Mi chiedo che senso abbia programmare una domenica ecologica invernale e piovosa all'epoca del COVID. In zona arancione.
L'epidemia infatti impone di ripensare e rivalutare praticamente tutto ciò che siamo abituati a fare in una nuova (eco)logica.
Ovviamente questo non avviene, e da qui. oltre al continuare a spandersi del contagio, derivano ulteriori amarezze di chi semplicemente non riesce ad accettare i metodi di lotta contro un nemico che non si vede e non si sente fino a quando non ce l'hai dentro (si dice pure per la lama di certi coltelli).
Insomma un terribile periodo nel quale what was right becomes wrong. Quello che era giusto diventa sbagliato...
Per parte mia ho cominciato a "notare" le domeniche ecologiche solo quando ho dovuto rottamare la macchina a gas, prima non ci facevo caso.
E non ci facevo caso soprattutto perchè non erano più le domeniche ecologiche cui eravamo abituati, dalle 10 alle 18, per cui uno scorrazzava (abbastanza) libero dal traffico, ma la parte più bella (e d'inverno la più praticabile) della giornata rimaneva preda del traffico, che peraltro si concentravano in quella fascia.
Il nuovo orario, inaugurato sotto Marino, ma forse antecedente, fatto per salvare gli interessi dei fedeli e dei ristoratori, in realtà è micidiale per tutti quelli che aspirano a levare le tende dalla città con la propria auto, che debbono uscire prima delle 7 e 30 e possono tornare solo dopo le 20.
Per me non sarebbe un problema per andare in giro il treno va benissimo, solo che adesso c'e' il COVID.
Ecco, la formula della domenica ecologica doveva essere rivalutata in epoca di COVID, in particolare in zona arancione.
Infatti abbiamo nell'ordine:
1) La gente meno sale sui mezzi pubblici e meglio è
2) Le chiese sono chiuse
3) I ristoranti sono chiusi
Questa domenica in particolare viene poi flagellata dalla pioggia, anche l'uso della bici non è piacevole (con il vento così forte neanche tanto sicuro secondo me) quindi il comune avrebbe fatto meglio ad annullarla in modo che chi è comunque costretto ad andare al lavoro possa andarci con la propria auto, evitando occasioni di contagio. E evitando ulteriore affollamento a chi l'auto non ce l'ha.
Sarebbe poi stato interessante, vista la chiusura di ristoranti e chiese, bandire totalmente la pausa nella parte centrale della giornata e tornare all'orario continuato 10-18, oppure anche lì tagliare ad un più tollerabile 10-15, visto il malometeo.
Rimane una considerazione di fondo, che tra auto a gas, mezzi elettrici, ibridi e finti ibridi, la differenza tra domenica ecologica e normale non si nota più di tanto. Un po' come tanti anni fa tutti quelli che si erano appena compti un'auto euro 4 si facevano un punto d'onore di provarla nelle domeniche ecologiche.
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