sabato 29 giugno 2019

I ciclosmartfonisti

Questo post e' il terzo della serie  saremo noi gli automobilisti del futuro?  E quindi dopo le piste ciclabili di fronte alle scuole e il rapporto con i podisti sulle piste ciclabili, non poteva mancare un post dedicato a coloro che pedalano guardando il telefonino... i ciclosmartfonisti.

Qualche anno fa sono stato in Olanda e ho percorso qualcuna delle loro bellissime piste ciclabili... bene una buna metà degli adolescenti che o incontrato pedalava chattando con qualcuno.

Le tecniche erano sostanzialmente due:

a) telefonino in una mano e l'altra sul manubrio;

b) telefonino governato da due mani e bicicletta governata dagli avambracci appoggiati al manubrio... ovviamente senza tenere conto dei freni.

Ora li' le piste sono praticamente senza interruzioni e quindi forse si puo' fare senza eccessiva difficoltà. Immagino che non siano cosi' temerari da farlo sulla strada.

Pericolo? Bah... cmq andavano piuttosto piano.

Invece non andavano piano tizi vari incontrati sulla ciclabile verso Castel Giubileo. Bici da corsa o gravel, mani e braccia impegnate esclusivamente sul telefonino e andatura sui 20/25 km all'ora. Insomma, tipica senza mani.

Io andavo allegro sui 20 in senso contrario.

In genere sono molto stabili, ma mi sono spaventato quando l'incrocio e' avvenuto in corrispondenza di alcuni dei solchi che si stanno riaprendo sul manto pistale... ho pensato:  E se mentre chatta cosi' amorevolmente il pneumatico da corsa gli si infila nel solco e mi viene addosso?  Sarebbe stato un bello scontro a velocità relativa sui 40 km/h, quindi da farsi male, al limite da lasciarci la pelle.

In realta' di morti in questo modo non me ne ricordo in ormai piu' di dieci anni di ciclismo intensivo, e le probabilità appaiono basse, a queste densità di traffico.

Rimane la spiacevole sensazione che forse noi ciclisti ci crediamo molto meglio degli automobilisti perche' siamo ancora pochi e forse molto responsabili.

Dovesse la bici diventare un fenomeno di massa ho l'impressione che vedremmo replicarsi tanti comportamenti arroganti e pericolosi che per adesso pensiamo appannaggio esclusivo dei motorizzati.

Staremo a vedere... 

domenica 9 giugno 2019

Sono i podisti i ciclisti dei ciclisti?

Dedico questo post a mio cugino Alberto che sulla soglia dei sessant'anni, dopo una gioventu' prettamente motociclistica, ha appena completato la corsa del Passatore (oltre 100 km dalla Toscana all'Emilia) e il resto della settimana smadonna contro i ciclisti sulle strade... 

Come ciclisti  siamo ormai assuefatti, anzi assuestrafatti, a tutta una serie di battutacce che arrivano dal mondo degli automobilisti...

La piu' famosa e' quella del "potete salvare il mondo anche un po' piu' a destra" a tutto il resto proposto, e periodicamente ri-proposto,  dai siti specializzati e da newcomers in vena di spiritosaggini.

Come ciclisti, a parte qualche battuta veramente ben congegnata, queste battute non le troviamo affatto divertenti, anche perche' si tratta del diritto all'accesso alla strada. E anche perche' troppi ciclisti ci hanno lasciato la pelle.

Pero' considerato che le battute sono dirette soprattutto agli stradisti in allenamento, anche sul diritto all'uso della strada si potrebbe discutere in maniera un po' piu' attenta.

Infatti mentre e' facile per uno che utilizza la bici per andare al lavoro rivendicare la parita' di diritto alla strada, e magari al tempo stesso di accusare l'automobilista di volersi arraffare tutto lo spazio  disponibile (lo stesso vale per il turismo), se prendiamo chi sulla strada deve spostare merci la cosa cambia parecchio.

Prendiamo infatti l'incontro tra un gruppo di ciclisti in allenamento e un'autocisterna... beh in quel caso qualche dubbio mi viene, infatti alla fine i ciclisti in allenamento usano la strada per divertirsi, quell'altro ci deve lavorare e del suo lavoro ne beneficiamo tutti in generale... 

Questo ovviamente non significa che l'autista dell'autocisterna abbia diritto a salire sopra i ciclisti, ma anche che certe cose che tanti ciclisti stradali considerano un diritto, ovvero di usare la pubblica strada come palestra, forse non lo e' cosi' tanto.

Passiamo invece ad argomenti molto piu' leggeri e spiritosi... ritornando alle battutacce, se sostituiamo gli automobilisti con noi ciclisti e i ciclisti con i podisti (specie quelli che sentono la musica) poi non mi troverei cosi' in disaccordo... posso dirlo allegramente perche' l'incidentosita' in questo caso e' abbastanza assente, quindi possiamo cazzeggiare in allegria.

Infatti, se consideriamo la risorsa pista ciclabile, diciamo anche ciclopedonale, alla fine lo spazio e' limitato e il mezzo piu' veloce (e piu' produttivo) e' limitato da quello lento, che magari si sta a divertire mentre tu vai al lavoro.  Mettici uno che deve fare le consegne con la cargo bike e hai riproposto pari pari lo stesso problema.. e quindi... che vi devo dire...

Saremo noi gli automobilisti del futuro? E allora saranno i podisti i ciclisti dei ciclisti?



sabato 1 giugno 2019

Saremo noi ciclisti gli automobilisti del futuro?

Come e' noto la ciclabile Nomentana non si snoda in campagna ma nel tessuto vivo della citta'.

Anzi, passa in vari punti molto affollati (da qui la sua utilita') e in particolare davanti ad un paio di scuole per bambini sordi e sordastri. In quel caso la pista e' separata dall'uscita della scuola dal marciapiedino regolamentare di 1,5 metri, e la scuola e' segnalata dal trazionale cartello con i bimbi che fuggono (dalla scuola ovviamente)

Ovviamente succede che la pista sia molto spesso ingombrata oltre che dai pulmini scolastici che si infilano nel passo carrabile o attraversano la pista, anche molto semplicemente dai ragazzi e dai rispettivi genitori che pero' cercano di evitare i fastidi.

Il guaio e' che mentre andando verso Porta Pia il falsopiano rallenta parecchio la pedalata, a scendere i 30 all'ora si raggiungono facilmente, figuriamoci poi con le elettriche.

Basti pero' pensare a cosa sarebbe successo se la pista fosse passata di fronte ad una Settembrini, un Giulio Cesare o un Avogadro... difficilmente la pista sarebbe stata percorribile a causa se non altro della quantita' di alunni.

Comunque la situazione e' stata corretta con aggiungendo al cartello attenti scuola  un limite di 5 km/h. La notizia ha scatenato un interessante dibattito sul sito della ciclabile Nomentana che piu' o meno riprendeva le stesse argomentazioni degli automobilisti rispetto al limite di 30 all'ora.

Detto questo, da brava coscienza critica del ciclista romano, faccio notare che:

  1. Malgrado la presenza di bambini sulla pista davanti ad una scuola un bel po' di ciclisti la infila a velocita' sostenuta, magari scampanellando (oltretutto ricordo che ci troviamo scuola per sordi e sordastri, non so se mi spiego);
  2. Non so per quale ragione, ma la pista passa di fronte a due istituti scolastici senza rialzarsi... di fronte ai portoni della scuola nulla cambia, ne' per accogliere eventuali automobilisti che lasciano i bambini ne' tantomeno per indicare ai ciclisti di rallentare efare attenzione.
  3. Gli accorgimenti di cui sopra sono stati presi per la chiesa poco piu' in la'..
Queste tre cose, unite ai commenti che ho visto in giro, alla fine fanno pensare che non e' che chi prende l'auto se ne freghi degli altri, ma che i senefregaroli siano distribuiti a prescindere e che se non stiamo attenti un domani cambieranno i suonatori ma alla fine la musica sara' molto simile, anche se a volume piu' basso.

Ma non scordiamoci le elettriche.