venerdì 13 febbraio 2009

Terra di tulipani e biciclette

Dopo tanto tempo sono ritornato ad Amsterdam.

Tecnicamente erano “solo” 3 anni e mezzo che mancavo dall’Olanda, precisamente dal giugno 2005. In realtà da quell’ultima volta ho smesso di capitarci una o due volte al mese, e ho ridiretto la mia attività su Bruxelles. Quindi non sono più un frequentatore dell’Olanda, e pertanto i cambiamenti, che qui sono continui, mi appaiono più evidenti.

Innanzitutto la svolta ecologista è evidente. Addirittura in albergo ci ho messo due giorni a capire che la stanza viene consegnata con il riscaldamento spento e tu te lo devi accendere. Peraltro l’isolamento degli edifici è ottimo, tanto che ho potuto tranquillamente stare con i radiatori chiusi senza soffrire in maniera atroce il freddo.

Per il ciclista, l’Olanda è veramente la terra promessa, se si eccettua il tempo atmosferico. Come diceva una collega spagnola (bicicletta per necessità e non passione) trasferitasi sul posto:

“Va bene, si và in bicicletta e non hai le auto. Però per andare alla stazione del treno seguo una pista ciclabile che corre accanto ad un canale, con curve a gomito. Se freni male, ti distrai o perdi il controllo finisci nell’acqua. In autunno hai le foglie bagnate, che rendono la pista scivolosa, d’inverno il ghiaccio. E’ piatta l’Olanda, ma se capiti controvento è peggio di una salita”

Amsterdam è una città molto carina che ha radicalmente modificato la propria struttura viaria per accomodare un intenso traffico ciclistico. La città è piuttosto silenziosa, con poco traffico automobilistico. Negli ultimi anni le infrastrutture per biciclette sono aumentate. Molte strade sono state bicipedonalizzate. Piste ciclabili ovunque. Parcheggi per biciclette. Addirittura ho visto il cinema di fronte all’albergo aveva un enorme garage sotterraneo per le bici dei clienti.

Lo settacolo più impressionante è il grande parcheggio multipiano della stazione di Amsterdam (parcheggio per biciclette, mi pare tre piani, ovviamente).

Se poi prendi il treno e vai fuori Amsterdam la cosa addirittura migliora. Tra Amsterdam e Haarlem hanno fatto, in aggiunta alla ferrovia, un corridoio della mobilità. Una strada a due corsie (una per senso di marcia) riservata ai jumbo bus, che ha un numero di fermate maggiore rispetto al treno, ma comunque niente traffico.

E’ trattato come una ferrovia, ed in alcuni punti attraversato dalle piste ciclabili. In quei punti il corridoio è spesso protetto da un passaggio a livello che sbarra la pista all’avvicinarsi dei bus.

Sui treni per i pendolari, che comunque spaccano il minuto, è permesso portare solo le bici pieghevoli, le quali sono un po’ una scocciatura. Se ho capito bene è stato fatto un enorme investimento in parcheggi alle stazioni, per cui l’Olandese esce di casa, prende la bici e va alla stazione, la lascia, prende il treno, arriva alla stazione abituale (dove lavora), prende la bici e va al lavoro.

Hanno tutti tante bici che il bike sharing mi pare non esista. Le piste ciclabili sono aperte ai ciclomotori, che sono l’1% o anche meno del traffico.
Dimenticavo: l’Olanda è una terra molto ordinata e molto libera… questo mi piace. La gente riesce a fare ciò che vuole senza dare fastidio agli altri

2 commenti:

BICICAPITALE ha detto...

AMSTERDAM......non so perche'(non ci sono mai stato, non l'ho mai visitata)ma sono convinto che in quella citta' mi sentirei a mio agio (non solamente perche' la cultura della bicicletta e' radicata)....insomma se potessi scegliere mi piacerebbe vivere in olanda .....porc...devo acquistare una maglietta arancione al piu' presto per indossarla quando vado in bici..........

Lug il Marziano ha detto...

Mah... non è tutt'oro quello che brilla. Sicuramente ci sono anche i lati negativi.

Però vedo che tutti gli amici e collegi che vanno al Nord (da Milano in su') si lamentano del clima ma poi non riescono a riadattarsi al casino di Roma.