Giovedì mattina, ho deciso di percorrere la pista del Tevere per andare in ufficio.
Che meraviglia nel vedere che non solo stavano iniziando a rimuovere i cumuli di immondizie lasciati dall’estate romana, ma che era iniziata l’asfaltatura del terzo, ed ultimo, tratto della pista.
Ne erano stati completati già almeno due o trecento metri, percorribili, e “le maestranze” stavano accingendosi a continuare il lavoro spruzzando il bitume preliminare sui sampietrini.
Ovviamente tutti temiamo che la pista realizzata in modo così sbrigativo, duri solo lo spazio di un inverno.
D’altra part e non è destinata ad essere percorsa da mezzi particolarmente pesanti. Speriamo dunque che si conservi liscia e percorribili per molti anni ancora… e che comunque sia oggetto di manutenzione quando servirà.
Occorre però riflettere sul significato del completamento di una tale infrastruttura. Percorrendola non avevo dubbi… niente auto, niente smog, niente buche, niente semafori, niente stop-and-go. Nessuno di quei fenomeni che piagano le altre piste.
Se non fosse per le due interruzioni a Via Capoprati e al Ponte dell’Industria, offrirebbe una stupenda via per percorrere Roma da un capo all’altro senza interruzioni di sorta.
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