giovedì 9 agosto 2018

Ciclabilità a Roma 2018... qualche stella in una notte nera

Nel compilare il summer report 2018 sulla ciclabilita’ a Roma francamente avevo pensato di essere
alquanto negativo.


I lavori della pista ai tempi della nevicata
Poi percorrendo Via Nomentana, di fronte ai lavori ormai partiti della ciclabile, ho pensato che non si
poteva essere più negativi dei tempi di Marino, il sindaco che qualcosa ha detto ma niente ha fatto
per noi ciclisti, tanto da piazzarsi anche dietro ad Alemanno, il quale almeno aveva potuto completare
e inaugurare qualche idea di Veltroni.


Quindi parlero’ di qualche stella in una notte nera, cosi’ come le luci di una fattoria sul fianco di
un’enorme montagna oscura.


Le stelle...
E quali sarebbero le stelle? Beh… la Nomentana e, se la fanno, la ciclabile della Tuscolana.
Opere che incidono nel tessuto vivo della città. La Nomentana, ormai avviata, è una delle opere
fondamentali. Infatti le corsie laterali, e uniche percorribili in bici, sono strette e pericolose,
specialmente con le buche d’oggi.


Speriamo solo che non sia troppo palloccolsa, con troppi attraversamenti della Nomentana,
salite e discese da passi carrabili e scalini non raccodati quando si sale e scende dai marciapiedi.


E sulla Tuscolana speriamo!!!!!


La notte nera
Finite le stelle, ripartiamo con la notte nera,  il luogo dove i ciclisti di Roma dimorano nello stridore di
denti.


Oddio, qualche progresso in ciclotutela è stato fatto. La popolarità europea della bicicletta ha
moltiplicato il numero dei ciclisti, e la maggior parte degli automobilisti ha imparato a considerarci
come aventi diritto a stare sulla strada.


I cari coinquilini della strada
Chi non ce lo riconosce sono la maggior parte degli scooteristi, un buon 20% degli automobilisti, una
ercentuale identica tra gli autisti dei mezzi pubblici, nonche’ circa il 70% dei furgoni bianchi che fanno
le consegne.


Dopodiche’ arriva, e questo e’ veramente il brutto, circa il 95% dei vigili urbani e il 98% degli ingengneri
e geometri che al Comune si occupano di viabilità…


E infatti questa è la vera notte nera della ciclabilità romana, ovvero che nella gestione/controllo del
traffico in realtà non solo non è cambiato nulla, ma si sono fatti anche passi indietro… la situazione è
brutta per tutti, ma per noi ciclisti è molto peggio.


Ormai a Roma, a parte passare con il rosso, essendo il semaforo l’unico totem della capitale,  si puo’
fare qualunque cosa, tanto nessuno interviene.


E non solo noi ciclisti, ma tutti, ormai anche i pedoni, che ormai pensano che tutto è permesso tanto se
non stanno sulle strisce non li mette sotto nessuno.


Ormai quando danno il numero dei pedoni investiti mi chiedo sempre… quanti sugli ttraversamenti
pedonali?


In tutto questo il rischio principale rimane, per me, l’alta velocità di auto/moto/scooter/furgoni, che si
scatena non appena la strada è un po’ libera. Sulle stradone, su tutte dopo le nove di sera e fino al
riformarsi del traffico, si scatena il GP Notturno Quotidiano di Roma, dove si va dai 70 per giocare fino
ai 170 per i più bravi sulla Colombo… con le conseguenze che conosciamo. Autovelox? Nessuno, non
vogliamo mettere le mani nelle tasche dei cittadini.


La viabilità cilcistica? Un dramma
Anche dal punto di vista della viabilità le cose vanno male. Non solo per l’effetto devastante sulle
biciclette, delle condizioni del manto stradale.


Per rendere una città adatta alle biciclette, per poter sfruttare pienamente le potenzialità del mezzo,
non bastano due piste ciclabili buttate in mezzo al traffico. Occorre manutenere quelle esistenti e
ensare ciclabile tutti i giorni, infilando piste ogni volta che si fanno lavori, per ottenere una rete di
itinerari da percorrere in condizioni di siurezza accettabili.


Partiamo dal degrado delle piste ciclabili esistenti: ci siamo persi il tratto sull’Olimpica della pista della
Moschea (ormai la strada e’ riparata, la pista no), il Viale del Giardino Zoologico (prima pista, ora
riaperto alle auto ma senza neanche una cazzo di bikelane disegnata per terra).


Le radici rendono di fatto impercorribili senza almeno una  front la pista dell’EUR altezza della
circonvallazione Ostiense, Viale Rossini, Valle Giulia tra il Museo Etrusco e il Tevere… in questi casi
la cosa è molto pericolosa perche’ le radici hanno ingobbito il manto stradale senza romperlo,
quindi già all’imbrunire non distingui gli ostacoli e se arrivi veloce con una pieghevole o una bici
non tenuta sladamente in mano passi qualche momento molto casual.


Cicloturismo
La parte cicloturistica poi… il GRAB è dimenticato, mentre non riusciamo a collegarci con le piste
del Comune di Fiumicino, forse perche’ Montino è del PD… eppure basterebbero tre/quattro chilometri
di MACADAM sull’argine del Tevere fino a Ponte Galeria per poter raggiungere il sistema di piste di
Fiumicino, Fregene, Maccarese, Castel di Guido etc…


Vendetta grida poi la mancata messa in sicurezza dell’argine del tevere opposto alla Pista di Castel
Giubileo. Li’ c’e’ l’attraversamento del Tevere, c’e’ la strada, anche li’ una sistemazione ufficiale e vai,
finalmente dai un senso circolare (magari raccordandoti con la pista dell’Aniene) alle tristi gite “avanti
e indietro” sulla pista di Roma Nord.


Tra le visioni fantastiche una pista che colleghi Roma Sud a Ostia Antica… e anche confermare
l’ingresso/uscita a Roma della Via Francigena da Nord, attualmente stretta tra cancelli privati su strade
che non credo lo siano.


E i lavori nuovi?
Due settimane fa ho percorso la Tiburtina fino a Via di Salone… pensare che si sia ristrutturata
(mica tutta… solo pezzi non collegati tra di loro…) una strada cosi’ grande, con quegli spazi, senza
integrarci (e quindi a costi marginali) una pista ciclabile è follia.


La Tiburtina non è sicuramente colpa della Raggi, ma dell’Amministrazione precedente si’ e di tutti quei
tecnici comunali e non che detestano le due ruote a pedali.

Insomma, il 2018 e’ ancora un anno di potenzialità perdute. Qualche stella, si’, ma la notte e’ e rimane
sempre nera...

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