Il ritmo della mia attività lavorativa non mi consente di partecipare alla maggior parte delle iniziative che si tengono per stabilire un contatto tra le amministrazioni, soprattutto quella comunale, è i ciclisti o le loro associazioni.
Pertanto ringrazio coloro che partecipano a queste iniziative per difendere la categoria. Al tempo stesso, però, le poche volte che mi sono trovato a questi incontri, sono rimasto particolarmente deluso del livello qualitativo della partecipazione.
Fermo restando che si tratta di volontariato, e quindi non bisogna guardare in bocca al cavallo che se hai ricevuto in dono, l'efficacia queste iniziative e sostanzialmente compromessa dalle insanabili diversità di opinione tra i partecipanti, e diciamolo, dalla difficoltà nel proporre le proprie idee in maniera chiara e razionale. E infine anche dal modo, spesso molto villano, di interfacciarsi con l'amministrazione e gli altri partecipanti.
Comunque, dopo anni di inconcludenti buchi nell'acqua l'amministrazione Raggi sembra stia prendendo la cosa un pochino più sul serio, e ci ha deliziato di un tavolo di coordinamento e di un delegato alla ciclabilità che finalmente viene dalle nostre fila: il famoso Paolo Bellino, che adotta il nome di battaglia di Rotafixa.
La sua nomina ha scatenato un mezzo putiferio, perché in un mondo di prime donne come quello dei ciclisti che partecipano agli incontri con l'amministrazione, avere un delegato scelto tra i ciclisti, ma direttamente dall'alto, con caratteristiche che lo rendono poco simpatico apparecchi, è sembrato fuori luogo, o addirittura un affronto. E ha sollevato non poche proteste.
Bene ragazzi cerchiamo di non ripetere le cose brutte del passato: la categoria dei ciclisti ha sempre brillato per le divisioni interne che purtroppo hanno fatto sì che le amministrazioni siano sempre sentite poco incentivate ad accettare qualunque soluzione perché se accontentavano un ciclista ne scontentavano altri quattro, un atteggiamento di categoria clamorosamente ciclo lesionista.
Ora a Paolo Bellino, che sicuramente interpreta la ciclabilità in chiave un po' troppo politica (e questo può dare fastidio parecchi, compreso il sottoscritto), vanno comunque tutti i miei sinceri auguri e la speranza di riuscire ad ottenere qualcosa di buono. Non solo per la categoria dei ciclisti ma per la città in generale, che non può che giovarsi dello spostamento di una quota di mobilità sulle due ruote a pedali.
Peraltro vera sfida che si trova di fronte Paolo non è lo scegliere, orientando l'azione del Comune, tra diverse soluzioni tecniche. Lo stato delle finanze del Campidoglio difficilmente ci permetterà alternative alle Bike Lanes.
Il problema è semmai trovare un modo organico per interagire con gli uffici tecnici del Comune, perché per quanto faccia il tavolo di coordinamento, poi alla fine le azioni le fa la tecnostruttura comunale.
E soprattutto intervenire sui progetti in fase di elaborazione, ai capitolati, e a quant'altro allo scopo di integrare nelle opere e nei progetti sin dall'inizio le migliori soluzioni di ciclabilità. E' infatti inconcepibile che a Roma sia stata ristrutturata l'intera via Tiburtina e nel progetto non sia stata integrata alcuna pista ciclabile.
Paolo ancora auguri, ma mi raccomando, fai il bravo...
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