giovedì 2 gennaio 2025

Addio 2024, Roma un po' più ciclista ma manca ancora tanto per essere bike-friendly

Il 2024 è stato un anno che ho vissuto ciclisticamente solo a metà. 

Peccato, perchè forse è stato l'anno della mia maturità ciclistica, quando ho usato la bici come un vero mezzo di trasporto e divertimento con autonomia provinciale, se non regionale, fino all'incidente di giugno.

Dopodichè sono rimasto a guardare fino a dopo Natale, quando ho ripreso a pedalare (e ho anche fatto in tempo a forare!) con somma attenzione ma, ovviamente ahimè, con i quadricipiti tutti da far ripartire.

Per la Roma Ciclista il 2024 mi è sembrato un anno particolare. 

Infatti la dote di piste ciclabili romane è cresciuta moderatamente in quantità, e forse un po' di più in qualità, specie con l'attraversamento di Piazzale di Porta Pia, che ha portato un grande beneficio a tutti coloro che percorrono la pista Nomentana, che non sono pochi.

Per rimanere alle cose che ho visto è stata completata la pista della Sapienza, che unisce Termini con l'Università, anche se le soluzioni adottate a Viale dell'Università per utilizzare lo spartitraffico centrale sembrano una fabbrica di incidenti e riportano in vita la progettualità delle ciclobimbi di veltroniana memoria. In particolare "il ricciolo".

Quello che mi è sembrato di percepire, purtroppo, è però una battuta di arresto nell'espansione della mobilità ciclabile.

Oddio, il ritmo di espansione indotto dalla bici elettrica,  permettendo anche a persone poco inclini alla fatica fisica di utilizzare il mezzo a due ruote, ci aveva un po' viziati, ed forse è questo mezzo ha ormai conquistato il conquistabile. Quindi confermerei la mia netta sensazione che si sia raggiunto nuovamente un plateau dal quale occorrerà muoversi. 

Forse si tratta  delle stesse ombre che si sono allungate sulla transizione ecologica, il green deal, i cui costi industriali, sociali e comportamentali stanno raffreddando più di un entusiasmo, tanto da essere messo apertamente in discussione... Risparmiare CO2 non sembra più tanto cool e forse lo stesso sta accadendo anche per la ciclabilità romana.

2025 La rete ciclabile aumenta un pochino, ma per il momento non è stata una priorità.
Il mio principale rammarico è la evidente mancanza della priorità nella realizzazione della rete ciclabile, ovviamente oscurata dalle opere del Giubileo.

Comprensibilmente sono state impiegate un sacco di risorse per pedonalizzare  piazze turistiche, cosa piacevole ma a servizio del turismo, e che però non può avere veri effetti sul cambiamento delle abitudini di spostamento.

Invece ci servirebbero  come il pane tanti interventi di realizzazione di piste, anche sacrificando un po' di posti parcheggio, cosa che sembra tabù se non riferita -appunto- alle suddette pedonalizzazioni. 

Roma Ciclomobilista? non nel 2025!
E' chiaro che il Comune ancora non vede nella bicicletta un mezzo che può cambiare la mobilità cittadina. Certo, non è pensabile spostare il 30% del traffico sulle due ruote a pedali, ma un 4 - 5% già sarebbe un grosso sollievo alla città e al suo sistema di trasporto pubblico. Basterebbe crederci!

Speriamo che gli anni 25 e 26 ci portino realmente le decine/centinaia/migliaia di km di piste ciclabili vagheggiate nel PNRR, e che queste piste siano significative in termini di ciclomobilità e non solo di cicloturismo. 

Per quanto riguarda il ciclomobilismo puro ho capito che ci sarà poco e niente. Le piste o corsie ciclabili alla Stefàno, l'assessore della Raggi, vengono di nuovo interpretate come lesa maestà automobilistica e non fanno breccia nella giunta Gualtiera, che comprensibilmente e zingarettianamente  d'occhio gli indici di popolarità. Tutto quel lavoro duro e oscuro non sarà replicato, stiamone certi.

Cosa mi piacerebbe per il cicloturismo
Se il lato ciclomobilistico non brilla, la pioggia di km di piste che ci aspetta per il 2025 sembra in gran parte orientata alle meraviglie cicloturistiche.

In canna abbiamo la meravigliosa, e dico davvero meravigliosa, congiungente Monte Ciocci-Stazione San Pietro (o Trastevere?) lungo il percorso dismesso della ferrovia, con galleria sotto il Vaticano.

A questa meraviglia dovrebbero affiancarsi i primi tratti del GRAB, ancora una volta un'opera ad uso turistico, che però a tratti potrebbe tornare utile anche al ciclomobilismo. <Ho letto pure di una ciclabile che unirà Porta Maggiore a Gabii... ... 

Se poi passiamo al fantaciclismo, io spero sempre che, dopo innumerevoli annunci,  Roma venga ciclisticamente unita al suo litorale, tanto Fiumicino e il suo sempre crescente sistema di piste,  quanto Ostia Antica, Ostia e le sue spiagge. 

Altrettanto vagheggio, come Feanor morente di fronte alle torri di Thangorodrim,  che la linea del trenino della Casilina, dismessa con la Metro C, sia trasformata in una pista ciclabile che arrivi a congiungersi con il tratto Paliano - Fiuggi, tratto ormai compromesso da anni in un lento declino, a dispetto del fatto che possa rappresentare una concreta occasione di sviluppo per il territorio al di fuori dei confini di Fiuggi.

Infine pensate che bello se si riuscisse ad unire Roma e Tivoli, magari passando da Villa Adriana!

Ma Roma non sta diventando bike friendly
I progressi in questi anni ci sono stati, per carità chi lo può negare. 

Va inoltre registrata un'importante variazione rispetto alle giunte precedenti: Gualtieri non promette moltissimo, ma quello che promette sembra riuscire a mantenerlo, basti vedere le opere del Giubileo. Non è una novità da poco.

Però la maggior parte di quelli che chiamiamo "progressi" sono auto-adattamenti di noi cittadini al mondo moderno e non -come dicevo- l'attuazione di politiche specifiche volte a promuovere la sostituzione di spostamenti in auto/mezzo pubblico in spostamenti ciclistici.

Quello che manca veramente è un ambiente nel suo complesso favorevole all'utilizzo della bicicletta in termini generali, segno che i ciclisti non sono ancora un target veramente appetibile, ma una minoranza che porta più problemi che soluzioni o affari. 

Tra i vigili urbani non mi pare di aver visto moti di protezione di pedoni o ciclisti (e monopattinisti) ma piuttosto il solito tono di business as usual, ovvero sentirsi molto italianamente  sulla stessa barca dei poveri automobilisti che non trovano da parcheggiare.

Quindi mi sembra che tendenzialmente continuino a rifuggere  il contrasto frontale (per esempio alla sosta in doppia fila), anche se ovviamente non si possono avere strade troppo intasate dalla seconda fila e quindi agiscono lo stretto necessario a non farle bloccare. 

Inoltre è definitivamente scomparsa la sorveglianza dinamica sul campo...  non li vedo mai vicino ad un passaggio pedonale a proteggere chi attraversa,  e la percentuale di parcheggiati sulle strisce con la notifica della multa sul tergicristallo è veramente bassa, segno che la repressione latita. 

Per non parlare dell'occupazione abusiva delle piste/corsie ciclabili.


Il nemico rimane il furto: la paura dei ladri limita l'uso della bicicletta
Infine a Roma rimane un ultimo -ma non l'ultimo in via di importanza- elemento che secondo me sta frenando l'uso della bicicletta, che sono i furti... quante volta rinunciamo ad usare la bicicletta perchè non ci fidiamo a lasciarla legata due ore fuori da un cinema o da un ristorante? Tante, tantissime, ed è vero per tantissimi ciclisti.

Su questo il sindaco può fare poco, anche perchè la giustizia italiana sembra volersi semplificare la vita riaddossando i microcriminali al mantenimento da parte della comunità civile, se non altro per tenere bassa la popolazione carceraria.

Questo è un altro di quei problemi capitali che frenano l'uso della bicicletta, ma sembra che nessuno se ne curi. In effetti l'intera microcriminalità sembra data per inevitabile, un errore di merito e di metodo, che fa sembrare debole lo stato di diritto e alimenta il mito dell'uomo forte che risolve tutto. 

sabato 28 dicembre 2024

Di nuovo in sella!!!!

Alla fine è successo... ho cominciato con le "ruote piccole" per vedere come la caviglia reagiva al nuovo ambiente... doveva essere un giretto dell'isolato, alla fine sono venuti fuori più di 10 km, e mi sono fermato per prudenza generale, senza dolori o altro.

Ovviamente la gamba sinistra è meno forte, e la cosa diviene chiarissima nelle salite un po' accentuate, dove si percepisce con chiarezza la differenza di coppia... però spero di equilibrare rapidamente con l'esercizio.

La cosa che più mi preoccupava era la stabilità appoggiandosi con la sinistra, che poi è la gamba a terra preferenziale, visto che la destra in genere la uso per la mezza pedalata d'avvio. le prestazioni "sulle punte" lasciano ancora a desiderare, e mi sono trovato qualche volta in posizioni non pianificate a priori.

Per questo ho optato per la pieghevole, con il proposito di passare alla Citybike (ER) quanto prima e cominciare un po' di allenamento serio prima di tornare alla 29.

Evviva!

domenica 22 dicembre 2024

Dopo la mitica presa di Porta Pia riconquistiamo Castro Pretorio

Poche cose mi hanno dato soddisfazione ciclistica come l'attesissima realizzazione del tratto di atraversamento di Porta Pia della Ciclabile Nomentana.

Da ex-utente quotidiano (ma spero di riprendere a gennaio) completare il persorso in sella  comportava una certa creatività, e comunque  un sicuro aumento del rischio, che toccava il vertice decidendo di fare il tratto rimanente contromano (la soluzione con il minimo dispendio di tempo).

La nuova realizzazione permette invece di risparmiare un bel po' di tempo (almeno se non si deve proseguire per Via XX Settembre) e minimizza il rischio, anche quello degli automobilisti di trovarsi una bici o un monopattino davanti.

Sarebbe stato bello farla proseguire lato Ambasciata Regno Unito fino a quando la strada non diventa senso unico, ma ovviamente stiamo parlando di fantacapitale.

Rimane invece aperto il nodo dell'attraversamento di Viale Regina Margherita, dove semplicemente la pista cessa, con tutto quello che ne consegue.

Adesso abbiamo quindi l'attraversamento di Porta Pia, e la "pista della sapienza arcaica" che unisce Termini alla Sapienza, ma ci siamo persi il collegamento tra le due realizzazioni, perche' il tratto di corsia ciclabile di Castro Pretorio è svanito.

I guai principali  sono sulla svolta tra Corso Italia e Viale Castro Pretorio, dove già da tempo è svanita la corsia ciclabile, come si può addirittura vedere da satellite.

Da tempo auto e moto stringono senza pietà le bici, per cui la segnaletica va rifatta, ma sarebbe veramente il luogo perfetto per una cordolatura di protezione.

Da lì all'incrocio di Via di San Martino della Battaglia il percorso zigzaghico della pista, (= che segue gli spazi dei parcheggi con angoli, non curve) è stato di fatto occupato o ostruito da varie tipologie di mezzi e andrebbe anche lì, difeso con un cordolo o ridisegnato.

In particolare il primo tratto, fino a Via Sapri,  è attaccato al marciapiedi e viene spesso ostruito dalle auto e soprttutto dai comionici AMA in sosta irregolare, che in aggiunta ostruiscono anche Viale Castro Pretorio e quindi mangiano spazio alla pista.

Passata Via Sapri, la pista è ostruita dalle auto lasciate in doppia fila, pratica che prosegue per qualche fondamentale decina di metri anche passato l'incrocio con Via di San Martino della Battaglia.

Dunque, presa Porta Pia, riconquistiamo Castro Pretorio!!!!

sabato 7 dicembre 2024

#salvaciclisti dovrebbe prepararsi a fare un monumento alla Meloni

In questi tempi di riflusso ecologico, caratterizzati dai postumi della sbornia Gretina, #salvaiciclisti è una delle poche associazioni italiane rimaste a difendere l'uso della bicicletta come mezzo di trasporto.

Malgrado il nome, più che occuparsi strettamente (e soprattutto pragmaticamente) della sicurezza dei ciclisti "tra le macchine", ha sempre battuto   la strada dell'antiautomobilismo, avendo come obiettivo di realizzare la sicurezza dei ciclisti attraverso l'eliminazione del peccato carraio. Che poi è un po' come la chiesa quando si dice non contraria al sesso purchè a scopo riproduttivo...

In questa prospettiva #salvaciclisti ha sempre duramente criticato la concessione di qualsiasi incentivo all'automotive,  in particolare quelli all'acquisto di nuove auto. 

Altrettanto ha sempre intravisto nella presenza di una forte industria automotive nazionale un freno  al ridimensionamento del ruolo delle quattro ruote (ultimamente tutte motrici).

Bene, grazie alle ristrettezze di bilancio tutto questo sta cambiando.

Infatti la legge di bilancio dovrebbe (perchè ancora non è stata approvata in via definitiva) aver ridimensionato l'iniziale supporto di 4,6 mld di euro all'automotive  ad un cifra che oscilla tra i 400 e i 600 mln di euro, quindi forse a malapena in grado di fornire qualche incentivo al consumo.

Questa decisione ha già scatenato i sindacati che hanno fatto una grossa manifestazione a Roma in difesa dei livelli occupazionali nel settore. Dove si dimostra che il difficile delle svolte green non è tanto trovare le tecnologie verdi, ma concepire e gestire la riconversione industriale,  se non altro perchè non sempre questa avviene negli stessi paesi dell'industria di partenza.

Comunque, in vista della definitiva approvazione della Finanziaria #salvaciclisti dovrebbe prepararsi a fare un monumento al governo Meloni (suggerisco una statua da collocarsi nella ciclosquare romana San Silvestro) che sembra essere riuscito dove anche i governi di sinistra hanno sempre fallito...

domenica 24 novembre 2024

L'operazione è riuscita ma il paziente è morto




Nella foto potete vedere una doppia fila di auto parcheggiate.

La prima fila di auto è parcheggiata negli spazi delimitati dalle strisce blu. La seconda fila è parcheggiata direttamente sul marciapiedi, senza mettere nemmeno un pneumatico sulla strada.

Quello che non si vede nella foto, perchè sapientemente occultato dal muro, è l'addetto che sta facendo la multa alle macchine che non hanno pagato la tariffa di sosta parcheggiate nelle strisce blu.

Quello che non si vede nella foto, perchè non c'e' in quanto passa raramente, è il vigile che fa la multa alle macchine parcheggiate sul marciapiedi.

Ora, quando il sistema fu concepito, l'addetto alle strisce blu poteva fare anche la multa alle macchine parcheggiate in sosta irregolare. Sarebbero passati e avrebbero fatto la multa sia a quelli che non avevano pagato la tariffa delle strisce blu, sia a quelli parcheggiati sul marciapiedi, sostituendo così i vigili urbani, liberi finalmente di occuparsi di infrazioni più gravi.

Questo doppio ruolo fu impugnato amministrativamente, in quanto gli addetti/ausiliari del traffico non avevano lo status giuridico per fare le multe. pertanto persero il ruolo e tutto il sistema crollò, a favore dei professionisti (e anche dilettanti) della sosta selvaggia. 

Ora in fase di prima applicazione delle strisce blu nel ruolo degli ausiliari del traffico vennero arruolati anche figuri poco raccomandabili (una certa aliquota di ex-posteggiatori abusivi) e quindi qualche dubbio poteva essere lecito. Non nego che poi il diritto amministrativo sia stato applicato in maniera corretta dai relativi tribunali amministrativi.

Però, come si dice, l'operazione è riuscita, ma il malato è morto. E infatti  la sosta selvaggia ancora ci affligge in maniera sostanziale, tanto da richiedere ancora una volta, l'intervento della tecnologia.

PS.:  adesso però il doppio ruolo potrebbe anche essere svolto tramite mezzo digitale, ovvero fornendo gli addetti di una macchina fotografica omologata, e non approvata, con la quale fotografare i trasgressori e inviare la foto alla centrale operativa dei vigili di Roma Capitale per la sanzione.




venerdì 1 novembre 2024

Villa Ada senza rampa anche dopo i lavori. Roma continua a non voler diventare una città per ciclisti

Come tutti i ciclisti romani anche io spesso indosso gli occhiali rosa per leggere una realtà che comunque rimane perlomeno grigia, anche a fronte delle tante piste annunciate e delle poche realizzate. 

Infatti anche queste ultime sembrano - salvo pochissime eccezioni-  "appiccicate" alla realtà autocentrica, applicate come un cerotto per soddisfare un fioretto ambientalista, ma passata la festa per fortuna abbiamo gabbato lo santo.

Stavolta parliamo della parte nera della medaglia, ovvero le opere ciclisticamente importanti che vengono sistematicamente dimenticate.

Parliamo della rampa di legno che, prima di rompersi, permetteva di portare le bici senza farsi gli scalini da Villa Ada al Parco Rabin di Via Panama e viceversa.  

E non si trattava solo di biciclette, ma anche di passeggini, carrozzine e anche sedie a rotelle, nel caso ce ne fosse stato bisogno.

Oddio, diciamocelo, non era un gran che di rampa, non un gran che perchè era molto ripida e molto stretta.  Molto stretta, quindi era comunque difficile scendere e portare a mano la bici.   

Se invece provavi ad affrontarla in sella richiedeva un buon cambio. In ogni caso ti trovavi sempre tra le ruote una folla festosa di cani che la imboccavano sotto l'occhio benevolo dei proprietari, che li lasciavano andare a briglia sciolta senza curarsi del capitale umano in transito.

Non un gran che quindi, ma sempre meglio, molto meglio, dei gradini!

Ebbene, Villa Ada è stata "rimessa a nuovo" con un importante investimento, ma la rampa è ancora a pezzi, impercorribile. Però abbiamo la piscina dei gigli blu (ormai si spera che fioriranno l'anno prossimo). Bella, però un conto è il pane, un conto le brioche, come dicevano in Francia.

Fermo restando che mi piacerebbe fare la spunta tra lavori commissionati e lavori effettivamente fatti, l'impressione è, come sempre, che a Roma ci sia una lobby che continua ad ostacolare l'uso della bicicletta. 

Come se fosse una cosa disonorevole, e che alla fine a Villa Ada gli influencer siano i proprietari dei cani, per i quali sono state rimesse a nuovo le aree ludiche degli stagni.

domenica 27 ottobre 2024

Adesso un'autunno sul bus

I medici hanno   tenuto in serbo l'ultima verità per la visita finale...  bello bello, tutto bene, che bel callo osseo, ottima escursione dell'articolazione! Ah sì,dimenticavo.  per riprendere la bicicletta bisogna aspettare i sei mesi dall'operazione, (e quindi arrivare alle soglie delle vacanze natalizie, ciao autunno!)

Nel frattempo, almeno fino a quando non arrivo ai 4 km di autonomia a piedi, sono nelle mani dell'ATAC.

In effetti mi appresto ad acquistare l'abbonamento interarete di novembre e poi sarà la volta di dicembre. 

Va bene... insomma. 

L'esperienza dell'ATAC continua a non essere delle migliori, anzi , sono proprio contento di poter tornare ad usare la bicicletta nel 2025 (🤟🤟🤟). 

Ho avuto la conferma che girare con i mezzi pubblici a Roma si può fare se non hai veri impegni. 

Orari flessibili, smartworking (in caso di sciopero) etc. Ma non puoi contare su tempi di percorrenza affidabili, in particolare nel pomeriggio, quando all'aumento del traffico si sommano -evidentemente- altri fattori impossibili da quantificare. 

Le linee periferiche sono poi veramente un problema. Quando è prevista una corsa ogni 25 minuti non puoi permetterti di saltarla senza avvisare, nemmeno un cenno sulle APP.

Ma ecco un piccolo glossario derivato dall'esperienza:

APP: in teoria servono ad evitare ansie e a decidere cosa fare, in pratica nessuna è perfetta. Non pretendo che siano gratuite, ma deve essere chiaro se e quando prendono i dati reali delle corse e quando si limitano a riportare gli orari previsti per le partenze. Su questo il Comune dovrebbe essere inflessibile, i dati dei mezzi in open source in tempo reale. Aspettare senza sapere è ciò che ti fa prendere la macchina, anche perchè  Waze ti dice sempre quando arriverai e che traffico hai davanti. perchè non lo si può fare anche col bus?

Autisti: molta varietà di stili di guida, dall'aggressivo F1 al dormiglione al telefono. In particolare per quest'ultimo mi auguro che il giorno che ne abbia bisogno  l'ambulanza arrivi con venti minuti di ritardo e l'autista guidi piano piano mentre chiacchiera al telefono con un amico, magari rallentando prima dei semafori per aspettare il rosso... 

Ciclisti: troppi ciclisti tra le palle degli autobus. Non scherzo. Quando andavo in bici stavo molto attento a non ostacolare i mezzi pubblici, in particolare quando utilizzavo una corsia preferenziale. Invece tanti ciclisti che usano a cavolo ciclabili e preferenziali come se ci fossero solo loro in strada.L'Oscar ad un tizio che zigzagava in mezzo alla preferenziale di Via Piave a dieci all'ora... Il bus viaggiava tra i quaranta e i cinquanta e mi sono venuti pensieri irriferibili...   

Figuri: i mezzi pubblici sono frequentati da inquietanti figuri, persone che incutono più di un pensiero. Nella mia nuova veste di anziano seminvalido, che nemmeno sulla fuga può contare, ritengo che dovrebbe essere presa particolare cura nel bonificare mezzi, stazioni e fermate da queste persone. Invece, come leggiamo nella cronaca, pure quando si pigliano i borseggiatori per l'ennesima volta li rimettono a spasso. Poi ci si lamenta che la gente prende la macchina...

Liceali:che aspettano il bus, che lo riempiono, che dicono le stupidaggini adolescenziali che dicevamo tutti alla loro età. Se prendessero la bicicletta sarebbero in grado non solo di conquistare il mondo ma anche di evitare il sovraffollamento mattutino... Non sarà anche per questo, per non far perdere questa clientela ad ATAC,  che a Roma non si vogliono fare le ciclabili?

Passeggeri: il servizio non va bene, ma i pax ci mettono molto del loro per non farlo migliorare. Tipicamente le operazioni di salita e discesa sono confusionarie e lente. L'abitudine più odiosa è quella di fermarsi alla porta  appena saliti e dimettersi a leggere il telefonino davanti, così che gli altri rallentano la salita o proprio non possono salire. Il colmo l'ha toccato un gruppo di una dozzina di universitari che è salito solo per tre quarti, (pur essendoci posto sull'autobus) perchè quelli saliti si mettevano a chiacchierare sull'entrata e non andavano verso i posti liberi. Alla fine gli ultimi quattro sono rimasti a terra, ma cmq ci abbiamo perso -tutti- almeno tre minuti. Alla fine non ho potuto fare a meno di chiedere "che cazzo di facoltà frequentavano per comportarsi in quel modo". Certo se quello è il futuro della classe dirigente italiana   tanto vale regalarla agli immigrati. 

Piazza dei Cinquecento: puoi fare tutto il restyling che vuoi, ma se lasci parte della piazza come bivacco e latrina sono soldi buttati. Facciamo una bella replica della piazza in qualche luogo e con una struttura di contenimento homeless vigilati e rifocillati, ma soprattutto fuori dalle balle.

Scioperi dei mezzi pubblici una forma odiosa di protesta che colpisce i più deboli, quelli che lavorano in periferia o oltre il Raccordo,  costretti a prendere i mezzi per lavorare in presenza, spesso per lavori poco qualificati. Oltretutto farli una volta al mese è una tragica presa in giro. 

Tram: boh, non si sono visti. Da veterano della Prenestina li detesto per la loro lentezza e rumorosità, oltre che per la vulnerabilità alle ostruzioni della linea. Vanno bene in altri paesi dove in caso d'incidente anche il pedone ha torto...