Quale di queste due opere sara' completa prima, il Ponte sullo Stretto o il GRAB?
Beh, al momento e' difficile dirlo...
Scherzi a parte non ho mai capito la durata dei lavori pubblici e delle piste ciclabili a Roma.
Non parlo di alcuni autentici misteri, tipo la Tiburtina o la zona di Ponte Lanciani, in rifacimento da quando non avevo ancora la patente, parlo della realtà quotidiana.
Che nel caso dei lavori "leggeri" come per esempio, le ristrutturazioni del parco nemorense (o Villa Vergiliana) risistemazione di Villa Ada, che durano indefesse da anni... senza mai vedere qualcuno che ci lavori.
Nel caso specifico della ciclabilità, che di suo ha diversi problemi ad essere accettata a Roma, l'effetto è semplicemente devastante, per varie ragioni.
La prima è che i cantieri che si aprono e non giungono a nulla fanno impazzire i residenti. Prendiamo il GRAB, che forse non è la prima, ma sicuramente la maggiore al momento, pietra dello scandalo.
Uno pensa che si inizino i lavori al Colosseo e piano piano i lavori vanno avanti sino a chiudere l'anello. Per piano piano intendo comunque che in ogni giorno lavorativo i lavori vadano avanti in maniera visibile, con gente che ci lavora, per cui il tutto viene finito in un tempo ragionevole.
Invece no. Prima si fa un pezzo al Colosseo. Poi al Colosseo tutto si ferma e si comincia ad asfaltare un pezzo (non tutto) di marciapiedi di fronte alla Fonte Egeria, insomma un puzzle di elementi scollegati tra di loro che non danno nulla al ciclista dal punto di vista pratico. E soprattutto non danno idea al resto della cittadinanza che si stia facendo qualcosa di diverso dal capriccio di una minoranza.
A Via Guido Reni, mi dicono alcuni amici, il parcheggio centrale è stato occupato dal cantiere all'inizio dell'estate, ma i lavori non sono partiti, e molto a rilento, solo a settembre inoltrato. E anche il giorno che ci siamo andati per manifestare, l'11 ottobre, non è che fossero avanzati un gran che'...
Altro esempio è quel Pasticciaccio brutto de Via Panama, che mi pare ben lungi dall'essere risolto, ma che oltretutto ha reso impossibile la percorrenza dell'esistente pista in direzione -appunto- Via Salaria senza che, l'ultima volta che ho provato a percorrerla, uno straccio, anzi un cazzo di straccio, di cartello ad avvisare il povero ciclista che da un certo punto in poi la pista finisce e ti trovi contromano su Via Panama.
Per non parlare dei residenti che in questi lavori infiniti ci intingono il biscotto del conservatorismo anticiclistico.
Ricapitolando
Da ingegnere so bene che potrebbero esserci motivi tecnici per certi ritardi, ma tempi lunghissimi per opere tecnicamente semplici fanno pensare a lavori affidati a ditte senza il personale necessario, che prendono più appalti possibili senza avere il personale necessario.
Oppure ad un pessimo coordinamento dei lavori, che si devono integrare in programmi "più forti di loro" che ne condizionano lo svolgimento, ovviamente a svantaggio delle povere piste ciclabili.
Insomma, il Comune sta facendo parecchio per la ciclabilità, ma non sembra ancora crederci veramente.
1 commento:
Tutto ciò non va bene, sperpero di soldi pubblici... il sindaco non può certo controllare i lavori ma come "capo della squadra" è il primo responsabile.
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