Per dirla all'inglese, dopo lo scassement delle strade, c'e' solitamente il riscassement... Ovvero quelli che avevano rotto la strada, messo i tubi, rattoppato alla porcozio, quindi qualcuno aveva riasfaltato a biliardo... si accorgono che si erano dimenticati di qualcosa e riaprono la strada, rimettono i tubi evrirattoppano alla porcozio. Li' rimane, amen.
Di tutta questa inefficienza il ciclista e' vittima quadruplice: da utente del servizio (che costa di piu', acqua, gas o telefono), da utente della strada che si trova la strada bloccata, da contribuente comunale che paga la riasfaltatura e infine, piu' importante, da sobbalzatore sui bozzi del rattoppo provvisorio.
Se poi stai con la pieghevole, 20" o 16", e' un vero incubo, senza contare le conseguenze per la Giuliana.
Insomma, Marino ha fatto prepare un nuovo regolamento per il road scassement, e il road riscassement... nuovi concetti e riasfaltatura a carico di chi sfascia. Interessante anche un deposito per premunirsi rispetto ai lavori fatti male...
Vabbe', per il ciclista e' importantissimo che il lavoro sia fatto bene al primo colpo, ovvero il rappezzo iniziale. Visto che e' quello che cmq rimane per mesi fino alla riasfaltatura.
Se quello non e' fatto bene, per noi la partita e' comunque persa. Cerchiamo quindi di vedere cosa dice il regolamento...
3 commenti:
Con quello che (sotto) pagano le ditte che vuoi pure che rappezzino bene ? Andrà a finire che invece di rappezzare (male) tre strade ne rappezzeranno un po' meglio una sola, dove abita gente importante.
Non so di questi meccanismi, vedo solo che per me e' sempre piu' difficile andare in giro.
A dispetto di tanta propaganda e di tanto aumento di ciclisti, Roma non sta diventando piu' ciclabile, anzi.
Mah, una per tutte, il tratto finale di via del Corso, verso piazza Venezia, in alcune parti è sconnesso e di brutto e stiamo parlando di via del Corso non di una remota via di periferia
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