Santa Graziella in Processione Santa Rosa ha la Macchina, lei la bici |
Ed ora la cronaca...
Mi affianca al semaforo un tipetto su MTB molto colorata, aggressiva, vestito alla coatto finto ciclista, eta' intorno ai 25. Piu' che mi affianca mi si mette tre quarti avanti cosi' che deve passare lui per forza.
Vabbe'... con il verde scatta, se non che... squilla il telefono! E lui risponde, ma pedala meno dritto, oscillando. Io lo supero e continuo.
Dopo un paio di minuti, devo evitare un pedone che cammina sulla strada, guardo nello specchietto e vedo che si accinge a risorpassarmi... piano piano perche' continua a pedalare parlando a telefono, manubrio con una mano, pedalata scomposta, andatura oscillante.
Insomma mi supera e io dal canto mio evito qualunque interferenza.
Lui continua dritto, fino a quando vedo che infila allegramente un semaforo rosso... io pero' da dietro non cosso sapere cosa ci sia oltre il semaforo, perche' coperto da un furgone parcheggiato... immagino che come tutti i ciclisti che passano con il rosso abbia controllato l'assenza di auto in arrivo.
E invece no!
Da dietro il furgone spunta il muso di una macchina che da' un'inchiodata tremenda e un po' quella, un po' la fortuna di aver oscillato dalla parte giusta e un ulteriore scarto che il telefonatore riesce a fare prontamente (apparentemente senza mollare la telefono e/o comunicazione) la tragedia viene evitata per un pelo (pelo chiaramente di culo).
Evviva evviva Santa Graziella, e' andata bene e in qualche modo compensa tante altre volte che e' andata male.
Ma se l'incidente fosse successo sul serio, cosa avremmo letto? Probabilmente di un ciclista investito al semaforo, senza alcuna informazione a dirci del passaggio con il rosso.
Debbo dire che insieme a tanti automobilisti assassini sto vedendo tanti tanti ciclisti che rischiano la pelle per stupidaggini di guida che non ti puoi permettere su nessun mezzo a due ruote, scooter e moto compresi.
Con la bici pero' e' peggio, perche' troppi prendono la bici pensando che sia una vacanza dalla schiavitu' dell'auto. Non e' solo questo, sopravvivere sulle due ruote a Roma richiede attenzione continua, e talvolta non basta neppure quella.
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