La combinazione di un viaggio di lavoro a Montreal, dell’indisponibilità di voli diretti, e di una meravigliosa giornata di ottobre mi ha permesso di ammirare per oltre due ore il Canada dall’alto.
Immaginate la sensazione per uno come me, appassionato di laghi, boschi, bicicletta e canoa, vedere passar circa 2000 km ininterrotti di boschi, rocce e laghi (fino all’Ontario, che è grande come un mare) ed essere confinato dietro il finestrino di un aereo, e successivamente nella municipalità di Montreal…
In effetti per chi si va a cercare i 15 km di pista tra i boschi del Viterbese, o i 10 nel parco del Circeo, trovarsi a pochi passi da centinaia di km in mezzo a pianori rocciosi ondulati (non ci sono veri monti da queste parti), crea una sensazione di impotente delusione.
E’ vero che non tutto ciò che brilla è oro. A differenza di Martignano, dove ancora si fa bene il bagno, la temperatura era già sotto i 10 gradi di giorno e abbondantemente sotto lo zero di notte, e non oso pensare quale possa essere la temperatura dell’acqua (5-6 gradi?). Per non parlare della occasionalità delle giornate di sole… o di quanto c’e’ tramontana… che arriva diretta dal Polo, non avendo alcun rilievo montuoso a protezione. Tanto è vero che sia a Chicago che a New York (che sappiamo essere alla stessa latitudine di Napoli), quando l’inverno fa freddo si scende a meno 20 e anche sotto.
La cosa che più sconvolge al biker europeo è la dimensione di queste aree selvagge. Partendo dalla costa dove la roccia emerge sfilacciata dalle acque della baia di Hudson, nell’interno cominciano a susseguirsi ogni combinazione possibile di laghi e boschi.
Alcuni di questi laghi, dall’aspetto cristallino, hanno la costa più frastagliata di un arcipelago greco… E anche con qualche spiaggia dalla sabbia chiarissima. Poi, quando si è più vicini al suolo si cominciano a distinguere i gialli ed i rossi degli aceri in autunno. Che meraviglia.
Nel tratto più nordorientale erano praticamente assenti le strade. Diciamo una ogni 50 km. IN compenso si vedevano immense e lunghissime strisce tagliafuoco, larghe almeno un chilometro e lunghe qualche centinaio.
Avvicinandosi alle città il paesaggio si addolcisce, aumentano le strade (o piste che siano), compare qua e là qualche casetta, una pista di atterraggio, addirittura una ferrovia.
Appunto è natura selvaggia. Però certo qualche giorno per questi boschi l’avrei passato molto volentieri.
Scritto di notte (giorno per l'Italia) postato prima dell'inizio della conferenza)
lunedì 19 ottobre 2009
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