martedì 25 giugno 2013

Ma quale zona 30... un altro caso di panbrioscismo!

Stavo giusto ripensando a tutti quelli che a Roma invocano la zona 30 come la panacea di tutti i mali.

Stavo giusto pensandoci in due occasioni...

La prima da automobilista, quando malgrado le tre corsie, cercavo di rispettare il limite dei 50. Colombo, Via dei Monti Tiburtini, insomma, quello che volete. E' difficile farlo, non tanto per le auto moderne, quanto perchè tutti ti superano incazzati, che stai a fare lì in mezzo?

La seconda (ma poi anche la terza, e la quarta) da ciclista, percorrendo altre strade, come Casilina e Prenestina, la sera, con auto che sfrecciano a 120 alla faccia del limite di 50.

In questa situazione a che serve parlare di limite a 30, quando la gente supera, e di più del doppio, quello dei 50? 

Questo malpensare, il rifiuto di connettere il cervello con la realtà, è una delle caratteristiche di tanti ciclisti e anche di tutti quegli idealisti che usano l'ideale tanto per darsi delle arie. Un po' come i pacifisti a senso unico, per intenderci, quelli che rimproveravano di militarismo gli americani ma ai sovietici nn dicevano mai nulla.

Un approccio concreto al problema vorrebbe come prima cosa l'imporre il rispetto dei limiti di velocità, quali che siano. e poi, constatano che gli incidenti continuano a capitare anche se la gente li rispetta, cominciare a ridurli.

Poi subito comincia il coro: ma la zona 30 deve essere costruita per non fare andare le auto veloci!

Certo, avete ragione. ma allora non è un problema di cartelli, ma di infrastruttura, che è tutta un'altra cosa. L'infrastruttura costa quattrini, molti, che in questo momento sembra nn ci siano.

Allora facciamo due cose più serie:

a) chiediamo con più forza gli autovelox sugli stradoni, i  modo da abbassare la velocità delle auto. Già se vanno a 50 ci guadagnamo moltissimo.

b) senza ridisegnare completamente le strade, limitiamoci a fare i passaggi pedonali in rilevato rispetto alla strada. In Provincia di Latina ne hanno fatti parecchi, e le macchine devono rallentare per forza, 30 o non 30. Ne bastano pochi, per esempio davanti alle scuole, e poi uno per ogni strada, così da spezzare la corsa delle auto.

PS: per panbrioscismo ci si riferisce alla frase attribuita alla regina Maria Antonietta, che avrebbe detto sentendo il popolo chiedere pane... se non hanno pane mangino brioches. Così, se già non vanno a 50, abbassiamo il limite a 30!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

". E' difficile farlo, non tanto per le auto moderne, quanto perchè tutti ti superano incazzati, che stai a fare lì in mezzo?"..

Ciao. Non mi sembra così difficile. Falli superare. E' sicuramente più sicuro farlo in macchina (volontariamente) che in bici (forzatamente).
In più, ogni volta che rispetti il limite freni anche un
po il traffico circostante, aumentando di molto la sicurezza degli utenti "deboli". Non è così difficile, basta volerlo.

Alessandro Mura

Lug il Marziano ha detto...

Ho una vecchia macchina targata VT. Quando rispetto il limite, e in genere lo faccio, sento che dicono... ma questo da Viterbo viene a ingombraci la strada?

Così tra un po' mi compro anche un bel cappello a lobbia da guida, in modo da fare il perfetto guidatore imbranato.

Per ulteriori informazioni sullo stile di guida:

http://romaciclista.blogspot.be/2012/09/in-bcc-nel-parco-del-circeo.html