Qualche tempo fa è apparsa sul CdS edizione romana una lettera che è una spia dei pregiudizi che ancora avvolgono la bicicletta. A dar credito al firmatario della lettera firmata, il parcheggio del cortile sarebbe permesso alle auto e agli scooter e precluso alle biciclette per motivi di decoro. Come se una bicicletta fosse più brutta di una macchina o di uno scooter.
Non capisco bene l’estensore della lettera si faccia problemi di mettere lo stesso la bicicletta nel cortile. Il regolamento di condominio è portatore di una chiara discriminazione immotivata, un comportamento assolutamente inaccettabile. Se fossi io la bicicletta la metterei lo stesso, poi fammi causa e vediamo di fronte ad un giudice.
Oppure chiederei i danni per oppressione delle minoranze. Auto sì, scooter sì, biciclette no? Una cosa da corte internazionale dell’Aja. Milioni di euro di risarcimento per danni morali e biologici ai condomini. Se siamo fortunati, il tribunale dell'Aja ci condanna i condomini a morte, ovviamente giustiziati con una forca nel suddetto cortile. Quale santa pace scende sul condominio!
L’unica attenuante che posso trovare a favore degli altri condomini è che la bicicletta molto spesso si trasforma in rottame, o comunque viene abbandonata ad arrugginire nel parcheggio sine die, come tutti quei milioni (che dico, miliardi) di bici che dormono sonni profondi nelle cantine italiane. Insomma, il parcheggio deve essere per chi la bicicletta la utilizza e non per chi non sa dove altro metterla.
Al di la’ delle cortesie che ci si scambia tra condomini, e dei comportamenti scorretti dei ciclisti, la lettera è un altro palese esempio della paura della diffusione della bicicletta che sembra attanagliare fette rilevanti di altri utenti della strada.
L’humus di cui si nutre questo sentimento è, in sostanza, la paura di dover cedere spazio a qualcosa che a Roma è ancora considerato più un giocattolo che un vero mezzo di spostamento. Un qualcosa che renda obsolete sia i pedoni che le automobili, ed in particolare il terrore da parte degli automobilisti di dover restituire lo spazio di cui si sono appropriati con la forza, tipo la sosta in seconda fila.
E’ strano infatti come gli automobilisti non solo abbiano messo KO il trasporto pubblico di superficie,con la complicità dell’amministrazione comunale, ma abbiano dribblato anche le potenzialmente sacrosante obiezioni degli scooteristi che sono esposti anche loro ai rischi derivanti dalla seconda fila e da altri comportamenti altamente scorretti (non è che loro siano da meno, peraltro).
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