scusatemi se vi trascuro un pochino, ma in questo periodo un insolito viavai con l'estero e la pressione del lavoro ha un po' rallentato l'attività editoriale marziana.
Debbo dire che non è solo questo, ma è che sto attraversando un periodo di scoraggiamento come ciclista e come romano. Come ciclista romano.
Certo, perchè il mix di viaggi e un problema tecnico alla BFold (ancora in assistenza per garanzia) mi hanno un po' allontanato dall'attività ciclistica. Per compensare ho ripreso un po' di jogging, ma il vero problema è che sono poco attirato dal ricominciare la guerra.
La guerra quotidiana che fai andando in bicicletta a Roma, la lotta contro un ambiente costantemente ostile, che fa progressi micrometrici e dall'asfaltatura della pista del Tevere non ci ha portato più nessuna buona notizia.
Torno appena adesso da Bruxelles, dove in occasione della costruzione del nuovo quartier generale della NATO hanno risistemato Rue de La Fusee, lungo la quale sorge, e dove sorge incidentalmente una delle mie mete.
Bene, la strada è stata ristrutturata in tre anni con sottopassaggi per le auto e un bel tram al centro. Ai lati, marciapiedi e piste ciclabili, per cui dal centro città (si sta a metà strada tra il centro e l'aeroporto) si arriva fino a lì tranquillamente in bicicletta. E la gente comincia ad usarla parecchio.
Noi un cazzo (scusatemi lo sfogo...) nel senso che non solo ci siamo beccati 5 anni di anatemi alemannici (ma gli alemanni veri, avoja a piste) ma adesso anche Marino sta producendo ben poco. E' vero che non è neanche un anno che sta in sella, ma di questo passo manco se rimane sindaco venti mandati avremo nulla.
Il vero problema rimane, però, Roma nel suo complesso. Sembra in atto un "elogio del peggio". Zozza come non mai, sbracata come non mai. Piena di gente che non ha niente da fare e lo viene a fare a Roma.
E noi niente, senza fare nulla, ad abbozzare, come se fossimo condannati a vivere, sempre peggio, in una città che non riesce mai a migliorare.
Perchè evidentemente non ci crediamo più.
2 commenti:
Io ho fermato la mia battaglia come te ultimamente e ogni giorno mi dico che il giorno dopo riprenderò la bici per andare a lavoro ma Roma ti uccide. Riduce in rassegnazione ogni buona intenzione. Roma uccide la voglia di vivere, per tutti i motivi elencati qui sopra.
Lo so, ma dobbiamo ribellarci. Così non si può continuare. Dobbiamo trovare forza e costanza.
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