giovedì 29 gennaio 2015

La paura fa bilancia, la bilancia fa 90

In effetti era un pochino che avevo notato un netto incremento nella velocità in discesa e un meno esaltante decremento della velocità in salita...

La conferma è arrivata dall'ultima diavoleria elettronica, una bilancia digitale che  non solo calcola il peso, ma ti umilia con la massa muscolare, il grasso in abbondanza, il rapporto tra peli e capelli, le rughe e le smagliature, il tutto attraverso l'impedenza dei piedi nudi.

Comunque, non fidandomi dell'elettronica, ho anche chiesto conforto alla meccanica... Anche perchè all'inizio la bilancia, sistemata sulla moquette in spregio alle raccomandazioni del costruttore, dava risultati alquanto confortanti, tra i 48 e 50 kg... da stare tranquilli e contenti come pasque... 

Poi, proprio per fare il pignolo fino in fondo, ho pensato di spostarla sul pavimento duro... Insomma, sono andato alla vecchia bilancia meccanica, ci sono salito sopra e immediatamente l'indice è andato a piazzarsi tra il 9 e lo 0 e non si è mosso. Neanche quando sono sceso, alla poveretta sarà preso l'equivalente del colpo della strega delle bilance.

Sono ufficialmente un ciccione. 90 kg è un limite che non avevo mai toccato. 

Sicuramente colpa delle vacanze fi fine anno... un periodo magico nel quale neanche le più selvagge pedalate riescono a bloccare l'accumularsi del peso. Anche perchè diventa normale fare colazione con mezzo panettone, anzi, aggiungiamoci un po' di zucchero che non sa di niente..

Forse un piccolo contributo all'aumento di peso l'ha dato anche la ginnastica da camera che ho ripreso a fare  dopo natale. Non abbastanza da consumare gran che' di calorie, ma abbastanza da fortificare dalla cintola in su', e che avrà contribuito con un buon chiletto in più.

Ovviamente ho adottato alcune contromisure basiche, come tagliare (gran parte di) pane, pasta e soprattutto dolci, fare le scale a piedi e finalmente tornare alla bici, che tra andata e riotrno dall'ufficio spero qualche caloria se ne vada. Il vino non ci riesco.

Quota 90 l'ho quindi lasciata, anche se mi mantengo nelle vicinanze. Ho ancora un paio di mesi di freddo prima dell'arrivo della primavera. Mi basta fare una quaresima degna di questo nome per recuperare la forma e casomai c'e' sempre il ramadam come ultima ratio.

Innanzitutto mi godo il risultato della ripresa della ginnastica, che mi sta facendo aumentare notevolmente il ritmo di pedalata sulla pieghevole. Piacevole alquanto, ormai ho ripreso a stare dietro alle citybike...

Chi mi riserva il futuro? Insalate sicuramente, che cominciano addirittura a piacermi. 

Vorrei anche riprendere a correre (cioè a fare un po' di jogging aerobico...), ma perlappunto sta arrivando la tempesta di metà gennaio.

La ciccia intanto si gode la tregua... 


martedì 27 gennaio 2015

Previsioni Meteo

Pedala contento
finche' dura il bel tempo
che poi vien tempesta
e finisce la festa


lunedì 19 gennaio 2015

Di tutto... di tutto... di tutto... ma le piste no!

La foto che vedete e' di Viale della Primavera, di fronte alla inauguranda (se si alza la serranda :-)) stazione della metro C.

La stazione, appunto Primavera, sbuca in superficie in un bel piazzale, come quasi tutte le stazioni in quella zona. Davanti alla stazione  Viale della Primavera e' stato risistemato. Spazio a strafottere, ma le piste no.

Per i non conoscitori della zona, Viale della Primavera e' la continuazione, dopo deviazione, di Via Tor de' Schiavi, nel senso che la Tor de' Schiavi devia e continua verso Centocelle, e sul prolungamento del suo asse originario  continua Viale della Primavera.

Tanti, tanti, tanti anni fa in mezzo a Via Tor de' Schiavi  passava un gigantesco elettrodotto, un 220 kV o cosa avevano allora. Io me lo ricordo appena appena. Per questo e' cosi' larga, perche' i palazzi dovevano stare alla larga dai cavi.

Il risultato e' uno spartitraffico che, una volta interrati i  cavi,  ci fai passare di tutto.  TAV, treni, tram, filobus... tranne piste ciclabili e Boeing B747, tutto il resto ci passa.

Ovviamente lo spartitraffico e' usato come parcheggio, ma anche cosi', con le auto parcheggiate a pettine, al centro rimane abbastanza spazio per un  bel pistone ciclabilone. Invece cor cavolo.

Su Viale della Primavera la situazione non e' cosi'  comoda, c'e' sempre molto spazio, ma non cosi' abbondante.

Se lo stanno prendendo tutto le macchine per il parcheggio, alle bici non resta niente. Non siamo capaci di inserirci con successo nei processi amministrativi, a chiedere che siano ascoltate anche le ragioni ddi ciclisti ci periferia. A quelli che ci hanno provato, che vanno alle riunioni nei Municipi il massimo rispetto... ma dobbiamo essere  piu' organizzati e sfidare l'Amministrazione sul terreno amministrativo.

Si', perche' su Viale della Primavera ci sono varie scuole che potrebbero essere servite dalla pista, ed adesso anche la metro, con ovvi vantaggi per il trasporto multimediali.

Inoltre, in un pediodo di scarsita' di risorse,  sara' difficilissimo spendere altri soldi per riconvertire una porzione di parcheggi in pista  ciclabile.

Forse invece di pensare a Via dei Fori Imperiali, alla Bike Square (ma fatemi il piacere) o alla pedonalizzazione di Via Urbana, la battaglia della cilabilita' la stiamo perdendo in periferia, tra un flash mob e l'altro.

lunedì 12 gennaio 2015

Il tuo bosco non è una discarica...

Debbo dire che con la gita Nettuno-Ferriere (Nettuno Explorer) il Presidente randagio mi ha battuto sul "mio" territorio, dove erravo a pedali forse già prima che lui nascesse... a mia parziale attenuante solo che ho sempre cercato di raggiungere il mare e Torre Astura, senza vagare per l'interno, cosa che invece è venuta inaspettatamente simpatica.

Il punto di partenza è stato, ovviamente, il laghetto Granieri e il bosco di Foglino, dal fango micidiale mistura terra-sabbia-creta.

Per una volta la Strega non si è tenuta il mio cambio, e solo perchè quando si è bloccato per il fango (ad un certo punto si blocca sempre per il fango) stavolta non ho forzato sui pedali (sarebbe stato il terzo, comunque, dopo un Alivio e un Altus...tranquilli,  roba di poco valore).

La giornata, plumbea, è stata rallegrata da pioggerella e freschetto, mai un raggio di sole, il che ha sicuramente contribuito a mantenere alto il morale. Con il sole, infatti, tendi a chiederti cosa ci combini lontano dal mare.

Dislivello quasi zero, ovviamente, e un bel po' di asfalto. Io avrei voluto investigare qualche ulteriore tratturo per allargare il giro ad una quarantina di chilometri almeno, ma alla fine la voglia di gelato, e la mancanza di vettovaglie di alcuni, hanno prevalso sulla volontà esploratoria. Vorrei comunque inserire qualcuno dei percorsi in un simpatico itinerario Lanuvio-Nettuno.

Le campagne sono state una sorpresa, intensamente coltivate, quasi all'uncinetto. Abbiamo anche incrociato un gregge di cani pastore, guardati a vista da alcune pecore. Ormai sono diventato bravissimo a sfidare i cani, non li temo piu', e comunque mi sono infilato proprio in mezzo al gruppo, due appetitose fanciulle ai lati, una davanti e una dietro, non si sa mai. Anche perchè c'erano più cani che ciclisti...

Una brutta paura quando un automobilista ha puntato contro il gruppo che svoltava a sx per prendere un tratturo e ha cercato di forzare il passaggio... frenando all'ultimo momento... ragazzi sono troppo vecchio per queste cose, già pensavo di dovervi raccogliere a pezzetti...

Infine il rush finale!!! Ritornati sull'asfalto ci siamo messi a viaggiare oltre (di poco) i 20 all'ora sulle gomme tacchettate, impedimenta comprese, fino a Nettuno. Ho smaltito il megapanino del Norcino di Nettuno solo negli ultimi 5 chilometri, per il resto ho pedalato contro la panza piena.

Purtroppo sulla strada asfaltata che attraversa il bosco di Foglino  ci saranno stati almeno un chilometro di sacchetti dell'immondizia allineati sul bordo del bosco. Accade perchè a Nettuno hanno messo la raccolta differenziata. Non è fatta molto bene, ma i villici non la gradiscono e si vendicano così. La monnezza in questione si aggiunge a quella generata dalle signorine che ivi esercitano la loro professione, con un effetto che mi ha fatto venire un violento attacco di depressione.

Che gente siamo, capaci di abbandonare i sacchetti di mondezza sul limitare di un bosco così bello? Ma che hanno in testa? Io sono disperato, quando vedo queste cose mi chiedo sempre se valga la pena salvare il popolo italiano o non sarebbe meglio venderlo all'ISIS.

Debbo anche dire che queste cose, nelle zone dove si installarono i Veneti chiamati da Mussolini a bonificare la zona, non si vedono.

Evidentemente nei dintorni sono soprattutto autoctoni o peggio.

Grazie per la lexione, Presidente.

giovedì 8 gennaio 2015

Il ciclolaicista: per adesso i terroristi vincono...

Si sta dicendo che l'attentato di Parigi sia un po' l'undici settembre europeo. 

Non è vero, è peggio dell'11 settembre. 

Non voglio essere frainteso, dal punto di vista quantitativo non c'è paragone. Però l'undici settembre, a New York, i terroristi hanno sparato nel mucchio.

Invece a Parigi, sono stati colpiti alcuni esponenti della cultura occidentale, degli inveterati anticlericali. E' stata un'operazione selettiva, che ha confermato una cosa che aleggia nell'aria: dell'Islam non si può parlare male. Il profeta non può essere deriso. Figuriamoci Dio.

I terroristi hanno riaffermato che a parlare male dell'Islam, a deriderlo, si va in cerca di guai. Non siamo più liberi di farlo nemmeno a casa nostra, dove abbiamo sconfitto il nostro clericalismo. 

E' una cosa che tutti sappiamo, tanto è vero  che lo vogliamo ammettere o no, siamo diventati tutti circospetti. Dai governanti che hanno timore di rappresaglie contro le ambasciate da parte di folle inferocite, ai direttori di giornali che hanno paura di perdere la pubblicità dei gruppi legati economicamente e paesi arabi.

Per questo sarebbe molto importante dare una risposta corretta e dura.

Una risposta che deve trasudare di laicità, e deve essere capace di mettere in discussione le convinzioni religiose delle persone. Non ne posso più di sentire i musulmani che mi dicono che l'Islam non è violenza.

Non ne posso più perché anche se loro hanno personalmente buone intenzioni, alla fine la loro religione ha il suo centro in una nazione dominata da una monarchia di stampo medievale che si appoggia ad un clero anche peggio, che reprime con la forza qualunque istanza di laicità.
E vogliamo parlare dell'Iran? 

Quindi, tanto per cominciare,  mandassero la loro religione a quel paese, tanto essendo adulti non può far loro che bene. Non basta lanciarsi dal terrorismo. Devono anche abbracciare pienamente la libertà di non essere religiosi, e farla abbracciare ai loro referenti.

E anche i "nostri". Basta con il nauseabondo "dialogo interreligioso". Se siete talmente deficienti che la religione non vi fa andare d'accordo con i vostri simili, allora datevi una chiodata. Mettete da parte la religione e parlatevi, andate al cinema, divertitevi assieme. Ma basta con le tragiche idiozie.

Poi non ne posso più di sentire persone che dicono che Dio non si offende con le vignette. Questa è una questione tra persone, Dio non c'entra nulla.

Insomma, siamo già partiti male...  infatti nessuno dei giornali che ho visto ha pubblicato vignette veramente forti contro la religione. E nessuno intende farlo, nemmeno adesso che non sarebbe un'offesa, ma una cosa assolutamente comprensibile, tanto per far capire a tutti, in maniera chiara, da che parte stiamo. 

Adesso tutti hanno paura, anche se non lo dicono.

I nostri comportamenti sono cambiati

Per adesso. i terroristi vincono.

martedì 6 gennaio 2015

Ciclisti alla riscossa... stiamo dalla loro parte

Un primo episodio, e poi proprio poco fa, un secondo episodio ad Arezzo, mi sembrano importanti per la capacità di reazione dei ciclisti ai tentativi di furto di bicicletta punto.

Il più recente ha registrato il tentativo di rapina della Cargo Bullit, a uno dei beniamini di salvaciclisti: a Fabio Fioroni i complimenti per lo scampato pericolo (http://www.youreporter.it/foto_volevano_rubarmi_la_Bulltt_e_darmi_una_coltellata).

Più pittoresco l'episodio di Roma, ( http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CRONACA/roma_tenta_rubare_bici_proprietario_riempie_botte_chiama_carabinieri/notizie/1096920.shtml) nel quale il proprietario della bicicletta, a me sconosciuto, ha sorpreso il ladro all'opera sulla propria bicicletta. Lo ha affrontato e, nella colluttazione che ne è risultata,  il ladro avuto la peggio, tanto che i carabinieri lo hanno arrestato sanguinante.

In questo caso stiamo tutti tenendo per il ciclista: ovvero speriamo che l'intervento non gli si ritorca contro. Infatti visto l'andamento della giustizia italiana, potrebbe anche essere denunciato dal ladro per violenza e lesioni, sperando di trovare un magistrato che gli dia retta.

Di riffe o di raffe è chiaro che la situazione si sta aggravando e che appare necessaria un'azione decisa per limitare la microcriminalità che si sta espandendo a macchia d'olio.

In particolare gli ultimi provvedimenti del governo sulla non punibilità reati di basso valore, allo scopo di evitare costosissimi processi per piccole cose, non dovrebbero trasformarsi in una impunità per i ladri di biciclette.

Al tempo stesso è importante rinforzare la posizione del danneggiato.

Infatti per me è sempre molto meglio impedire il verificarsi di un reato punirlo dopo che si è verificato. Non è un fatto di giustizia sociale ma della capacità del cittadino di ribellarsi ai soprusi e al disonestà.

E in questo suo ribellarsi la legge dovrebbe stare totalmente dalla sua parte, anche se il delinquente finisce per avere la peggio... peggio per lui.






giovedì 1 gennaio 2015

Il freddo non è acqua...

Questi giorni, chiuse alcune dolorose pagine familiari, in particolare l'esportazione di una figlia verso l'altro emisfero, ho abbandonato l'auto e ripresa la bici.

Beninteso, qualche periodo di automobilismo è sempre utile, altrimenti perdi la mano e poco a poco smetti di essere capace di guidare anche la bici. Soprattutto, da dietro il volante di un'altra auto, ti adetesti gli automobilisti con rinnovato fervore... Vabbè, ne faremo un altro post a tempo debito...

Insomma, dopo qualche giorno dietro al volante ho finalmente reinforcato la bicicletta, proprio nei giorni del "grande freddo". Messo a punto un inedito abbigliamento fatto da un gilet invernale ed una giacca impermeabile di mezza stagione, ho affrontato i rigori dell'inverno romano. Ma il freddo non è acqua, per fortuna!

E questo inverno seppur fresco, non è certo siberiano. Termometro alla mano durante il giorno non mi pare siamo mai scesi sotto lo zero, o almeno non stabilmente. Certo, il vento di prua non era proprio confortevole, anche perchè sembrava di andare in salita, ma alla fine le stesse condizioni su di una pista di sci sarebbero state definite come "confortevoli". Spalle al vento potevi addirittura mettere le gambe a riposo, si andava da soli...

Insomma, il risultato è che ho pedalato alla grande senza prendere freddo, anzi spesso dovevo rallentare il ritmo, o aprire le cerniere, per non sudare.

Sono arrivato in ufficio pimpante e bello caldo, a differenza di coloro che si sono massacrati con il riscaldamento delle auto... e tutto ciò senza una goccia di acqua...

Scusate se è poco...