giovedì 22 dicembre 2016

Le corsie ciclabili saranno il sacro Graal della ciclabilita' romana?

Le corsie ciclabili, (bikelanes?), sembrano essere diventate la soluzione a tutti i mali ciclistici di Roma, o almeno cosi' pensa il delegato alla ciclabilita'  Paolo Bellino (PB/RF), che dismette ormai le piste ciclabili come oggetti vecchi, costosi e inutili -peggio- dannosi alla ciclabilita'. Vecchi attrezzi di un mondo vetusto che confinava la bicicletta fuori dalle balle.

Forse la ragione fondamentale di questa scelta e'   l' economicita' delle corsie ciclabili, che se ho capito bene possono costare anche solo 10 mila euro/km. Cio' permette di sviluppare una rete ciclabile con "pochi spicci" dando finalmente un loro luogo ai ciclisti romani. Una posizione pragmatica di buon senso.

Con un  effetto traino questa "infrastruttura" dovrebbe aumentare il numero dei ciclisti e di conseguenza anche la loro importanza quale gruppo di pressione. Un circolo virtuoso che dovrebbe darci una grossa importanza in una decina di anni, almeno credo questo sia il ragionamento.

La dottrina del Comune, visto che PB/RF e' "organo politico" della giunta ( e' stata presentata dall'assessora Meleo, la stessa che non vuole la metro C, come una scoperta sensazionale) e' stata sviluppata in #salvaciclisti,  movimento che ha avuto il merito enorme di coagulare il supporto ai ciclisti in un qualcosa di riconoscibile e spendibile. Per cui sembra che per ora il settore ciclistico sia il fiore all'occhiello di una giunta che, fino ad adesso, sta facendo solo figuracce.

Quello che #salvaciclisti ha di buono in grinta e decisione, figlie anche di un inopportuno antagonismo, purtroppo potrebbe  mancare in tecnica e lungimiranza. Questo non e' nuovo: dal punto di vista tecnico/legale #salvaciclisti non ne ha praticamente azzeccata una dalla sua fondazione. Che volete, nessuno e' perfetto. Il guaio è che scommettere tutto sulle bikelanes potrebbe rivelarsi un cicloboomerang. Altro che Graal.

Infatti le bikelane sono degli strumenti come gli altri. Come un martello, ottimo per piantare chiodi ma inadatto a inserire viti. E infatti chi di noi gira in posti dove la ciclabilita' e' evoluta, continua a vedere uno sforzo molto deciso nella realizzazione di piste ciclabili tradizionali, mentre le bikelane sono lasciate solo ai casi dove una pista ciclable regolare proprio non ci entra. 

E le ragioni per non affidarsi completamente alle bikelanes sono ottime, tanto e vero che sono sempre piu' sofisticate e le geometrie sono sempre piu' complicate (vedi teoria e pratica dell'incrocio brussellese)

La prima ragione e' che la bikelane non essendo fisicamente separata e' meno sicura di una pista ciclabile. Chissenefrega direte voi che siete grandi, meglio quella che la strada senza bikelane. Vero, ma per esempio e' inadatta a farci circolare i giovani senza accompagnatore. Un bel pezzo di utenza che vola via. Quindi attenti ad adottarla al posto di una pista ciclabile.

La seconda e' che la bikelane sottrae spazio agli automobilisti, la pista ciclabile, specie quella sul marciapiedi, ai pedoni.

Gli automobilisti sono una categoria piu' tosta dei pedoni, come abbiamo visto in varie occasioni! Quindi occorre andare avanti con le realizzazioni ciclomarciapodiche anche se secondo salvaciclisti sono disonorevoli. La prima e' la sistemazione di Via Cilicia, che veramente grida vendetta!!!!

Per esempio sulla Prenestina il marciapiedi ciclabile da Largo Preneste a Piazzale Prenestino funziona una meraviglia, evitiamolo di restituirlo al pedoname in cambio di una bikelane in mezzo alle auto...

La terza e' che la bikelane e' solo una striscia per terra, che l'auto, in circolazione o sosta, puo' occupare in ogni momento. Questo significa che rimane tua solo se gli automobilisti sono molto civili o l'amministrazione la difende a spada tratta.

La differenza la si vede bene tra Santa Bibiana, dove la bikelane tiene perche' "sottovento" alla curva, e li' le auto si allargano naturalmente, e Prenestina-Porta Maggiore, dove le auto la occupano alla grande, come se non esistesse… per ovviare questo sarebbe carino che le bikelane fossero almeno limitate da borchie rifrangenti, anche se immagino questo ne accrescerebbe alquanto il costo. Peraltro la giunta raggi ancora non sta aggredendo la sosta in seconda fila, quindi come potra' difendere le povere bikelane?

La quarta e' pero' molto piu' grave e seria, e nel panorama romano mette la bikelane in una luce veramente sinistra… tenetevi forte.

Le bikelane sono strisce per terra e svaniscono rapidamente se non rinfrescate. E' vero che costano poco, ma anche si consumano subito. Quindi, in mancanza di manutenzione, da qui a due anni staremo da capo a dodici, senza bikelane un'altra volta.

Questo e' il vero cicloboomerang romano  insito nell'adozione strategica delle bikelane. Ora, ridirete voi, megli le bikelane di niente… embe' ma questo puo' essere peggio di niente. Infatti non ci sono elementi  per ritenere che il Comune, che al momento non trova soldi per la manutenzione della segnaletica orizzontale compresi attraversamenti pedonali, stop, precedenze, linee mediane, domani aggiunga alla lista della spesa svariate decine di chilometri di bikelanes. Anzi,

Immaginate ad un processo per un investimento su strisce sbiadite un Assessore che dice " non ho ridipinto le strisce perche' non avevo soldi" e un altro "non ho ridipinto le strisce perche' ho dato la precedenza alle bikelane" … secondo voi chi dei due verrebbe condannato?

E rinfrescarle diciamo una volta ogni due anni (minimo) significa spenderci altri soldi… quanto non lo so, ma sicuramente non una cifra trascurabile.

Quindi la mossa delle bikelane, per essere positiva, deve essere inquadrata in un disegno piu' grande che apparentemente sembra molto trascurato.

A questo punto mi permetto di dare qualche suggerimento:

  1. Corsie ciclabili va bene, ma solo dove sono l'unica alternativa.
  2. Teniamoci le piste che abbiamo e manteniamole operative. Non insultiamole come relitti del passato
  3. Un buon marciapiede ciclabilizzabile e' una manna dal cielo. Non teniamolo solo per farci cacare i cani!
  4. Dove ci sono strade in costruzione/ammodernamento continuiamo a chiedere piste ciclabili e non  corsie ciclabili;
  5. Mettiamo in chiaro sin dall'inizio il problema della manutenzione de,le bikelane, perche' e' fondamentale, rischiamo di trovarci con niente in mano, e in tasca, in poco tempo.


Ps: Se vi prendete la briga di andare a vedere la bikelane di Ponte Spizzichino, trovate tutto cio' che viene detto nel post concentrato in pochi metri...

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