Mi pare abbastanza chiaro che una delle ragioni forti, se non la principale, per la quale l’Italia non si è formata come nazione insieme alle altre consorelle, è stata la presenza dello Stato Pontificio che spezzava in due la penisola, e il potere temporale dei Papi a Roma, che impediva all’Urbe di diventare la capitale naturale del nuovo Stato.
Pensare ad un’Italia senza Roma Capitale, era come pensare alla Francia senza Parigi o al Regno Unito senza Londra. Semplicemente impensabile.
Per annullare quest’anomalia della storia, la città più famosa del mondo ridotta a sagrestia (seppure di lusso e meraviglia del barocco), ci sono voluti oltre 1000 anni. I Papi comunque non la presero bene e stettero in cagnesco fino al 1929. L’accordo riuscirono a farlo solo con Mussolini, a riprova che Regno d’Italia, seppur fra tante contraddizioni, un po’ di attributi liberali li aveva.
Quest’anno il nostro Sindaco, anche in occasione del 150enario dell’unità di Italia, ha pensato di rivitalizzare i festeggiamenti di questa grande data, sempre molto trascurata. Per di più è stata fatta capitare nello stesso giorno la firma del decreto su Roma Capitale, che dovrebbe (i critici dicono di no) assegnare più poteri al Sindaco e più fondo alla città. Spero in un diluvio di piste ciclabili.
Ottima iniziativa. Addirittura ai festeggiamenti è stata invitata la controparte, nella persona del cardinale Bertone. Tutto OK, alle celebrazioni dello sbarco in Normandia si invitano anche i Tedeschi.
I Tedeschi, e non i nazisti.
E soprattutto non nel 1945.
Infatti così come il lascito di San Pietro ha avvelenato a lungo la Penisola, impedendole di crescere come nazione, la Chiesa cattolica sta ancora esercitando una pesante influenza, ormai del tutto negativa, sul mondo politico italiano, impedendo al paese nel su complesso di raggiungere una serena dimensione di stato laico.
Negli ultimi anni, dalla vicenda dei DICO del defunto Prodi, fino all’ultima proposta di legge sul testamento biologico (passando per le tristi paludi del caso Englaro) la Chiesa cattolica ha chiamato a raccolta i propri politici, contribuendo in maniera sostanziale a complicare una vita politica italiana già fragile e travagliata di suo. E a mantenere arretrato il Paese.
Per parte mia, pur rispettando il sentimento religioso, lo ritengo un fatto strettamente privato. Le ultime sbandierate conversioni, quella dell’ex premier inglese Tony Blair la più clamorosa, le trovo un fatto di pessimo gusto e assolutamente inappropriate in un maschio adulto. Inoltre non capisco come un adulto raziocinante possa affiliarsi ad una qualsiasi Chiesa “reale”.
Analogamente non capisco come si faccia a definirsi “cattolici” in politica. Nulla contro il definirsi cristiani, che evoca anche l’etica del Vangelo, ma definirsi cattolici significa di fatto iscriversi al “partito del Papa” ed essere pronti in qualche modo ad obbedire ai suoi ordini. A chi essere leali nel momento del contrasto?
Ma anche qui non ci sarebbe niente di male, apprezzasse lo stato laico come contenitore di tutte le religioni e dei laici stessi . Purtroppo dal Vaticano arrivano attacchi continui allo stato laico.
Allora quale sarebbe il vero modo di celebrare in maniera costruttiva il XX settembre? Invitare il Papa, e avere il coraggio di spiegargli cosa è concretamente lo stato laico, e la reciprocità che ha invocato recentemente a Londra.
Ovvero non imporre i tuoi precetti se non vuoi che qualcuno li imponga a te.
Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te..
Aspetta, chi aveva detto qualcosa di simile?
domenica 19 settembre 2010
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