domenica 30 agosto 2009

Spesa in bicicletta

Le mie prime spese in bicicletta risalgono più o meno al 1971, quando accompagnavo papà al mercato di Nettuno con una bici tipo Graziella, con doppio cestino, anteriore e posteriore.


All’epoca zio aveva montato un cestone regalo di vimini sul portapacchi della sua Graziella (ma erano scomparse le bici vere?) e costituiva l’invidia di tutti.

Passano gli anni, ritornano le ruote 26 e poi le 28, arrivano cambi, ammortizzatori, cantilever, V-brake, e diviene impossibile non solo mettere il cestino anteriore senza portapacchi, ma addirittura portare le buste appese al manubrio.

Qualche anno fa avevo caricato sul portapacchi posteriore una cassa collassabile, ma il vicinato aveva protestato sostenendo che con quell’assetto da clochard facevo abbassare le quotazioni immobiliari… soluzione scartata.

Quest’estate avevo deciso di riprovare con il cestino volante, ma mi sono dovuto arrendere ancora una volta all’impossibilità di installarlo senza portapacchi anteriore.

Poi la folgorazione! Perché non appendere due cestini ai lati del portapacchi posteriore, a mo’ di borse? Detto e fatto, la soluzione è perfetta, a parte l’ingombro, che comunque non supera più di tanto il manubrio (non ho mai toccato con le borse).

E poi la vera comodità… finita la spesa, i cestini si tolgono e la bici ritorna snella!
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sabato 22 agosto 2009

Il limite di velocità vale solo se c’e’ il poliziotto accanto…

L’ultima vicenda tragica della strada italiana è quella degli Autovelox, i dispositivi per misurare automaticamente la velocità degli automobilisti ed eventualmente multarli.

Bene: sembrerebbe che alcune amministrazioni, Comuni, Province, alla ricerca di fonti di finanziamento, abbiano installato dispositivi automatici non perfettamente omologati e in posizioni a dir poco scorrette. Ciò sembra si avvenuto in combutta con le ditte produttrici degli stessi, che pur di vendere apparecchi accettavano di essere pagate a percentuale, ovvero prendendo un qualcosina da ogni multa.

La Polizia di Stato è intervenuta per bloccare il malaffare a seguito delle segnalazioni degli automobilisti colpiti. Sembra poi che il Vicinale stia approntando una direttiva per vietare l’installazione degli autovelox nascosti e non presidiati, e soprattutto per limitare l’uso di tali diabolici dispositivi alla sola Polizia di Stato (suppongo anche i Carabinieri…)

Questa vicenda ha più di un risvolto:

a) La Polizia Locale… acquisire, installare ed usare Autovelox non omologati, o tarati in maniera non corretta, è un segnale molto preoccupante sulla moralità e sulla professionalità della Polizia Locale, che peraltro sta proliferando. Ci possiamo fidare?

b) Gli Enti Locali… e questi sarebbero i difensori della legalità amministrativa? (abusivismo, sicurezza, circolazione stradale, commercio…). Mi auguro che siano stati presi provvedimenti molto seri nei confronti dei responsabili…

c) Il Viminale (1)… scegliere di riservare l’uso degli autovelox alla Polizia di Stato significa sfiduciare le Polizie Locali. Direi che i problemi potrebbero essere di due tipi: o sono incapaci o sono disonesti. Al primo problema si ovvia con un bel corso di formazione presso la Polizia di Stato e un bel diploma di operatore di autovelox. Magari da conseguire obbligatoriamente prima di cominciare a lavorare con le macchinette. Al secondo problema non c’e’ rimedio, vanno solo allontanati dai loro posti di potere. Comunque, disonesti o incapaci, non è un bel vedere per il nostro Paese.

d) Il Viminale (2)… non utilizzare più l’Autovelox nascosto, ma solo quello presidiato, equivale a dire che il limite di velocità vale solo se accanto c’e’ il poliziotto. Ferma restando l'imperante scarsità dei poliziotti, l’Autovelox nascosto è un deterrente molto potente contro la violazione dei limiti di velocità, e non si capisce per quale motivo debba rinunciarvisi. Vedere altri Paesi civili con ratei di incidenti decisamente inferiori al nostro, tipo la Francia.

Secondo voi, quale di queste considerazioni realizza il peggio per il nostro Paese? A voi l’ardua sentenza. Comunque possiamo dire che gli onesti continuano a perdere. Chi rispetta il limite di velocità continuerà ad essere sorpassato.

E molti altri a morire per l'eccesso di velocità degli altri.

mercoledì 12 agosto 2009

Multe e punti (persi) : trasformiamo una crisi in un’opportunità

Antico proverbio: Meglio punti persi sulla patente che aggiunti sulla zucca.

Come era prevedibile dalla stampa cominciano ad arrivare notizie sulle multe inflitte ai ciclisti, e sui relativi punti patente perduti dai multati.

Ora io non credo che prima di questo provvedimento i ciclisti non fossero soggetti a sanzioni. Diciamo che non erano pubblicizzate… Continuo a non ritenere giusto che il ciclista si senta al di sopra della giustizia, ma quanto riportato pende francamente a favore del ciclista, mettendo in luce alcuni aspetti di palese ingiustizia non solo nei provvedimenti normativi adottati, ma nell’intera struttura del codice della strada che andrebbe rivisto per non scoraggiare, o addirittura favorire, l’uso della bici.

Riassumiamo in maniera rapida e concisa gli aspetti di palese ingiustizia:

Problema
Stesse sanzioni: la violazione della bicicletta è palesemente meno pericolosa di quella equivalente dell’automobile, del camion oppure della moto. Se non altro per le differenti velocità, gli ingombri, etc. Eppure viene sanzionata allo stesso modo: se un’auto che passa con il rosso al semaforo viene sanzionata con 150 € e 6 punti patente, la stessa infrazione per la bicicletta dovrebbe essere sanzionata con, mettiamo, 15 € e 1 punto patente (simbolico). Il principio sarebbe salvo e si otterrebbero sanzioni proporzionate.

Soluzione
Rivedere il codice della strada differenziando le sanzioni commesse dal ciclista da quelle degli altri mezzi.

Tipicamente la sanzione pecuniaria dovrebbe scendere ad un decimo di quella prevista per l’automobile e la perdita dei punti dovrebbe essere di 1 punto massimo per sanzione.

Problema
Circolazione progettata per le limitazioni e gli ingombri degli autoveicoli. Parliamo di sensi unici e semafori, che rendono la vita impossibile al ciclista.

Soluzione
Modificare il CdS inserendo:
- la non validità dei sensi unici per le biciclette in tutti i tratti urbani dove vige il limite di 30 all’ora, prevedendo peraltro criteri stringenti per l’obbligatoria individuazione delle zone 30 all’ora (dovrebbe essere tutta la città tranne le vie di scorrimento);
- consentire sempre la svolta a destra delle biciclette con il semaforo rosso, tranne dove espressamente vietato da apposito segnale (casi di particolare pericolosità);

Problema
Dubbio parallelo tra infrazione effettuata in bicicletta ed infrazione effettuata alla guida di un auto.
Personalmente non infilerei mai un senso vietato con l’auo. Con la bici ci sto attento, ma lo faccio se non ravvedo pericolo.

Soluzione
Eliminare il collegamento tra infrazione in bicicletta e patente auto/moto. In ogni caso ridurre drasticamente il numero dei punti perduti

Problema
Abnormità delle infrazioni contestabili…
Quante auto circolano sul marciapiedi? Prendete il marciapiedi di Via dei Fori Imperiali e andateci in bici (maledetti sampietrini) oppure saliteci pora con la vostra auto… l’effetto è piuttosto differente…

Soluzione
a) Dichiarare tutti i marciapiedi ad uso promiscuo (max 10 km/h e precedenza assoluta ai pedoni) tranne dove espressamente vietato;
b) Rivedere le sanzioni per biciclette in modo da disaccoppiarle da quelle per le macchine.


Francamente credo che questa sia una buona piattaforma da rivendicare, concreta, che non altera il principio generale, non rende il ciclista impunito, ma risarcisce il ciclista di un codice della strada che con gli anni si è andato radicalizzando in senso automobilistico. Credo che possiamo spingerla in tutte le sedi tecniche i politiche.

Proviamoci