Ve li ricordate i bei giorni delle piste ciclabili?
Sì, dico quegli anni nei quali a Roma, ad un certo punto, c'erano piu' km di piste ciclabili che ciclomobilisti?
Era il periodo nel quale si poteva andare e tornare dall'EUR senza incontrare un altro ciclista sulla pista.
E se ne incontravi uno era o Marco Bikedablo, o Marco Pierfranceschi, o Marco Latini (più marchi di un salvadanaio crucco) o Caius Fabricius o Ceska Lillo, e pochi altri.
Che tempi, allora sì che si sperperavano quattrini. Però tra un Maxxi, una mezza città del nuoto da 400 milioni, un Macro e qualche altra dispendiosa amenità, qualche pista veniva fuori.
Mi ricordo quando notai, e poi scopersi, la pista della Colombo! Prima della sua inaugurazione ufficiale, ma finalmente potevo andare in ufficio in bicicletta senza rischiare troppo la pelle.
L'apertura della pista della Moschea...
O ancora prima il collegamento tra Villa Ada e Villa Borghese, che permetteva a tutti gli abitanti del Salario Nemorense Nomentano Monte Sacro (con la pista dell'Aniene) di portare i pargoli in centro senza correre rischi tremendi.
Il periodo delle infrastrutture si è chiuso ufficialmente con l'asfaltatura della pista del Tevere, evento ripreso in diretta in questo blog. Alemanno non ce la fece a fermare l'appalto.
La Pista della Nomentana, ormai pronta a partire, venne soffocata nella culla.
Da allora non abbiamo avuto più occasione di inaugurare alcuna bella pista ciclabile. "Manco" la Roma Sud Fiumicino, che è l'opera più annunciata dopo il Ponte di Messina.
Evabbè,,, tanti anni buttati.
Eppure sarebbe bastata una buona pista all'anno per sostenere lo sviluppo della ciclabilità.
E dall'amministrazione di marino, ancora aspettiamo qualche azione.
Speriamo che arrivi!
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