giovedì 29 gennaio 2015
La paura fa bilancia, la bilancia fa 90
martedì 27 gennaio 2015
lunedì 19 gennaio 2015
Di tutto... di tutto... di tutto... ma le piste no!
La foto che vedete e' di Viale della Primavera, di fronte alla inauguranda (se si alza la serranda :-)) stazione della metro C.
La stazione, appunto Primavera, sbuca in superficie in un bel piazzale, come quasi tutte le stazioni in quella zona. Davanti alla stazione Viale della Primavera e' stato risistemato. Spazio a strafottere, ma le piste no.
Per i non conoscitori della zona, Viale della Primavera e' la continuazione, dopo deviazione, di Via Tor de' Schiavi, nel senso che la Tor de' Schiavi devia e continua verso Centocelle, e sul prolungamento del suo asse originario continua Viale della Primavera.
Tanti, tanti, tanti anni fa in mezzo a Via Tor de' Schiavi passava un gigantesco elettrodotto, un 220 kV o cosa avevano allora. Io me lo ricordo appena appena. Per questo e' cosi' larga, perche' i palazzi dovevano stare alla larga dai cavi.
Il risultato e' uno spartitraffico che, una volta interrati i cavi, ci fai passare di tutto. TAV, treni, tram, filobus... tranne piste ciclabili e Boeing B747, tutto il resto ci passa.
Ovviamente lo spartitraffico e' usato come parcheggio, ma anche cosi', con le auto parcheggiate a pettine, al centro rimane abbastanza spazio per un bel pistone ciclabilone. Invece cor cavolo.
Su Viale della Primavera la situazione non e' cosi' comoda, c'e' sempre molto spazio, ma non cosi' abbondante.
Se lo stanno prendendo tutto le macchine per il parcheggio, alle bici non resta niente. Non siamo capaci di inserirci con successo nei processi amministrativi, a chiedere che siano ascoltate anche le ragioni ddi ciclisti ci periferia. A quelli che ci hanno provato, che vanno alle riunioni nei Municipi il massimo rispetto... ma dobbiamo essere piu' organizzati e sfidare l'Amministrazione sul terreno amministrativo.
Si', perche' su Viale della Primavera ci sono varie scuole che potrebbero essere servite dalla pista, ed adesso anche la metro, con ovvi vantaggi per il trasporto multimediali.
Inoltre, in un pediodo di scarsita' di risorse, sara' difficilissimo spendere altri soldi per riconvertire una porzione di parcheggi in pista ciclabile.
Forse invece di pensare a Via dei Fori Imperiali, alla Bike Square (ma fatemi il piacere) o alla pedonalizzazione di Via Urbana, la battaglia della cilabilita' la stiamo perdendo in periferia, tra un flash mob e l'altro.
lunedì 12 gennaio 2015
Il tuo bosco non è una discarica...
Il punto di partenza è stato, ovviamente, il laghetto Granieri e il bosco di Foglino, dal fango micidiale mistura terra-sabbia-creta.
Per una volta la Strega non si è tenuta il mio cambio, e solo perchè quando si è bloccato per il fango (ad un certo punto si blocca sempre per il fango) stavolta non ho forzato sui pedali (sarebbe stato il terzo, comunque, dopo un Alivio e un Altus...tranquilli, roba di poco valore).
La giornata, plumbea, è stata rallegrata da pioggerella e freschetto, mai un raggio di sole, il che ha sicuramente contribuito a mantenere alto il morale. Con il sole, infatti, tendi a chiederti cosa ci combini lontano dal mare.
Dislivello quasi zero, ovviamente, e un bel po' di asfalto. Io avrei voluto investigare qualche ulteriore tratturo per allargare il giro ad una quarantina di chilometri almeno, ma alla fine la voglia di gelato, e la mancanza di vettovaglie di alcuni, hanno prevalso sulla volontà esploratoria. Vorrei comunque inserire qualcuno dei percorsi in un simpatico itinerario Lanuvio-Nettuno.
Le campagne sono state una sorpresa, intensamente coltivate, quasi all'uncinetto. Abbiamo anche incrociato un gregge di cani pastore, guardati a vista da alcune pecore. Ormai sono diventato bravissimo a sfidare i cani, non li temo piu', e comunque mi sono infilato proprio in mezzo al gruppo, due appetitose fanciulle ai lati, una davanti e una dietro, non si sa mai. Anche perchè c'erano più cani che ciclisti...
Una brutta paura quando un automobilista ha puntato contro il gruppo che svoltava a sx per prendere un tratturo e ha cercato di forzare il passaggio... frenando all'ultimo momento... ragazzi sono troppo vecchio per queste cose, già pensavo di dovervi raccogliere a pezzetti...
Infine il rush finale!!! Ritornati sull'asfalto ci siamo messi a viaggiare oltre (di poco) i 20 all'ora sulle gomme tacchettate, impedimenta comprese, fino a Nettuno. Ho smaltito il megapanino del Norcino di Nettuno solo negli ultimi 5 chilometri, per il resto ho pedalato contro la panza piena.
Purtroppo sulla strada asfaltata che attraversa il bosco di Foglino ci saranno stati almeno un chilometro di sacchetti dell'immondizia allineati sul bordo del bosco. Accade perchè a Nettuno hanno messo la raccolta differenziata. Non è fatta molto bene, ma i villici non la gradiscono e si vendicano così. La monnezza in questione si aggiunge a quella generata dalle signorine che ivi esercitano la loro professione, con un effetto che mi ha fatto venire un violento attacco di depressione.
Che gente siamo, capaci di abbandonare i sacchetti di mondezza sul limitare di un bosco così bello? Ma che hanno in testa? Io sono disperato, quando vedo queste cose mi chiedo sempre se valga la pena salvare il popolo italiano o non sarebbe meglio venderlo all'ISIS.
Debbo anche dire che queste cose, nelle zone dove si installarono i Veneti chiamati da Mussolini a bonificare la zona, non si vedono.
Evidentemente nei dintorni sono soprattutto autoctoni o peggio.
Grazie per la lexione, Presidente.
giovedì 8 gennaio 2015
Il ciclolaicista: per adesso i terroristi vincono...
martedì 6 gennaio 2015
Ciclisti alla riscossa... stiamo dalla loro parte
Un primo episodio, e poi proprio poco fa, un secondo episodio ad Arezzo, mi sembrano importanti per la capacità di reazione dei ciclisti ai tentativi di furto di bicicletta punto.
Il più recente ha registrato il tentativo di rapina della Cargo Bullit, a uno dei beniamini di salvaciclisti: a Fabio Fioroni i complimenti per lo scampato pericolo (http://www.youreporter.it/foto_volevano_rubarmi_la_Bulltt_e_darmi_una_coltellata).
Più pittoresco l'episodio di Roma, ( http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CRONACA/roma_tenta_rubare_bici_proprietario_riempie_botte_chiama_carabinieri/notizie/1096920.shtml) nel quale il proprietario della bicicletta, a me sconosciuto, ha sorpreso il ladro all'opera sulla propria bicicletta. Lo ha affrontato e, nella colluttazione che ne è risultata, il ladro avuto la peggio, tanto che i carabinieri lo hanno arrestato sanguinante.
In questo caso stiamo tutti tenendo per il ciclista: ovvero speriamo che l'intervento non gli si ritorca contro. Infatti visto l'andamento della giustizia italiana, potrebbe anche essere denunciato dal ladro per violenza e lesioni, sperando di trovare un magistrato che gli dia retta.
Di riffe o di raffe è chiaro che la situazione si sta aggravando e che appare necessaria un'azione decisa per limitare la microcriminalità che si sta espandendo a macchia d'olio.
In particolare gli ultimi provvedimenti del governo sulla non punibilità reati di basso valore, allo scopo di evitare costosissimi processi per piccole cose, non dovrebbero trasformarsi in una impunità per i ladri di biciclette.
Al tempo stesso è importante rinforzare la posizione del danneggiato.
Infatti per me è sempre molto meglio impedire il verificarsi di un reato punirlo dopo che si è verificato. Non è un fatto di giustizia sociale ma della capacità del cittadino di ribellarsi ai soprusi e al disonestà.
E in questo suo ribellarsi la legge dovrebbe stare totalmente dalla sua parte, anche se il delinquente finisce per avere la peggio... peggio per lui.
giovedì 1 gennaio 2015
Il freddo non è acqua...
Beninteso, qualche periodo di automobilismo è sempre utile, altrimenti perdi la mano e poco a poco smetti di essere capace di guidare anche la bici. Soprattutto, da dietro il volante di un'altra auto, ti adetesti gli automobilisti con rinnovato fervore... Vabbè, ne faremo un altro post a tempo debito...
Insomma, dopo qualche giorno dietro al volante ho finalmente reinforcato la bicicletta, proprio nei giorni del "grande freddo". Messo a punto un inedito abbigliamento fatto da un gilet invernale ed una giacca impermeabile di mezza stagione, ho affrontato i rigori dell'inverno romano. Ma il freddo non è acqua, per fortuna!
E questo inverno seppur fresco, non è certo siberiano. Termometro alla mano durante il giorno non mi pare siamo mai scesi sotto lo zero, o almeno non stabilmente. Certo, il vento di prua non era proprio confortevole, anche perchè sembrava di andare in salita, ma alla fine le stesse condizioni su di una pista di sci sarebbero state definite come "confortevoli". Spalle al vento potevi addirittura mettere le gambe a riposo, si andava da soli...
Insomma, il risultato è che ho pedalato alla grande senza prendere freddo, anzi spesso dovevo rallentare il ritmo, o aprire le cerniere, per non sudare.
Sono arrivato in ufficio pimpante e bello caldo, a differenza di coloro che si sono massacrati con il riscaldamento delle auto... e tutto ciò senza una goccia di acqua...
Scusate se è poco...