venerdì 1 gennaio 2010

Cotechino e svelticchie… e speriamo che il 2010 ci porti qualche pista ciclabile utile e fatta come si deve

Alla faccia del fitness il 2010 si è aperto con una smacchinata e una gran mangiata e bevuta. Cotechino e lenticchie. Anzi, cotechino e svelticchie, visto che nel 2010 si spera che l’economia ricominci a correre.

Speriamo infatti che il 2010 vada meglio, molto meglio del 2009. Fermo restando che non sono tra quelli che nel 2009 hanno subito dolori nei parenti e amici più prossimi o perdite irreparabili, comunque i disastri mi hanno sfiorato, e qualche segno del 2009 sicuramente lo porto.

Noi Italiani Abbiamo avuto la nostra parte di disastri. Non solo il terremoto dell’Aquila, l’alluvione a Messina, i treni in fiamme a Viareggio, e quanto altro non ricordo, ma anche la crisi economica e un mondo che di pace non ne vuol sapere

Per quanto riguarda la vecchia Italia, credo di far parte di tutte quelle persone che hanno visto con orrore la nave della politica incagliarsi sulle secche della polemica sterile e della faziosità.
Una politica che rimane distante dai problemi veri di un Paese che ha un bisogno disperato di ricominciare a sognare, e di mete da raggiungere che non siano solo quelle di crescere in soldi (al netto del debito pubblico, pls) ma anche in giustizia, legalità, cultura e, soprattutto, libertà: sia civile che economica.

Ci riusciremo? Per parte mia mi sento pessimista.
Il trend mi sembra fortemente a peggiorare. La classe politica nel suo complesso mi sembra tutta presa dai propri problemi. Invece di risolvere i problemi del paese, vuole che il paese risolva i propri... a meno che qualcuno non si riesca (miracolosamente) a sparigliare le carte in tavola, e ad aggregare gli Italiani di buona volontà a far ripartire il Paese.

E per le biciclette, in particolare quelle romane?

Con il Comune è stato avviato un dialogo che spero continui.

Non mi faccio illusioni: la giunta rimane profondamente automobilista. Il Piano della Mobilità Sostenibile lascia l’auto come mezzo principe per lo spostamento, cercando di dare ai poveracci un trasporto pubblico migliore in modo che il traffico possa diminuire un pochino e consentire agli altri di andare in auto meglio. (Un palese ossimoro, come dimostrano gli infiniti ingorghi di Parigi. L'unico modo per ridurre il traffico è osteggiare l'uso dell'auto).
Le biciclette? Vabbè facciamo qualcosa anche per loro, ma senza contare di risolverci alcun problema.

Però, anche quel poco, se fatto bene, può rivoluzionare l’uso della bicicletta e creare un effetto venturi che trascini altri cittadini a fare la scelta delle due ruote silenziose.

Bene, come ciclista romano mi piacerebbe che il 2010 mi portasse un bravo urbanista che utilizzasse i pochi fondi disponibili in maniera ottimale, realizzando piste utili, razionali e fatte bene.
Sul potenziamento del bike-sharing non ho, invece, granché fiducia, proprio perchè entrerebbe in contrasto con le auto, se non altro per i posti di parcheggio. Su questo spero di sbagliarmi, ovviamente.

Auguri di cuore.

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