e i vantaggi ormai si vedono e si misurano, almeno per chi sta attento a queste cose. E che, secondo me, non vengono pubblicizzati dal Comune in maniera adeguata.

Purtroppo questo approccio globale e questa urgenza nella realizzazione, l'unica che per dimensioni ha speranza di portare effettivo beneficio alla disgraziata mobilità romana, sono stati abbandonati e siamo ritornai alle realizzazioni parziali che sembrano dover rispondere a due principi: il primo è non "dar fastidio alle macchine", il secondo "contentare qualcuno locale". 

Infatti non è che si faccia nulla... ma si tratta delle solite briciole, oppure di brioches invece del tanto necessario pane. 

Per esempio viene esaltato il (modesto) collegamento tra Termini e l'Università. Ci sarebbe stato da vantarsi se fosse stato prolungato fino a piazza Bologna e poi alla Nomentana. Abbiamo magari qualche altro contentino, ma niente di serio e organico, tipo lo sforzo che Stefàno del Movimento 5 Stelle impose alla Raggi al tempo del COVID. 

Inoltre nuove opere portano nei progetti piste da Vispa Teresa, belli ma non utili all'uso della bicicletta quale mezzo di trasporto. 

Invece la Tiburtina è uscita dalla ristrutturazione senza una ciclabile, e sull'asse Serenissima-Lanciani i ciclisti continuano ad essere mischiati ad un traffico di tipo autostradale. 

Non parliamo di Salaria e Cassia, che rimangono off-limits, non solo nei giorni feriali, come quasi tutte le consolari a mano a mano che ci si avvicina al Raccordo.

Il GRAB poi è un'infrastruttura turistica, che assorbe tante risorse ma poco servirà allo sviluppo della mobilità ciclistica.

Altre risorse sono impegnate in realizzazioni francamente ininfluenti, come il ponte di Sacco Pastore, mentre si può realizzare con pochi soldi -e subito- una pista ciclabile su Ponte delle Valli, un'opera la cui mancanza grida vendetta. 

Insomma, farete contenti un po' di abitanti locali, i comitati locali, ma la transizione verso una mobilità alternativa, ormai alla portata di tutti con i monopattini elettrici, e i suoi vantaggi, non sembra arrrivare mai.

Per questo ritengo che per la mobilità dolce, capace di scaricare in maniera sostanziale i picchi d traffico del disgraziatissimo servizo pubblico, vada attuato un master plan tra i trenta e i cinquanta milioni di euro per completare l'opera iniziata dalla Raggi e permettere di trasformare in realtà tutte le promesse che PD e alleati fanno dall'epoca di Veltroni e che non hanno mai avuto la determinazione di realizzare.

Solo così sarà possibile aumentare l'efficienza di Roma -abbattendo le emissioni- e quindi il benessere di chi vi abita e chi vi lavora.

I miei più sinceri auguri per un buon 2024.

mercoledì 3 gennaio 2024

E' arrivato il momento di difendere le corsie ciclabili

Quando su FB ho letto la notizia che il solito collettivo per le ciclabili popolari era intervenuto per rinfrescare nla vernice di quella ... non mi sono stupito affatto, anzi, ero appena giunto proprio alla stessa conclusione.

Al tempo stesso sono rimasto colpito da un articolo che di fatto mette sotto accusa le ciclabili (che disonterienterebbero automobilisti e ciclisti) e ne adombra un ruolo in un incidente nel quale una povera ciclista è finita sotto una betoniera.

Nelll'ultimo anno sono infatti stato un forte utilizzatore di corsie ciclabili, specialmente la Prenestina, e sono sempre più convinto che rappresentino un netto progresso rispetto al nulla (magari averle su ognistrada, specie fuori città).

Per esempio sabato sera stla stavo percorrendo all'altezza di Piazzale Prenestino, quando una macchina che viaggiava parallela a me sulla Prenestina (io stavo sulla bikelane in una delle zone non protette) ha pensato bene di mettere la freccia e di svoltare a destra  per Via Fieramosca.

Avevo capito che l'automobilista non mi avrebbe dato la precedenza, e ho dovuto frenare parecchio per non collidere... se non fossi stato preparato e ci fosse stato un contatto la sola presenza della corsia ciclabile, la traccia rossa all'incrocio, mi avrebbe almeno garantito  da qualunque pretesa di concorso di colpa o di accusa di sorpasso a destra nmon autorizzato.

Ovviamente le piste con separazione fisica sono meglio, ma quanto ci vuole a farle, e comunque lo stesso non ti proteggono agli inbcroci, nei quali si trasformano -inevitabilmente- in corsie ciclabili. Quindi è bene difendere le corsie ciclabili come la prima pietra della rete ciclabile.

Ma difenderle da cosa? Innazitutto dagli automobilisti (e altra umanità varia) che le occupa, intenzionalmente o meno. A Roma è un problema serio perchè non mi pare che vi sia un servizio dedicato da parte della polizia locale, e quindi il passaggio delle biciclette alla fine è lasciato alla civiltà del resto degli abitanti.

Il secondo punto è la difesa dal naturale degrado, lo scolorimento della segnaletica, che è più forte proprio dove più serve, vedi la svolta tra  Corso Italia e Viale Castro Pretorio. Questo degrado mi pare comunque esteso a tutta la rete romana, e dovrà essere al più presto sanato.

Infine dagli attacchi di tutti coloro, soprattutto automobilisti, che vogliono riappropriarsi dello spazio delle biciclette, anche utilizzando motivazioni subdole, quali -appunto- che le corsie ciclabili disorienterebbero automobilisti e ciclisti. 

In realtà se l'alternativa è il nulla, la corsia ciclabile è un'innovazione eccellente. Certo, c'e' anche di meglio, esarei pronto ad accettarlo di buon grado, purchè PRIMA si facciano infrastrutture migliori E SOLO POI si cancellino le corsie esistenti.

Altrimenti la corsia ciclabile è un grosso miglioramento e sicuramente bene accetta.


domenica 24 dicembre 2023

Checcefrega der ponte ciclopedonale fate la pista su Ponte delle Valli

Su Roma Today è apparsa la notizia che nel bilancio comunale è ricomparso il finanziamento del ponte ciclopedonale che dovrebbe collegare la zona di Sacco Pastore a Conca d'Oro. 

Non ho capito come e dove, nel senso che Conca d'Oro è a Ovest del Ponte delle Valli, sacco pastore è a Est del ponte delle Valli e non sono riuscito (sicuramente colpa mia) a trovare una mappa che illustri la posizione di questo futuro gioiello...

Futuro una minchia diranno i più informati, perchè lo stesso rendering era già stato presentato un po' di anni fa, anche allora molto discusso, finanziato, sfinanziato e mai realizzato. Bellissimo, forse, ma il punto non è questo.

Il punto è che l'Aniene è passato in vari punti, la Via Nomentana lo passa a Ponte Nomentano e a Ponte Tazio, poi c'e' il Grande Viadotto delle Valli e infine Ponte Salario dove passa Via Salaria.

Infatti mentre si continua a favoleggiare di questa passerella ciclopedonale, che avrà solo respiro locale, nessuno ha pensato a fare una bella pista ciclabile su Ponte delle valli, cosa che si farebbe con due lire e darebbe uno sfogo alle piste di Viale Jonio. Altrettanto si potrebbe fare su Ponte Salario (magari con un piccolo sbalzo) e nemmeno una minchiosissima striscia ciclabile sui due lati di Ponte Tazio.

Insomma, la ciclabilizzazione di Roma non è un processo razionale, ma un tram sul quale associazioni varie e comitati di quartiere, fanno salire una serie di animali chimerici, dalla pedonalizzazione dei fori, al GRAB, adesso questo ponte che serve solo a quelli di Sacco-Pastore.

Il risultato finale è che nessuno di questi animali chimerici si realizza e i veri ciclomobilisti, quelli che usano biciclette e monopattini tutti i giorni,  vengono lasciati in mezzo alle auto.

domenica 12 novembre 2023

Viaggio Allucinante sulle bikelane(s)

Oggi ho percorso avanti  e indietro una cifra di bikelane(s) e sono rimasto molto contrariato da quantità e qualità degli intoppi trovati.

Le due immagini che riporto sono solo le più plateali, mentre le più numerose sono le invasioni parziali, nelle quali la macchina pur non ostruendo tutta la bikelane, ne occupa abbastanza da costringerti a rallentare.

Chissà come mai è così difficile dispacciare qualche vigile a proteggere le bikelane da chi le considera il proprio parcheggio.

lunedì 23 ottobre 2023

W le Marathon

La scorsa primavera, dopo una serie veramente orribile di forature, ho montato sulla ruota posteriore della citybike un copertone Schwalbe Marathon nella speranza di dare uno stop a questo brutto trend che mi aveva dato non pochi fastidi nell'uso della bici.

Da allora in effetti non avevo avuto più noie fino a ieri pomeriggio, quando tornando da una puntata al pponte di mezzocammino, ho cominciato a sentire i segni inequivocabili di una perdita graduale di pressione.

Ho fatto una sosta rifocillatrice e ho rigonfiato la gomma all'altezza di Ponte Marconi. Debbo dire che ho rigonfiato senza troppe speranze, convinto che di lì a poco avrei dovuto fermarmi in qualche posto simpatico della pista del Tevere per cambiare la camera d'aria.

Malgrado il mio scetticismo la pressione, se pure non ai massimi, ha tenuto fino al mio arrivo a Piazza Vescovio... anzi, ero pure incerto sulla relae necessità di sostituire la camera d'aria, ma poi ho vinto la pigrizia e sono andato a vere cosa aveva fortao la corazzatura del copertone.

Smontata la ruota ho subito cercato il copertone... cercando bene ho visto una discontinuità e con l'aiuto di un attache ho estratto dalla copertura una mega scheggia di vetro, di circa 5 mm di lunghezza, che potete vedere in foto.

La camera d'aria era stata toccata in più punti, ma in maniera molto leggera. L'ho riparata con una toppa autoincollante e l'ho rimontata. Tutto a posto e molto rapido.

Mi dispiace dover girare con copertoni corazzati, ma finchè a Roma abbiamo a terra pezzi di vetro di quella dimensione le alternative sono decisamente poche. 

Rimane da stigmatizzare la presenza di schegge di quelle dimensioni, che purtroppo continuano, specilamente nelle vicinanze delle campane per il riciclo del vetro, troppo comuni. 

lunedì 2 ottobre 2023

Stavolta ho ragione io!

La strada dove abito è a senso unico e ha tante curve che  "sembra disegnata da un gatto che scappa"...

Sta di fatto che in carenza di SUEB sono spesso "costretto" (nel senso che non farlo mi costringerebbe ad un allungamento e a  un dislivello intollerabili per una bicicletta). and andare contromano, anche perchè il marciapiedi buono per la bici è occupato da auto parcheggiate in sosta vietata. Con molta attenzione comunque ci si riesce 

Ad agosto succede il "miracolo". 

Uno dei fortunali che ha investito Roma ha fatto crollare un bel po' di ramoni dal cedro che sorge a metà strada. 

Inoltre un solerte magistrato ha deciso di aprire un'inchiesta sulla manutenzione del verde nella capitale e ha fatto sequestrare tutta l'area intorno al cedro dividendo la strada a senso unico in due metà a senso unico alternato, riservate ai residenti. Potete vedere dal cartello.

Quindi finalmente ho potuto imboccare la strada come pareva a me... non solo, ma quello che prima era senso vietato adesso ha la precedenza, quindi certi cazziatoni agli automobilisti che non si mettevano da parte...

Senonchè tutto ha una fine e i lavori sono iniziati. Discorrendo con un vigile urbano gli ho fatto presente che purtroppo per me finiva la pacchia...

Al che lui mi ha tenuto un pistolotto sulla necessità di osservare il CdS etc. etc. etc.

Io ovviamente gli ho risposto dicendo che aveva ragione, ma che noi siamo l'unico paese civle dove ancora non c'e' il Senso Unico Eccetto Biciclette, AKA SUEB.

Lui ha avito il coraggio di dire che all'estero non l'ha mai visto. Per esempio a Parigi non gli risulta (allego screenshot di parigi, Rue de Laplace da Google Earth).

Insomma, se questi sono quelli che ci dovrebbero proteggere dalle automobili... francamente si sarebbe meritato il premio "nemico del ciclista" dell'anno...

martedì 19 settembre 2023

Il sindaco di Roma e la guerra alle mosche... oops, alla doppia fila

Se mi ricordo bene, la fine di Kaputt o La Pelle di Curzio Malaparte riprende una delle  barzellette del ventennio... ovvero una delle tante battaglie del regime, quella contro le mosche... il protagonista chiede come sia andata, e gli rispondo che e' stata persa e hanno vinto le mosche.

Ora ho sentito che il Sindaco sta cercando di fare qualcosa per la sicurezza del traffico. La cronaca riporta che tra le varie iniziative intende fare una guerra senza quartiere alla sosta in seconda fila. Il proposito è condivisibile e giustissimo ma, viste  premesse e le esperienze, se non si sta accorti la guerra finisce per vincerla ancora una volta la seconda fila.

A Roma la sosta in seconda fila non è una semplice infrazione, ma un modo di organizzare vita e trasporti. Oltretutto da un po' di tempo la sosta in seconda fila è diventata una specie di status symbol, ovvero: io sono meglio di voi perchè non perdo tempo a trovare un posteggio. Un patente caso di marchesogrillismo.

 Nel pianificare la guerra occorre tenere conto di tre aspetti molto concreti: 

1) considerata la vastità del fenomeno, la necessità di reperire le forze per reprimerlo in maniera tanto estesa e continuativa da cambiare il comportamento delle persone. In particolare la pressione va esercitata almeno fino al momento nel quale si comincino a vedere gli aspetti positivi;

2)  la profonda impopolarità causata da  un'azione decisa, che potrebbe avere riflessi catastrofici su di un Sindaco la cui popolarità diciamo che non sia molto elevata e che non riesce a migliorare nettezza urbana e trasporti;

3) la necessità di dare una risposta a quella domanda di spostamento cui la sosta in seconda fila fornisce sfogo.

 Bene, rispetto ai tre punti direi che:

1) la prima cosa è conquistarsi la fiducia dei vigili urbani, perchè vista l'intensità dell'impegno necessario per ottenere risultati. Oltretutto saranno loro la prima fila degli improperi. A questo va unita una strategia intelligente, partendo da piccoli obiettivi possibili per poi allargare l'azione. Tutto e subito in realtà porta a niente.

E' chiaro che gran parte della sorveglianza deve essere fatta con mezzi elettronici (tipo la macchina da presa sulle auto della polizia locale), ma l'intervento intelligente volto a punire i superfurbi rimane necessario.

2) L'impopolarità iniziale sarà massima, sicuramente facendo leva sullo scarsissimo palmares delle altre iniziative prese dal Sindaco... in questo caso l'obiettivo è ambiziosissimo, ma anche terribilmente vasto e complesso, soprattutto perchè andrà a pestare i piedi a categorie storicamente molto potenti quali i negozianti. 

Si spera che il sindaco faccia leva sui beneficiari di questi provvedimenti, soprattutto utenti del mezzo pubblico, ma anche tassisti e loro utenti, che però dovrebbero essere incoraggiati a sostenerlo a viso aperto;

3) Oltre al bastone occorre dare la carota. Riabituare la gente a prendere il mezzo pubblico dopo il "liberi tutti" del COVID  non sarà facile a meno che non si registrino consistenti aumenti dell'efficienza del TPL. Sappiamo che treni emetro sono pieni di utenti. Per quanto riguarda il trasporto di superficie se l'ATAC invece di sfruttare lo spazio lasciato libero migliorando il servizio, sceglie il contenimento dei costi lasciando inalterati i tempi "gate-to-gate" (ad esempio diminuendo le frequenze in funzione della riduzione dei tempi di percorrenza) c'e' poca speranza di guadagnare alcun consenso. Inoltre se il servizio pur veloce rimarrà inaffidabile, saltando corse, scioperi, etc., allora l'operazione getterà altro discredito sul sindaco. 

Inoltre si deve assolutamente evitare che l'aumento della frequentazione dei bus si trasformi in un bonus per la microcriminalità. Una volta per tutte chi viene preso a delinquere su un mezzo pubblico deve finire ai lavori ecoutili (tipo costruzione o manutenzione di piste ciclabili).

Per questo sarei più favorevole ad azioni graduali e mirate, volte a risolvere prioritariamente i principali nodi del trasporto pubblico di superficie e l'occupazione dei passaggi pedonali.

Rimane comunque il dato di fatto che a Roma abbiamo troppe macchine rispetto allo spazio disponibile e questa incongruenza prima o poi andrà affrontata (e risolta).