martedì 31 agosto 2010
SOS Salaria - Trincea antibici
Stavo arrivando dal ponte sull’Aniene, andando verso l’Aeroporto dell’Urbe, quando, in velocità per superare la chicane all’altezza dello stabilimento dei Monopoli di Stato (per intenderci dopo la chicane sotto il terrapieno del futuribile anello ferroviario), senza necessariamente essere schiacciato dalle auto, piombo su una di quelle trincee malamente rabberciate.
Nessun problema per le auto, ma terribili per biciclette e anche, suppongo moto. Per fortuna il biciclettone è ammortizzato a prua, ma le scosse sono tali da dover rallentare la pedalata.
Non conosco i regolamenti dei lavori stradali, ma ho capito che nel mondo moderno, chi scava quelle maledette trincee ha solo un obbligo generico di coprirle, ma nessuno di ripristinare una continuità seria e soprattutto requisiti di strada liscia che vadano bene per le biciclette.
E’ tempo di porvi rimedio e cambiare questi benedetti regolamenti, o le relative prassi.
sabato 28 agosto 2010
Guidare distratti
Il rientro in città, quello vero al quale non si scampa più, mi ha riservato una brutta notizia, quella dei due anziani in bici investiti da un’auto a Ostia (o giù di lì…). Lei è morta (79) e lui è ricoverato in fin di vita all’ospedale.
Dalla stampa si sa che l’investimento è avvenuto su di un rettilineo, alle due del pomeriggio di una domenica di sole di agosto. Il conducente dell’auto non è risultato drogato o ubriaco, e quindi la spiegazione più probabile dell’incidente è la distrazione.
Personalmente la distrazione e il colpo di sonno sono gli eventi che temo di più quando guido la macchina. Perché una distrazione, od un colpo di sonno, possono prendere tutti, anche i più attenti. Distrazioni e colpi di sonno non si possono proibire… solo che i più attenti riducono di molto le finestre di tempo nelle quali sono distratti, e visto che non tutte le distrazioni si traducono in un incidente, statisticamente sono enormemente più sicuri.
Il problema è che il mondo moderno ha creato un numero enorme di distrazioni per i guidatori. Oltre alle tradizionali distrazioni (conversare con gli altri passeggeri, i figli che litigano, le fanciulle appariscenti, accensione di sigarette, etc.) abbiamo radio sempre più complicate, telefonini e i sempre più diffusi navigatori. Ormai ci manca, per il guidatore, solo guardare la TV… e messaggiare con il telefonino
Telefonini, radio e navigatori stanno diventando una vera e propria piaga sociale, forse mietono più vittime dell’alcool. Cosa fare? Innanzitutto far crescere la consapevolezza che si tratta di comportamenti che mettono a rischio la sicurezza.
In questa direzione ho trovato molto corretta la campagna di sensibilizzazione lanciata dal ministero dei Trasporti. Magari vi avrei aggiunto anche un manifesto con una ruota di bicicletta insanguinata, tanto per sottolineare che i ciclisti rientrano tra gli utenti vulnerabili della strada. Come fanteria tra unità corazzate.
Per quanto riguarda stereo e navigatori, vedrei bene i comandi obbligatoriamente sul volante. L’ultima auto che ho comprato (una Opel Corsa usata) ha i comandi della radio sul volante, e sono un enorme passo in avanti, una volta che li hai capiti!
Il problema più grande rimane il telefonino. Per esempio io sono un grande telefonatore, sia in bici che in auto. Uso l’auricolare, sempre, però la telefonata comporta comunque una diminuzione di attenzione alla strada. D’altra parte non credo che sia corretto demonizzare la telefonata. Basta avere un passeggero con il quale si discute per avere una diminuzione dell’attenzione alla guida.
Il problema è che con il telefono si “pasticcia” e comunque e non puoi controllare quanta della tua attenzione sta assorbendo. Ovvero se quella che rimane sia ancora sufficiente ad affrontare la complessità della situazione sulla strada.
Un’ultima considerazione. Come ho già detto la distrazione non si può proibire. E se vi è un contatto auto/moto con bici o pedoni, sono gli utenti deboli che hanno la peggio. Sempre. Per i pedoni il problema è stato risolto con i marciapiedi. Pochi pensano di fare strade senza marciapiedi
Per le bici sono state inventate le piste ciclabili su sede protetta, ma ancora oggi la loro realizzazione rimane un’eccezione e non una regola.
domenica 15 agosto 2010
A spasso con il “cancello”
Nella prima parte delle vacanze mi ha accompagnato il biciclettone da città, ovvero la bici che posso lasciare legata ad un qualunque palo di Roma tutto il giorno.
Solida e robusta, le sue principali caratteristiche sono: telaio in acciaio, marca “mai coperta”, ammortizzata a prua, cambio 18 marce “a ricerca manuale”, freni in plastica (tutte, dico tutte le leve), propensione alla frenatura delle ruote. Niente frivolezze quali contachilometri o GPS, ma doppio impianto illuminazione (dinamo + fanali a batteria)
Insomma, un bel cancello.
Dato lo stato tempestoso del mare, poco adatto alla mia canoa (gite in acqua piatta con il sole), ho rivitalizzato le escursioni nella zona di Circeo e Terracina.
La prima è stata una classica di apertura: salita alle crocette (331 m di quota), poi giù al faro (5 m) e poi a casa, ripassando per San Felice Circeo (100 m). in tutto 426 m di dislivello in circa 5 km, niente male.
Soprattutto niente male per la bici, che non aveva mai affrontato tali dislivelli.
Comunque, le maggiori sensazioni le ho avute nelle discese, per via dei freni di plastica. Mai usati su pendenze vere (alcuni tratti veramente ripidi) hanno rivelato una vera vocazione per la moderazione della velocità, più che alla frenata vera e propria.
Due giorni dopo ci ho rifatto e sono andato a Campo Soriano, dietro Terracina. La caratteristica del posto, monumento naturale del Lazio, sono i meravigliosi affioramenti rocciosi, veramente fantastici.
Simpatica passeggiata di circa 16 km all’andata, che si inerpica per una valle meravigliosa. L’aria diventa fine. Non so quale sia la quota di Campo Soriano, però è sicuramente una gita collinare.La strada, asfalto, si restringe fino ad impedire il passaggio di due macchine contemporaneamente. Il traffico diminuisce in maniera alquanto proporzionale.
Arrivato al paese, mi informo presso un ciclista in Mountain bike sulla zona. Mi descrive una serie di interessanti sterrati nella zona, e poi si offre di guidarmi al rientro per una strada diversa dall’andata.
Lo seguo giù per la discesa di Cascano (Il nome, pronunciato in modo sbagliato, mi ha piuttosto preoccupato, visto lo stato dei freni), poi sull’Appia Antica di Terracina, affiancata da bellissimi ruderi che testimoniano la passione dei Romani per tutti i osti dive scorre l’acqua. Peraltro, sotto l’asfalto giace ancora un basolato conservatissimo, altro che quello romano!
Ultimo brivido: durante la sosta ad un passaggio a livello il tipo mi fa: “traversiamo?” Io sono rimasto un attimo perplesso. Dei treni so poco e comunque quello che so mi spaventa. Infatti neanche ci accingiamo a scendere dalla bici che si sente il fischio del treno e non più di tre secondi dopo, attraversa il passaggio. Ho focalizzato il titolo del giornale locale: due ciclisti travolti al passaggio a livello! Sarebbe stato interessante vedere chi l’avrebbe avuta vinta tra il locomotore e il mio delicato cancellino!
Cmq, quando sono tornato a casa avevo fatto circa 55 km di "cancellata", senza stop e senza rifornimenti (scordato soldi a casa)… Stravolto completamente!