Con l'avvento dell'amministrazione Raggi, i vigili urbani sembrano aver ripreso vita!
Stavo rientrando in ufficio quando vedo, innanzi al nostro portone, un vigile urbano con la faccia lunga come se stesse sequestrando caramelle a un bambino povero, che era tutto intento a multare alcuni scooter parcheggiati in maniera apparentemente regolare vicino al marciapiede.
Nella retata sono stati i nfatti multati gli scooter di quasi tutti i miei colleghi che vengono in scooter, compreso quello del mio capo.
Mi stavo chiedendo il perché di questa azione, quando mi rendo conto (dopo 6 anni che stiamo li') che il palo a cui talvolta lego la bicicletta è in realtà un divieto di sosta e che c'è un bel divieto di sosta che parte da 5 m prima del nostro portone per finire 5 metri dopo il nostro portone.
Mi dico: evidentemente abbiamo un bel divieto di sosta in quanto ente pubblico che in maniera un po' proditoria i nostri colleghi utilizzano per parcheggiare i propri mezzi personali.
Beh, un po' scorretto, ma considerando che tutte le ambasciate lì attorno utilizzano per parcheggiare le strisce pedonali in aggiunta allo spazio riservato al corpo diplomatico, tutto sommato è un peccato lieve.
Evidentemente qualcuno della direzione si è sentito in dovere di chiamare i vigili per sgombrare il passaggio.
La cosa cade nel dimenticatoio fino al momento in cui nel pomeriggio mi accingo a varcare di nuovo i tornelli. Mi ritorna in mente la cosa e chiedo alla guardia che sorveglia il nostro ingresso:
"Ma chi ha chiamato il vigile per fare le multe? Siamo stati noi stessi?" (sottintendendo sei stato tu?)
"Noi? No, anzi io mi sono salvato per 30 centimetri in quanto il mio scooter sta appena al di là del cartello"
" e com'è che si è fatto vedere? L'ha chiamato qualcun altro?"
" no, è passato in un giro di controllo" (NdM in tanti anni ho visto ben pochi giri di controllo che evitassero la sosta selvaggia del circondario... beh speriamo bene)
" vabbè, comunque dovremmo evitare di utilizzare il nostro divieto di sosta per parcheggiarci le nostre macchine private"
" nostro divieto di sosta? Ma quale nostro, questo e' della Finanza" ( si percepiva chiaramente la F maiuscola)
" Come della Finanza?"
" ah, non lo sapevi? Qui prima che arrivassimo noi c'era un ufficio della Guardia di Finanza. E loro avevano davanti a loro ufficio il loro divieto di sosta per parcheggiare le auto di servizio. Adesso la Finanza non c'è più, ma il loro divieto di sosta è rimastotutti questi anni!"
Insomma, un'altra dimostrazione che a Roma a seguire bovinamente la legalità alla fine non si ottengono grandi risultati. La Raggi stia attenta.
Peraltro le macchine targate corpo diplomatico lì attorno continuano tranquillamente ad occupare i passaggi pedonali sotto il benevolo sguardo delle truppe di strade sicure.
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