Velo ricordate il villico de “il sorpasso”, a cui Gassman da’
un passaggio sullo spider, e poi se ne esce dicendo “ma nun core ‘sta machina?”
E’ proprio quello che sta succedendo alla B1, attesa come la
manna dal cielo dopo anni di lavori, e che si è rivelata un cavallo un po’
sfiatato.
Nun core ‘sta metro?
La critica viene soprattutto da due categorie di persone:
gli abitanti di Viale Libia e Via Nomentana, e gli utenti dell’altro ramo della
metro.
Questi ultimi hanno visto crollare le frequenze dei
passaggi, per cui si trovano lo stesso numero di passeggeri o quasi, ma con
meno treni e più attese. E già questo è un motivo molto valido per incazzarsi, senza contare tutte le volte che sbagliano convoglio e si ritrovano a Conca d'Oro...
I Nomentani hanno visto il dowgrading delle linee express (almeno il 60), che adesso,
soppresso il 36, fa tutte le fermate di Via Nomentana. Ci mette non una, ma due
quaresime, e quindi l’autobus si riempie da fare a botte.
I Libici hanno visto massacrata la rete di bus per la
mobilità locale. A causa di due fattori concomitanti, la scarsa frequenza e la
profondità delle stazioni, i vantaggi sui tempi di percorrenza fino a Termini
sono molto inferiori alle legittime aspettative. Da Cavour in poi si comincia a
ragionare, per l’EUR sono 20 minuti risparmiati, ma alla fine la frazioni dei long-range non è così numerosa.
E’ anche vero che la B1 è entrata in funzione a scuole
chiuse, quindi con poco traffico. Alla ripresa, a settembre, evitare il
traffico ritornerà fondamentale, specie poi nel picco natalizio. Forse allora
cambieranno idea.
Di certo mantenere frequenze più elevate, per esempio 4
minuti e non 8, avrebbe aumentato l’indice di gradimento. Per non parlare dello
sciopero bianco dei macchinisti, che ha ulteriormente complicato la situazione.
E pensre quello che costata quest’opera!
Per quanto riguarda i mezzi di superficie, il
ridimensionamento era inevitabile, specie considerando la situazione economica
dell’ATAC. Certo pubblicare uno studio trasporti stico spiegando le ragioni
delle scelte avrebbe aiutato molto, e secondo me sarebbe stato una prova di
correttezza nei confronti di noi cittadini.
Magari anche illustrando le parte economica delle scelte
fatte, da non trascurare. Il che avrebbe portato a definire una politica e un
criterio nell’erogazione dei servizi di trasporto pubblico, che per adesso
sembrano più legati alla tradizione e alle esigenze dell’ATAC che a quelle dei
cittadini.
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