Bicicletta va bene ma, come per l’invisibile cenere vulcanica che ha minacciato i voli, come difendersi da qualcosa che non si vede, ma si respira, e che po’ provocare danni dopo tanti anni?
Le polveri sottili sono l’ultimo dei rischi che il ciclista affronta, dopo aver coraggiosamente dribblato le auto, le buche, i pedoni fuori posto, i cani, etc.
Ma ci sono?anno male sul serio? Io mi ero cullato nelle affermazioni di Umberto Veronesi, il quale aveva più volte dichiarato che non vi era prova di collegamento tra tumori e polveri sottili, e che la vita in campagna non sembrava differire, per quanto riguarda i tumori ai polmoni, dalla vita in città.
Allergia sì, asma sì, ma tumori no.
Adesso una ricerca di Nomisma, la cui eco è stata riportata da vari quotidiani, rimetterebbe tutto in discussione, con un particolare ancora pù preoccupante: che Roma è la città italiana più esposta a questo brutto fenomeno, e ne detiene il record dei decessi.
Per noi ciclisti, che respiriamo più degli altri, e’ chiaro che occorre andare a fondo a questo problema, anche perché tutto il bene che dovrebbe fare la bicicletta potrebbe arrestarsi di fronte a questa infida minaccia.
Anzi, vorremmo evitare che i nostri polmoni si trasformino in quelle trappole di particolato che i diesel non hanno.
In attesa che qualche altro oncologo si pronunci, abbassare il livello di polveri a Roma fa sicuramente bene, anche perché i limiti europei sono stato sforati spesso e volentieri.
Ovviamente i dati riportati si riferiscono alle precedenti amministrazioni (2006/2008) e quindi, sostanzialmente, ai risultati della giunta Veltroni e di chi l’ha preceduta. L’era Alemannobbe andare molto meglio.
Il dato bruto va però rapportato alle condizioni meteorologiche. Come è noto le polveri si accumulano nell’atmosfera con il bel tempo e l’alta pressione, e vengono rimosse da pioggia e vento.Vi ricordate le interminabili siccità di quegli anni? L’amministrazione Alemanno è stata più fortunata, ma le radici del fenomeno non sono state ancora rimosse. Anzi, se vi ricordate, i famosi “giovedì a targhe alterne” e le domeniche ecologiche erano proprio stratagemmi per abbassare la media delle polveri sottili, anche in maniera preventiva.
L’avvento delle Euro 4 ha migliorato il problema, ma per il diesel quello che conta è la trappola di particolato, che però non è montata di serie. E soprattutto circolano una marea di diesel Euro 2, che andrebbero fermati. Si ferma la distribuzione? Chissene frega, si distribuirà con furgoni a metano o GPL, quando c’e’ di mezzo la salute. Lo stesso per le auto diesel. Ti sei fatto il diesel? Peggio per te.
Altre fonti terrificanti di articolato mi risultano i motori a due tempi. Questi motori sono una vera vergogna, e dovevano esser proibiti da molto tempo. Infatti l’unico motivo di usarli è di abbassare un pochino il prezzo di acquisto del mezzo, differenza che si ripaga rapidamente a causa dell’elevato consumo e del maggiore costo della miscela benzina-olio.
In realtà stiamo pagando un caro prezzo ad una serie di politiche suicide, come la dismissione di tram e filobus. Se avessimo il tram tra Termini e San Pietro, quanti autobus diesel ci risparmieremmo?
Comunque di cose pratiche ne potremmo fare parecchie.
1) Bollino blu semestrale per tutti i mezzi, come i vecchi diesel, soggetti a deterioramento. E se non la fai, multe sul serio e blocco del mezzo;
2) Blocchi preventivi. Quando le previsioni meteo indicano il prepararsi di condizioni di accumulo di polveri, allora si cominciano a bloccare i mezzi più inquinanti;
3) Ritardo o fermo degli impianti di riscaldamento. Tanto a Roma ti metti un maglione in più, i calzettoni di lana e vai tranquillo per la maggior parte dell’anno;
4) Riprendere targhe alterne e blocchi domenicali, in modo da far respirare la città.
Insomma, una strategia d’attacco del problema, altrimenti destinato a riesplodere al primo inverno secco.
E di quelle che fanno incazzare gli automobilisti.