domenica 30 gennaio 2011
Riapre il Ponte dell'Acqua Traversa e Notturno sul Tevere
Lungo il Tevere ho potuto collaudare il ponte sul Fosso dell'Acqua Traversa (così mi hanno detto si chiami) dipinto e nuovo di zecca.
Ho anche visto che il passaggio all'altezza del Ponte della Musica ha finalmente un corridoio protetto per biciclette e pedoni.
Al ritorno, dopo tanta esitazione viste le tenebre, ho percorso la pista del Tevere fino a Porta Portese e poi al Testaccio.
Devo dire che il notturno sul Tevere è proprio bello.
La pista asfaltata è magnifica, si sul velluto, peccato solo per qualche accumulo di fango che rende il passaggio difficoltoso (specialmente se hai le ruote lisce da asfalto).
Anche l'illuminazione, dove funziona, è buona.
A Porta Portese mi sono reso conto di aver attraversato Roma evitando completamente il traffico.
sabato 29 gennaio 2011
Troviamo posto alle biciclette sulla metro
Sono molto contento che si parli concretamente di allargare l’orario per il trasporto delle biciclette sulla metropolitana. Da quello che riportano i giornali sembra che i dati di traffico confermino l’esperienza quotidiana, ovvero che le fasce dall’apertura alle 7, la fascia 10-16 , e dopo le 21, la metro è abbastanza “scarica” da permettere il trasporto delle biciclette.
Per esempio sarebbe stato carino poterlo sperimentare lunedì: devo andare dal dentista alle 8 e mezza e poi in ufficio all’EUR. Quindi poteva benissimo essere: Piazza Vescovio – Via Tor de’ Schiavi (circa 20’ contro almeno 40’ in bus/metro), poi Via Tor de’ Schiavi – Stazione Metro B di Pietralata, poi Pietralata – Magliana in metro con bici, Magliana / Piazzale Sturzo in bici.
Ritorno (Piazzale Sturzo/Piazza Vescovio) tutto a pedali.
Malgrado le fasce aperte al trasporto siano fuori dall’orario di punta, non è da escludersi, per motivi vari, che qualche convoglio risulti molto affollato, in caso di ritardi, guasti, comitive.
Per evitare attriti tra ciclisti e altri frequentatori, l’esperienza fatta con il trasporto domenicale delle biciclette, consiglia di disegnare sui vagoni della metro appositi stalli per le bici, così che si possa dire agli altri passeggeri che quello è proprio il posto delle biciclette, e non spazio “rubato” ai poveri cristi.
lunedì 24 gennaio 2011
Easy (silent) ride
Quattro chiacchiere, io con la mia ruota in mano, e mi ha illustrato come ha fatto la bici partendo da due telai.
La bici è chiaramente ispirata al chopper di Easy Rider, che era già stato riprodotto all’epoca nostra in vari modelli.
E’ una tipica bicicletta da Critical Mass, o meglio da esibizione.
Pesantissima (30 kg) va bene per andare piano in piano, e senza troppe buche, perché la lunghissima forcella anteriore (con sospensioni a parallelogramma) secondo me non è eccezionalmente rigida, anzi.
Quando Andriy è ripartito, ho avuto la netta sensazione che l’assieme peccasse un tantino in quanto a rigidità, e inoltre la forza giroscopica è sicuramente molto bassa, infatti Andriy ha oscillato un bel po’ prima di stabilizzarsi.
Troppo se ti muovi nel traffico. Attento Andryi e complimenti per la realizzazione.
La cosa bellissima di questa versione del chopper è che è silenziosa, al contrario delle sue controparti motorizzate.
L’anno scorso mi sono trovato due volte in raduni motociclistici, uno dei quali di Harley, e mi sono scoperto avverso al rombo. Molto avverso al rombo.
Tanto avverso al rombo che, ripensando al finale del film che mi aveva scioccato, mi sono scoperto revisionista: non è forse che quelli del furgone avessero ragione?
venerdì 21 gennaio 2011
Oggi retata all'EUR
Quando, passato l’intervallo di pranzo, sono rientrato in ufficio, stavano ancora rimuovendo le auto dal Piazzale, ma ancora non avevano cominciato a sgombrare i marciapiedi.
Dopo mesi di laissez faire, l’azione repentina della rimozione globale improvvisa mi sembra un tantino ingiusta.
Infatti sarebbe bastato lasciare un volantino con scritto sopra “Da domani si rimuovono le auto”, oppure una semplice multa, ma magari fatta su di porzione più ampia di territorio...
perché fare una multa è molto più veloce che rimuovere un’auto, ma fa parecchio male lo stesso.
Poi, ovviamente, occorre ripassare spesse, magari anche due volte al giorno, per togliere definitivamente il vizio della sosta sui marciapiedi, sulle strisce pedonali, in seconda fila.
Staremo a vedere se si tratta di un cambio di abitudini o è solo ammuina, ma come sempre ho seri dubbi.
domenica 16 gennaio 2011
La società dei Ciclomagnaccioni
Per questa domenica i cicloappuntamentisti si sono sbizzarriti nel proporre le gite più varie, ma alla fine Federico ha fatto sentire la sua voce… un ciclo picnic sulle rive del Lago di Castel Gandolfo e meraviglia… semo tutti d’accordo sul programma.
Sono state annullate varie altre gite e ci siamo tutti concentrati per far riuscire la gita. Alessandro si è addirittura alzato dal letto, e non fosse stato per una gomma bucata la settimana prima, sarebbe anche riuscito ad unirsi al gruppo sin dall’inizio.
Insomma alle 11 un nutrito gruppo di ciclisti è partito dall’Appia Antica e si è diretto, alla velocità media di circa 7 km/h verso Castel Gandolfo. La prima sorpresa positiva la incontriamo proprio sull’Appia, dove il cantiere della rivalorizzazione si è esteso fino all’incrocio con Via di Valleranello. Speriamo che quanto prima possa il rifacimento dell’Appia arrivi alle Frattocchie.
La salita è andata tranquilla, ce l’abbiamo fatta tutti. Dopodichè abbiamo affrontato il periplo del lago, che è sempre molto carino, fino a raggiungere la spiaggia individuata da Federico per il picnic.
E lì il nutrito gruppo di ciclisti si è trasformato in un vorace branco di cavallette che si è mangiato tutto il portato (faticosamente sulla salita), più una razione di generi alimentari locali (porchetta, mozzarelle, formaggio) acquistate con una colletta di 5 euro a casco (2,5 per pneumatico).
Il tutto abbondantemente innaffiato da circa 6 bottiglie di vino e un paio di birra.
Tra i piatti portati, oltre alla mitica Torta Occhionero Grand Royal, i gamberi con il riso nero di Simona, la frittata di Vito, il Cous Cous di Lorena e il ciambellone di Uta. Insomma, una mangiata da Ciclomagnaccioni, in una giornata assolutamente primaverile, 0 vento, sole a riflettere sul lago.
Verso le tre il supernutrito gruppo di ciclisti ha preso in considerazione l’idea di muoversi, ma prima delle tre e mezza non ci siamo alzati. Grandi ebbrezze discendendo a rotta di collo le valli che avevamo salito faticosamente, e zuccherino finale l’Appia Antica all’imbrunire, da Cecilia Metella con le luci.
Io, Federico e Simona abbiamo preso la metro, trovando i soliti rompiballe che ce l’avevano con le bici sulla metro (niente fango, stavolta). Abbiamo però incassato la solidarietà del 98% dei passeggeri.
Alla fine della gita il mio contachilometri segnava 66 km, che non è pochissimo, anche considerando il dislivello non Himalayano.
Un grazie a tutti, specialmente a Federico per l’organizzazione perfetta.
giovedì 13 gennaio 2011
GP Città del Vaticano
Dalla Cronaca
Ecclestone: Un solo GP per Nazione
Borghezio: «Ad Alemanno mi permetto di segnalare un dato altrettanto certo e cioè che con il riconoscimento dell'indipendenza della Padania (art. 1 dello Statuto della Lega Nord), si aprirebbe per Roma Capitale una strada maestra per ottenere il Gran Premio di Formula 1 che, bisogna riconoscere, avrebbe nella straordinaria cornice architettonica dell'Eur uno scenario impareggiabile.
Al solo sentire Borghezio mi sta simpatico Alemanno, al quale suggerisco di proporre un GP Città del Vaticano da tenersi a Roma anche se la Padania non esce dall’Italia.
martedì 11 gennaio 2011
Speriamo di non doverli rimpiangere (antico proverbio marziano)
Il sindaco Alemanno ha deciso per un rimpasto della Giunta comunale. Dall’alto del mio inguaribile ottimismo spero che i nuovi arrivati facciano di più e meglio dei loro predecessori. Non mi piace criticare le persone per il loro operato, ma da ciclista e romano non mi sento molto soddisfatto di questo primo biennio di amministrazione.
Il Sindaco ha diplomaticamente spiegato che si è chiuso un periodo. Sicuramente il cattivo risultato dell’ATAC, unito a parentopoli ha influito su questa decisione, ma le motivazioni vere non le conosciamo. Speriamo che siano quelle che tutti ci aspettiamo, ovvero un’amministrazione cittadina di qualità insufficiente.
All’attivo dell’Amministrazione vi è la diminuzione degli incidenti, e sarebbe ingiusto non tenerne conto. Il dato va comunque rapportato all’effettivo traffico, in netto calo anche questo.
Di sicuro la gestione della mobilità e dell’ambiente non possono vantare successi folgoranti, anzi, catastrofi come il bike-sharing sono un lusso che la città non può permettersi. I mezzi pubblici non vanno più veloci e non sono più efficienti e le prospettate nuove corsie preferenziali sono ancora sulla carta.
Sulla ciclabilità in generale stendiamo un velo pietoso.
Speriamo che i nuovi suonatori siano dei bravi strumentisti e non i parenti del proprietario del teatro. Il curriculum di qualche assessore smontante era in effetti drammaticamente leggero. Addirittura inconsistente rispetto a posizioni che richiederebbero esperienza, determinazione e autorevolezza di livello europeo.
domenica 9 gennaio 2011
Dal Porto di Santa Marinella alla Tolfaccia con Franz Bttn
In assenza di idonea gita su Cicloappuntamenti, ho optato per aderire all’invito di Franz Bttn per una gita “media” dal Porto di Santa Marinella alla Tolfaccia. Non so chi mi aveva detto che tanto Franz era uno che andava con gruppi di sole donne e quindi non c’era da temere.
Un po’ di tricche tracche, ma poi mi sono deciso, anche se la bici soffriva ancora dei postumi della creta di Maccarese… In effetti altre due ore di “scretizzazione” non avevano portato risultati definitivi… devo dire che ero abbastanza inquieto, subodorando qualche problema.
In effetti al Porto di Santa Marinella hanno cominciato a confluire una notevole massa di ciclisti biciclettati con il fior fiore delle bici da montagna, per dire neanche una cube, forse considerata troppo plebea.
Anzi c’era due esemplari di mostri con ruota 28 e addirittura una ruota 29 alla sua prima (o seconda) uscita. Donne solo 4, agguerritissime. Ho capito che lo strano, con la mia bici da gitano con portapacchi, borsa ventrale, vestiti da città, occhiali 626 decathlon etc, ero io.
Alla vista del mio velocipede (come altro definirlo rispetto a tutte quelle astronavi) Franz ha espresso qualche dubbio sulla partecipazione, citando la salita (con quella ti fai un culo così) il single track tecnico in discesa (e lì sono cazzi) e i cinque guadi previsti. Assieme a questi consigli gentilissimi mi ha dato un contributo decisivo regolandomi il sellino nuovo in modo da non rovinare i gioielli di famiglia. Contributo azzeccatissimo che mi ha risolto tutti i problemi dell’uscita precedente.
Insomma partiamo e comincia la salita.
Bene, mi difendo, nel senso che milito nell’ultimo terzo del gruppo, ma senza essere staccato.
L’unico problema è che, come avrete immaginato, ad un certo punto buco. Non mi chiedete come, ma era un forellino piccolo piccolo, così che ogni chilometro o due, scendo dalla bici e do’ una cinquantina di pompate. Franz mi guarda e mi dice: “Sai qui siamo tutti tubeless latticizzati…” Al che io rispondo: devo atticizzare anche io le mie gomme. Scuotimento di testa: devi proprio cambiare la bici… lo sapevo.
Insomma la salita prosegue e prosegue. Mi piazzo nel quarto di testa (però gli altri mica stavano tirando). Le gambe reggono, e cedono negli ultimi 15 m di dislivello. Addominali e dorsali una meraviglia, forse frutto della ginnastica di questa settimana. Paesaggi meravigliosi, che non mi sono fermato a fotografare per paura di essere staccato.
Per evitare di far aspettare il gruppo scendo e proseguo a piedi per questi ultimi metri, per cominciare subito a cambiare la camera d’aria. Invece Alessandro mi offe la sua bomboletta che in pochi secondi sistema il tutto… Un grazie e continuiamo.
La discesa è appassionante. Purtroppo prima ci toccano circa 500 m impedalabili di pascolo. Ad un cancello chiuso il miglior complimento. Passo la bici oltre la cancellata e chi la prende dice “Senti questa pesa una tonnellata. Che culo si sta facendo il ragazzo!” .. e sì che ero quasi il decano del gruppo (forse il secondo più anziano).
Nella parte che ne è seguita ho rimpianto di non avere una full con freni a disco. Ho mantenuto il contatto con il gruppo (anche fermandomi a fare qualche foto) perché ritengo di avere una guida piuttosto precisa, tra sasso e sasso. Ad un certo punto il fango mi ha messo fuori uso il freno anteriore, e lì qualche problema me lo sono fatto.
Abbiamo attraversato un bosco ed una valle assolutamente strepitosi e fatto un paio di guadi molto belli. Purtroppo non era prevista la sosta pranzo, perché il gruppo pare disdegni queste abitudini borghesi, preferendo sostenersi a barrette. Quindi ho scarrozzato panini e frutta per niente (peso, peso!).
Purtroppo non è stato possibile chiudere con l’ultima variante per la presenza di una battuta di caccia al cinghiale. Quindi, invece di continuare per il bosco, siamo riusciti sulla strada e ci siamo fatti una volata fino all’Aurelia.
Le mie gambe avevano dato tutto il possibile, e gli ultimi 7 chilometri di pianura asfaltata fino al porto sono stati un’autentica agonia.
Ringrazio Franz, Alessandro e gli altri per la gita meravigliosa, l’aiuto concreto e la simpatia. Sicuramente sono ad un altro livello rispetto alle mie possibilità. Alla fine però non credo di essermi fatto aspettare… anche se con le foto nella discesa un po’ sono rimasto indietro.
Al ritorno (in auto) mi sono fermato all’autolavaggio di Cerveteri e ho investito un euro per lavare a pressione la bici. Fango tolto, una meraviglia, mai stata così luccicante dopo la prima uscita.sabato 8 gennaio 2011
Poco traffico, velocità assassina
Sono ormai archiviate le vacanze e i giorni lavorativi infravacanza…
E’ stato bello muoversi in città senza tutto quel traffico, ma come sempre c’e’ chi se ne approfitta, e non contento di spostarsi più velocemente per la diminuzione del traffico, spinge sull’acceleratore confidando nelle strade vuote.
A “spingere” sono i soliti con SUV, Smart e Golf, convinti di essere gran piloti mancati, che solo per un intervento della sorte cinica e bara non si trovano al volante di una formula 1. Devo dire che in un paio di casi anche un vecchio gladiatore come me è rimasto sorpreso.
Molto più grave l’incidente a Viale Jonio, per il quale un’adolescente è in fin di vita all’ospedale. La macchinetta sulla quale viaggiava è stata centrata da un’auto. La cronaca riporta il motore volato via, che indica un urto a velocità piuttosto sostenuta.
Anche ammesso che la ragazza alla guida (quale delle due fosse) abbia commesso un errore, l’andare veloce in città rende molto più gravi le conseguenze di ogni incidente.
Il Sindaco (Gianni, non Marco…) al suo attivo porta una riduzione degli incidenti e dei morti sostanziosa. Speriamo che sia un vero trend positivo, ma i più smaliziati (o i più realisti) attribuiscono gran parte della riduzione all’oggettiva riduzione del traffico generata dalla crisi…
Speriamo che sia crescendo la consapevolezza dei cittadini, perché di repressione in giro non se ne vede, anzi, i prepotenti sembrano sempre più protervi, vedi l’episodio della Ferrari e la 600 sul raccordo, e di castigamatti all’orizzonte non se ne vedono.
Su macchinette, signorine e sigarette, così come sull’eccessivo costo delle assicurazioni ho già detto abbastanza, se volete potete rileggerlo e stupire come a Roma i problemi non si risolvano, o non si vogliano risolvere.
Rimane la realtà di come mentre paesi più civili puntano sul binomio piste + bici per la mobilità degli adolescenti (assimiliamoli ai teenager) noi abbiamo motorini e –last but not least- ‘ste c… di macchinette.
Con tutto il contorno di incidenti, ragazzi obesi, etc., purchè non si tocchi il totem dell’auto.
mercoledì 5 gennaio 2011
Sugli attraversamenti ciclopedonali non ci siamo proprio
Pista dell’EUR: le strisce sono state rinfrescate, ma la confusione permane.
Come potete osservare, i due passaggi, dipinti di nuovo, conservano la difformità più volte segnalata, uno è ciclopedonale, l’ altro no.
Chi avrà ragione?
Noi non ce ne importa, ma se succede un incidente sull’attraversamento non ciclopedonale, il ciclista potrebbe non essere risarcito, oppure passare dalla parte del torto.
Per non parlare di un eventuale investimento di pedoni.
Possibile che non si riesca a sistemare questa faccenda?
domenica 2 gennaio 2011
Dove osano le mucche
Cicloappuntamenti colpisce ancora con una riedizione della classica scampagnata Ostiense-Maccarese.
Solo che questa volta abbiamo fatto la mitica “variante Fenke” ai confini della tenuta di Castel di Guido, per un totale di circa 42 km, gli ultimi 17 in mezzo al fango… dove osano le mucche, appunto.
L’idea era quella di stanare le riserve di energia accumulate durante i cenoni e pranzoni delle feste, con chiaro riferimento alla rottamazione dei panettoni.
La gita è stata organizzata da Sergio, ma è stata arricchita dalla saggezza di Zorro, che ha preferito l’umile scampagnata alla proterva ascesa alla torretta di Monte Morrone.
All’Ostiense eravamo in otto, e Marco Pierfranceschi –detto il Sindaco- ci ha nobilitato con la sua presenza, che è durata fino a Ponte Galeria, dove ha preso il treno per ricongiungersi ai suoi impegni familiari, non senza aver goduto della crostata di mele di Vito.
Il gruppo ha continuato imperterrito, e alla fine dell’unica salitona, Jean Paul è riuscito ad incastrare la catena tra il pacco dei pignoni ed il mozzo in una maniera irreversibile: grazie all’impegno di tutti (a parte me) si è solo riusciti a smagliare la catena e a mettere a punto una riparazione di fortuna che gli ha permesso di ritornare a Ponte Galeria.
Seppur mutilato il gruppo ha proseguito verso il suo destino, sdegnando l’asfalto e introducendosi di soppiatto nella tenuta di Castel di Guido.
La variante Fenke ci ha deliziato con i su e giù impedalabili per il fango, ma ci ha regalato una serie di magnifici panorami e scorci, che ho cercato di immortalare con la macchina fotografica (foto). Come al solito il fotografo rimane indietro, e quindi ho dovuto darmi un bel po’ da fare per riguadagnare il gruppo.
Sulla strada per Maccarese, l’agguato del fango. Oltre ai megapozzangheroni, ci si è messo un bel tratto di creta fangosa, difficilmente pedalabile, che ha sporcato le bici di tutti, tranne quella di Zorro, che ha mantenuto la sua proverbiale signorilità. Ho avuto modo di osservare le impronte di zoccoli di bovino nel fango. In effetti perché non metterci anche noi gli zoccoli, se le mucche ci si trovano tanto bene e nel fango passano senza problemi? Pertanto stiamo pensando ad appositi battistrada zoccolati per il fango.
Causa del tempo perso nelle varie vicissitudini non abbiamo potuto fermarci a fare un picnic tra le mucche, e siamo scesi a perdifiato per il treno delle 15:36, che abbiamo assaltato come l’anno scorso, grazie anche ad un ritardo di 5’.
Una menzione d’onore per Uta, che ha portato un litro di vino per tutta la gita con la sua ibrida artigliata, per farci brindare sul treno del ritorno.
Per quanto mi riguarda ci ho messo più di un’ora a pulire la bici, anche perché la creta si era infilata nel pacco dei pignoni, e ancora adesso, dopo pulizia, lubrificazione, etc, la catena fa un rumore un tantino sabbioso.
Ultima avventura sulla metro, da Garbatella. Metro nuovo tipo, salgo seguendo le indicazioni e mi posiziono all’estrema prua del convoglio, assolutamente vuoto, seduto, con bici accanto. A Piramide entrano un paio di extra-comunitarie che trovano da ridire sulla bicicletta in metro. Mi mordo due volte la lingua per non replicare per le rime.
A Circo Massimo entra dalla porta più avanzata una decina di persone che si blocca tra la bici e la paratia (il resto del treno era vuoto) e comincia a brontolare, specialmente per il fango. Il brontolio continua fino a Bologna, quando devo scendere. Tra i saliti, vi erano due con valigie nere enormi, che avevano bloccato la porta a destra.
Comincio con largo avviso ad avvisare gli astanti. Una tizia seduta ha cominciato ad osservare che la bici era sporca di fango, e che avrei sporcato i vestiti delle persone, al che le ho detto: “Cara signora: ho pagato due biglietti (uno per la bici), sono seduto dove dice l’ATAC, il treno è vuoto, se tutti vi mettete attorno alla bicicletta, gli strani siete voi”.
E’ caduto il silenzio e mi hanno fatto uscire senza altri problemi.