Ormai sono diversi giorni che piove, anzi diluvia, e credo che tutti si stia altendendo il ricaffacciarsi del sole, se non altro per ragioni antidepressive.
Per gli utenti delle due ruote, e per i ciclisti in particolare, il rientro si annuncia denso di nuovi rischi.
Infatti in questo lungo periodo di piogge torrenziali e continue abbiamo potuto vedere l 'asfalto cedere in tante strade, e formarsi tante buche.
Queste buche sono anche più pericolose del normale perchè appena nate e quindi con i "fianchi" ancora ripidi, e perchè ancora non registrate nel database mentale nel quale ogni ciclista che si rispetti stiva le info dei propri percorsi abituali.
In aggiunta alle buche la pioggia accumula ai bordi delle strade i tocchi di asfalto provenienti dalle buche stersse, più strati di detriti vari che a poco a poco si trasformeranno nel famigerato brecciolino.
E ancora non è finita, perchè il bel tempo ancora non si è stabilizzato.
A questa minaccia se ne aggiunge un'altra, che ultimamente è diventata una preoccupazione non secondaria: le avarie dell'illuminazione pubblica.
Chi infatti mura la bicicletta nelle ore successive al tramonto si è sicuramente accorto dell'aumentare di numero ed estensione delle zone che rimangono completamente al buio.
In queste condizioni diviene particolarmente difficile vedere cosa c'è davanti alle ruote per due ragioni distinte, anche se spesso concomitanti.
Innanzitutto la maggior parte delle bici che girano in città ha luci che servono a essere visti, ma non a farsi vedere, perchè appunto contano sull'illuminazione pubblica.
La seconda è che comunque, a meno di non avere un faro di intensità automobilistica, le auto che passano provocano l'abbagliamento relativo dell'occhio del ciclista, la cui luce magari basterebbe pure se solo il suo occhio potesse abituarvisi.
Insomma, dopo questa settimana/10 giorni di alluvione le strade saranno a pezzi e in molte parti di Roma continueranno i guasti ai sistemi di lluminazione.
Mi raccomando in campana.
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