venerdì 12 novembre 2010

Quando i Fascisti ti bucano la gomma

Da quando mia figlia si è data alla politica, facendo l’attivista di sinistra in una scuola di centro destra, e ha preso ad andare a scuola in bicicletta, una rappresaglia politica sulla bici era attesa.

La domanda non era “se”, ma “quando”.

L’altro giorno sono stato appunto informato dalla signora madre che “ha bucato”, ma forse è un sabotaggio.

La prima sera utile ho riparato la gomma. Ho trovato un mezzo “attache” conficcato nel pneumatico e, soprattutto, un altro buco identico sulla parte diametralmente opposta della ruota.

Mi è bastato per identificare il dolo ed emettere una sentenza di morte contro ignoti.

La sentenza è emessa, e adesso basta trovarli ed eseguirla. E non mi vengano a rompere i Radicali con le moratorie. Quanno ce vo’ ce vo’.

L’azione di ritorsione sembra sia avvenuta a seguito di un volantinaggio durato due ore.

Il fratello, a tavola, ha detto che dopo due ore di volantinaggio era il minimo che potesse accadere.

Infatti per lui la scuola dovrebbe essere totalmente apolitica e questi di destra o di sinistra la rovinano. Non per niente fa il terzo anno di fisica.

Capisco perfettamente il suo punto di vista, ma la bicicletta è sacra.

Io ho suggerito di fare volantini con scritto su: “Chi mi ha bucato la ruota è stato condannato a morte da mio padre” il giorno successivo, ma la cosa non è stata accolta.

Alla fine una crisi di nervi per il non sentirsi capita… Capita… Capita di non sentirsi capita.

Tutte le mogli si trovano in quella situazione entro il terzo anno di matrimonio. La battaglia per sensibilizzare i compagni di scuola.

Io sono andato giù duro: “Alla tua età scegliere tra destra e sinistra è come scegliere tra Roma e Lazio. Una questione di tifo, senza nulla di razionale. Aspetta almeno altri sette od otto anni prima di aspettarti di capire qualcosa”.

Altra crisi di nervi.

Poi il fratello le ha chiesto: “Perché non metti la bici nel cortile della scuola? Quando ci andavo io quelli che venivano in bici la mettevano dentro”.

La risposta era: “Ma così non la bucano!”, e quindi niente martire. Ma non ha oltrepassato le labbra.

In effetti un’ottima idea, volevo parlarne al Preside. Magari anche offrendo di comprare per la scuola una rastrelliera da biciclette.

Ma questa è un’azione politica o amministrativa?

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Che pazienza che ci vuole co'sti figli!
Potresti risolvere, senza farlo sapere a tua figlia, montandole quelle nuove coperture antiforatura con gel incorporato, costano un botto, ma pare ne valga la pena...
Ceska

Traffico Matto ha detto...

Delinquenti e basta! Altro che politica...

Mi stupisco di tua figlia che cerca il martirio... Cerca di convincerla a parcheggiare dentro. Tutte le scuole dovrebbero installare una rastrelliera. A Catania tutte le scuole hanno persino il bike sharing...

Lug il Marziano ha detto...

Grazie per la solidarietà. Sulla bici ho montato la mia gomma di scorta, che alla IV riparazione era comunque anche lei giù di forma e l'ho dovuta risostituire.

Comunque un teenager che va a scuola in bici a Roma è già un fatto non comune.

Betai a Catania!

Mammifero Bipede ha detto...

Dall'alto del mio pessimismo cosmico direi: "ringrazia che hanno bucato la ruota e non tua figlia"...
:-)

BICICAPITALE ha detto...

Comunque un teenager che va a scuola in bici a Roma è già un fatto non comune.
io ne andrei fiero.....magari mia figlia usasse la bici.....purtroppo e' gia' diventata Romacchinadipendente

Bikediablo ha detto...

la fatwa marziana! =:-o

Traffico Matto ha detto...

Un teenager che va a scuola in bici oggi è solo un precursore...Almeno qui a Roma (al nord è quasi la regola!). Domani sarà la norma anche da noi...
Specialmente se nelle scuole si applicheranno politiche ciclabili. Non c'è uno straccio di rastrelliera in questa città. Rastrelliere decenti, per giunta.

Traffico Matto ha detto...

* ovviamente non mi riferisco alle grandi città del nord, ma ai centri medio-piccoli.

Lug il Marziano ha detto...

Il fronte dei teenager è quello dove sfondare per la diffusione della bicicletta.

E paradossalmaente, in una città come Roma, quelli che avrebbero maggiormente beneficio dalla bicic non la usano.