sabato 26 marzo 2016

Explodo ergo sum

Degli attentati  ognuno ha una propria lettura... per mia parte in quelli che stiamo vivendo in Europa in questi giorni, e in genere nel terrorismo di matrice islamica, vedo soprattutto la necessita'  di far sentire la propria voce, di riaffermare la propria esistenza.

Infatti a chiunque abbia un minimo di senso storico non puo'  sfuggire che l'islam, che tanta parte ha avuto nel forgiare i destini del mondo eurasiatico, ha perso la sua forza propulsiva, a causa dell'ormai macroscopico, ritengo francamente irrecuperabile,  distacco dalla modernita'. Vabbe' puo' servire anche a creare un fronte come in Iran, ma poi?

Medio Oriente e Nord Africa offrono oggi un panorama desolante. Niente diritti umani, niente organizzazione, niente industria...  solo poverta'. Al massimo qualche onesta monarchia che permette ai suoi sudditi di vivere in pace con un minimo di benessere. In Egitto, uno stato nel quale due anime tradizionale e moderna si confrontano, comunque ogni progresso economico e'  annullato dall'incontenibile crescita demografica.

Non fosse stato per il mare di petrolio sul quale siedono, gli Arabi sarebbero stati placidamente dimenticati.  Ma anche adesso, gli imperi economici  basati sui petrodollari non possono che basarsi su prodotti concepiti, progettati e costruiti da altri popoli per altri stili di vita. L'immensa ricchezza petrolifera non e' stata utilizzata per migliorarsi, ma solo per riaffermare i problemi di sempre: ovvero una mentalita' sostanzialmente guerriera di stampo medievale.

Se si va indietro nel tempo, si vede che alla fine tutti i grandi califfati islamici sono stati fondati sul lavoro e le ricchezze dei conquistati. Dove questo non e' avvenuto e' stato soprattutto perche' i conquistati erano troppi o la loro aderenza all'Islam ne ha in qualche modo cambiato i contorni, come e' successo in Persia o in Turchia.

Tramontata la potenza militare, quando ci si e' confrontati sulla capacita' di fare e di vivere bene, tutto il nordafrica e' uscito dall'orizzonte degli eventi,  e se qualche posto e' ricordato, lo e' solo per la dolce vita di stampo europeo che ha ospitato per brevi tempi.

Per chi vive della componente medievale della religione islamica, imam, califfi e altri,  il confronto con l'Occidente e' impietoso.

La diffusione dei diritti individuali e politici, delle liberta', della rivendicazione (magari ancora solo rivendicazione) dell'uguaglianza tra uomini e donne e' come una campana a morto di tutta la dotrina. Loro lo sanno bene, cosi' come non e' possibile giustificare dittatura, ignoranza e poverta' di fronte ai governati.

La strada presa da parecchi e' quella di addossare le colpe all'Occidente empio.... il che ovviamente non ha cavato un ragno da un buco, anzi, ha provocato un altro giro di catastrofi a partire dalle Torri Gemelle. Che anche qualche islamico europeo abboccasse era inevitabile. Abboccare fino al suicidio a fin di strage, che non e' poco.

Oddio, di matti a sfondo religioso ce ne sono sempre stati parecchi in giro, anche fuori dall'Islam. Per esempio in  Giappone nel 2005 gli adepti di una setta locale misero il sarin -gas nervino- nella metropolitana di Tokyo. 12 morti e un sacco di intossicati, alcuni ridotti a vegetali dai danni cerebrali.

I Giapponesi catturarono i capi della setta, li processarono e ne impiccarono 5, partendo dal santone. Ovviamente l'impiccagione non riporta in vita i morti, ma vuoi mettere che soddisfazione?

Gli USA si inventarono Guantanamo quando capirono che trattare i terroristi da criminali non serve a nulla. Innanzitutto la prigione non fa paura a chi si vuol far saltare in aria. Inoltre non puoi rilasciare un terrorista x' non hai modo di sapere cosa fara' domani. Il dibattito - per chi tento' di seguirlo- fu terribile, ma alla fine i pochi guantanameri rilasciati hanno ampiamente dimostrato quanto questo sia pericoloso.

Per quanto riguarda l'Europa, fermo restando il dolore di chi e' colpito nella persona o negli affetti dalle azioni terroristiche, fino ad adesso abbiamo avuto solo punture di spillo, nulla di paragonabile a quello che hanno subito gli Americani.

Pero' mi preoccupa la vaghezza con la quale stiamo affrontando la faccenda, ovvero senza capire che i terroristi sono piu' soldati che criminali, che vanno fermati prima che commettano gli attentati e che,  una volta  presi, se non passati per le armi come ogni soldato non in divisa beccato dietro le linee del nemico, vadano comunque imprigionati fino a guerra finita. E questo dovrebbe valere anche per tutti quelli che predicano la jihad.

Oltre a questa vaghezza di fondo sono ancora piu' preoccupato dal fatto che nessuno voglia dire apertamente che e' inutile dare la colpa all'occidente: per essere benestanti occorre organizzarsi come i popoli del nord europa.

Va detto chiaramente che non si puo' rimanere attaccati ad una religione e ad un sistema di vita medievali e poi prendersela con gli altri perche' si fa la figura dei minchioni.

E che ammazzare un po' di innocenti ti fa solo piu' stronzo... ma quanti morti e attentati dovremo ancora subire prima di ritrovare la parola? Sono morte tutte le Oriane?

lunedì 21 marzo 2016

Complimenti, purtroppo la Prenestina non e' Bibiana

Stamattina ho inaugurato la settimana lavorativa provando la bikelane popolare disegnata sotto il ponte ferroviario tra Via Prenestina e Piazza di Porta Maggiore. Innazittutto i miei complimenti a chi ha preso questa inziativa che, a differenza un po' dell'analogo lavoro del tunnel di Santa Bibiana,  non ha vere controindicazioni.

Pero' la Prenestina non e' Bibiana. La carreggiata e' molto piu' stretta e le auto molto piu' numerose.

I risultati, francamente prevedibili (perche' li avevo previsti)  e' che le auto invadono la corsia, e il parcheggio  ne occupa la prima parte.

Probabilmente una vera bikelane dovrebbe essere protetta da un cordolo, tanto cmq due auto non ci stanno, al massimo si mettono in una fila incasinata. Purtroppo poi il 70% dello spazio della bikelane e' occupato da tombini.

Peraltro sarebbe molto utile, visto che la percorro andando al lavoro, prolungare la bikelane fino a tutta Piazza di Porta Maggiore.

Che forza se il Comune pensasse a cose cosi' semplici...

mercoledì 16 marzo 2016

#Salvaiciclisti...dalla folla inferocita

L' altro giorno mi sono imbattuto in un interessantissimo articolo sul sito roma today, riguardo un  progetto per la valorizzazione di Via  Conca d'Oro aggiungendoci una bellissima pista ciclabile.

E' molto bello vedere come la pressione dell'aumento dei ciclisti stia ricominciando a produrre idee e inziative dopo il vuoto Alemannico...  e la stasi Marinica. Era dai tempi dei Ludi Veltroniani, quando la plebe come noi, anche quella ciclistica, riceveva lenzuolate di opere pubbliche, magari non tutte azzeccate o complete, che non si vedeva tale abbondanza di... proposte, se non proprio di realizzazioni.

Pero' se ritrovate l'articolo e studiate le foto allegate, potete vedere come il rendering ha due effetti: fa comparire una pista ciclabile e fa scomparire il parcheggio, sacrificando circa il 50% dei posti auto di un lato di Via Valle Scrivia, ad occhio e croce intorno al 20% del totale.

E' vero  che non si puo' fare una frittata senza rompere le uova, e che prima o poi occorrera' un confronto (all'ultimo sangue?) con gli automobilisti, ma pensate di andare nella vostra strada a dire ai vostri constradari togliamo il 20% dei (vostri/nostri) posti auto per farci la pista ciclabile. Secondo voi, fino a dove dovete scappare?

Il bello e' che  se si guarda Via Valle Scrivia, non e' cosi' strategica. Infatti si possono fare tre considerazioni importanti:

a) il problema dei ciclisti e' sopravvivere a Ponte delle Valli... e' li' comunque che tutti i ciclisti dovranno passare (almeno fino alla realizzazione del ponte pedonale) e li" una pista ciclabile puo' eszere ricavata senza problemi e senza parcheggi;

b)  una volta fatto il ponte delle valli,  si puo' fare un  grande asse ciclistico sul marciapiedi che costeggia il parco delle valli (Via Val d'Ala e Via Conca d'Oro)  fino a raggiiungere addirittura la stazione di Via val d'Ala... e praticamente senza togliere posti auto;

c) infine, se si vuol proprio fare qualcosa di longitudinale, si nota che Via Valle Scrivia ha una parallela, Via Val di Santerno,  Bene, se invece di fare un pistone bidirezionale si fanno due corsie a senso jnico sulle due strade, si puo' realizzare la ciclabilita'  di quartiere senza rinunciare alla sosta a spina di pesce, ma solo azzerando l' indifendibile sosta in seconda fila.

d) altro spazio lo si potrebbe recuperare istituendo sensi unici sulle due strade parallele, in modo da lasciare il parcheggio e fare le piste...

Insomma le soluzioni vere e pratiche esistono, secondo me basta rifletterci un pochino... altrimenti chi ci salvera' dagli automobilisti inferociti, o meglio... semplicemente le infrastrutture non si faranno.

mercoledì 9 marzo 2016

Il bello della pieghevole è che quando piove puoi prendere i mezzi pubblici

Chi ha detto che quando piove con la pieghevole puoi sempre piegarla e prendere i mezzi pubblici  evidentemente non ha fatto i conti con l'ATAC.

Infatti ieri sera, visto la pioggia scrosciante, ho pensato di piegare la bici, fare un tratto con la metro B fino a Termini e quindi prendere il tram, momentaneamente il 514, fino a casa, di fronte a Villa dei Gordiani.

Ma non avevo fatto i conti con l'ATAC...

Insomma, seppur dopo una lunga attesa, prendo la bici fino a alla stazione Termini. La metropolitana esce praticamente al capolinea de tram. E li, al riparo dalla pioggia sotto la pensilina, mi metto ad aspettare il tram.

Aspetta che ti aspetta, dopo circa 15 minuti del tram ancora non c'è traccia. Insomma, considerata che la pioggia si era abbastanza alleggerita, dispiego la bicicletta, attacco le luci, apro i pedali e parto alla volta di casa, praticamente lungo il percorso del 514.

I primi tram in arrivo verso la stazione gli ho incontrati ben oltre piazza Vittorio, all'altezza di via di Porta Maggiore. Era un pacchetto di  4 tram indice che qualcosa è andato storto nella linea.

Ho continuato a pedalare sotto la pioggia di intensità altalenante, sperando di non bagnarmi troppo. In effetti ho un antipioggia piuttosto buono,  l'unico punto scoperto è l'attacco tra i pantaloni impermeabili e le scarpe. Per questa ragione, malgrado sia alquanto impermeabile, non amo molto pedalare sotto la pioggia scrosciante.

Sta di fatto che sono arrivato a casa e ancora non mi aveva superato alcun tram.

Anzi, giunto a Largo Preneste, ho visto che tram stavano girando per l'anello di Largo Preneste, per cui se anche avessi preso il tram avrei dovuto comunque utilizzare la bicicletta fino a casa.

Il vero problema dell'attesa però non è l'attesa stessa. Infatti a tutti può succedere di avere un incidente lungo la linea. Il problema è che nel 2016, nell'epoca dei telefonini delle sim e dei collegamenti digitali, anche un capolinea importante come quello di termini non è provvisto di un sistema di informazione che dica passeggeri attenti il tram arriva tra 25 minuti.

E, appunto, per fortuna che avevo la bicicletta pieghevole. Altrimenti stavo ancora lì.

venerdì 4 marzo 2016

25 centesimi di follia


Nota: questo post e' stato scritto in aereo qualche giorno fa, prima che la Regione Lazio rendesse noto il progetto di incentivo all'acquisto di bici pieghevoli legato all'abbonamento ferroviario regionale. Mi sembra un incentivo veramente azzeccato, in quanto valorizza in pieno il trasporto alternativo all'automobile e supera d'un balzo alcune obiezioni sollevate nel post... Cmq, seppure un po' datato, potete godervelo questo post...


Pur avendo superato abbondantemente il mezzo secolo ancora non mi rassegno all'imperante clima di follia  che avvelena la vita di questo paese.

La cosa terribile e che invece di avere  dibattiti e razionali su argomenti importanti, finiamo sempre per cianciare di cavolate alla moda per soddisfare un'audience sempre meno concreta.

Purtroppo anche noi ciclisti ci stiamo mettendo del nostro e, pur di tenere alta la tensione e far parlare di bici, vengono tirati  fuori argomenti alquanto discutibili, e secondo me alla fine controproducenti.

L'ultima follia riguarda l'incentivo a chi usa la bicicletta per andare al lavoro.

Infatti sulla scorta di un supposto provvedimento francese, si pensa di destinare alcuni fondi, sia a livello nazionale che a livello locale, distribuendo un tanto al km a chi utilizza la bici per andare al lavoro.

Fino a qui, voglio dire che lo facciano i francesi, niente di scandaloso. Finche' gli regge la finanza, che molti ormai dicono in serio affanno... 

Per noi il problema è che alcune misure, come avvenne per li famosi punti Save our cyclist inglesi, quando vengono trasferite al versante italiano, assumono in senso di una crudele beffa. Ciliegine senza torta.

Oddio, in Italia non ci sta male in un incentivo per noi ciclisti. Sono stati dati a tutti, perché non alle biciclette?

Ed in effetti anni fa ci fu il finanziamento dell'acquisto di una nuova bicicletta. L'incentivo era chiaramente rivolto l'industria, ed un numero molto alto di persone ne fece uso, soprattutto ciclisti avevano già una buona bicicletta e intendevano comprarne una migliore. Oppure le bici, anche elettriche, finirono in cantina. Quindi il perimetro di ciclisti, e soprattutto di utenti della bicicletta, non venne allargato.

Da queste considerazioni -ritengo- nasce l'idea non stupida ne' sbagliata, di tentare di incentivare la la pedalata, i km percorsi.

Anche qui i problemi non sono poi cosi' semplici... chi vogliamo incentivare? Certo, aumentare le bici e' importante ma, come avevo già fatto notare in un post di qualche anno fa, un conto è un automobilista che rinuncia alla macchina prendo la bicicletta, un conto è un utente dei mezzi pubblici che scende dal bus e prende  la bicicletta. Il secondo non diminuisce il traffico, anzi.

Questo dovrebbe preoccupare i trasportisti, ma dal punto di vista dei ciclisti la questione poco importa: infatti se io incentivo tanta gente andare in bicicletta, non importa la provenienza, aumento la possibilità che la bicicletta si imponga come mezzo di trasporto, e quindi richieda infrastruttura dedicata e  investimenti, che attirano altri ciclisti, e cosi' via, innescando dunque un ciclo positivo. Ottimo ragionamento, va riconosciuto.

Tutto cio' e' possibile con l'APP  che misura i km fatti... come poi si evinca che la bici non sta sull'auto che viaggia a 20 km/ora non mi e' chiaro, ma diciamo che va bene.

Ma qui si passa ad un altro problema, ovvero il quantum dell'incentivo, ed e' dove il provvedimento sembra naufragare.

E chiaro che se il ragionamento è quello appena evidenziato, il volume complessivo degli incentivi deve essere tale da spostare sulle strade un bel po' di persone, ma soprattutto di spostarne di nuove, non quelli che in bicicletta gia' ci vanno. Purtroppo non vi è garanzia che soldi vadano a nuovi ciclisti. Inoltre va considerato  l'ammontare dell'incentivo ovvero, quanto io do' praticamente al nostro ciclista.

E questa è la vera cifra della follia, gira la voce 25 centesimi a km.

Prendiamo il mio caso io cosa faccio normalmente 12 km al giorno, anzi 13 per andare e tornare dall'ufficio applicazione incentivo di 25 centesimi a chilometro otterrei €3 al giorno ovvero x 20 giorni lavorativi €60, piu' di una volta e mezzo l'abbonamento mensile dell'Atac.

Un ciclista che faccia 20 km al giorno €100 al mese, che significa il 10% di uno stipendio di un operaio, peraltro molto superiore ai famosi €80 di bonus in busta paga.

Considerate le ristrettezze di bilancio attuali è chiaro che la cifra non e'... realistica.

Dopodiché qualcuno dirà sì vabbè ma c'è un tetto mensile. Infatti supponiamo che ci sia un tetto mensile di €15 a cranio, cio' significa che faccio i primi 70 chilometri,  poi mi fermo... per quanto mi riguarda sarebbero meno di 6 giorni di operazioni.

Pertanto una cifra realistica per fare un vero incesto incentivo sarebbe 2,5 centesimi a chilometro, se vogliamo conservare la metrica, e quindi avere €1 ogni 40 km e non 4. Cosi' gli incentivi sarebbero   ancora tali, ma non dell'ordine di uno  stipendio. Inoltre un tetto di 10 euro, pari a 400 km al mese, in effetti sarebbe veramente un tetto.

Vogliamo fare 3 centesimi a km? Va bene lo stesso.

Io pero' un  sospetto ce l'ho, ovvero che debba finire come quelli che danno le case del comune al centro a 20 euro al mese.

Ovvero si punti a 25 centesimi con un tetto massimo tra i 50 e i 100 euro.

La voce si sparge tra le associazioni, poi il giorno dell'apertura del bando parte un click  day, che esaurisce i fondi in un consistente introito per pochi che la bicicletta gia' la usano. Italian style.

Stiamo a vedere, a pensare male si commette peccato... ma in genere ci si azzecca.

martedì 1 marzo 2016

Fori Imperiali (finalmente) metro C clabili

A Roma abbiamo inaugurato una nuova dimensione della cilcabilita', la metro C clabilita'!

Infatti, archiviati  i deliri pedonali del primo (ma gia' votato al suicidio)  Marino, finalmente i Fori, quelli Imperiali, hanno ceduto alla ciclabilita'...  ci sono voluti i lavori della metro C, ma il risultato e' decisamente superbo!

Adesso la diritta Via dei Fori Imperiali, un tempo irta di sampietrini sconnessi, e' stata sostituita da un levigatissimo tratto di strada  che serpeggia pigramente  tra i coreografici scavi della metro.

Per noi ciclisti la situazione e' win-win... infatti fino a quando i lavori andranno avanti, e potrebbero farlo per svariati decenni, la sistemazione forimperialistica non potrebbe essere migliore... o meglio, potrebbe qualora smettessero di passare   i bus. Ma alla fine quando si aprono le valvole del gas di pedoni, dico nei weekend, si va veramente piano... meglio qualche bus che li tiene confinati al marciapede!

Quando invece si chiuderanno i lavori della metro C, avremo sicuramente l'inizio della pedonalizzazione, meglio un'archeologizzazione, che auspicabilmente comprendera' una pista ciclabile attraverso l'area archeologica, nonche' un accesso ciclometropolitanico tutto nuovo all'area del Colosseo.

Ma questo sara' la gallina, per adesso godiamoci l'uovo...