Nella prima parte delle vacanze mi ha accompagnato il biciclettone da città, ovvero la bici che posso lasciare legata ad un qualunque palo di Roma tutto il giorno.
Solida e robusta, le sue principali caratteristiche sono: telaio in acciaio, marca “mai coperta”, ammortizzata a prua, cambio 18 marce “a ricerca manuale”, freni in plastica (tutte, dico tutte le leve), propensione alla frenatura delle ruote. Niente frivolezze quali contachilometri o GPS, ma doppio impianto illuminazione (dinamo + fanali a batteria)
Insomma, un bel cancello.
Dato lo stato tempestoso del mare, poco adatto alla mia canoa (gite in acqua piatta con il sole), ho rivitalizzato le escursioni nella zona di Circeo e Terracina.
La prima è stata una classica di apertura: salita alle crocette (331 m di quota), poi giù al faro (5 m) e poi a casa, ripassando per San Felice Circeo (100 m). in tutto 426 m di dislivello in circa 5 km, niente male.
Soprattutto niente male per la bici, che non aveva mai affrontato tali dislivelli.
Comunque, le maggiori sensazioni le ho avute nelle discese, per via dei freni di plastica. Mai usati su pendenze vere (alcuni tratti veramente ripidi) hanno rivelato una vera vocazione per la moderazione della velocità, più che alla frenata vera e propria.
Due giorni dopo ci ho rifatto e sono andato a Campo Soriano, dietro Terracina. La caratteristica del posto, monumento naturale del Lazio, sono i meravigliosi affioramenti rocciosi, veramente fantastici.
Simpatica passeggiata di circa 16 km all’andata, che si inerpica per una valle meravigliosa. L’aria diventa fine. Non so quale sia la quota di Campo Soriano, però è sicuramente una gita collinare.La strada, asfalto, si restringe fino ad impedire il passaggio di due macchine contemporaneamente. Il traffico diminuisce in maniera alquanto proporzionale.
Arrivato al paese, mi informo presso un ciclista in Mountain bike sulla zona. Mi descrive una serie di interessanti sterrati nella zona, e poi si offre di guidarmi al rientro per una strada diversa dall’andata.
Lo seguo giù per la discesa di Cascano (Il nome, pronunciato in modo sbagliato, mi ha piuttosto preoccupato, visto lo stato dei freni), poi sull’Appia Antica di Terracina, affiancata da bellissimi ruderi che testimoniano la passione dei Romani per tutti i osti dive scorre l’acqua. Peraltro, sotto l’asfalto giace ancora un basolato conservatissimo, altro che quello romano!
Ultimo brivido: durante la sosta ad un passaggio a livello il tipo mi fa: “traversiamo?” Io sono rimasto un attimo perplesso. Dei treni so poco e comunque quello che so mi spaventa. Infatti neanche ci accingiamo a scendere dalla bici che si sente il fischio del treno e non più di tre secondi dopo, attraversa il passaggio. Ho focalizzato il titolo del giornale locale: due ciclisti travolti al passaggio a livello! Sarebbe stato interessante vedere chi l’avrebbe avuta vinta tra il locomotore e il mio delicato cancellino!
Cmq, quando sono tornato a casa avevo fatto circa 55 km di "cancellata", senza stop e senza rifornimenti (scordato soldi a casa)… Stravolto completamente!
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