Più vado avanti e più mi convinco
che il vero ostacolo alla diffusione della ciclabilità a Roma non è il traffico, non sono i rischi, non è
la mancanza di piste ciclabili, ma molto banalmente, l’impossibilità di tenere una
bicicletta parcheggiata sotto casa come facciamo con l’automobile.
In effetti cosa rimarrebbe del mercato dell’auto
se non potessimo lasciare l’auto parcheggiata per strada? Per esempio nella mia
vita adulta autonoma, dico dal 1986, non ho mai messo la macchina in garage.
Non ho mai avuto automobili
particolarmente scintillanti,o nuove. Ma tutte erano perfettamente funzionanti
e in grado di fare il loro mestiere come la maggior parte delle altre auto
intorno a me. Avrei potuto farlo con le biciclette?
Sicuramente no.
Non si riesce a lasciare una
bicicletta, per quanto vecchia e scalcagnata, permanentemente legata ad un palo
per strada. Arriva sempre il momento (nel giro di qualche mese) che qualcuno se
la piglia e se la porta via, oppure ne smonta qualche componente.
D’altra parte, prendiamo una
famiglia di quattro persone che usi le biciclette per spostarsi a Roma… mica
può tenersele a casa… ci vuole una stanza per le biciclette! E comunque, anche
se avesse la stanza, non si possono portare le bici su e giù per molte rampe di
scale. Occorre passare per forza alle pieghevoli.
Si dirà… ma allora ritorniamo ai
garage, non dovrebbero costare molto per le biciclette.
Anche qui c’e’ un problema.
Innanzitutto i garage che
ospitano le biciclette sono pochi. Inoltre, gran parte dei vecchi garage sono
stati convertiti a box, che semplicemente non hanno alcun minuscolo posto per
le biciclette. Le sistemazioni di fortuna –comprese le cantine- si rivelano vulnerabili
ai ladri, per non parlare dei cortili. Sappiamo tutti che ci sono ladri
specializzati nel seguire biciclette di valore e “pizzicarle” in questi posti.
Che fare allora?
Una ricetta non ce l’ho. Di certo
il furto di biciclette dovrebbe essere considerato socialmente dannoso, e il
ladro di biciclette non dovrebbe continuare ad essere considerato come un
piccolo imprenditore, ma come un delinquente che nel suo piccolo crea un danno
serio agli individui e alla città.
Quindi un maggiore impegno a
stroncare almeno l’industria del furto, ovvero quelle organizzazioni che fanno
incetta di biciclette per rivendersele ai loro paesi d’origine. Inoltre
considerare il ladro di biciclette nella reale dimensione della sua
pericolosità sociale.
La prima cosa dovrebbero essere
condannati ad estesi periodi di lavori forzati di costruzione di piste
ciclabili e ripitturazione di segnaletica orizzontale. Gli stranieri dovrebbero
essere, dopo tale periodo, rispediti immediatamente ai loro paesi d’origine.
Inoltre la recidività dovrebbe essere punita in maniera molto seria.
Si dirà, ma alla fine è solo
microcriminalità… certo, però tenete conto che un ladro che si porta via 100
euro di bicicletta, vi fa lo stesso danno individuale di un sindaco che si
fotte 250 milioni di euro, o di un politico nazionale che si frega 6 miliardi
di euro…
5 commenti:
Come non essere d'accordo? Io non pedalo e uso la bici solo al mare, ma un mio amico ciclista serio è esasperato. Tra bici da corsa e ferracci gliene hanno rubate almeno 5 da che lo conosco, e all'ultima è almeno la terza volta che rimette la sella.
Non è POSSIBILE vivere così.
hai ragione. dovremmo farci sentire... cominciamo a fare pressione...
hai ragione. dovremmo farci sentire... cominciamo a fare pressione...
A me negli anni ne hanno fregate 5. Ho una bici di "rappresentanza" che sono costretto a portarmi tutti i giorni su e giù per tre piani, la lascio sul pianerottolo a buon cuore dei condomini. Ne avevo un'altra di ordinanza che tenevo legata al palo e se la sono fregata lo scorso mese. E' come dici tu se è bella se la fregano per rivenderla se è un ferro vecchio ( come la mia ultima ) se la fregano per venderla a peso.
claudio
Concordo su tutto, tranne che su quel "gli stranieri". E' così scontato che chi ruba non sia italiano? Purtroppo ancora nel 2012 bisogna leggere di queste cose...
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