Lo cavalcone laurentino è stato sindacollaudato da Gualtieri medesimo, con grande partecipazione di ciclisti, con i quali siamo tutti saliti sull'impalcato, tanto che ad un certo punto ho effettivamente un po' temuto che qualcuno imitasse il pio Zenone [[https://youtu.be/XrKgPl5znJM]] e si mettesse a testarne la stabilità.
Per fortuna si è anche avverata una profezia marziana, ovvero che la riapertura dello Cavalcone de l'Industria non arrivasse prima della riapertura dello cavalcone laurentino. Così è stato, domani riaprirà lo cavalcone de fero, anche se mi hanno detto che la pista che ci passa sotto (NdR: la ciclabile del Tevere)ancora dovrà attendere un ulteriore consolidamento della struttura dello cavalcone per essere riaperta.
Ovviamente grande soddisfazione per il recupero dello itinerario, che speriamo rimanga una delle pietre miliari della ciclabilità romana. Due chiacchiere con alcuni funzonari comunali mi hanno invece fatto sapere che tra gli obiettivi del Sindaco c'e' l'apertura dello collegamento della pista di Monte Ciocci con il Tevere, spero di aver capito bene, passando sotto il Vaticano.
Un'opera meritoria, che per una volta non andrebbe a scapito degli automobilisti, e quindi di grande attrattiva per ogni sindaco (quest'ultima è una mia riflessione).
Questo della guerra alle auto è un argomento che è ricicciato nelle conversazioni.
Per quanto mi riguarda rimane estraneo alla missione di sicurezza che l'associazione salvaciclisti dovrebbe perseguire. La non sicurezza dei ciclisti non è tanto data dal numero delle auto, ma dalla loro velocità, tanto è vero che durante le feste, quando il traffico diminuisce, le velocità aumentano e andare in bici diventa sensibilmente meno sicuro.
D'altra parte rallentare le auto è un obiettivo molto più facile e immediato da perseguire rispetto ad obbligare il cittadino romano a fare a meno dell'auto, cosa che -per esempio- richiede fornire un'alternativa pratica e praticabile all'automobile.
Per rallentare e auto bastano un po' di autovelox e una sapiente architettura delle strade, tutte cose attuabili che non richiedono rivoluzioni politiche. Alla fine qualche mugugno ma se i dati della sicurezza migliorano, alla fine la gente apprezza.
Per cominciare a parlare di rinuncia all'auto occorrono invece treni e metropolitane. "E quindi noi non vedremo una Roma senza auto". "No. Se avessimo dato retta a Rutelli e Tocci adesso saremmo un bel pezzo avanti, ma no, noi non vedremo il completamento della rete metropolitana di Roma". Però se iniziano a farla almeno da pensionati avremo un bel po' di cantieri da guardare per passare il tempo.
Anche lì c'e' purtroppo una visione poco realistica. Ovvero che l'auto possa essere sotituita da metropolitane leggere di superficie... che occupano il posto delle auto, guarda un po'.
In una città come Roma non sono certo tram veloci che possono reggere i flussi di trasporto. E comunque, in tutte le città dove si è molto puntato sul tram, in prossimità del centro va sottoterra, proprio perchè lo spazio in superficie è prezioso e un binario rappresenta una divisione tipo muro di Berlino dello tessuto urbano.
Vabbè, la morale è sempre quella, se a fare la guerra alle auto è salvaciclisti, gli automobilisti possono dormire sonni tranquilli.
Speriamo il sindaco sappia essere più concreto. La politica alla fine è l'arte del possibile.
2 commenti:
Sotto al Vaticano?
Col posto di blocco sotterraneo delle kvartie sfizzere?
La morale è sempre quella, fai merenda con Girella!
Posta un commento