E' una battuta da una vecchia barzelletta romana, che racconta di un pugile che durante un incontro ne prende tante, ma tante. malgrado le botte, ritornato al proprio angolo chiede all'allenatore: "come sto andando?" e quello gli risponde, romanaccio di palestra di borgata "Si l'ammazzi pareggi". Come a dire: ti ha massacrato, anche se lo uccidi, al massimo vai pari a patta.
Questa battuta mi riviene in mente ogni volta che, tornando dall'ufficio, passo di fornte al comitato elettorale di Gianni Alemanno, vicino Piazzale delle Provincie. Debbo dire che in questi cinque anni noi ciclisti siamo stati trattati molto male.
Non solo ingorati, o presi in giro come con il bike-sharing elettrico, ma tutto ciò in un momento nel quale l'Europa ricca, quella efficiente, vede uno sforzo per riequilibrare l'intera mobilità a favore della bicicletta.
A Roma no. La giunta Alemanno si è ben guardata dall'unirsi a questo mainstream europeo, e ha continuato a puntare sull'auto come mezzo di trasporto, facendo crollare tutti gli argini che contenevano l'invadenza e l'arroganza degli automobilisti.
Il pervicace ignorare il mezzo a pedali ha avuto qualcosa di stupefacente. Anche senza sottrarre spazio agli automobilisti si sarebbe potuto fare molto, per esempio ciclopistando moltissimi marciapiedi poco frequentati dai pedoni. Un esempio per tutti il marciapiedi di Via Cilicia.
Cosa sarà stato, menefreghismo o pura ostilità? Secondo me un misto di tutti e due. Ostilità innata per una cosa vista come di sinistra, menefreghismo per un trend mondiale, dovuto, secondo me, alla pura mancanza di mediazione culturale.
Comunque sia, la comunità dei ciclisti ha perso 5 anni. Siamo stati massacrati. Al massimo potremmo apreggiare.
venerdì 12 aprile 2013
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