martedì 30 novembre 2010
Viale Libia: smettiamo di prenderci in giro e arrendiamoci all'evidenza
Prendiamo, per esempio, la riapertura al traffico privato di attraversamento di Viale Libia.
Uno dei primi atti del nuovo Presidente, fatto per rivitalizzare il commercio, ha avuto come effetto sicuro l'uccisione del mezzo pubblico, strangolando una delle giugulari del trasporto pubblico.
Infatti per rivitalizzare il commercio, si lascia che gli automobilisti parcheggino l'auto in seconda fila, e le macchine in transito sono obbligateoccupare la corsia preferenziale.
Non per niente non ci sono neanche le borchie a delimitare la preferenziale, altro che cordoli.
L'apoteosi dell'ingorgo avviene quando la strada, a causa dei lavori, si restringe nell'unica corsia che sbuca a Piazza Gondar... Chi non c'e' passato può facilmente immaginare le attese. Un'autentica Via Crucis.
Una follia, anche perchè le auto private posso scegliere percorsi alternativi, il bus no.
Il risultato è che l'attraversamento nelle ore di punta può prendere anche mezz'ora (Annibaliano-Gondar) per due chilometri scarsi, alla faccia della preferenziale.
Figuratevi adesso che scatta la corsa ai regali che cosa succederà.
Lo stato comatoso del trasporto pubblico romano non può permettersi queste aggressioni locali. Non è solo un problema di costi ATAC, con i bus bloccati nel traffico, ma anche del prezioso tempo dei cittadini.
E' ora che un'autorità centrale stronchi sul nascere queste iniziative ispirate da un bieco populismo localistico (scusate, m'e' proprio uscito) e si ricominci a pensare al bene comune e all'efficienza della città.
Occorre poi un comitato utenti dell'ATAC che difenda chi usa il mezzo pubblico dai soprusi dei privati.
Anzi, già che ci siamo, si potrebbe fare una bella pista ciclabile su Viale Libia, adesso che finiscono i lavori della B1?
Grazie
lunedì 29 novembre 2010
Aggressione teppistica
domenica 28 novembre 2010
ATAC: se tutto è gestito come il bike sharing...
venerdì 26 novembre 2010
Se il movimento per la vita fosse veramente tale si occuperebbe anche di traffico stradale
Ho sempre pensato che se il Movimento per la vita fosse stato veramente per la vita, avrebbe avuto una sezione dedicata al traffico stradale e alla difesa di pedoni e ciclisti. Avrebbe perorato una legge per proibire tutti i motoveicoli con velocità superiore ai 40 km/h, mettere il limitatore di velocità obbligatorio sulle auto, fare le zone 30, etc. Avrebbe salvato centinaia di vite l’anno. Forse migliaia.
Invece si occupa, sotto mentite spoglie perché l’accezione non vorrebbe trasparire, di imporre la morale cattolica in temi che stanno cari alle gerarchie. Primo l’aborto, poi l’eutanasia, passando per il testamento biologico.
Pertanto ho appreso con soddisfazione che Fazio e Saviano non intendono concedere spazio al Movimento per la vita sul tema dell’eutanasia. Con soddisfazione, perché dopo anni di scuole dai preti non sopporto il nauseante tanfo dell’imposizione della morale religiosa.
Non che ci sia niente di male ad essere contro l’aborto. Tutti lo siamo. E quindi sarebbe fantastico un movimento che mirasse concretamente a diminuire gli aborti attraverso la diffusione della contraccezione e l’aiuto alle madri o famiglie.
Ovviamente di contraccezione non se ne parla, e l’obiettivo è sostanzialmente quello di abolire l’aborto legale e tutte le altre cose che hanno in qualche modo a che fare con ciò, tipo la pillola del giorno dopo e l’aborto chimico.
Sugli aiuti alle donne non mi pare andiamo molto meglio. Come tutto il mondo cattolico, gli aiuti vanno bene purchè a gestirli sia la Chiesa, e quindi ci troviamo con uno stato che dopo decenni di DC, Vaticano, etc., ha gli aiuti alla famiglia tra i più bassi d’Europa.
Invece ci stiamo inventando la personalità giuridica dell’embrione che appena nato potrà fare causa alla madre che fumava durante la gravidanza (oppure ci sarebbe la famosa barzelletta delle botte in fronte…)
Ma ancora peggio è la questione del testamento biologico e dell’eutanasia. Qui siamo proprio alla follia totale, perché finche si tratta di proteggere nuovi nati… beh, qualcuno lo può anche intendere come un sacrosanto obbligo morale.
Ma la battaglia su testamento biologico ed eutanasia, impedire a chi vuole di farlo sulla base di una dottrina religiosa totalmente inventata, è un atteggiamento così odiosa che non può ne’ essere accettato, ne’ tollerato. Rompe i patti di convivenza civile e la dignità delle persone.
Quindi fanno bene Fazio e Saviano, soprattutto in un paese nel quale quando parlano un papa o un cardinale, dicendo lo stesso tipo di idiozie che hanno portato al processo di Galileo Galilei, nessuno se la sente di rispondere per le rime, ormai neanche più Bossi (solo Veronesi ogni tanto ha alzato la voce).
mercoledì 24 novembre 2010
Ma i nostri, quando arrivano?
Sabato di pioggia a Piazza Trasimeno: pioveva piuttosto, sabato 20, a Piazza Trasimeno. Io stavo andando alla scuola media Settembrini per ritirare l’originale del diploma della figlia, che deve sostenere l’esame di maturità.
Mi precede un’Audi che infila la stradina contromano e si ferma sulle strisce, di fronte a
Al termine delle mie commissioni l’auto stava ancora lì.
Mercoledì mattina a Piazzale Luigi Sturzo: potete osservare il parcheggio a spina di pesce, tranquillo.
Strisce pedonali e scivolo in un colpo solo, neanche fosse casa sua.
domenica 21 novembre 2010
Buon Compleanno Cicloappuntamenti
Alla festa per il terzo compleanno di cicloappuntamenti ci siamo divertiti un mucchio.
Il primo scherzo è venuto dal meteo, che ci ha fatto annullare le gite in bici (tranne pochi coraggiosi), e tutti gli altri a mangiare.
Per me Cicloappuntamenti è stata l'iniziazione ad un modo più serio di andare in bicicletta, rispetto alle gite che facevo da solo.
Ho imparato moltissimo sia di tecnica che di percorsi, e ho consciuto un sacco di altri ciclisti e un bel po' di ciclogirls.
Un ringraziamento a tutti coloro che hanno messo su questo sito informale, che sta marciando a tutto vapore, con moltissime iniziative per ogni weekend. Dopo l'annunciata apertura di una sezione dedicata alla discesa ( e tutti so' capaci)' anche io stavo pensado di aprire una mia sezione, dedicata ai giri con le ruote bucate.
Il Presidente e Cofondatore, Marco Pierfranceschi, ha detto, nel suo indimenticabile discorso, che ormai il sito è arrivato al massimo che lui aveva pronosticato. Da qui in poi non sa cosa potrà succedere.
Ci trasformeremo in movimento d'opinione? Formeremo una lista per le prossime elezioni comunali? Perchè no, peggio di quello che c'e' adesso non possiamo fare.
Più concretamente, nello spirito del sito, secondo me dovremmo sostenere la causa del cicloturismo ed sostenere tutti quelli che mirano a creare una rete di itinerari protetti nel Lazio. In Trentino ed in Valle d'Aosta queste cose funzionano e portano quattrini. Da noi perchè non dovrebbe?
Personalmente per il momento intendo continuare a partecipare alle scampagnate e occasionalmente alle gite hard...
Infatti queste formano le gambe e ti permettono di affrontare senza pensieri le gite più semplici ed ogni eventuale extra.
Ancora un caro saluto agli indomiti organizzatori, e a quanti mi aspettano durante le gite!
sabato 20 novembre 2010
Bicicletta a terra: una sera, un incidente
lunedì 15 novembre 2010
… e ultimo arrivò il Marziano…
Dopo tanta canoa e scampagnate varie, prima o poi dovevo affrontare il contatto con una gita “hard”, sempre in senso ciclistico, ovviamente. La salita al Santuario della Mentorella, mi è piaciuta da subito, anche perché Guadagnolo, Palestrina, sono sicuramente posti che adoro.
Che sarebbe stata dura lo sapevo, anche perché ciclisti molto più forti di me andavano con la bici da strada, e quindi ero condannato a restare comunque in coda, ma arrivare proprio ultimo no… e per di più con la MTB ho bucato in una gita su strada… Ma neanche Fantozzi…
Il buongiorno si è visto dal mattino, nel senso che i ciclisti tosti con le bici da strada sono schizzati subito da Zagarolo a Palestrina a 25 km/h. / km di massacro di gambe per star loro appresso. Unico aspetto positivo la compagnia femminile delle ultime file.
Sulla salita anche le donne mi hanno staccato.
In realtà non è che vadano molto più veloci di me, ma mi piace fermarmi a fare le foto, cosa che un po’ rallenta la marcia. Poi c’e’ stata la bucatura del pneumatico. Bici ricontrollata sabato era tutto in ordine. Ho trovato lo spino infilato dentro il copertone che sbucava allegro dall’altra parte.
Possibile che non si riesce a fare un bel copertone di kevlar blindato?
Da San Pietro in poi tranquillo, se non per l’ansia della seconda bucatura, che mi ha fatto fermare varie volte. In realtà il copertone di ricambio era già stato riparato 4 volte, per cui non ero sicurissimo che tenesse. Ha tenuto, comunque, ma sono sceso a rigonfiarlo più volte (altro tempo perso).
Per arrivare alla meta ho rinunciato al santuario (ho la spiritualità a zero) e mi riprometto di farci un salto.
Al ritorno eravamo solo due al treno a Zagarolo, e abbiamo fatto la discesa veloce tra i 40 e i 50 all’ora. Veloce per me, che con la MTB manteneva la trazione a 48,5 km/h.
Rientrato a Roma un colpo di telefono per rassicurare il Presidente: ero a Piazza Fiume, ma gli chiedo: “Marco, mi dici come si arriva alla stazione di Zagarolo che qui sta diventando buio?”.
Lui all’inizio mi ha creduto, che è un complimento alla mia abilità di attore, ma non certo alla mia reputazione di ciclista.
venerdì 12 novembre 2010
Quando i Fascisti ti bucano la gomma
Da quando mia figlia si è data alla politica, facendo l’attivista di sinistra in una scuola di centro destra, e ha preso ad andare a scuola in bicicletta, una rappresaglia politica sulla bici era attesa.
La domanda non era “se”, ma “quando”.
L’altro giorno sono stato appunto informato dalla signora madre che “ha bucato”, ma forse è un sabotaggio.
La prima sera utile ho riparato la gomma. Ho trovato un mezzo “attache” conficcato nel pneumatico e, soprattutto, un altro buco identico sulla parte diametralmente opposta della ruota.
Mi è bastato per identificare il dolo ed emettere una sentenza di morte contro ignoti.
La sentenza è emessa, e adesso basta trovarli ed eseguirla. E non mi vengano a rompere i Radicali con le moratorie. Quanno ce vo’ ce vo’.
L’azione di ritorsione sembra sia avvenuta a seguito di un volantinaggio durato due ore.
Il fratello, a tavola, ha detto che dopo due ore di volantinaggio era il minimo che potesse accadere.
Infatti per lui la scuola dovrebbe essere totalmente apolitica e questi di destra o di sinistra la rovinano. Non per niente fa il terzo anno di fisica.
Capisco perfettamente il suo punto di vista, ma la bicicletta è sacra.
Io ho suggerito di fare volantini con scritto su: “Chi mi ha bucato la ruota è stato condannato a morte da mio padre” il giorno successivo, ma la cosa non è stata accolta.
Alla fine una crisi di nervi per il non sentirsi capita… Capita… Capita di non sentirsi capita.
Tutte le mogli si trovano in quella situazione entro il terzo anno di matrimonio. La battaglia per sensibilizzare i compagni di scuola.
Io sono andato giù duro: “Alla tua età scegliere tra destra e sinistra è come scegliere tra Roma e Lazio. Una questione di tifo, senza nulla di razionale. Aspetta almeno altri sette od otto anni prima di aspettarti di capire qualcosa”.
Altra crisi di nervi.
Poi il fratello le ha chiesto: “Perché non metti la bici nel cortile della scuola? Quando ci andavo io quelli che venivano in bici la mettevano dentro”.
La risposta era: “Ma così non la bucano!”, e quindi niente martire. Ma non ha oltrepassato le labbra.
In effetti un’ottima idea, volevo parlarne al Preside. Magari anche offrendo di comprare per la scuola una rastrelliera da biciclette.
Ma questa è un’azione politica o amministrativa?
martedì 9 novembre 2010
Una borraccia di Sangiovese
Mi scuso con i lettori, ma l’ultima settimana è stata “densa” di avvenimenti che hanno in qualche modo ritardato l’aggiornamento del blog. In particolare c’e’ stato l’ingresso della nuova macchina fotografica (e l’impossibilità di scaricare le foto in quanto il programma per lo scarico non funzionava) e la ripresa di un minimo di attività con il flauto, quindi la riduzione degli spazi dedicati al blog… E aggiungerei la pianificazione di una gita per Cicloappuntamenti, che ha preso il suo tempo.
Sia come sia, il weekend ciclistico è stato attivissimo, anche se separato dal resto della ciclabilità romana.
Sabato mattina gli impegni familiari si sono annullati verso mezzogiorno, e quindi, dopo qualche esitazione, ho caricato la bici sulla macchina e mi sono diretto verso la Paliano-Fiuggi. Purtroppo non avevo fatto bene i conti con l’effetto giornata di sole, e quindi mi sono ritrovato bloccato in mezzo al traffico.
Sono arrivato alla base della pista alle due, non mangiato, e quindi alle 5 le (dopo circa 60 foto per provare la macchinetta in tutte le configurazioni possibili) ero ad Acuto a vedere il sole che tramontava. Romantico rientro nel crepuscolo, fino all’ultimo tratto fatto tutto con le luci di bordo. Molto formativo, indeed, specialmente se si considera che qua e là la pista è “protetta” da pali anti auto, con colori che vanno dal ruggine scuro al verde opaco… Ma un catarifrangente, non ce lo possono mettere?
Mentre ricaricavo la bici sulla macchina, a lato della Prenestina, è passato un ciclista locale che, nella più completa oscurità, procedeva vestito di grigio scuro, senza luci, con i soli catarifrangenti dei pedali… Un miracolo che l’abbia scampata, anche se la divinità che protegge i ciclisti ha chiesto un compenso il giorno dopo.
Tanta frenesia era dovuta al meteo catastrofico, diluviale, del favore giorno dopo (domenica), giornata nella quale avevo rinunciato a proporre il mio giro in favore di una proposta di Facebike nel Marturanum (it. 003 Paola & Gino).
Vedendo un certo miglioramento son partito per l’appuntamento (10:40 Barbarano), se non che alle 09:00 ricevo un messaggio di risposta che annullava la gita, e la ricollocava ad Ostia (che solo il nome mi deprime).
E sì che, in previsione della pioggia da sopra e del guado da sotto, avevo preparato almeno 4 kg di attrezzatura, compreso il portadocumenti stagno che uso in canoa.
Riprogrammo la gita e mi dirigo verso una location comoda (anche perché non avevo mappe al seguito), puntando alla classica Trevignano/Mola di Oriolo, sperando nella bontà di Giove Pluvio. In effetti la giornata si è srotolata bene, con la tappa obbligata, tra il bosco di e la Mola di Oriolo, alla “Bottega del Sapore” per un panino con la porchetta a complemento del pasto già in borsa.
Entrato nel negozio, per scacciare il grigio dell’autunno, mi è venuta voglia di un po’ di vino… ma non avevano nessuna bottiglia piccola. Abbiammo solo il vino alla spina, e solo bottiglie da 2 litri. LA che la folgorazione: E se svuoto la borraccia della bici, me lo date mezzo litro?
La risposta ha richiesto una lunga consultazione tra gli addetti, ma alla fine il buon senso ha prevalso: il Capo ha detto sì.
Quindi sono andato a prendere la borraccia dalla bici, ho bevuto un ultimo sorso (di acqua), ho gettato il rimanente, e ho fatto il pieno di Sangiovese rosso tra l’entusiasmo dei presenti (0.67 €).
Sangiovese che ha aiutato non poco ad alleviare l’umido della Mola, e a rendere più allegro il ritorno.
martedì 2 novembre 2010
Il Marziano che cadde (da fermo) sull’erba
P
er “abbastanza bene”, intendo dire che ho percorsi consolidati che mi permettono di allenarmi anche i velocità. Anzi, uno di questi sabati pomeriggio vorrei invitare coloro che non vanno in gita ad un allenamento sui pendii di Roma Nord.
Purtroppo i percorsi tradizionali, anzi direi tutti i percorsi di Villa Ada, stanno subendo modifiche radicali a causa della moria di alberi. Manco fosse la foresta amazzonica! Con una differenza, che nella foresta amazzonica gli alberi li tagliano e se li portano via, a Villa Ada/Monte Antenne li lasciano a terra, molto romantico, con il risultato che i tortuosi percorsi concepiti per aumentare a dismisura la lunghezza dell’allenamento risultano impraticabili alla bicicletta.
Una delle deviazioni inaspettate mi ha tradito. Sul versa costa, monte Nord-Ovest di Monte Antenne, a mezza costa, mi sono bloccato accanto ad un albero che mi ha costretto ad uno sto inaspettato. Ero sbilanciato, e mi sono appoggiato con il piede a valle (errore gravissimo).
Neanche a farlo apposta mi sono appoggiato su di uno spesso strato di paglia, che ha ceduto di almeno dieci centimetri sotto il mio peso… mi sono inclinato e sono caduto, sperando di non beccarmi uno spuntone di ramo nelle costole. Non è successo nulla, per fortuna, e ho proseguito l’allenamento, dopo una breve sosta.
Bello il ritorno sotto la pioggia… dopo l’esperienza di Brussels, neanche me ne sono accorto.