domenica 5 maggio 2019

Bicicletta ed elezioni europee: mo' si' che ce ne vorrebbe uno pratico!

Tra quindici giorni si terranno le elezioni per il Parlamento Europeo (EP, per gli amici) ed e' giusto che noi ci si domandi se la ciclabilita'  possa influenzare le nostre scelte.

Beh, con l'esperienza di interazione con le istituzioni europee che ho accumulato negli ultimi quindici anni, ho un approccio molto prudente al tema. Per influire sulle istituzioni europee, specialmente a livello di EP, occorre avere idee chiare su cosa puo' fare. E sul come non lo so' dire perche' non lo frequento.

Il mestiere degli organi legislativi dell'Unione (EU per gli amici) e' di individuare un argomento che merita di essere trasferito sotto la competenza dell'Unione, immaginarne l'evoluzione futura, e farla accadere con atti regolamentari (legislativi e non legislativi, come a dire leggi e decreti), programmi di finanziamento, e azioni varie, tra le quali la costituzione di apposite agenzie.

L'altra condizione da tenere conto e' che si sta operando a livello continentale, e quindi con provvedimenti che saranno di avanguardia per gli stati (MS, member state per gli amici) piu' arretrati, talvolta al limite dell'intollerabilita', e limitativi per quelli  piu' avanzati.

Pertanto non serve andare li' pensando a cosa vada bene per la ciclabilita' a Roma, ma deve essere qualcosa che non shockki Zagabria e non limiti Copenaghen. E gia' questo e' difficile.

Poi ci sono i finanziamenti. Aumentarne per la ciclabilita' e' cosa buona, ma sappiamo che verranno catturati dai MS bravi a fare questo, e non verranno utilizzati dagli altri che non sanno utilizzarli o non vogliono farlo per la ciclabilita', come certe parti d'Italia.

Quindi dire genericamente che va li' un ciclista non basta, uno dovrebbe mandare li' qualcuno che ha gia' un'idea che sia possibile realizzare. Come dice la barzelletta... mo si' che ce ne vorrebbe un pratico!

Pero' vorrei aggiungere un appello

La tormentata vicenda della  Brexit, ci mostra che la nostra EU e' in forte difficolta' per una serie di motivi, uno dei quali e' proprio quello teste' illustrato, ovvero che nella nostra famiglia continentale abbiamo individui che la pensano in modo troppo differente per fare grandi cose insieme, come nel passato.

I prossimi cinque anni ci diranno se la EU sopravvivera' e in quale forma.

Il rischio e' non solo che questa costruzione si rompa, ma che l'Italia finisca dalla parte "sbagliata" della rottura, ovvero quella stupidamente sovranista. Quella che vuole l'insindacabilita' a qualunque comportamento folle adottato per mero capriccio politico locale. Anche sullo smaltimento della monnezza.

La mia paura e' che invece si ingaggino battaglie che nulla hanno a che vedere con questi temi,  e invece concentrarsi sui problemi degli europei, per esempio:

  • quali devono essere le modalita' giuste  dell'immigrazione interna (che ha causato la Brexit) , ed evitare che questa renda impossible la vita alle classi meno abbienti dei paesi di destinazione?
  • e' sempre giustificato un bilancio comune orientato al sostenimento dell'agricoltura? E si puo' cambiare senza far giletigiallizzare mezza europa?
  • Nel contrastare il riscaldamento globale, quanta parte dello sforzo deve essere sostenuto dall'EU e a quale costo? Possiamo noi limitarci quando gli altri se ne fregano?
  • Che senso ha rendere impossibili le attivita' non ecologiche in Europa, ma poi continuare acquistare quei beni prodotti all'estero?
  • Come evitare il social dumping, ovvero che tutti i camionisti lavorino con il contratto bulgaro? 
  • Perche' metterci a rischio sbranandoci sull'immigrazione esterna quando e' chiaro che nessuno la vuole?
  • dobbiamo creare una identita'  fiscale unica e come armonizzare la fiscalita'?
  • Possiamo permetterci di avere due classi burocratiche contrapposte, una di funzionari europei piuttosto preparati e relativamente ben pagati e una di funzionari nazionali massacrati dalle ristrettezze di budget?
  • E' corretto cio' che accade nelle Agenzie dell'Unione, i cui stipendi apparentemente alti sono veramente appetibili sono per l'Est Europeo, per cui le Agenzie si stanno polarizzando in favore di questi?
Insomma, bicicletta va bene, ma poi alla fine nelle cose in gioco conta un cavolo, anche meno.

Scusate l'appello.

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