Un primo episodio, e poi proprio poco fa, un secondo episodio ad Arezzo, mi sembrano importanti per la capacità di reazione dei ciclisti ai tentativi di furto di bicicletta punto.
Il più recente ha registrato il tentativo di rapina della Cargo Bullit, a uno dei beniamini di salvaciclisti: a Fabio Fioroni i complimenti per lo scampato pericolo (http://www.youreporter.it/foto_volevano_rubarmi_la_Bulltt_e_darmi_una_coltellata).
Più pittoresco l'episodio di Roma, ( http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CRONACA/roma_tenta_rubare_bici_proprietario_riempie_botte_chiama_carabinieri/notizie/1096920.shtml) nel quale il proprietario della bicicletta, a me sconosciuto, ha sorpreso il ladro all'opera sulla propria bicicletta. Lo ha affrontato e, nella colluttazione che ne è risultata, il ladro avuto la peggio, tanto che i carabinieri lo hanno arrestato sanguinante.
In questo caso stiamo tutti tenendo per il ciclista: ovvero speriamo che l'intervento non gli si ritorca contro. Infatti visto l'andamento della giustizia italiana, potrebbe anche essere denunciato dal ladro per violenza e lesioni, sperando di trovare un magistrato che gli dia retta.
Di riffe o di raffe è chiaro che la situazione si sta aggravando e che appare necessaria un'azione decisa per limitare la microcriminalità che si sta espandendo a macchia d'olio.
In particolare gli ultimi provvedimenti del governo sulla non punibilità reati di basso valore, allo scopo di evitare costosissimi processi per piccole cose, non dovrebbero trasformarsi in una impunità per i ladri di biciclette.
Al tempo stesso è importante rinforzare la posizione del danneggiato.
Infatti per me è sempre molto meglio impedire il verificarsi di un reato punirlo dopo che si è verificato. Non è un fatto di giustizia sociale ma della capacità del cittadino di ribellarsi ai soprusi e al disonestà.
E in questo suo ribellarsi la legge dovrebbe stare totalmente dalla sua parte, anche se il delinquente finisce per avere la peggio... peggio per lui.
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