venerdì 14 febbraio 2025

L'incomprensibile fascinazione dei ciclisti romani per il tram (Con PSF, ovvero Pippone Salvaciclistico Finale)

Da un po' di tempo tra le tante cose incomprensibili che compaiono su salvaciclisti Roma, vi sono post a favore del tram e, nemmeno tanto raramente, prese di posizione a favore del tram contro la metro C.

Ora, avendo passato metà della mia vita affacciato sulla Prenestina, del tram romano dagli anni 70 in poi conosco vita, morte e miracoli. 

Addirittura mi ricordo di una volta che il mio caro nonno materno mi portò sul rimorchio del 12 o del 14, rimorchio che lui preferiva perchè d'estate era sfinestrato e vi si poteva fumare, però diceva che i tram con il rimorchio erano estremamente lenti. 

Incredibile ma conservo il ricordo dei binari visti da Largo Telese, guardando verso Largo Preneste, proprio da uno di questi rimorchi.

E il tram, o meglio la sua proverbiale micidiale lentezza, è stato proprio uno dei motivi che mi ha sempre spinto ad usare altri mezzi, ciclomotore, vespone, moto e infine, di questi tempi, la bicicletta.

Eh sì perchè, al di là dei benefici che possono portare le tramvie e che non contesto assolutamente, la loro esecuzione romana è sempre stata tragica, come del resto quelle del "tramvetto" sulla Casilina e della Roma Fiuggi... un servizio per far contenta l'ATAC e i suoi estimatori che lasciava ben poco alla qualità del servizio.

Lenti, fatiscenti e prigionieri del traffico o, se in sede propria, degli incroci e delle fermate ravvicinate, rumorosi dentro e ancora più fuori, l'ATAC non ha mai guardato alla qualità del servizio offerto all'utenza, ma alle proprie variabili, a cominciare dalla produttività del mezzo.

Infatti per una ragione o l'altra i tram a Roma sono sempre stati estremamente lenti, con l'eccezione di quelli acquistati per Italia 90, credo siano i Socimi, corti e compatti che andavano molto veloci fino ad accodarsi a quelli più lenti che li precedevano.

Insomma per dire che se abitavi in periferia il tram dell'ATAC ti faceva sentire ancora più distante dal centro. Era sicuramente un po' meglio dell'autobus (blocchi della linea a parte) ma non si avvicinava nemmeno lontanamente alla velocità della metropolitana. 

Adesso ci stanno riproponendo il tram in tutte le salse, a cominciare dal TVA al centro, ma il problema non è risolto: non è assolutamente gratis e, a differenza del bus, continua a richiedere investimenti non secondari, ad essere lento e ad essere prigioniero del traffico e degli incroci. Non sostituisce la rete di metropolitane che manca a Roma. 

Troppo lento, con poca capacità, non è in grado di far convertire gli automobilisti alla macchina. 

Anche perchè l'ATAC continua a comprare tram che sembrano treni, che però vanno piano, laddove servirebbe agilità e  buona accelerazione e buona frenata prima e dopo ogni fermata. 

L'incomprensibile sostegno dei ciclisti
La cosa che poi stupisce, in quanto palesemente irrazionale, è il sostegno dato da una fetta non secondaria  di ciclisti all'introduzione di nuove linee di tram, anche contro la realizzazione della metropolitana, come avvenuto all'epoca della giunta Raggi (vabbè, ma quegli anni sono stati il trionfo dell'irrazionalità dell'uno vale uno).

E poi, stupore nello stupore, che proprio #salvaciclisti, che dovrebbe in primis occuparsi della sicurezza di chi va in bicicletta, sponsorizzi un mezzo che se ha un difetto, è proprio mettere a rischio la salvezza dei ciclisti.

Le rotaie sono un rischio enorme per le biciclette
Che tu vada in moto, in scooter, bicicletta o monopattino, le rotaie del tram sono un rischio concreto e sempre presente. Limitano la traiettoria che puoi scegliere e costituiscono un ulteriore vincolo, invisibile agli automobilisti, nella scelta delle traiettorie. Se ti sbagli sei morto, se ti forzano contro una rotaia sei morto. La bicicletta soffre questo problema molto più degli altri mezzi a due ruote.

Infatti le gomme di ridotte dimensioni sembrano fatte apposta per essere catturate dalle rotaie, così come la bassa velocità ti costringe su traiettorie non ottimali perchè se sempre sotto costante sorpasso dagli altri mezzi.

Inoltre a Roma la scarsa manutenzione fa sì che al rischio rotaia si aggiunga il rischio del pessimo stato dell'asfalto intorno e tra le rotaie.

Il tram sottrae spazio non solo alle auto, ma anche alle biciclette
Molti vedono nel tram una funzione anti auto perchè le rotaie e la necessaria corsia preferenziale limitano fortemente l'uso dell'auto.

A parte che io rifuggo da questo tipo di ragionamenti, in particolare sostenendo in maniera netta la guerra al solo abuso dell'auto, pensiamo seriamente che dopo aver fatto passare il tram da Via Nazionale lo spazio residuo lo diano alle biciclette? 

Non è successo per tutti i tram romani e forse succederà per la prima volta per il tram di Togliatti sperando che tengano fede al mantenimento della pista ciclabile. Di certo non succede nei tratti su strada, vedi Viale regina Margherita e tutto il tragitto di 19, 30 e 8.

Le corsie tramviarie sono poco ciclabili
Mentre in tutta Europa le corsie preferenziali dei mezzi gommati sono aperte alle bici, quelle tramviarie mai. Innanzitutto perchè il sistema tram è rigido e non consente di superare i ciclisti deviando dalla propria traccia.  

Poi chi si trova a percorrere le preferenziali tramviarie sa che deve stare attentissimo alle rotaie, ulteriore elemento di pericolo. Quindi nisbah...

Il tram e' locale, proprio come la bicicletta. La metro è a grande raggio.
Chi gira con una pieghevole sa bene che puo' attraversare Roma in metro e poi usare la bici localmente.

Il tram è troppo lento per questo. E' solo marginalmente più veloce della bicicletta e quindi mentre l'accoppiata bici + metro puo' essere migliore dell'auto, l'accoppiata tram + bici rimane sostanzialmente tram.

E infine... PSF, Pippone Salvaciclistico Finale
Insomma mi pare di aver mostrato gli elementi che dovrebbero rendere i ciclisti romani molto sospettosi nei confronti dell'espansione della rete tramviaria, e specialmente un safety case che non viene -secondo me- adeguatamente considerato e sviluppato.

A Milano ci fu un morto, un povero giovane che prese una sportellata da una macchina in sosta (vietata) vicino ai binari del tram  e finì sotto la vettura che vi passava in quel momento. Una fine orribile, ma probabilmente inevitabile considerata la scarsa frenata del tram e l'impossibilità di variarne la traiettoria. Con questo non voglio attribuire la responsabilità dell'esito dell'incidente (sportellata e conseguente caduta) al tram, ma se si vuol diminuire il rischio-tram occorre diminuire la probabilità degli incidenti impedendo in maniera rigida -per esempio- la sosta vietata vicino alle rotaie.

In ogni caso ritengo un pesante errore da parte dei ciclisti caldeggiare l'espansione della rete tramviaria al posto di quella della metro. E uno dei drammi italiani è che i cattivi sono molto razionali, mentre i buoni tendono al massimalismo ideologico, per cui alla fine non danno alcun affidamento.

Ovviamente chissenefrega dell'opinione di noi ciclisti a fronte di un forte business case, che però non ci viene mai mostrato. 

Ma soprattutto non mi sembra che ci sia veramente coscienza che senza un mezzo più veloce della macchina, appunto ,metro  treno, il traffico diminuirà solo nella misura nella quale la gente non potrà permettersi un'auto, cosa che non è da augurarsi, ma che sembra piuttosto probabile. 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grande.
Ed hai del tutto ragione.