sabato 22 ottobre 2011

Parcheggiare male e poi lamentarsene… la gioventù che abbiamo bruciato

La guerriglia urbana sperimentata a Roma ha riproposto il rapporto tra i giovani e la società cui appartengono. Il tema è antico, e ciclicamente si ripropone in tutte le società. Solo che adesso classifichiamo come giovani, e applichiamo la stessa benevolenza, anche a individui over 25 e oltre (magari fino a 35), che invece dovrebbero essere già adulti e responsabili. Questi esemplari peculiari uniscono la visione egocentrica del mondo, giustificabile solo in un adolescente, con la decisione e la “cattiveria” di un adulto formato. E i risultati sono disastrosi.

Un po’ di giorni fa stavo rientrando a casa dall’ufficio, passo allegro, e affronto gli ultimi 500 metri prima di casa. La strada è sinuosa, il tracciato “disegnato da un gatto che fugge”, senso unico (per una volta percorso dalla parte giusta). Unico neo, una piaga ritornata da quanto gli ausiliari del traffico possono fare le multe solamente alle macchine nelle strisce blu, il parcheggio irregolare sul lato sinistro, metà auto sul marciapiedi, che non permette alle auto di superare la bicicletta.

Insomma, come imbocco la strada mi si mette alle calcagna un’auto. La sento che scalpita, fino ad un punto nel quale per la presenza di alcuni passi carrabili, mi strombazza energicamente e mi supera sgasando, facendomi il letteralmente il pelo. La strombazzata mi prende di sorpresa, per cui mentre passa l’auto, rendo nota alla guidatrice la mia opinione su di lei… opinione che poi era abbastanza azzeccata: infatti dopo neanche 100 metri accosta e va a parcheggiare, ovviamente sul marciapiedi, esattamente dalla parte opposta della strada di fronte al cancello del condominio. Nella foto (del giorno successivo) potete vedere il parcheggio: in curva e tutto sul marciapiedi.

Ovviamente lei è scesa, rendendosi conto che la mossa da parte sua non era stata eccessivamente accorta. Da parte mia mi sono tenuto a distanza, dall’altra parte della strada, onde evitare anche la semplice idea coinvolgimento fisico. Ma sempre a distanza (e quindi a voce alta) non ho rinunciato a far notare che le macchine non potevano passavano perché qualche “str*** testa di c***” parcheggiava sul marciapiede, e che quindi il clacson era più adatto per suonare alla propria sorella.

La risposta è stata esemplare: Anche se non parcheggio sul marciapiedi, lei con la bicicletta non ci può andare… Dimostrando in maniera ancora più incisiva, che l’impressione originaria era azzeccata.

Altra sera, scena a Via Jacopo Peri. Una simpatica viuzza a senso unico poco frequentata, Dove un’auto e una bicicletta non ci passano per la sosta su ambo i lati. La viuzza è comunque ridotta ad un campo di battaglia dalla solita trincea di scavi rattoppata alla meno peggio.

Oddio, con una full suspended è pedalabile, ma io preferisco lo stesso una piccola striscia di asfalto quasi vergine sulla tre-quarti sinistra.
Imbocco la strada, e il semaforo alla fine segna è rosso. Mi metto sul mio urban single track , ma neanche 10 metri che mi si accoda una Smart nervosa, che mi tallona da vicino (nota… semaforo rosso in fondo alla strada). Solo negli ultimi 20 metri la strada si allarga un po’, contemporaneamente si accende il verde, faccio appena in tempo a scansarmi che un “ragazzetto” mi urla: “le biciclette devono tenere la destra” passando a tutta birra.

Non sono riuscito a raggiungerlo… però il tutto fa anche scopa con una palpabile arroganza che si respira in particolare dalle parti dei Parioli. Arroganza e indisciplina gratuita che avevo palpato facendo scuola guida a mia figlia, quando –dulcis in fundo- una “ragazza” aveva attraversato Piazza Euclide fottendosene del nostro verde, malgrado noi stessimo arrivando.

Nella veste di istruttore ho dovuto consigliare all’allieva di rallentare. Non essendo abbastanza esperta, non ha avuto altra alternativa che arrestarsi e perdere il semaforo, mentre la tizia finiva di attraversare trionfante. Fossi stato alla guida io l’avrei fatta arrampicare su di un palo a colpi di clacson.

In definitiva però, se sui giornali leggiamo che hai successo e considerazione solo se sei un figlio/a di puttana che se ne frega non solo delle leggi ma anche della convivenza civile, se le stesse persone vedono i propri parenti prevalere con quella logica, non possiamo poi lamentarci che i giovani imparino la lezione, e magari riescano anche a superare i maestri!

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