sabato 30 gennaio 2010

Senza pioggia e senza vento… son le polveri polveri in aumento!

Alla distanza di sicurezza di qualche centinaio di km seguo, attraverso il Corriere della Sera, la vicenda delle polveri sottili a Milano. Stiamo parlando di 18 giorni consecutivi di sforamento dei limiti… Sono tanti, e tutti di seguito.

Guardando le previsioni Meteo dell’Aeronautica Militare, la situazione non dovrebbe migliorare eccessivamente fino a domenica… giorno per il quale il Sindaco di Milano ha indetto uno stop delle auto…

Per allora Madre Natura avrà avuto tutto il tempo di fare il suo corso e le polveri saranno state spazzate via dal vento. Magari, forte delle mutate condizioni meteo, il blocco potrà essere addirittura revocato…

(Un po’ come a Roma, in una delle ultime domeniche ecologiche, quando il blocco fu revocato due ore prima, alle 16 invece che alle 18, e il gruppo scout di mio figlio, che aveva portato i lupetti in bicicletta, si è ritrovato con i ragazzi in bicicletta per Roma e le auto in giro).

Forse se ci avesse pensato 10 giorni fa, se il blocco fosse stato di più giorni, la misura avrebbe potuto avere un qualche effetto. Capisco anche che un Sindaco ci pensi tre volte prima di mandare a piedi le persone, specie se è un Sindaco che porta il nome di una famiglia di petrolieri. Non sia mai, magari si scopre che al centro di Milano senza auto si sta meglio!

Il Sindaco comunque rivendica un’azione sistematica che ha ridotto di una certa percentuale i giorni di sforamento dei valori. Positivo, molto positivo, ma per esserne sicuri occorrerebbe riferirsi non solo al dato assoluto riportato nei comunicati (meno giorni di sforamento) ma anche ai giorni di alta pressione atmosferica, che negli ultimi anni mi sembrano diminuiti.

In pratica si tratterebbe di vedere se effettivamente è migliorata la percentuale di sforamenti rispetto ai giorni di alta pressione. Basta infatti che la situazione meteo sia più piovosa o più ventosa, che le polveri sottili diminuiscano per conto loro, e non è merito delle politiche, ma semplicemente delle condizioni meteo più favorevoli.

Per fortuna l’oncologo Veronesi disse che le polveri sottili non sembravano influenzare la percentuali di tumori ai polmoni. Però è stato annunciato uno studio che metterebbe in relazione l’aumento delle polveri sottili con l’aumento di asma (nessuna novità) e di ictus! Se fosse vero ci sarebbe veramente da preoccuparsi.

Quello che volevo sottolineare in questo post è il blocco delle automobili, anche solo domenicale, non è mai visto come un’opzione percorribile, perfino in una città che, come Milano, che è relativamente piccola, ha seri problemi di inquinamento e un sistema di trasporto pubblico piuttosto efficiente.

Secondo me è una faccenda psicologica, che ha a che fare con lo status dei notabili, ovvero l’influenza di coloro che ritengono degradante utilizzare il mezzo pubblico.

Un’altra impressione è che le Amministrazioni comunali in genere, e quelle di centro-destra in particolare, siano sinceramente terrorizzate dal fatto che la gente impari ad usare di meno l’automobile e finisca col prenderci gusto.

Rimango della mia idea che noi, piuttosto della Formula 1, dovremmo organizzare qualche giornata senza motori.

Ma vi ricordate le giornate dell’austerity degli anni ’70?

Io me le ricordo come una festa. Come se il Tevere smettesse di scorrere er un giorno e noi potessimo vistarne l'alveo.

Certo Roma senza auto è meravigliosa, Milano non lo so… Ma comunque, perché non riprovarci?

Per paura che la gente ci prenda gusto…


mercoledì 27 gennaio 2010

I Soliti SUV!

La foto è eloquente: una bicicletta schiacciata sotto la ruota di un SUV!

Siamo a Bruxelles, la mattina del 26.

Stavo camminando per prendere la metro, quando sento il rumore di auto che schiaccia qualcosa, seguito dall'inconfondibile (mi è molto familiare) botto dell'esplosione della camera d'aria.

Mi volto e vedo la scena pochi secondi prima che riuscissi a scattare la foto. La bicicletta era sotto il SUV, ma il ciclista era per fortuna in piedi e apparentemente illeso.

Il conducente del SUV è sceso protestando, ma il ciclista gli ha fatto notare il cartello che consente la risalita delle biciclette contromano.

A quel punto il conducente ha alzato le mani e si è arreso. La foto è stata scattata mentre cominciavano a parlare... Non un urlo si è alzato da duo.

Va notato che bassa velocità delle zone 30 di Bruxelles, ottenuta anche mediante l'opportuna sagomatura delle strade, ha evitato che l'incidente finisse molto male.
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domenica 24 gennaio 2010

Se li acciaccano forse gli sta bene…

Domenica mattina, dopo aver rinunciato, seppur a malincuore, ad una uscita di cicloappuntamenti®, sono andato a farmi un giretto verso Roma Sud-Est, tanto per vedere come stanno le piste locali.

Ho cominciato da Ponte Lanciani, dove i lavori per la costruzione della pista ciclabile continuano insieme a quelli per la realizzazione della nuova strada…

E’ possibile vedere la costruzione del pistadotto che avanza!


Grande sorpresa me l’ha riservata la pista di Via Palmiro Togliatti. A dispetto delle minacciose dichiarazioni di qualche anno fa, l’ho trovato in perfette condizioni e molto percorribile.

I passaggi critici sono stati ripitturati, le aiuole, se si eccettua una piccola porzione vicino alla Casilina, davanti ai primi sfasciacarrozze, sono tenute molto bene, l’erba falciata da poco.

Certo, c’e’ il problema dell’attraversamento della Casilina…

In effetti lì il ciclista si trova imbarazzato…

A seguire il Codice della strada si dovrebbe fare un zig-zag ed attendere ben tre semafori per proseguire... ma ovviamente ognuno si arrangia come crede.

Non ci dovrebbe volere molto ad unire i due tronconi, ancorché passando sui binari del tramvetto… Forse stanno attendendo che i binari vengano rimossi per l’arrivo della linea C?

Sarà per questo, ma la pista è pochissimo usata.

Specie dai ciclisti.

Infatti, mentre passavo sulla pista ho notato almeno una trentina di ciclisti da corsa, a piccoli gruppi non correlati tra di loro, che andavano sulla strada normale, occupando anche un’intera corsia delle due rimanenti.

E non erano in allenamento, probabilmente stavano solo tornando a casa.

Ora sappiamo tutti che la pista Togliatti è sotto attacco da parte degli automobilisti. Una delle principali obiezioni è: “non la usa nessuno”.

Avere una trentina di ciclisti che ci passano sopra, senza occupare la corsia delle auto, non sarebbe una cattiva pubblicità.

I ciclisti fuori dalla pista sono invece la migliore evidenza, per coloro che la cercano, che le piste non servono a nulla.

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giovedì 21 gennaio 2010

Pista interrotta dalla manifestazione

Non ci crederete, ma tornando dall’ufficio, ore 19:30 circa, sulla pista della Colombo, davanti alla Regione Lazio, ho trovato una manifestazione proprio sulla pista.

Non ti curar di lor, ma guarda e passa…

La manifestazione va bene, chissà quale nobile causa, ma poi c’era uno striscione appeso tra due pali ai lati della pista, ad interrompere la pista stessa, così tanto per disturbare.

Comunque, in questa meravigliosa giornata, molto fresca, ho provato con gusto le due novità: l’attraversamento di Via Cilicia e la pista di Via Druso.

L’attraversamento di Via Cilicia suscita odio e amore.

Amore, prechè si è finalmente fatto qualcosa, e gli automobilisti capiscono che le bici sono dalla parte della ragione (non della regione).

Odio, perché ciò che è stato fatto appare abbastanza per l’automobilista attento e diligente, mentre non abbastanza per influire sull’automobilista pericoloso e distratto.

La pecca principale è l’assenza di attraversamento ciclopedonale, quindi non si capisce se le bici devono essere condotte a piedi.

L’altra pecca è l’assenza di “bande rumorose” a monte del passaggio, così che l’automobilista non viene avvertito dell’imminente attraversamento.

Quindi ragazzi: in campana.

Mi sono gustato molto la nuova, e inaspettata, pista di Via Druso, e per poco non la inauguro facendo un frontale con un podista che proveniva in senso inverso.

Dal mio punto di vista non cambia molto, Druso adesso esattamente come Drusavo prima (C’e’ anche il film: dove drusano le bici…) ma in caso d’incidente, prima avrei avuto torto marcio a prescindere, adesso va visto chi dei due era nella corsia dell’altro (e non ero io)…

Piuttosto ho visto che, malgrado la contiguità, la pista non è collegata ciclisticamente con quella di Caracolla… Ahi ahi ahi, è un peccato…

Ma comunque, un altro pezzo di pista guadagnato alla causa…

Buttalo via!

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martedì 19 gennaio 2010

Semaforo pedonale sulla Salaria

Oggi c’e’ mancato un pelo.

Il bello è che avevo la bicicletta, ma non stavo in bicicletta. La stavo spingendo a piedi.

Erano le 19 circa, stavo a Via Salaria, al semaforo di fronte al poligrafico, appena dopo il quadrifoglio dell’Olimpica. Dovevo attraversare la strada.

Spingo il bottone di attraversamento pedonale e attendo.Il semaforo diventa rosso, e l’auto nella corsia di destra si ferma.

Comincio ad attraversare a piedi, spingendo la bici. Vedo però che sulla corsia di sorpasso un’auto, un SUV, sopraggiunge a velocità sostenuta.

Mi fermo a metà attraversamento perché capisco che è troppo tardi perché riesca ad arrestarsi al semaforo… infatti accelera e passa in velocità, e così un’altra macchina che seguiva.

Neanche mi sono incavolato. Anzi, mi sono congratulato con me stesso per il fiuto.

Ritengo superfluo ogni ulteriore commento.

A voi studio.

sabato 16 gennaio 2010

Carpe Pistam: Destra o Sinistra? Meglio due piste che una…

Manco a farlo apposta si è ri-proposto immediatamente il dilemma del prolungamento della pista del Tevere, in chiave pseudo politica: riva destra o riva sinistra? Collegamento o divertimento?


Lo scambio di pareri sull’argomento sta fervendo tra i fautori della destra (la Giunta…) che vede il modo di realizzare subito la pista per divertimento (12,5 km Fiumicino/GRA) e molti altri che vedono nella realizzazione della pista sulla riva sinistra una pista più difficile da realizzare, ma più utile in quanto apre l’unica uscita ciclabile a molti quartieri altrimenti non cllegati ciclisticamente con Roma. NB: spero di non aver scambiato clamorosamente i termini della scelta!


Mo’ si’ che ce ne vorebbe uno prateco!

Non sono all’altezza di valutare le opzioni. Sommessamente suggerirei di realizzare immediatamente ciò che può essere realizzato e quindi passare ad avere anche l’altra opzione, se non altro perché un ramo collegherebbe Fiumicino, l’altro Ostia, due località di tutto rispetto, che si meritano il collegamento. Inoltre stiamo parlando di 1,5 M€, alla fine due soldi, che speriamo di poterci permettere nel futuro. In caso contrario sarà tanta la gente costretta ad andare in bicicletta per ragioni di pura economia che il problema smetterà di esistere.

Per quanto riguarda le sacrosante critiche mosse dal noto coordinamento degli scongiuri (!), sono effettivamente sacrosante. Le piste da divertimento non servono alla mobilità cittadine. E grazie al coordinamento! Ma questa è una buona ragione per non farle? Secondo me no, anche perché le piste cittadine non si fanno per assenza di volontà e non di quattrini.

Però ripeto, Carpe Pistam: facciamo subito la pista decisa e godiamocela. Potremmo anche finire a salvare la riva del Tevere.

E quelli dall’altra parte chiederanno a gran voce anche la loro pista.

Invece, se faremo quella sulla sinistra, la destra (da divertimento) non sarà mai fatta.

domenica 10 gennaio 2010

Cosa chiederei al Governatore

Ormai siamo alle porte delle elezioni regionali del Lazio. Mi sarebbe piaciuto formare una lista di ciclisti, in modo da tentare di infilare nel Consiglio Regionale uno di noi.

Purtroppo, dovendo anche tirare avanti la carretta del lavoro, anche per queste elezioni ho paura che non farò nulla.

Non voglio però rinunciare a scrivere una letterina ai candidati regionali per dire che cosa desidero per il prossimo Natale dalla Regione.

Innanzitutto mi piacerebbe che la Regione si adoperasse per avere una rete di piste o sentieri ciclabili Regionali. Piste o sentieri, come per esempio si potrebbero fare sull’argine del Tevere. Dico sentieri perché magari asfaltarli costa troppo, ma avere una rete di sentieri protetta, con qualche opera nei punti difficili (ponticelli o altro) già permetterebbe di girare il Lazio su itinerari per biciclette, non dovrebbe costare molto. Magari solo l’impegno di farli. Questi sentieri potrebbero anche essere utilizzati dagli appassionati di equitazione o da chi si diletta di camminate, e costituire una rete turistica (servita da pensioni) alternativa a quella più frequentata.

Un altro progetto regionale che mi piacerebbe vedere è una dorsale tirrenica che percorresse tutta la costa laziale. Anche qui con il duplice scopo di servire le comunità locali, ed aiutarle a ridurre l’uso dell’auto, e di provare a creare un turismo un po’ diverso, che magari funzioni al di fuori dei tradizionali periodi di vacanza.

A me pare infatti che il mese di luglio sia piuttosto deserto sul litorale laziale. Incentivare un turismo alternativo a quello tradizionale in quel mese, costituito soprattutto da stranieri del Nord Europa, non sarebbe un cattivo impiego di denaro pubblico. Il modello potrebbe essere quello delle Province Autonome di Trento e di Bolzano, che mi pare su queste premesse stiano facendo un bel po’ di quattrini, almeno a giudicare dal flusso continuo di ciclisti lungo le dorsali.

Infine sarebbe bello se il Governatore mettesse mano all’intermodalità treno + bici. In due forme: sia il trasporto delle bici sul treno, sia la promozione della bicicletta quale mezzo di accesso alle stazioni.

Stiamo parlando di un Lazio più civile e meno cafone. Migliore per tutti.

venerdì 8 gennaio 2010

Ma Viale Libia è una zona moralmente degradata?

Andando a comprare il pane mi sono trovato di fronte alla coppia madre + figlio sui 12-13, che hanno lasciato l’auto sulle strisce pedonali, bumper-to-bumper con le altre auto, in modo da inibirne totalmente l’uso, proprio mentre stavo per passare.

La macchina, e il loro atteggiamento, mi ha lasciato un pochino interdetto. Anche di fronte a sgarbi diretti come questo, sono sempre restio a redarguire le madri con prole, so quale vita dura fanno. Anche l’auto mi aveva lasciato pensare ad una famiglia con qualche problema di invalido.

Casualmente andavano nella mia stessa direzione. Saltano un portone, ne saltano un altro, e arrivano allo stesso posto dove io compro il pane, dove da poco hanno aggiunto un bar. Insomma, i due, belli belli, si mettono tranquillamente a fare colazione. Il fatto di aver lasciato il loro mezzo ad ostruire il 100% di un accesso al marciapiedi, non li aveva affatto turbati.

Altrettanto casualmente, fuori dal bar c’era un gruppo di 4 Vigili Urbani. Mi dico: è arrivato il momento di farci 4 chiacchiere, come al solito, perorando la causa dell’ordine.

I quattro, mi hanno preso in contropiede, facendomi passare dalla parte dell’imputato.

Lei vive da queste parti? E allora non si accorge che questa è una zona priva di senso civico?”

“Noi facciamo anche 200 multe al giorno, ma come passiamo, subito dopo la gente ritorna. Anche direttamente dietro a noi”

“Le persone ci dicono: le multe non ci fanno niente. Sono come una tassa. Ogni tanto occorre pagarle, per un po’ faccio ricorso, ma comunque io continuo a comportarmi in questo modo”.

“Noi passiamo su di una corsia di Viale Libia e dall’altra tutti fanno come se non ci fossimo

“Abbiamo solo 4 carri per la rimozione. Se li chiamiamo spesso dobbiamo attenderli per un’ora. E allora non vale la pena

Devo dire che questa situazione non mi lascia sorpreso, in effetti è quello che si vede tutti i giorni. Ora mi chiedo: la nostra zona è un caso di degrado civico?

Avere tanti cittadini che collettivamente se ne fregano di norme elementari, ci rende simili agli slums americani? Con le dovute eccezioni, a Scampia?

E ancora, questa situazione è reversibile, o dovremo rassegnarci alla partenopeizzazione del traffico romano?

mercoledì 6 gennaio 2010

La profonda differenza tra spostamenti e divertimento

Pur avendo rinunciato ad un’uscita con Cicloappuntamenti® per impegni familiari, sono riuscito a strappare un paio d’ore per andarmi a fare un giretto per Roma con la bici da città.

L’obiettivo era la pista sul Tevere, visto che da foto pubblicate sui giornali l’acqua era a pelo delle banchine.

Purtroppo sono arrivato tardi. Infatti ho trovato il passaggio sbarrato, e comunque dalle foto appare chiaro che il livello della pista, in questo momento, è almeno un metro e mezzo sotto il pelo del fiume.

Nulla di preoccupante, per carità, lo si sapeva che la pista del Tevere, per quanto bella, sarebbe stata vittima delle piene ed interrotta con una certa frequenza nei mesi invernali e primaverili.

La prima considerazione che mi viene in mente è che questa volta speriamo che il Comune la rimetta a posto rapidamente e non aspetti settembre prossimo.

Sì, perché altrimenti questa pista finiremo per non usarla mai.

La seconda è la profonda differenza che c’e’ tra piste per divertimento (tipo quelle nei parchi) e piste per la mobilità cittadina.

Non ho mai considerato il tratto centrale una pista per la mobilità cittadina.

Innanzittutto c’e’ il problema dell’accesso, che avviene spesso tramite le scalinate.

Inoltre la ritengo pericolosa dal punto di vista delle aggressioni, specialmente d’inverno, quando fa buio alle cinque, ma anche negli altri periodi dell’anno, in quanto è comunque poco trafficata.

Ciò significa che non dovremmo rinunciare a perseguire una pista sui lungotevere, da usare tutti i giorni.Peraltro io sul lungotevere ci metterei anche una bella linea di tram, ma ovviamente stiamo alla fantascienza. C’era, ed è stato levato per fare posto alle auto.

Inoltre credo che nel computo delle piste cittadine dovremmo distinguere tra due tipi di piste, diciamo di due colori:

- le piste blu, ovvero le piste realizzate per la mobilità cittadina (Colombo, Via Panama, Viale Angelico, Via Cicerone, etc.);

- le piste verdi, realizzate per diporto: tipicamente quelle nei parchi e i tratti della pista del Tevere che non scorrono a lato di una strada, ovvero la parte su argine.

Dividere le piste in queste due categorie, cosa che in parte viene già fatta, ci eviterebbe una serie di equivoci che si continuano a fare sulla mobilità cittadina.

E’ chiaro, per esempio, che le piste nei parchi non migliorano la mobilità ciclistica se non in maniera indiretta.

Aggiungerei che dovremmo anche dare un valore particolare all’interconnessione delle piste tra di loro.

Per esempio la pista di Monte Antenne è (abbastanza) interconnessa, e così la pista dell’EUR.

Quindi dovremmo tenere sotto controllo un indice che calcoli la percentuale di piste interconnesse rispetto al totale.

Per esempio la realizzazione della pista di Via Rubattino avrebbe fatto crescere il totale delle piste per mobilità cittadina, avrebbe fatto diminuire l’indice di interconnessione, essendo una pista isolata dalla altre.

Un ultimo dato dovrebbe essere l’efficienza delle piste rispetto al percorso analogo con l’automobile.

La pista della Colombo lo avrebbe fortemente negativo, in quanto la strada che il ciclista percorre da Caracolla all’EUR è nettamente maggiore di quella che percorre un automobilista sullo stesso tratto.

domenica 3 gennaio 2010

A sangue freddo: Maccarese, ore 13:58, assalto al treno per Roma.

Il piano è stato architettato da Zorro in maniera perfetta: per non destare sospetti ci si raduna presso una stazione lontana, Roma Ostiense, poi si percorrono circa 42 km in mezzo a sentieri fangosi per far perdere le tracce, ci si ritrova ad una stazione sperduta e si assalta il treno per tornare a Roma.

Grazie all’uso di Internet si è potuto far circolare la voce tra gli specialisti del ramo. Con discrezione e segretezza. Anzi, qualcuno si è tenuto talmente sul segreto da non avvisare che sarebbe arrivato e stava per essere lasciato a Roma.

Zitti zitti, in tute fosforescenti per non farsi notare, la banda ha lasciato la città e si è inoltrata per le selve. La marcia è stata dura, e alla fine erano tutti schizzati di fango per i percorsi impervi e sconosciuti.

Alla fine la banda è arrivata a Maccarese. Per non dare nell’occhio un gruppo si è diretto alla trattoria, un altro alla stazione, e un altro al paese, dove si è finto interessato ai panini locali.

All’ora X-25 il gruppo dei paninari ha ripreso o la pista ciclabile che collega la stazione al paese, e lì accade l’imprevisto: il Marziano, mentre legge un messaggio inviatogli dalla madre e dalla sorella, si distrae e passa su di un ramo con spino, e fora a X-12. E’ perduto? Il piano va a monte?
No, per fortuna con l’aiuto del gruppo monta la camera d’aria di scorta in 5 minuti ed è di nuovo in sella. (…Se solo la camera d’aria di scorta non avesse avuto il buco di scorta, la cosa sarebbe stata perfetta. Vatti a fidare delle camere d’aria).

Comunque a X-5 sono arrivati in stazione.Per non farsi notare si raggruppano tutti insieme.

X-4 arriva il treno. Il vagone obiettivo (in codice bagagliaio, sui treni ristorante ci sono anche il bagagliaglio e il bagagliolio, ma non era quello il caso).) dell’assalto è in testa. La banda corre e, al momento dell’apertura delle porte, salta a bordo sfoderando i biglietti. Per terrorizzare il personale qualcuno è addirittura armato del supplemento bici.

La reazione del capotreno è immediata. Armato di regolamento cerca di ributtare sulla banchina tutti quelli la cui bici che non entra nel bagagliaio.

Ma la sua partita è senza speranza: il treno è semivuoto e la risposta della banda è corale: ormai che siamo a bordo non abbiamo alcuna intenzione di scendere. Ed è il successo dell’assalto: tutta la testa del convoglio è occupata con le biciclette, mentre per festeggiare ci si dà all’orgia del panino, mentre il capotreno ad ogni fermata deve scavalcare tutte le bici.

L’unico perplesso è il Marziano che non capisce perché mai su di un treno con la bicicletta disegnata fuori non ci sia un ciclista che ripari le gomme. Infatti sui treni dove c’e’ disegnato il bicchierino del cocktail c’è il bar.

Tutti concordi: la prossima volta invece di Maccarese si va a Fiumicino e si torna in aereo all’Urbe, e poi si fa la ciclabile di Monte Antenne.

venerdì 1 gennaio 2010

Cotechino e svelticchie… e speriamo che il 2010 ci porti qualche pista ciclabile utile e fatta come si deve

Alla faccia del fitness il 2010 si è aperto con una smacchinata e una gran mangiata e bevuta. Cotechino e lenticchie. Anzi, cotechino e svelticchie, visto che nel 2010 si spera che l’economia ricominci a correre.

Speriamo infatti che il 2010 vada meglio, molto meglio del 2009. Fermo restando che non sono tra quelli che nel 2009 hanno subito dolori nei parenti e amici più prossimi o perdite irreparabili, comunque i disastri mi hanno sfiorato, e qualche segno del 2009 sicuramente lo porto.

Noi Italiani Abbiamo avuto la nostra parte di disastri. Non solo il terremoto dell’Aquila, l’alluvione a Messina, i treni in fiamme a Viareggio, e quanto altro non ricordo, ma anche la crisi economica e un mondo che di pace non ne vuol sapere

Per quanto riguarda la vecchia Italia, credo di far parte di tutte quelle persone che hanno visto con orrore la nave della politica incagliarsi sulle secche della polemica sterile e della faziosità.
Una politica che rimane distante dai problemi veri di un Paese che ha un bisogno disperato di ricominciare a sognare, e di mete da raggiungere che non siano solo quelle di crescere in soldi (al netto del debito pubblico, pls) ma anche in giustizia, legalità, cultura e, soprattutto, libertà: sia civile che economica.

Ci riusciremo? Per parte mia mi sento pessimista.
Il trend mi sembra fortemente a peggiorare. La classe politica nel suo complesso mi sembra tutta presa dai propri problemi. Invece di risolvere i problemi del paese, vuole che il paese risolva i propri... a meno che qualcuno non si riesca (miracolosamente) a sparigliare le carte in tavola, e ad aggregare gli Italiani di buona volontà a far ripartire il Paese.

E per le biciclette, in particolare quelle romane?

Con il Comune è stato avviato un dialogo che spero continui.

Non mi faccio illusioni: la giunta rimane profondamente automobilista. Il Piano della Mobilità Sostenibile lascia l’auto come mezzo principe per lo spostamento, cercando di dare ai poveracci un trasporto pubblico migliore in modo che il traffico possa diminuire un pochino e consentire agli altri di andare in auto meglio. (Un palese ossimoro, come dimostrano gli infiniti ingorghi di Parigi. L'unico modo per ridurre il traffico è osteggiare l'uso dell'auto).
Le biciclette? Vabbè facciamo qualcosa anche per loro, ma senza contare di risolverci alcun problema.

Però, anche quel poco, se fatto bene, può rivoluzionare l’uso della bicicletta e creare un effetto venturi che trascini altri cittadini a fare la scelta delle due ruote silenziose.

Bene, come ciclista romano mi piacerebbe che il 2010 mi portasse un bravo urbanista che utilizzasse i pochi fondi disponibili in maniera ottimale, realizzando piste utili, razionali e fatte bene.
Sul potenziamento del bike-sharing non ho, invece, granché fiducia, proprio perchè entrerebbe in contrasto con le auto, se non altro per i posti di parcheggio. Su questo spero di sbagliarmi, ovviamente.

Auguri di cuore.